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Autore: Heyale    30/06/2014    0 recensioni
Juniper Davies è una delle ragazze più popolari della sua scuola. La sua vita procede a meraviglia: ha delle buone amiche e un fantastico migliore amico: Louis.
 
La sua vita cambierà da un 5 marzo, quando la sua mente sarà costantemente pervasa da un nuovo compagno di classe: Niall Horan. Niall è un tipo diverso dagli altri: capelli biondi con riflessi viola, braccia e petto tatuati, carattere indisponente e scontroso.
 
Juniper però sa che Niall nasconde qualcosa, e vuole essere lei a conoscere davvero quel ragazzo. Vuole salvarlo dai demoni che pervadono la sua mente, vuole scoprire il suo lato più oscuro, vuole aiutarlo. Però non ci saranno solo loro due. E se Harry, migliore amico di Niall, si innamorasse di Jun? E se Louis diventasse geloso? Ci sarà poi Liam, migliore amico di Harry e Niall, che custodirà un enorme segreto. E infine Zayn, ex fidanzato di Jun, che ritornerà da lei tramite Harry.
***
-Non mi conosci Jun, smettila!-
-Non mi hai mai permesso di conoscerti, Niall!- gridai, sull'orlo della disperazione.
-Perché altrimenti non ti avrei mai lasciata andare!- spalancò gli occhi, consapevole di aver parlato troppo.
-Non me ne sarei mai andata.- mormorai infine con le lacrime agli occhi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I wanna rescue him cap.4
CAPITOLO QUATTRO
"Lo sai che non ti farei mai del male"


Jun's pov
Louis se ne stava appollaiato sul mio letto scorrendo tra le immagini del mio cellulare mentre io mi cambiavo per chiedergli con quale vestito sarei stata meglio per uscire la sera con Harry. Ci avevo messo quindici minuti, dei compiti di matematica e una ciambella per convincerlo ad aiutarmi con la scelta del vestito, in cambio di sincerità e niente grugniti. Così uscii da bagno con la prima combinazione: una camicetta rosa e dei jeans corti.
-Lou?-
Il moro alzò lo sguardo verso di me, scrutandomi da cima a fondo:-No, troppo semplice. Prova a mettere questa con quei jeans.-
Mi lanciò una canotta bianca dove al centro c'era il logo "Hard Rock Cafè". La guardai stranita, non mi ricordavo nemmeno di averla. Così mi sfilai velocemente la camicia, per poi infilare la canotta.
-Allora?- gli chiesi, incerta sul risultato.
Storse il naso:-No. Per niente. Aspetta, ho un'idea.-
Si tirò in piedi e si sfilò la maglia del Miami Heat che indossava:-Provati questa.-
-E tu con cosa vai a casa?-
Fece un sorriso sghembo:-Con la mia felpa che ti ho regalato.-
-Ma...aspetta...- ero troppo affezionata a quella felpa per separarmene.
Lui scoppiò a ridere:-Tranquilla, te la riporto domani.-
Lo abbracciai di slancio, lasciandoci cadere all'indietro sul letto. Lo strinsi forte, anche se le mie braccia erano schiacciate dalla sua schiena. Così si tirò su, liberando le mia braccia, e restammo così abbracciati.
-Ti voglio bene, Lou.- gli ricordai, tra una risata e l'altra.
-Io più di te.- mi baciò la fronte:-Sei la mia migliore amica, non dimenticarlo mai.-
Sorrisi, stretta contro il suo petto. Se mi avessero portato via Louis avrei scatenato il putiferio, perché non potevo stare un giorno senza di lui. Da quando ci eravamo trovati, non ci eravamo mai persi, nemmeno per un secondo, e volevo che la storia andasse avanti così. Non ci sarebbe stato nessuno in grado di separarci.

La sera arrivò più in fretta che mai, e dopo essermi preparata a dovere, con i jeans corti e la maglia dei Miami Heat di Louis, i capelli arricciati sulle punte e un filo di matita sugli occhi, ero pronta ad uscire. Scesi le scale arrivando in soggiorno, dove mia mamma stava tranquillamente guardando la tv, e mentre io aspettavo Harry, lei aspettava mio padre.
-Stai benissimo così, Jun.- mi sorrise lei, quasi con le lacrime agli occhi.
-Che hai, mamma?- ridacchiai io, confusa alla sua reazione.
Lei intrecciò le mani e le appoggiò sul ventre:-Beh, è sempre bello quando una figlia ha un appuntamento con un ragazzo così...perfetto.-
-Harry? Lui è un amico, mamma. Lo conosco da pochissimo.-
La vidi sorridere nel vuoto, per poi tornare sui miei occhi:-La vedo la luce che ti brilla nelle pupille quando parli di lui. A me e tuo padre è bastata una settimana per capire di essere innamorati.-
-Lo so, ma vedi...lui ha un amico, si chiama Niall. E' grazie a Niall che ho potuto conoscere Harry, e prima di fare qualcosa di serio con Harry vorrei capire qualcosa del carattere di Niall...perché vedi, mamma, loro due non sono come gli altri. E c'è anche un loro amico, Liam, devono essere nella stessa combriccola.-
-Che tipo è questo Niall, tesoro?-
Indugiai un istante, dovevo trovare bene le parole per descriverlo senza risultare banale e superficiale:-Lui è complicato, potremmo dire.- mentre parlavo, cercavo di vederlo ogni volta che sbattevo le palpebre:-Ha il viso di un angelo, ma dentro è logorato da qualcosa. Ha gli occhi un po' più scuri dei miei, e i capelli sarebbero biondi, ma li ha tinti di viola sulle punte. Ha tatuaggi ovunque: braccia, spalle, gambe, penso anche la schiena. Non è di molte parole, e nonostante io provi con tutte le mie forse a farmi accettare da lui, lui persiste ad allontanarmi.- sorrisi involontariamente:-Ma io non mollo. Voglio capire cosa gli è successo per diventare così, quali sono le ragioni del suo comportamento...e lo voglio aiutare. Harry è contento che io e Niall ci siamo incontrati, dice che potrei fargli bene.-
Mia madre mi fissava dritta negli occhi, come era solita a fare quando stava ragionando sulle parole che il mittente diceva:-Beh, senza dubbio farà bene anche a te.- concluse, infine.
Stavo per ribattere quando il suono del campanello mi fece perdere un battito, e sentii una morsa allo stomaco.
-Ci vediamo dopo.- diedi un bacio sulla guancia a mia madre, dirigendomi poi fuori dalla casa. Ad attendermi c'era la Volvo metallizzata -con i finestrini oscurati- di Harry parcheggiata perfettamente tra due macchine dei vicini, mentre lui era appoggiato distrattamente alla portiera della macchina mentre scriveva un messaggio a qualcuno.
-'Sera!- agitai la mano verso di lui, e appena alzò lo sguardo, mi rivolse un sorriso che fece accelerare ancora di più i miei battiti cardiaci.
-Ehi.- mi allungò la mano, "aiutandomi" a scendere il piccolo gradino che separava il mio vialetto dalla strada:-Sei bellissima.-
Arrossii violentemente:-Grazie.-
-Miami Heat?- mi chiese lui, sorridendo maliziosamente.
-Già.- ripresi un po' di autocontrollo:-E' di Louis, non sapevo cosa mettermi.-
Fece una smorfia di disapprovazione, per poi cambiare subito espressione, accorgendosi del mio disappunto alla sua smorfia.
Cercò di farsi perdonare con lo sguardo, provando poi anche con un sorriso debole:-Non avevi vestiti?-
-In realtà, ne ho troppi.- mi addolcii leggermente:-Ma non so mai quale scegliere.-
-Ti capisco.- concluse:-Ho dato un passaggio ad un mio amico, spero non ti dispiaccia. E' in macchina, seduto dietro.-
Anche se in realtà la cosa non mi piaceva, decisi di passarci sopra:-Non preoccuparti. Dove lo mettiamo giù?-
-Scende con noi, poi va diretto alla periferia.-
-Nessun problema.-
Harry mi aprì la portiera della macchina, così entrai, curiosa come anche no di scoprire di chi si trattasse. Avevo sperato, nel profondo, che fosse Niall, ma in quel caso me l'avrebbe detto. Quindi ancora prima di fare il primo passo per entrare nell'abitacolo cercai di smentire le mie stupide illusioni, e di prepararmi ad una debole delusione nel non riconoscere gli occhi cristallini del biondo. Chissà per quale ragione però, c'era qualcosa che mi assillava, come un brutto presentimento, una cattiva premonizione, e ciò mi spaventava non poco. Quella serata dovrebbe essere stata leggera, divertente, giusto per staccare un po' dalla monotonia, ma da quando misi il naso fuori dalla porta, qualcosa cominciò ad andar male.
-Avanti.- mi incoraggiò Harry, notando il mio indugiare mentre guardavo poco più in là delle sue spalle,
Ritornai sui suoi occhi, per poi sorridergli ed entrare finalmente nella Volvo. Appena mi girai per fare la conoscenza dell'amico di Harry, dato che non potevo nemmeno immaginare che compagnie frequentasse, tutta la preoccupazione di dissolse lasciando spazio ad un improvviso nervosismo, come se il mio intero corpo fosse stato vittima di un attacco di spasmi.
-Jun?!- mi sorrise il ragazzo dagli occhi color caramello.
-Zayn.- mormorai io, incapace di formulare frasi di senso compiuto.
Harry entrò in macchina chiudendo la porta con un tonfo sordo, probabilmente ignaro di ciò che aveva legato me e Zayn un anno e mezzo prima, e sicuramente ignaro di ciò che comportava la nostra vicinanza.
-Zayn, lei è Jun. Jun, lui è Zayn.- sorrise ad entrambi, ma prima che potessi parlare, Zayn prese parola.
-Ci conosciamo già.- sorrise di nuovo, come se quei tre mesi di relazione che avevamo avuto fossero qualcosa di cui rallegrarsi. Fissai così per qualche istante il mio ex fidanzato, notando come avesse cambiato struttura in quel tempo che ci aveva divisi. Il profilo del viso si era inasprito, e ogni lineamento era perfettamente duro e longilineo. La pelle era rimasta ambrata, e i capelli si erano infoltiti appena.
-Ma dai!- sorrise Harry, felice:-Come facevate a conoscervi?-
-Siamo stati insieme.- rispose tranquillamente il moro, spostandosi sul sedile centrale per poter parlare meglio.
Notai le mani di Harry stringersi improvvisamente attorno al volante fino a potergli vedere le nocche diventare bianche. Mi guardò con la coda dell'occhio, come per cercare un appiglio. Fortunatamente riuscì a decifrare i miei occhi, che lo invitavano ad appoggiare una mano sulla marcia senza che Zayn lo notasse. Così fece, e riuscii ad accarezzarne lentamente il dorso: era bollente. Non capivo come una cosa del genere però, senza sapere i minimi dettagli, poteva irritarlo talmente tanto.
-Per quanto?- Harry provò a rilassarsi, ponendo a Zayn una di quelle tipiche domande da finto interessato.
Il ragazzo seduto dietro di noi sfiorò la mia spalla, come per chiedere conferma:-Tre mesi, no?-
Annuii silenziosamente. Evidentemente per lui non erano stati importanti tanto quanto per me.
-Bei tempi.- sospirò sovrappensiero, mentre Harry metteva in moto la macchina per partire alla volta del centro, cercando di non dare ascolto alle parole di Zayn.

Durante il viaggio fu il più totale silenzio, colmato solo dalla radio che andava in sottofondo. Harry guardava fisso davanti a se la strada, senza accennare ad un minimo sorriso. Il suo nervosismo improvviso era ancora palpabile: le mani erano ancora tese sul volante, e si muovevano a scatti da lì alla marcia, senza movimenti fluidi. In quel momento, avevo paura. Solo allora mi resi conto che dovevo almeno aspettare di conoscere il suo carattere per i vari aspetti per uscirci insieme, per lo meno non mi sarei ritrovata con una stupida tachicardia in macchina col mio ex ed il diretto interessato.
Quando finalmente ci fermammo, il riccio respirò profondamente, per poi scendere dalla macchina con calma ed aprirmi la portiera, rivolgendomi un sorriso che -secondo lui- mascherasse il nervoso. Anche Zayn scese dalla macchina col mio stesso tempismo, fermandosi poi a pochi centimetri da me.
-Allora...ci si vede, Jun?-
Lo incenerii con lo sguardo:-Meglio di no.-
Abbassò il volto per qualche istante, per poi posarmi una mano sulla spalla rassegnato e salutare Harry, allontanandosi da noi a passo veloce.
Mi rivolsi verso il riccio, incrociando le braccia al petto:-Mi dici che ti è preso?-
Si perse nei miei occhi, cambiando totalmente espressione:-Conosco Zayn da una vita. Lo conosce anche Niall, eravamo alle medie insieme. Appena ho saputo che eravate stati insieme, io...senti, non lo so cosa mi sia preso. So solo che non ci ho più visto.- fece una breve pausa:-Lui ha sempre giocato con le ragazze. Non è come me, che per lo meno finché sto insieme ad una ragazza ci sto insieme per davvero. Lui...lo faceva solo per avere qualcuno che soddisfasse i suoi bisogni e tu...non lo meritavi. Non lo meriti.-
Indugiai un attimo:-Prima mi sono chiesta se vada bene questa...cosa. Insomma, non ci conosciamo nemmeno e...-
-Ehi, è per questo che ti ho chiesto di uscire. Non è un appuntamento, è per conoscerci. Convengo anch'io che sarebbe stata una cazzata un appuntamento dopo quarantotto ore di conoscenza, quindi eccoci qui. Ti confesserò che ero un po' agitato prima di fermarmi davanti a casa tua, perché ho paura di fare o dire qualcosa che possa essere di troppo. Ma quando sono con te, io...il mio cervello va a puttane, Juns.-
Ridacchiai nel modo più tenero che conoscessi:-Sì, vale anche per me. Però ti devo chiedere un favore, riguardo a questa fase di "conoscenza".- mimai la parola con le virgolette.
-Dimmi.- sorrise lui.
Presi un sospiro:-Devi essere sempre ciò che sei realmente. Non voglio conoscere un ragazzo che non sei tu. Credo, e spero di non sbagliarmi, che quel ragazzo che è venuto sotto casa mia di notte sia quello vero, no?-
-Diciamo di sì.-
-Allora devi comportarti come quella sera, togliendo il "diciamo". Ti prego.-
Lo fissai dritto negli occhi, cercando di capire se mi stesse dicendo la verità. Le sue pupille si dilatarono, nascondendo per qualche secondo il verde smeraldo:-Te lo prometto.-
Gli gettai le braccia al collo, e lui mi cinse la vita. Il suo corpo cominciava a sbollire la temperatura di poco prima, anche se il calore di quell'abbraccio riusciva comunque ad irradiare ogni mio senso.
-Andiamo?- mi sorrise come un bambino, gonfiando le guancie già rosse.
-Andiamo.- risi io, sentendo una strana felicità nel petto.

Harry's pov
Zayn non le avrebbe fatto mai più del male. Le si leggeva negli occhi quanto avesse sofferto. Ogni suo movimento, ogni suo sguardo, per me era come una parola lasciata scritta su una pagina bianca, riuscivo a leggerla senza problemi. Avevo sempre avuto l'abilità di leggere fra le righe, riuscivo a capire atteggiamenti ed espressioni che pochi riuscivano a decifrare. La mia Juns però, era ancora più facile da capire, anche perché credo che non avesse l'intenzione di nascondermi alcuni dei suoi comportamenti.
-Andiamo in un posto che di solito è tranquillo, ti va?-
Lei annuì sorridendo, spostandosi un ciuffo biondo dagli occhi.
Passò qualche secondo di silenzio prima che lei mi facesse la domanda che tentava di trattenere dall'ultima volta che avevamo parlato.
-Niall?-
-E' a casa.- mi tornò in mente l'immagine di Niall spaparanzato sul letto con un libro aperto sulla pancia, evidentemente si era addormentato durante la lettura:-Sta riposando.-
Annuì col capo, prendendomi a braccetto:-Comunque digli che di me si può fidare. Di sicuro se glielo dicessi io non mi darebbe ascolto, ma forse tu puoi fare qualcosa. Io non pretendo di voler sapere tutto ciò che mi nascondete, per carità, ma voglio essergli amica. Voglio aiutarlo, penso che gli farebbe bene.-
-Senza dubbio.- sorrisi io:-Solo...perché fai questo per lui?-
-Perché non è giusto che lo prendano in giro per ciò che è lui. Per lo meno, Niall ha il coraggio di essere se stesso.-
Se avessi riferito quelle parole a Niall, ero sicuro che avrebbe ceduto almeno un po', e questo sarebbe stato molto d'aiuto sia per me che per Juniper. Stava maneggiando col telefono davanti a lei quando le scappò un'imprecazione.
-Che c'è?- chiesi io, guardandola inarcando un sopracciglio.
-Volevo farci una foto...- mi mostrò la foto appena scattata, dove lei stava per chiamarmi e io aveva una faccia da drogato assurda.
-Dove sei stata tutto questo tempo?- risi allegramente, seguito da lei, mentre ci addentravamo nella folla.
-Vi stavo aspettando.- sorrise lei di rimando. Stava per aggiungere qualcosa quando una sua -probabilmente- compagna di scuola la fermò.
-Ciao amore!- la ragazza dai capelli corvini si strinse attorno a Jun, per poi fare un cenno timido verso di me.
La bionda fece un sorriso forzato:-Ciao, Stacey.-
-Come mai da queste parti?- ridacchiò la ragazza di fronte a noi.
Presi istintivamente la mano di Jun, precedendola nella risposta:-Stiamo facendo un giro.-
La corvina la guardò estasiata:-State insieme?!-
-No.- sorrise lei:-Ci stiamo conoscendo.-
-Ho capito...- mormorò lei, delusa:-...prima ho visto Niall, Jun.-
Negli occhi della bionda si accese una scintilla di preoccupazione, percepibile anche dal tono leggermente stridulo:-Dov'era?-
-L'ho visto nel pub dietro l'angolo.- mi guardò, riconoscendomi forse come il ragazzo della mattina stessa:-Stava discutendo con una coppia di ragazzi che non ho mai visto, così vedendo che la situazione si aggravava sono andata via.-
Deglutii pesantemente. Avrei dovuto capirlo: prima non stava dormendo. Strinsi la mano a Jun con un riflesso involontario, e capii di averle fatto male dalla sua espressione d'improvviso infastidita.
-Dobbiamo andare, Juns.- cercai di sorridere, per non lasciar trasparire la mia agitazione:-I tuoi ti vogliono a casa tra poco.-
-Già.- la sua espressione si addolcì:-Ciao Stacey.-
La ragazza corvina baciò Jun sulla guancia, per poi allontanarsi a gran passo da noi. A noi due bastò uno sguardo per sciogliere la presa e raggiungere nel minor tempo possibile il pub che ci aveva indicato la ragazza, ma forse avrei dovuto agire meno d'impulso, e lasciare Jun all'ingresso. Invece preferii trascinarla dieto di me, con la mente offuscata dalla paura di trovare ciò che temevo. Ma così fu, e il grido che lanciò Jun aggravò tutta la situazione, facendomi perdere un battito. Non capii se il suo grido non conteneva lettere o invece aveva strillato il nome di Niall, che in quel momento stava a terra, inginocchiato sopra ad uno dei due ragazzi, riempiendogli di pugni il volto. Li conoscevo entrambi, avevamo avuto parecchi diverbi anche in passato. Ma a quel grido agghiacciante, gli occhi di Niall saettarono verso l'alto, scontrandosi prima con i miei, pieni di qualcosa simile alla delusione, e poi con quelli di Jun, impauriti.
A quel punto, vidi Niall alzarsi di scatto dal ragazzo che imprigionava sotto di se, lanciandogli uno sguardo truce, per poi allungare lentamente la mano verso Jun, che lo fissava presa dal panico.
-Juns.- sussurrai, cercando di calmarla.
-Non...toccarmi...- mormorò lei, guardandomi con le pupille dilatate. La bocca era dischiusa, e i suoi occhi vagavano tra i miei e quelli di Niall, forse ancora più scovolto della bionda.
Mosse due passi indietro, per poi correre via, disperata, mentre una lacrima solitaria rigava la sua guancia.

Niall's pov
La testa mi girava vorticosamente, come se dovessi cadere a terra da un momento all'altro. Le voci tutte intorno a me erano ovattate, non riuscivo a distinguerle. Ma lei, la riconobbi subito. Appena sentii il suo grido, la mia mente tornò improvvisamente lucida, mentre sentivo un rivolo di sangue scendere dal lato dell'occhio fino al mento. Harry mi stava fissando, deluso. Ma d'altronde, faceva bene. Gli avevo promesso che non avrei più cercato guai, specialmente per non mettere di mezzo persone che non c'entravano, come era appena successo, ma quei bastardi avevano scatenato la mia ira. Mi avevano visto girare quella notte con Harry e Jun, e si erano messi ad insultarla. A quel punto, non riuscivo più a controllarmi, e agii d'impulso. Quando mi rialzai, il ricciò si girò di scatto per partire alla ricerca di Jun, ma lo bloccai per un polso.
-Cosa c'è, Naill?! Non ne hai già combinate abbastanza?- ringhiò lui, la frustrazione potevo leggerla nei suoi occhi.
-Vado io. E' colpa mia.-
A quelle parole fece un passo indietro, lasciandomi andare senza altri indugi. Sapeva bene che, quando ammettevo che la colpa era mia, allora era qualcosa di estremamente serio.
Presi a correre più velocemente possibile, mentre ancora i giramenti di testa cominciavano a farsi più insistenti. L'occhio destro mi bruciava, e un profondo taglio da cui continuava a sgorgare sangue aveva segnato la palpebra. Inoltre sulle braccia apparivano diversi lividi, come sul petto. Probabilmente avrei anche peggiorato la soluzione se mi avesse visto così, ma non mi importava, dovevo almeno provarci. In fondo, perderla in quel modo sarebbe stata una delle cose più schifose al mondo, per non pensare ad Harry, che mi avrebbe odiato per il resto della mia esistenza.
Rischiavo di perderla tra la folla, perché lei correva veloce, ma fortunatamente nemmeno in quelle condizioni le mie gambe perdevano dinamicità. La sua chioma bionda d'un tratto svanì, intrufolandosi in un vicoletto lì accanto. Non doveva conoscere bene la zona, perché era un vicolo cieco. Quando vi entrai, la trovai spalle al muro, in cerca del fiato perduto. Eravamo soli, nessuno ci abitava e nessuno certamente andava lì per farsi un giro.
Decisi di tenere basso il tono della voce:-Jun.-
-Stammi lontano. Ho lo spray al peperoncino in borsa.-
Mi lasciai scappare una piccola risata:-Vuoi seriamente usare lo spray al peperoncino contro di me?-
-Se ti avvicini, sì.-
Scossi la testa roteando gli occhi, raggiungendola, sentendo il sangue scivolare sul petto per andarsi a posare sulla maglietta:-Lo sai che non ti farei mai del male.- sussurrai, impercettibile.
Lei alzò gli occhi di scatto, pieni di una strana rabbia:-Come potrei saperlo, eh?! Sono tre giorni che tento di parlarti, di esserti amica, di aiutarti in qualsiasi cosa io ti possa aiutare, e sono tre giorni che tu mi respingi! Spiegami come faccio io a sapere qualcosa di te, Horan!-
Di norma avrei ribattuto, ma decisi di stare zitto, perché finalmente si stava sfogando anche lei.
-Ed è frustrante!- sibilò, ai limiti della disperazione:-Harry dice che è felice che io ti sia vicina, o che per lo meno ci provi, ma non dovrebbe essere lui felice che io ti sia vicina! Che mi dici, eh? Dimmelo adesso se vuoi che io ti stia alla larga, perché ti giuro che non ho mai dato tanto ad una persona in così poco tempo, quindi se mi dici di chiuderla qui...- dai suoi occhi cristallini cominciarono ad uscire delle grosse lacrime, mentre la sua voce si incrinava nell'ansia:-...io la smetto di dannarmi per te, perché sono allo stremo delle forze! Ti sei mai chiesto perché nessuno si avvicina? Se la risposta è no, chiediti allora perché sono solo io che sono decisa a starti accanto nonostante tu non mi voglia in mezzo!-
La fissai per qualche decina di secondi, per poi avvicinarmi ancora di più. Lei era immobilizzata, aveva tanta paura. La cosa che mi faceva più male però, era che aveva paura di me. La presi per i fianchi e la staccai leggermente dal muro, per poterla così stringere in un abbraccio. Non avevo mai fatto caso alla differenza d'altezza, ma in quel caso era davvero qualcosa di utile. Le cinsi i fianchi con le braccia appoggiando la guancia pulita alla sua, lasciando che il mio petto entrasse in contatto col suo, lentamente attaccandosi del tutto. Lei rimase interdetta, sentivo il suo cuore battere all'impazzata, mentre le sue mani automaticamente si spostavano verso il collo, esattamente come all'uscita da scuola. Portai la bocca al suo orecchio:-Non ti vorrò mai in mezzo.- sussurrai piano, sentendo la sua presa farsi subito più debole forse per la momentanea delusione. Così proseguii:-Però, ti prego, non andartene mai.-
Emise un gemito di sorpesa sentendo le mie labbra appoggiarsi sul suo collo, mentre nascondevo il viso in esso, ripetendo lo stesso sorriso che feci non molte ore prima.
-Ti ho già detto che non lo farò.- mormorò lei, ancora scioccata.
-Questo però, non cambierà il mio comportamento. Ti prego solo di accettarmi, e la cosa che più mi preme è chiederti se un giorno, prima o poi, riuscirai a farmi cambiare carattere.-
La sentii scuotere la testa:-Non lo vorrò mai fare. Rassegnati, a me vai bene per come sei. Io ti chiedo solo se un giorno mi lascerai entrare nella tua vita.-
-Ci posso pensare.-
Sorrisi istintivamente, di nuovo, stringendola ancora più forte. Non mi sarei mai innamorato di lei, ma non per questo l'avrei lasciata andare via, anche se non ero sicuro di volerla nella mia vita come lo erano Harry e Liam.
Fu lei a lasciare la presa, per poi esaminare ogni mia ferita, passando il dito sui rigonfiamenti violacei.
-Perché l'hai fatto?- mormorò appena, guardando i tagli spaventata.
Sorrisi senza accorgermene:-Perché stavano offendendo te. Mi avevano visto quella notte a casa tua, e hanno inziato a dire delle cose ignobili su di te, e per quanto io possa essere senza cuore non posso accettare che le persone vengano offese senza conoscerle.-
Arrossì leggermente:-Ti fa male?-
-Un po'. Posso...chiederti un favore?-
Il suo viso si illuminò, chissà cosa si aspettava:-Dimmi.-
-Non essere arrabbiata con Harry. Ho visto come lo fissavi prima, non devi né essere arrabbiata né devi avere paura di lui, perché lui non merita di essere visto come un essere da evitare e odiare.-
Abbassò lo sguardo, imbarazzata, probabilmente rendendosi conto che le mie parole erano effettivamente vere.
-Oh, finalmente!-
Ci girammo entrambi verso l'entrata del vicolo, trovandoci davanti un Harry con i capelli raccolti e il fiatone per la corse. Entrambi sorridemmo, avvicinandoci a lui. Jun mi guardò silenziosamente, e le diedi il consenso di essere la prima ad abbracciare il riccio. Così gli corse incontro, aprendo le braccia pochi stanti prima di finire avvinghiata a lui.
-Scusami.- si dissero all'unisono, ridendo poi come se non si vedessero da secoli.
Poi Harry si rivolse a me:-Stai tranquillo, Niall, i testimoni mi hanno spiegato tutto. Ti ho capito.-
-Grazie.- sorrisi io, sinceramente sollevato.
-Adesso io propongo...- sorrise Harry:-...una bella pizza. A chi va?-
Io e Jun alzammo la mano in contemporanea, ridacchiando come due bambini. Harry ci guardò stranito, ma lasciò correre e alla fine, dopo essere passati per la farmacia per medicare le mie ferite, andammo a mangiare in una pizzeria non molto distante dal centro. Per le undici riportammo Jun a casa, e la salutammo entrambi con un abbraccio, tanto ero su di giri per tutte le vicende accadute nella serata. Lei ci raccontò anche di Zayn, di come vissero i loro tre mesi insieme, e non mi sorpresi nel sapere i comportamento che il nostro amico aveva nei confronti di Jun. Ma quella serata mi bastò per confermare, ancora una volta, che Jun non era affatto come le altre, e in questo speravo che non cambiasse mai.
Quando arrivai a casa, zia Anne subito si preoccupò per me, e mi medicò meglio di quanto avessimo saputo fare in tre. Harry nel frattempo era perso per Jun, continuava a ripetere frasi che aveva detto lei durante tutto il tempo, oppure blaterava riguardo ai suoi capelli o ai suoi occhi, tipiche cose post-cotta. Quando finalmente ci mettemmo a letto, ebbi un po' di tempo per metabolizzare tutto ciò che mi era successo. E capii immediatamente di aver esagerato. Non potevo espormi così tanto, non potevo permettere a qualcun altro di essere importante per me, perché le tre persone a cui tenevo di più se n'erano andate per colpa di un incidente aereo, e non volevo che questo lo venissero a sapere altre persone al di fuori di Harry, Liam e la famiglia Styles. Se avessi permesso quindi a Jun di essere mia "amica" per davvero, avrei dovuto rivelare il mio segreto, e non volevo la pietà di nessuno. Dovevo riuscire a mantenere il rapporto che ci legava così nel limbo, a metà tra conoscenti e amici.
Cosa mi stava succedendo?


Jun's pov
Sabato.
Finalmente, niente scuola. Mi concessi il lusso di dormire fino alle undici, e quando aprii gli occhi a causa della veneziana lasciata aperta, mi ritrovai con sedici messaggi da leggere. Con tutta la calma perciò mi ripresi dalla dormita e solo alle undici e un quarto riuscii a prendere in mano il cellulare per controllare chi aveva deciso di farmi trovare il buongiorno.
Quattordici messaggi da Louis, di cui lessi solo l'ultimo, in rassunto di tutti:"Stacey mi ha detto che qualcosa non andava, quando ti svegli per favore chiamami, sono preoccupato. Lou xx"
Mi sistemai i capelli messi male, per poi andare a vedere gli altri due messaggi. Uno era da Stacey:"Ehi amore, tutto bene? Come stava Niall?". Non avevo una particolare simpatia per quella ragazza, ma comunque decisi di risponderle con un semplice:"Nulla di rotto, io sto bene :)". Per ultimo, un messaggio da Harry:"Stai un po' meglio? Davvero, non sai quanto mi dispiaccia per ieri, spero che la nostra prossima uscita vada meglio. Soprattutto cercherò di evitare di dare un passaggio a Zayn, scusami anche per quello. Se non mi invento qualcosa per oggi, ci vediamo lunedì mattina che ti vengo a prendere alle sette e dieci. Un bacio. Haz xx".  Sorrisi istintivamente, la giornata cominciava già bene. Prima di far partire la chiamata per Louis risposi ad Harry:"Ciao Harry, stai tranquillo per quanto riguarda ieri sera, ho già risolto con Niall. Se devi inventarti qualche programma fallo per domani magari, perché probabilmente stasera Louis dorme a casa mia. Salutami Niall e Liam, ci vediamo. Juns xx".
E infine chiamai Louis, che probabilmente avrebbe preso la sua adorata moto e sarebbe venuto fino a casa mia per vedere se ero viva.
-Pronto?- la sua voce era stanca, come se non avesse chiuso tutta la notte, e, conoscendo Louis, era proprio così.
-Ciao, Lou.-
Sospirò pesantemente, una reazione strana da parte sua:-Ciao, Jun. Ho saputo cos'era successo con Niall, ieri sera, me l'ha detto Stacey, e sono sicuro che ti ci sei messa in mezzo. E' così?-
-Ne possiamo parlare dopo, a voce? Vieni a dormire qui?-
-Okay. Arrivo per le quattro di oggi pomeriggio.-
Il suo tono deluso mi fece sentire terribilmente in colpa per qualche motivo:-Cosa c'è che non va, Lou?-
-Io...no, nulla. A dopo.-
Fece per chiudere la chiamata, ma io lo bloccai:-Fai schifo a dire bugie, Louis.-
-Ho solo voglia di abbracciarti, okay? Voglio averti al sicuro, tutto qui.-
La sua affermazione mi spiazzò.
-Jun? Ci sei?-
Mi salì un groppo alla gola, stavo accantonando terribilmente il mio migliore amico. Quando lui aveva una ragazza aveva sempre lo stesso tempo per me, mi aggiornava su tutto. Invece in questi due giorni io non mi ero nemmeno accorta di lui, e ciò mi faceva terribilmente male. Cercai di mandare giù il nodo, ma la cosa risultò alquanto complicata, per di più Louis riusciva a capire ogni mia alterazione della voce:-Lou, ti prego, vieni qui adesso.-
-Sono lì tra mezz'ora, Jun. Tieni duro.-
Sorrisi alle parole dolci di Louis, mentre una lacrima mi rigava la guancia. La asciugai prima che sfiorasse il mento, e poi scesi in cucina ad avvisare mia mamma.
-Guarda chi si vede!- sorrise lei, dandomi un bacio sulla guancia:-Buongiorno, amore. Come stai?-
-Abbastanza bene, grazie. Louis viene qui a dormire, va bene?-
Storse leggermente il naso, per poi cedere:-Avevamo detto che venisse solo quella volta là. Ma anche se ti dicessi di no, mi diresti che andresti a dormire da una tua amica per poi dormire tu da lui, perciò può venire.-
L'abbracciai di slancio:-Grazie mamma! Vado a preparare il letto a cassetto.-
Indugò per qualche istante, cercando qualosa all'interno della cucina:-Tesoro, prendi un pancake prima di salire, sembri un po' pallida.-
Annuii leggermente, afferrando al volo una di quelle piccole frittelle per poi dirigermi in camera a sistemare per l'arrivo di Louis. Aprii il cassetto sotto il mio letto, tirandone fuori un altro letto, e fortunatamente era già pronto dall'ultima volta che era venuto a dormire. Dopo aver dato una piega decente alle coperte gli mandai un messaggio:"Quando arrivi vieni subito in camera mia, ti aspetto qui."
Mi infilai le cuffie e mi stesi sul letto, provando a pensare ad una possibile giustificazione per ciò che avevo fatto al mio migliore amico, ma fin dall'inizio ero sicura che non ne esistessero. L'avevo messo in disparte, seppur per due giorni, ma il fatto grave era che non l'avevo mai fatto da tre anni a quella parte. Ciò voleva dire che la vicenda dei tre ragazzi mi stava prendendo davvero troppo: avrei dovuto essere io a staccarmi per non avere ripercussioni sul mio stile di vita, perché già troppe cose erano cambiate. Stavo ascoltando "How to save a life" dei The Fray quando persi conoscenza, e mi addormentai con l'immagine del volto deluso di Louis impressa nella mente, mentre un'altra lacrima scivolava lenta sulla guancia.

-Jun?-
Il sussurro giunse alle mie orecchie confuso, non riconobbi la persona che aveva parlato.
Il ragazzo seduto di fianco a me mi strinse la mano, baciandone il dorso.
Si schiarì di nuovo la voce, consapevole del fatto che non l'avessi riconosciuto:-Sono qui, per qualsiasi cosa tu dovessi avere bisogno.-
Solo allora capii di chi si trattasse. Sbattei più volte le palpebre, schiarendomi di volta in volta la vista, per poi trovarmi davanti un ciuffo spettinato di capelli castani, una bocca dischiusa e un paio di occhi stanchi che mi fissavano preoccupati.
-Lou...- sussurrai, alzandomi di scatto e gettandogli le braccia al collo, scoppiando improvvisamente a piangere. Erano davvero rare le volte che piangevo, e in quei giorni mi stava capitando davvero troppo spesso. Ma non ce la facevo, sapevo di aver fatto del male a Louis, ed era la cosa più brutta che io potessi fare. Il problema più grande era che il danno era fatto, e non potevo più porvi rimedio. Potevo solo aggrapparmi a quelle spalle che già in passato avevano sostenuto il mio peso.
-Jun, che succede?-
La sua voce era rauca, stanca come gli occhi. Ero quasi sicura che non avesse dormito.
-Lou, mi dispiace per quello che ti ho fatto. Non ti ho detto nulla di ciò che mi stava succedendo, e per di più ti ignoravo! Io mi sento malissimo, te lo giuro, mi dispiace...-
-Non devi nemmeno dirlo.- mi bloccò lui, stringendo di più la presa:-...non m'importa di questo. M'importa del fatto che tu eri in pericolo, e mi preoccupo del fatto che io non ti possa essere vicino se ci sono di mezzo Harry e Niall.-
Strinsi tra le dita il tessuto della sua maglietta:-Tu puoi essermi sempre vicino, e soprattutto sono io a volerti sempre vicino a me.- strofinai il naso nell'incavo del suo collo:-Scusami.-
-Va tutto bene.- mi rassicurò lui, cullandomi col suo respiro:-Hai dormito male? Sei un lenzuolo.-
Mi strofinai gli occhi:-Già.-
-Allora dormi, dai.-
Lo presi per mano, trascinandolo con me:-Tu mi segui, però. Non hai dormito nemmeno tu.-
-Empatia.- sussurrò lui, stendensosi di fianco a me, tenendomi stretta la mano. Anche se era solo mezzogiorno, ci addormentammo insieme, dormendo per la prima volta in modo decente da due giorni a quella parte.

Quando riaprii gli occhi, Louis stava ancora dormendo con il viso rivolto verso il mio, le mani ancora intrecciate e i nasi quasi si sfioravano. Sorrisi istintivamente, avrei dato tutto per tenere Louis sempre con me. Lui era l'unico con cui non mi sentivo mai e poi mai a disagio. Col tempo avevamo imparato anche a cambiarci senza pudore l'uno di fronte all'altra, senza dover per forza andare in bagno o per lo meno nascondersi.
Col minimo movimento che feci però, anche lui aprì gli occhi, guardandomi di sottecchi.
-Buongiorno.- biascicò, sciogliendo la presa sulla mano.
Mi buttai sopra di lui:-'Giorno. Che ore sono?-
Controllò sul suo orologio:-Sono le quattro e mezza.-
-Pensa che saresti dovuto arrivare adesso!- risi io, felice di averlo lì con me.
-Già. Sarei uno zombie adesso.-
Sentii il mio stomaco brontolare pesantemente, ma d'altronde non avevo né fatto colazione né pranzato:-Lou, andiamo a mangiare?-
-Direi di sì.-
Entrambi barcollando ci dirigemmo in cucina, dove trovammo un biglietto lasciato da mia madre:"Dato che stavate dormendo vi ho tenuto un po' di pasta in forno, spero sia buona lo stesso. Questa sera né io né il papà di Jun torniamo, perciò badate di non combinare distastri, e Louis per favore misurale la febbre e senti come sta, stamattina non era in forma. Ci sentiamo domani, un bacio."
-Casa libera!- esultai io, e subito dopo starnutii. Forse mia madre aveva ragione, non ero del tutto in forma.
Louis mi passò un termometro senza che io dicessi nulla e passati i cinque minuti, lo sfilai da sotto il braccio.
38.7
Sbuffai contrariata, odiavo la febbre. Per fortuna avevo Louis con me, così per lo meno sarei stata tranquilla se ci fossero state delle emergenze.
-Ti stanno chiamando.- sibilò Louis sprezzante, passandomi il telefono sul quale la scritta "Harry" lampeggiava assieme alla chiamata in arrivo. Feci scorrere il dito sulla cornetta verde, portandomi il cellulare all'orecchio:-Pronto?-
-Ehi, Juns. Come stai?-
Per un millisecondo mi girò la testa, e la mia mano cercò improvvisamente la stabilità di Louis, afferrandogli un braccio:-Ho la febbre, ma tutto sommato sto bene.-
-Cazzo, mi dispiace.- assunse un tono rattristato:-Magari domani ti vengo a trovare. Oggi riposati con Louis.-
-Certo. A domani.-
Sospirò sollevato:-A domani.-
Guardai Louis, che se ne stava tranquillamente appollaiato vicino a me, la mia mano era ancora appoggiata sulla sua spalla. Il suo viso si illuminò per qualche secondo:-Sabato prossimo c'è il ballo di primavera.-
Mi picchiai una mano alla fronte:-E' vero! Me lo ero anche dimenticato...con chi andrai?-
-Ti dirò, non ho voglia di andarci. Tu andrai con Harry, presumo.-
Scossi la testa:-Non possono entrare i ragazzi che non sono della scuola. Si può fare solo al ballo di fine anno, chissà per quale legge non scritta poi. Chiedo a Niall, forse.-
-Ci tieni tanto?- mi sorrise come un bambino mentre stringe il suo pupazzo preferito.
Annuii allegramente:-Certo. Ho sempre adorato i balli.-
Sapevo bene che a Louis i balli non erano mai andati a genio, lui non era tipo da tante cerimonie, anche se per me si era sempre sacrificato. Di quattro balli fatti dalla prima alla terza, di primavera e di fine anno, eravamo andati solamente a quelli della seconda, e ci eravamo andati insieme, evitando i lenti, per scelta condivisa.
Lui mi sorrise, stranamente allegro, prendendo dal forno la pirofila contenente la pasta e due forchette.
Così arrivammo fino a sera, chiacchierando e studiando anche pe lunedì, quando alle terza ora ci aspettava il compito di inglese. Per cena non avevamo programmato nulla, sapevamo solo che nessuno dei due avrebbe mangiato tanto: io per via della febbre e lui perché aveva mangiato tutto il pomeriggio qualsiasi cosa gli capitasse a tiro.
Stavamo pensando quindi a cosa mangiare quando mi arrivò un messaggio da un numero che non conoscevo, il che però era meno inquietante del messaggio.

Da: Numero sconosciuto
Ti devo parlare, è importante. Mandami un messaggio appena leggi questo.
-L.







Ciao ragazze :D
Grazie a chi continua a seguirmi, e voglio dire a tutte le ragazze che hannoa vuto la fortuna di andare al concerto che io c'ero col cuore *piange in un angolino*
Haha baci bellezze mie,

Ale xx
Lou xx

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