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Autore: Daphne09    30/06/2014    2 recensioni
Katia Colombo, una diciannovenne alle prese con la Maturità, non sa che cosa fare del proprio futuro e, cercando di studiare con i suoi amici per quel grande incubo che possono definirsi gli Esami di Stato, vivrà tante piccole avventure che forse -prima o poi- l'aiuteranno ad auto-appellarsi matura.
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'alba quieta la chiamavano, ma l'inizio di questa giornata di tranquillo ha veramente poco.
Sì, il gallo dei vicini canta al sorgere di un maestoso Sole, apparentemente egocentrico e solitario data la carenza di nuvole, ma l'unica cosa che vorrei fare ora è tirare una scarpata a quell'animale caotico che mi fa sobbalzare dal letto quasi ogni giorno. Inoltre, il fatto che la terza prova si svolga di pomeriggio non fa altro che aumentare la mia angoscia. Molti vedono ciò come un'opportunità per ripassare i piccoli cavilli che ancora assillano la loro preparazione ottimale, ma io sono consapevole che oggi tutto ciò che leggerò forse sfiorerà vagamente la mia mente, senza penetrarla realmente. Katia, ti prego tranquillizzati che oggi sarà una giornata tosta.

 

«Mangia qualcosa.» Mi ordina mia madre, con un tono che pare tutt'altro che benevolo. Questa cosa dell'università l'ha resa seriamente rammaricata, ma non posso veramente farci nulla.

«Non ce la faccio, sono troppo nervosa.» Mi giustifico. Purtroppo -o per fortuna?- non è l'esame ad assillarmi in questo modo: le taglienti parole di Luca ancora invadono la mia testa.

«Sei proprio una puttana.»

Andiamo, non ho mai fatto sciocchezze di questo tipo, nemmeno da ubriaca. Ferrari potrebbe definirsi l'eccezione che conferma la regola, non sono una sgualdrina. Purtroppo i miei pensieri paiono un tentativo di auto-convinzione, non una semplice enfatizzazione del mio alibi.
Ora tutta la scuola mi guarda con occhi strabuzzati come se avessi fatto chissà che cosa, quando quello che sanno è semplicemente la goccia di una mezza verità. Ma poi, che Diavolo me ne deve fregare? In fin dei conti non rivedrò mai più nessuno dell'Ugo Foscolo, eccezion fatta per il Cozzi, la Marti e gli altri ragazzi del quinto c in vista della cena di classe o di qualche uscita presa altamente alla leggera.

Eppure, l'opinione del Carlo non può non continuarmi a trafiggere come mille spade, mi sento come un rimasuglio di carne ridotto al macello. Forse sono le ore di sonno perse in questi giorni miscelati allo stress pre-esame, alla delusione del fatto che Kevin abbia divulgato queste false informazioni e che io abbia altamente tradito me stessa ed i miei buoni principi. Ho sempre inteso gli atti sessuali come un'estrema dichiarazione d'affetto fra me ed i ragazzi a cui mi sentivo profondamente legata. Okay, non ho mai avuto lunghissime relazioni, ma una presa più seriamente delle altre c'è stata. Lui si chiamava Andrea e siamo stati fidanzati cinque mesi. Okay, forse non è tantissimo, ma abbiamo fatto l'impossibile per metterci insieme: abbiamo lottato contro la zizzania delle persone, contro i pareri altisonanti dei nostri amici ed il pubblico scetticismo. Tutto ciò a quindici anni significa un salto di qualità. Di solito a quell'età non si vuole far altro che divertirsi, eppure sentivo che fra noi c'era una connessione, seppur dimostratasi effimera, c'era. Eravamo talmente uguali da apparire diversi: litigavamo, e spesso. Ma quando facevamo pace, l'affetto che l'uno provava per l'altra era ineguagliabile. Purtroppo la negatività ci ha sovrastati: eravamo alle prime armi, su due neo-adolescenti l'imprevedibile è letale. Con gli anni ci si fa il callo e si impara a superare tutto, ma il comune accordo, seppur doloroso, mediante il quale abbiamo deciso di dividere le nostre strade è stato un altro salto di qualità.
All'epoca piangevo e mi disperavo, pensando che tutto il mondo fosse uno schifo o qualcosa del genere. Ora ne approfitto per veder lungo sulle persone che frequento, andando oltre la passione carnale o la semplice chimica, necessitando di sommare ad esse anche un'ottima intesa intellettuale.. Forse è per questo che sono ancora single. Adesso, però, tutto ciò è inutile: devo dimostrare integrità psicofisica ed affrontare la tanto agonizzata terza prova. Maturità, non ho più paura di te, non ho più paura di crescere, uscire dal mio bozzolo e volare verso un Destino ignoto.

 

*****

 

Facendo lo slalom fa sguardi incuriositi e bisbigli petulanti sul mio conto, varco a testa alta l'ingresso della scuola con un notevole anticipo e mi dirigo verso il corridoio del quinto f alla ricerca di Kevin Ferrari.

Eccolo là, a parlare con qualche suo compagno ridendo e scherzando spensieratamente.. Chissà, forse proprio sul mio conto.
Katia, basta farti paranoie e vai ad affrontare la situazione di petto, dicendo ciò che devi.

Il mio amante si volta verso di me, forse ha capito che lo stavo fissando e, lanciandomi un'occhiata interrogativa capisco al volo che ha dei dubbi su ciò che voglio da lui.

In seguito ad un mio tempestivo cenno con la mano si avvicina a me, pare piuttosto incuriosito.

«Sì?» Domanda, sempre più perplesso. Potrei iniziare a parlare a raffica ricordandogli quanto sia stato bastardo a diffondere falsità su ciò che è successo la settimana scorsa, ma io non sono così, non più.

«Grazie.» Mi limito a ribattere con tono di freddezza e durezza impressionante, dal nervoso contraggo persino la mascella.

«Per..?» Domanda lui sempre più dubbioso, non capisco se è sarcastico o veramente non capisce ciò che intendo.

«Grazie a te e alle tue cazzate ora tutta la scuola, se non oltre, straparla su di me e su un'ipotetica scopata alla festa d'istituto.» Cerco di spiegarmi, sfoggiando un'apparenza meno violenta di quanto vorrei dimostrare interiormente.

«Katia, ascolta.. -Sospira sfiorandomi il braccio con un palmo, con il timbro di qualcuno che sta per deludere delle ipotetiche aspettative. Sento talmente tanta repulsione nei suoi confronti che mi sposto per evitare qualsiasi contatto- Io non ho diffuso nulla, credimi. Sono giunte all'orecchio anche a me queste voci e provo lo stesso, molti mi fissano e alcune ragazze mi guardano fastidiosamente ammaliate. Non desidero tutto ciò, fidati.» Ammette abbassando lo sguardo.

«Guarda Kevin.. -Sospiro di rimando- Io non sono qui per costruire alcun tipo di rapporto con te. Mi dispiace, ma penso che in questo momento debba dedicarmi maggiormente alle relazioni che ho costruito in passato, coltivando le fragili fondamenta di alcuni di essi. Sono venuta qui per mettere le cose in chiaro in maniera non-violenta, se così si può dire. Può sembrare idiota, ma non voglio uscire da questa scuola con delle malelingue a perseguitarmi. -Essere sincera si è dimostrato più facile del previsto- Però, ora che le ragazze ti desiderano.. Posso sapere perché la cosa ti infastidisce così tanto?» Chiedo con nota divertita ed evidente leggerezza.

«Perché io sono gay. -Risponde con tono duro- Sì, l'ho detto.»

«E p-perché ci sei andato con me? -Domando allibita e forse un po' troppo sfacciatamente- Cioè, sembro un maschio?» Okay, questa scena sta rasentando il ridicolo.

«No, c-cioè.. -Risponde imbarazzato- Tu sei molto carina, è che quella sera ero fatto come una pigna. Senza offesa..»

Ribadisco: questa scena è una completa assurdità!

Il suono della campanella rimbomba per i corridoi salvandomi da una delle conversazioni più disagevoli di tutta la mia vita.

«Dunque amici come prima? -Mi affretto a dire- Cioè.. Dai hai capito!»

«Okay, buona fortuna per gli esami!» Ribatte, per poi sparire nella folla, ritornando ad essere uno fra tanti.

 

*****

 

Ed eccomi qua, dopo aver affrontato una prova scritta comprendente: latino (maledizione!), filosofia, tedesco e francese. Onestamente punto sulle lingue straniere.. e sulla simpatia.

Ora che sono a casa ho finalmente tempo di elaborare le parole del Ferrari: il fatto che sia gay è stato qualcosa di altamente inaspettato! Però, onestamente, sono sollevata che lui abbia rispettato la nostra intimità non dicendo nulla; ora non posso fare altro che dar la colpa a quella checca-nonchecca del Riva, di conseguenza la cosa non mi tocca più come prima.

Ho notato con piacere ai quadri che i miei orali saranno la mattina di giovedì 3 luglio: avrò più tempo per studiare.. Evvai!

Quindi, ora mi restano soltanto due ostacoli per raggiungere la mia ipotetica pace interiore: l'ultima pagina della mia vita scolastica e chiarire le cose col Carlo. Non importa se l'esito sarà negativo, ma bisogna mettere i paletti marcatori a questa situazione delirante.

«Dobbiamo parlare.» Questo è il mio SMS conciso e diretto, poche pugnette. Il cellulare vibra dopo qualche secondo, lui è sempre rapido nelle risposte: «Domani alle quattro al chiosco.»

Benissimo, ora non mi resta che attendere.

Spazio autrice:
Sembrava impossibile, ma ce l'abbiamo fatta! 
Eccoci qua con questo capitolo improvvisato in mezza giornata, mi sento veramente Superman (o Wonderwoman?) in questo momento.
Ne approfitto per darvi appuntamento a DOMANI con il prossimo aggiornamento. Dovrò farmi perdonare in qualche modo, o no?
Non so perché, ma questo colpo di scena del "gay" mi è venuto naturale per chiudere la situazione e, lo ammetto, sapevo benissimo che non era stato Kevin Ferrari a divulgare false informazioni sull'amplesso dei due giovani maturandi.. D'altro canto dovevano incontrarsi comunque per chiarire quanto successo alla festa!
Spero che vi piaccia l'andamento della storia e -miracolosamente- i capitoli di essa sono mooolto più corti rispetto a quanto sono solita a scrivere; voglio che sia una lettura facile e leggera.
A questo punto chiedo anche ai lettori silenziosi di dirmi che ne pensano, sono veramente curiosa!
Un abbraccio, 
Daphne09

  
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