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Autore: MoonClaire    30/06/2014    0 recensioni
Lettere.
Ogni romanzo d’amore che si deve inizia così.
“E anche il mio non fa eccezione…”.
Susi aveva tutto dalla vita. Un lavoro appagante e tra le tante aveva anche un vicino di casa bellissimo.
“Che sono riuscita a fare innamorare, mettiamo in chiaro la cosa per chi avesse brutte intenzioni!”
Per inseguire il sogno di una vita, entra nella scuola che aveva sempre desiderato frequentare.
Ora non c’è più nessuno che la frena, può diventare chi vuole ed essere chi vuole.
“Non si può mai essere chi vuoi veramente, finiresti sempre con il ferire qualcuno…”.
Il disegno era la sua più grande passione, e scrivere veniva subito dopo. Entrambi avrebbero dovuto rimanere tali, ma invece, entrambi, hanno deciso di cambiarle la vita.
“Il disegno più importante per me era quello chiamato amore…”.
Il pennello del destino le aveva disegnato cose che non si sarebbe mai aspettata, ora stava solo a lei rifinire quel disegno con tutti i particolari che mancavano.
“Ma avrei avuto il coraggio e l’egoismo di prendere in mano quel pennello sporco e posarlo su una tela non più bianca?”
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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CAPITOLO 18
 
“Il profumo del caffé caldo e delle brioche appena sfornate a mio parere era il miglior modo per risvegliarsi.
Così, non appena quella mattina riaprii gli occhi e notai Alex riposare ancora serenamente , decisi di rendergli il risveglio ancora più dolce. Non mi piaceva dormire molto e sapevo bene che lui doveva riposare il più possibile, così, dopo avergli baciato una guancia, sgattaiolai lentamente fuori dalle sue braccia e dal suo letto, e recuperando la mia biancheria e la maglia grigia che lui indossava la sera precedente, mi ributtai tutto addosso giusto in tempo per sentire un lieve bussare alla porta.
Aprendola, mi ritrovai davanti una sorridente Franca, con in mano un sacchetto bianco. Mettendomelo tra le mani, mi aveva spiegato che Patrick le aveva appena sfornate e non poteva non darne qualcuna ad Alex. Quando le chiesi se voleva entrare, la donna scosse la testa, dicendomi che non voleva assolutamente imporsi e che aveva un locale da mandare avanti. Salutandomi e dicendomi di scendere per il pranzo, Franca si allontanò giù per il corridoio, sparendo poi nell’ascensore.
Quei croissants, mi diedero la scusa perfetta per preparare qualcosa di carino per Alex in modo da addolcirgli la notizia che avrei dovuto dargli…”.
 
Dal portatile che Susi si era portata dietro, uscivano le note di Ballando sul mondo e saltellando a piedi scalzi per la cucina, la ragazza ballava a tempo di musica.
“Potrei davvero abituarmi a tutto questo!” esclamò Alex dalla soglia della porta e sobbalzando, Susi si voltò in sua direzione, arrossendo lievemente per essere stata colta in fragrante.
Il ragazzo la guardava sorridente appoggiato allo stipite, la testa lievemente china da un lato.
Avvicinandosi, Susi, lasciò i suoi occhi liberi di vagare sul ragazzo di fronte a lei, notando con piacere che aveva solamente indossato i pantaloni neri della sera precedente. A torso nudo e con le braccia incrociate, la ragazza non riuscì a fare a meno di trovarlo incredibilmente sexy.
“Buongiorno…” sussurrò lei passandogli le braccia intorno al collo.
Immediatamente le mani di Alex la cinsero attorno alla vita, ed avvicinandola a sé, si chinò a baciarla.
“Adesso sì che è un buongiorno…” borbottò dopo qualche istante, quando entrambi riaffacciarono per prendere aria. “Sei splendida…” aggiunse guardandola con approvazione navigare nei suoi vestiti. Una mano, scivolò sotto la maglia, iniziando ad accarezzarle la schiena.
Chiudendo gli occhi, nascose il viso nel collo del ragazzo e lui, fece lo stesso, posando la guancia nei morbidi capelli di Susi.
“Se stiamo qui ancora un attimo, faremo di tutto tranne che la colazione… e non voglio che i tuoi sforzi vadano sprecati…” borbottò Alex adocchiando il cibo. Alzando il viso per incontrare il suo sguardo, la ragazza alzò lievemente le spalle.
“Ho preparato solo il caffé e un po’ di latte…”.
“Ma io vedo anche un’invitante spremuta e delle meravigliose brioches… mi sta tornando tutto l’appetito che avevo perso nei giorni passati…” sussurrò iniziando ad avanzare verso la colazione, portandosi Susi con lui. Allungando una mano verso un croissant, Alex ne afferrò uno e con un morso deciso, ne divorò un boccone enorme.
“Difine… sono queffe di Franca!” esclamò a bocca piena e sentendo ridere Susi, le fece compagnia. Allungando una mano verso un bicchiere, con l’altra prese la caraffa con il succo, versandosi un bel bicchiere. Tutto questo, lo fece con la ragazza avvinghiata al corpo. Bevendolo tutto di un fiato, Alex non perse l’occasione per gustarsi quella situazione tanto nuova eppure così perfetta. Posando il bicchiere, osservò ancora affamato il tavolo, poi passandole entrambe le braccia intorno al corpo, la strinse a sé chiudendo gli occhi. Qualche istante più tardi, però una pancia affamata li interruppe.
Guardandolo, la ragazza si alzò in punta di piedi e gli diede un bacio sulle labbra, ignorando il fatto che lui stesse arrossendo dall’imbarazzo. Prendendolo per mano, si sedette con lui al tavolo guardandolo mentre si lanciava sulla colazione.
Preparandosi un caffé latte, Alex la osservò sorridendo con la coda dell’occhio e poi sussurrò “Visto che abbiamo raggiunto il traguardo dei miei vestiti, delle coccole… che tra poco diventeranno sesso o sotto la doccia o sul divano… ora manca il punto dove ti ritraggo…”.
Il succo le andò improvvisamente di traverso e Susi, tossendo, tentò di riprendere il controllo di sé stessa.
“Lo sai che non posso lasciarmi sfuggire un’occasione del genere!” esclamò lui dandole delle lievi pacche sulla schiena.
“Ho vergogna!” ribatté lei arrossendo.
Posando la tazza sul tavolo, Alex la guardò con gli occhi spalancati. “Vergogna di cosa? Abbiamo fatto l’amore Susi, non dovresti aver vergogna di me… per favore…” mormorò scuotendo la testa. Pochi attimi dopo, le sorrise lievemente. “Però se sei così tanto a disagio, possiamo passare tutta la mattina nel letto a chiacchierare, poi andare a pranzo da Franca, farci una lunga passeggiata e poi tornare qui e passare la serata insieme…”.
“Sì… così ti stancherai di me immediatamente…” borbottò Susi versandosi del succo.
“Credo che sia impossibile…” replicò lui avvicinando la sua sedia a quella della ragazza. E versandole del latte e del caffé, restarono in silenzio ad assaporare quella mattina che entrambi aspettavano da tanto tempo.
 
“Finita la colazione, e dopo aver battibeccato qualche istante su chi doveva fare la doccia per primo, alla fine arrivammo alla conclusione che era meglio condividere e così, tra risate intervallate da baci, restammo una buona mezz’ora a lavarci sotto l’acqua calda che scrosciava addosso ai nostri corpi che sembravano tanto insaziabili l’uno dell’altra.
Quando riuscimmo a staccarci per il tempo necessario ad asciugarci e cambiarci, Alex mi prestò qualche suo vestito pulito e poi ci sedemmo al piedi del divano. Io con il mio laptop in braccio per continuare la storia della mia vita, e lui con in mano un album da disegno ed una matita. Era tutto così dannatamente perfetto…”.
 
Con la coda dell’occhio, Susi notò il ragazzo intento a fissarla e sorridendo, alzò gli occhi dal portatile e lo guardò.
“Che fai?” domandò Alex sorridendole.
“Scrivo… ultimamente sono successe cose interessanti, degne di essere tramandate ai posteri…” ribattè lei alzando lievemente le spalle. “Tu?”.
“Ho appena finito di farti un ritratto…”.
Alzando nuovamente la testa, Susi lo guardò sorpresa. Ridendo, le si avvicinò e passandole un braccio dietro alle spalle, le fece vedere l’album.
“Sei bravissimo…” sussurrò posando la testa sulla sua spalla.
“Sono bravo perché ho una modella bellissima!” ribatté Alex compiaciuto e posando la testa sul divano, rise quando la ragazza lo guardò poco convinta. Spostandole dei capelli dietro alla spalla, le baciò una guancia e si mise a spiare il monitor del computer. “Mi hai incuriosito… perché non mi leggi qualcosa?”.
Susi lo osservò stranita ancora una volta, ma notando che il ragazzo era serio, riportò il file alla prima pagina e prendendo un profondo sospiro borbottò “Ti avverto che non penso sia il tuo genere…”.
Ridendo, Alex posò la testa accanto a quella di Susi. “Non preoccuparti tu…” e chiudendo gli occhi, restò ad ascoltare la voce di Susi che ancora una volta lo cullò verso il riposo.
 
“Quando mi accorsi che si era nuovamente addormentato, smisi di leggere e continuai a scrivere. Io stessa mi stupivo di come le parole scivolassero fuori. Non avevo paure, non avevo dubbi, avevo solo questi tre personaggi che nascevano dal mio profondo e si muovevano in un mondo che, pur non sembrandomi vero, era stato il mio…
Rialzando gli occhi sull’orologio digitale del lettore dvd, notai che ormai era mezzogiorno passato e mi resi conto di dover svegliare Alex per andare a pranzare…
E quando, finalmente, riuscii nel mio intento e lo tirai in piedi, il ragazzo sparì in bagno a prepararsi impiegandoci fin troppo…”.
 
“Ciao raggio di sole!” esclamò lui osservando la ragazza seduta sul divano, già vestita e con la borsa in mano.
“Cioè… spieghiamoci Alex… sei stato in bagno tutto sto tempo per poi uscire con una tuta? Pensavo ti stessi mettendo il tuo abito migliore!” ribatté Susi alzando gli occhi al cielo.
“Stavo solo facendomi bello per te!”. Ed aprendo le braccia, fece un passo verso di lei.
“Mezz’ora Alex… Trenta minuti… no scusa, trenta lunghi minuti… ti capivo se avevi ancora i tuoi bei capelli da pettinare ma…”.
“Che crudeltà!” esclamò Alex portandosi una mano sul cuore. “Tu mi ami solo per il mio aspetto!”. E indossando la sciarpa grigia, sopra una calda felpa con zip e cappuccio dello stesso colore, si incamminò verso la porta. Fermandosi, si voltò verso di lei, allungando un braccio in sua direzione. “Poco male… imparerai ad amare anche il vero me…”.
Scuotendo la testa, Susi gli si avvicinò e prendendola per mano, Alex la tirò vicino, baciandole la fronte. Richiudendosi la porta alle spalle, si avviarono verso l’ascensore, stranamente già al piano. Aprendole la porta, la fece passare per prima. Seguendola, premette il bottone per raggiungere il piano terra.
“Peccato che ti amo già… altrimenti sai dove ti avrei già mandato con quei capelli?” mormorò rabbuiata la ragazza dopo qualche attimo. “Tutti quei capelli ribelli… quel look così sexy… e tu, oh tu Alex, lo sapevi bene! Facevi finta di niente, andandotene in giro con quell’aura da nato figo che ti aleggia intorno… tutte le ragazze della scuola ti muoiono dietro e tu lo sai bene!”.
Fissandola sorpreso, Alex la guardò tentando di non ridere poi, passandole un braccio dietro al collo la bloccò. “Sei davvero unica Susi…”.
Uscendo dall’ascensore, ridendo si diressero verso il portone d’entrata, salutando, nel mentre, il portiere che aveva alzato gli occhi sentendoli arrivare.
“Chissà la faccia di Franca quando ci vedrà abbracciati!” sogghignò Alex abbassando lo sguardo verso la ragazza.
Arrossendo, Susi si schiarì la voce. “Ad essere onesta, stamattina quando ho aperto la porta, oltre la tua maglia indossavo solo le calze, quindi penso che una buona idea se la sia fatta anche lei…”.
Attraversarono la strada, si fermarono davanti alla porta del ristorante quando Alex si parò lievemente davanti a lei. Sorpresa, Susi lo osservò, ma a causa degli occhiali da sole che indossava, non riuscì a vedere quegli occhi che tanto adorava. Non si stupì quando il ragazzo si chinò su di lei e passandole anche l’altro braccio intorno al corpo, la baciò.
“Mi chiedevo se sareste arrivati… Franca voleva venire a chiamarvi  a casa, ho dovuto barricare la porta per non farla uscire!” li interruppe Patrick uscendo dal locale. Ridendo, Alex e Susi si allontanarono l’uno dall’altra.
“Non sia mai dovuta a me la colpa di una delusione per Franca!” esclamò il ragazzo prendendo la mano di Susi e abbracciando l’uomo che aveva davanti, si lasciò guidare dentro al ristorante.
“Finalmente!” esclamò Franca uscendo dal bancone. “Iniziavo a pensare che non stavi abbastanza bene per poter scendere a mangiare!”. Poi facendogli l’occhiolino guardò Susi e mettendole una mano sul braccio rise “Però mi sono ricordata che c’era Susi con te e che probabilmente era quello il motivo per cui non riemergevi dal tuo appartamento!”.
Ridendo a sua volta, Alex lasciò la mano della ragazza e con disinvoltura la abbracciò. “Eh ma sai Franca… io avrei potuto benissimo vivere d’amore, ma Susi è una mangiona ed a lei l’amore non basta!”.
“Sì infatti, quello che si è lanciato sul tavolo pieno di brioches non eri tu…” borbottò Susi scuotendo la testa.
“Accompagnali al tavolo Patrick, per favore! Io vado a preparare il pranzo per i nostri ospiti!” ma prima di entrare in cucina, Franca notò che il fratello li stava portando al solito tavolo, così, chiamandolo, lo pregò di metterli in un tavolo più riservato, così avrebbero potuto avere la loro privacy.
Ringraziando Patrick che l’aiutò con la sedia, Susi guardò Alex sedersi davanti a lei, ritornando improvvisamente indietro con i mesi, ricordò la giornata che l’aveva aiutata ad innamorarsi di lui.
“Questa volta so che non scapperai se ti darò un bacio…” sussurrò il ragazzo prendendole la mano. Togliendosi gli occhiali da sole, li posò sul tavolo e portando poi gli occhi su Susi, le sorrise.
“Ecco il vino ragazzi!” esclamò sorridendo e allontanandosi.
“Spero che ogni tanto riusciremo anche a cucinarci qualcosa, senza dover sempre ricorrere a Franca ed alla sua cucina!” disse lei, ma vedendo Alex rabbuiarsi all’improvviso, capì che qualcosa non andava.
“Che succede? Stai poco bene?” domandò Susi preoccupata.
Sorridendole lievemente, il ragazzo scosse la testa. “No, però credo sia arrivato il momento di parlare… entrambi stiamo evitando un argomento importante…”.
 
“Parlava della sua partenza per l’America e mi resi conto di voler continuare a non sapere nulla del suo viaggio…”.
 
“Manca ancora tanto… non credo sia il caso di rovinarci questa splendida giornata, anche perché…” iniziò Susi ed alzando gli occhi, notò Alex guardarla confusa.
“Anche perché?” la incitò lui.
“Anche perché domani mattina devo partire…”.
Sgranando gli occhi, Alex la fissò sorpreso. “Meglio saperlo tardi che mai…”.
“Hai ragione, mi spiace, è che non sapevo proprio come dirtelo. Avevi bisogno di avermi vicino, non potevo dirti che dovevo andare via…”.
Sospirando, lui scosse lievemente la testa, abbozzando un lieve sorriso. “Dove vai di bello?” domandò tentando di risollevare la situazione.
“Devo andare via per lavoro, il padrone di uno dei locali in cui ho fatto un paesaggio, mi ha chiesto se posso occuparmi anche degli altri due che sono in Toscana… Mi ha offerto una cifra davvero enorme, non me la sono sentita di rinunciare Alex…” spiegò Susi stringendo di più la mano del ragazzo.
“Hai fatto bene! Non devi assolutamente mettere in secondo piano il lavoro, hai appena iniziato ed adesso non sei più sotto capo, quindi devi salvaguardare il tuo piccolo impero...” la rassicurò Alex ricambiando la stretta. “Ma… credo anche che dobbiamo affrontare l’argomento tabù…”. Si interruppe vedendo Franca arrivare con i loro piatti.
“Tenete ragazzi, vi ho preparato dei semplici tortellini al sugo, non è molto, ma in tanti mi dicono che sono letteralmente eccezionali!”. Posando le pietanze davanti a Susi ed Alex, la donna si fermò qualche istante in più, giusto in tempo per vederli assaporare il primo boccone.
“Deliziosi!” esclamò Susi buttandosi a capofitto sul piatto, dopo aver sentito l’estrema bontà di quel primo.
Ridendo, Alex esclamò “Che ti avevo detto, Franca? È una mangiona, come fa a vivere d’amore?”.
“Davanti a del buon cibo, non capisco più niente!” ribatté la ragazza sorseggiando del vino.
Sorridendo ed augurando  buon appetito, Franca lasciò i due ragazzi e tornò ad occuparsi del ristorante.
Restarono in silenzio qualche minuto, gustando i ravioli che la donna aveva portato, ma Alex, schiarendosi la voce, riportò il discorso al punto dove era stato interrotto.
Pulendosi le labbra con il tovagliolo e bevendo a sua volta un po’ di vino, il ragazzo posò la forchetta. “In quella lettera, ti avevo chiesto di venire con me…”.
Annuendo lentamente, Susi sussurrò “Sì… lo ricordo bene…”.
“Hai già deciso?” chiese lui sottovoce.
Scuotendo la testa, la ragazza alzò lentamente lo sguardo su di lui.
Sospirando pesantemente, Alex si passò le mani sul viso. “Ci hai pensato almeno?”.
“No… quando mi passa per la testa, mi rendo conto che ci sono ancora due mesi…” spiegò lei girando nel piatto i ravioli con la forchetta.
Mangiando ancora qualche boccone, Susi notò come l’espressione di Alex fosse cambiata. Era scocciato e le sembrava anche parecchio nervoso.
Respirando a fondo, il ragazzo la guardò nuovamente. “Parto la settimana prossima…”.
 
“Adesso che sembravo aver raggiunto un minimo di equilibrio nella mia vita, lui ancora una volta riuscì a stravolgermela…”.
 
Senza parole, Susi dovette bere dell’acqua per riuscire a calmarsi.
“Wow… questa sì che è una sorpresa!” esclamò sarcastica. “Ma… perché? Come farai con la scuola?”.
“Hanno assunto un supplente per il restante anno scolastico. Non sapevano quando e se mi sarei svegliato dal coma…” spiegò il ragazzo osservando la reazione della ragazza. “E siccome le cose da sbrigare sono tante, ho preferito anticipare la partenza…”.
“Da quanto lo sai?” domandò Susi sentendo crescere la rabbia.
“Da un po’…” replicò Alex sottovoce.
“Bhe, grazie per avermelo detto, almeno avrei trovato un po’ più di tempo per stare con te… Questo è il nostro primo ed ultimo giorno! Che meraviglia!” esclamò la ragazza alzandosi dalla sedia. Gettando il tovagliolo sul tavolo, si avviò verso la porta, ignorando Franca e Patrick che la osservavano stupiti, marciò fuori dal ristorante.
 
“Non volevo fargli vedere le mie lacrime… non volevo fargli vedere quanto, in così poco tempo, ero arrivata a dipendere da lui…”.
 
“Aspetta Susi!” esclamò il ragazzo afferrandola per un braccio.
“Perché dovrei farlo? Così mi dici che hai sbagliato giorno? Non è la settimana prossima, ma oggi stesso?” domandò arrabbiata. “Volevo sul serio valutare la tua proposta di mollare tutto e venire con te! Non me ne hai dato neanche il tempo…”.
“Mi dispiace…” sussurrò Alex abbracciandola. “Ma… voglio scappare via da tutto quello che è successo, non voglio aver paura ad andare in giro per la strada…”.
Sospirando, lei smise di dimenarsi e si lasciò andare nelle sue braccia, appoggiando la testa sulla spalla del ragazzo, chiuse gli occhi. “E’ troppo presto…” bisbigliò ferita.
“Fai ancora in tempo a decidere…”. Facendo un passo indietro, Alex le sollevò il viso e la guardò negli occhi. “Stai piangendo… ho già sbagliato…” e chinandosi la baciò.
Allontanandosi, posò la sua fronte contro quella della ragazza. “Torniamo dentro a mangiare e poi troviamo qualcosa da fare per il resto della giornata, va bene?”.
Annuendo, Susi si lasciò condurre CAPITOLO 18
 
“Il profumo del caffé caldo e delle brioche appena sfornate a mio parere era il miglior modo per risvegliarsi.
Così, non appena quella mattina riaprii gli occhi e notai Alex riposare ancora serenamente , decisi di rendergli il risveglio ancora più dolce. Non mi piaceva dormire molto e sapevo bene che lui doveva riposare il più possibile, così, dopo avergli baciato una guancia, sgattaiolai lentamente fuori dalle sue braccia e dal suo letto, e recuperando la mia biancheria e la maglia grigia che lui indossava la sera precedente, mi ributtai tutto addosso giusto in tempo per sentire un lieve bussare alla porta.
Aprendola, mi ritrovai davanti una sorridente Franca, con in mano un sacchetto bianco. Mettendomelo tra le mani, mi aveva spiegato che Patrick le aveva appena sfornate e non poteva non darne qualcuna ad Alex. Quando le chiesi se voleva entrare, la donna scosse la testa, dicendomi che non voleva assolutamente imporsi e che aveva un locale da mandare avanti. Salutandomi e dicendomi di scendere per il pranzo, Franca si allontanò giù per il corridoio, sparendo poi nell’ascensore.
Quei croissants, mi diedero la scusa perfetta per preparare qualcosa di carino per Alex in modo da addolcirgli la notizia che avrei dovuto dargli…”.
 
Dal portatile che Susi si era portata dietro, uscivano le note di Ballando sul mondo e saltellando a piedi scalzi per la cucina, la ragazza ballava a tempo di musica.
“Potrei davvero abituarmi a tutto questo!” esclamò Alex dalla soglia della porta e sobbalzando, Susi si voltò in sua direzione, arrossendo lievemente per essere stata colta in fragrante.
Il ragazzo la guardava sorridente appoggiato allo stipite, la testa lievemente china da un lato.
Avvicinandosi, Susi, lasciò i suoi occhi liberi di vagare sul ragazzo di fronte a lei, notando con piacere che aveva solamente indossato i pantaloni neri della sera precedente. A torso nudo e con le braccia incrociate, la ragazza non riuscì a fare a meno di trovarlo incredibilmente sexy.
“Buongiorno…” sussurrò lei passandogli le braccia intorno al collo.
Immediatamente le mani di Alex la cinsero attorno alla vita, ed avvicinandola a sé, si chinò a baciarla.
“Adesso sì che è un buongiorno…” borbottò dopo qualche istante, quando entrambi riaffacciarono per prendere aria. “Sei splendida…” aggiunse guardandola con approvazione navigare nei suoi vestiti. Una mano, scivolò sotto la maglia, iniziando ad accarezzarle la schiena.
Chiudendo gli occhi, nascose il viso nel collo del ragazzo e lui, fece lo stesso, posando la guancia nei morbidi capelli di Susi.
“Se stiamo qui ancora un attimo, faremo di tutto tranne che la colazione… e non voglio che i tuoi sforzi vadano sprecati…” borbottò Alex adocchiando il cibo. Alzando il viso per incontrare il suo sguardo, la ragazza alzò lievemente le spalle.
“Ho preparato solo il caffé e un po’ di latte…”.
“Ma io vedo anche un’invitante spremuta e delle meravigliose brioches… mi sta tornando tutto l’appetito che avevo perso nei giorni passati…” sussurrò iniziando ad avanzare verso la colazione, portandosi Susi con lui. Allungando una mano verso un croissant, Alex ne afferrò uno e con un morso deciso, ne divorò un boccone enorme.
“Difine… sono queffe di Franca!” esclamò a bocca piena e sentendo ridere Susi, le fece compagnia. Allungando una mano verso un bicchiere, con l’altra prese la caraffa con il succo, versandosi un bel bicchiere. Tutto questo, lo fece con la ragazza avvinghiata al corpo. Bevendolo tutto di un fiato, Alex non perse l’occasione per gustarsi quella situazione tanto nuova eppure così perfetta. Posando il bicchiere, osservò ancora affamato il tavolo, poi passandole entrambe le braccia intorno al corpo, la strinse a sé chiudendo gli occhi. Qualche istante più tardi, però una pancia affamata li interruppe.
Guardandolo, la ragazza si alzò in punta di piedi e gli diede un bacio sulle labbra, ignorando il fatto che lui stesse arrossendo dall’imbarazzo. Prendendolo per mano, si sedette con lui al tavolo guardandolo mentre si lanciava sulla colazione.
Preparandosi un caffé latte, Alex la osservò sorridendo con la coda dell’occhio e poi sussurrò “Visto che abbiamo raggiunto il traguardo dei miei vestiti, delle coccole… che tra poco diventeranno sesso o sotto la doccia o sul divano… ora manca il punto dove ti ritraggo…”.
Il succo le andò improvvisamente di traverso e Susi, tossendo, tentò di riprendere il controllo di sé stessa.
“Lo sai che non posso lasciarmi sfuggire un’occasione del genere!” esclamò lui dandole delle lievi pacche sulla schiena.
“Ho vergogna!” ribatté lei arrossendo.
Posando la tazza sul tavolo, Alex la guardò con gli occhi spalancati. “Vergogna di cosa? Abbiamo fatto l’amore Susi, non dovresti aver vergogna di me… per favore…” mormorò scuotendo la testa. Pochi attimi dopo, le sorrise lievemente. “Però se sei così tanto a disagio, possiamo passare tutta la mattina nel letto a chiacchierare, poi andare a pranzo da Franca, farci una lunga passeggiata e poi tornare qui e passare la serata insieme…”.
“Sì… così ti stancherai di me immediatamente…” borbottò Susi versandosi del succo.
“Credo che sia impossibile…” replicò lui avvicinando la sua sedia a quella della ragazza. E versandole del latte e del caffé, restarono in silenzio ad assaporare quella mattina che entrambi aspettavano da tanto tempo.
 
“Finita la colazione, e dopo aver battibeccato qualche istante su chi doveva fare la doccia per primo, alla fine arrivammo alla conclusione che era meglio condividere e così, tra risate intervallate da baci, restammo una buona mezz’ora a lavarci sotto l’acqua calda che scrosciava addosso ai nostri corpi che sembravano tanto insaziabili l’uno dell’altra.
Quando riuscimmo a staccarci per il tempo necessario ad asciugarci e cambiarci, Alex mi prestò qualche suo vestito pulito e poi ci sedemmo al piedi del divano. Io con il mio laptop in braccio per continuare la storia della mia vita, e lui con in mano un album da disegno ed una matita. Era tutto così dannatamente perfetto…”.
 
Con la coda dell’occhio, Susi notò il ragazzo intento a fissarla e sorridendo, alzò gli occhi dal portatile e lo guardò.
“Che fai?” domandò Alex sorridendole.
“Scrivo… ultimamente sono successe cose interessanti, degne di essere tramandate ai posteri…” ribattè lei alzando lievemente le spalle. “Tu?”.
“Ho appena finito di farti un ritratto…”.
Alzando nuovamente la testa, Susi lo guardò sorpresa. Ridendo, le si avvicinò e passandole un braccio dietro alle spalle, le fece vedere l’album.
“Sei bravissimo…” sussurrò posando la testa sulla sua spalla.
“Sono bravo perché ho una modella bellissima!” ribatté Alex compiaciuto e posando la testa sul divano, rise quando la ragazza lo guardò poco convinta. Spostandole dei capelli dietro alla spalla, le baciò una guancia e si mise a spiare il monitor del computer. “Mi hai incuriosito… perché non mi leggi qualcosa?”.
Susi lo osservò stranita ancora una volta, ma notando che il ragazzo era serio, riportò il file alla prima pagina e prendendo un profondo sospiro borbottò “Ti avverto che non penso sia il tuo genere…”.
Ridendo, Alex posò la testa accanto a quella di Susi. “Non preoccuparti tu…” e chiudendo gli occhi, restò ad ascoltare la voce di Susi che ancora una volta lo cullò verso il riposo.
 
“Quando mi accorsi che si era nuovamente addormentato, smisi di leggere e continuai a scrivere. Io stessa mi stupivo di come le parole scivolassero fuori. Non avevo paure, non avevo dubbi, avevo solo questi tre personaggi che nascevano dal mio profondo e si muovevano in un mondo che, pur non sembrandomi vero, era stato il mio…
Rialzando gli occhi sull’orologio digitale del lettore dvd, notai che ormai era mezzogiorno passato e mi resi conto di dover svegliare Alex per andare a pranzare…
E quando, finalmente, riuscii nel mio intento e lo tirai in piedi, il ragazzo sparì in bagno a prepararsi impiegandoci fin troppo…”.
 
“Ciao raggio di sole!” esclamò lui osservando la ragazza seduta sul divano, già vestita e con la borsa in mano.
“Cioè… spieghiamoci Alex… sei stato in bagno tutto sto tempo per poi uscire con una tuta? Pensavo ti stessi mettendo il tuo abito migliore!” ribatté Susi alzando gli occhi al cielo.
“Stavo solo facendomi bello per te!”. Ed aprendo le braccia, fece un passo verso di lei.
“Mezz’ora Alex… Trenta minuti… no scusa, trenta lunghi minuti… ti capivo se avevi ancora i tuoi bei capelli da pettinare ma…”.
“Che crudeltà!” esclamò Alex portandosi una mano sul cuore. “Tu mi ami solo per il mio aspetto!”. E indossando la sciarpa grigia, sopra una calda felpa con zip e cappuccio dello stesso colore, si incamminò verso la porta. Fermandosi, si voltò verso di lei, allungando un braccio in sua direzione. “Poco male… imparerai ad amare anche il vero me…”.
Scuotendo la testa, Susi gli si avvicinò e prendendola per mano, Alex la tirò vicino, baciandole la fronte. Richiudendosi la porta alle spalle, si avviarono verso l’ascensore, stranamente già al piano. Aprendole la porta, la fece passare per prima. Seguendola, premette il bottone per raggiungere il piano terra.
“Peccato che ti amo già… altrimenti sai dove ti avrei già mandato con quei capelli?” mormorò rabbuiata la ragazza dopo qualche attimo. “Tutti quei capelli ribelli… quel look così sexy… e tu, oh tu Alex, lo sapevi bene! Facevi finta di niente, andandotene in giro con quell’aura da nato figo che ti aleggia intorno… tutte le ragazze della scuola ti muoiono dietro e tu lo sai bene!”.
Fissandola sorpreso, Alex la guardò tentando di non ridere poi, passandole un braccio dietro al collo la bloccò. “Sei davvero unica Susi…”.
Uscendo dall’ascensore, ridendo si diressero verso il portone d’entrata, salutando, nel mentre, il portiere che aveva alzato gli occhi sentendoli arrivare.
“Chissà la faccia di Franca quando ci vedrà abbracciati!” sogghignò Alex abbassando lo sguardo verso la ragazza.
Arrossendo, Susi si schiarì la voce. “Ad essere onesta, stamattina quando ho aperto la porta, oltre la tua maglia indossavo solo le calze, quindi penso che una buona idea se la sia fatta anche lei…”.
Attraversarono la strada, si fermarono davanti alla porta del ristorante quando Alex si parò lievemente davanti a lei. Sorpresa, Susi lo osservò, ma a causa degli occhiali da sole che indossava, non riuscì a vedere quegli occhi che tanto adorava. Non si stupì quando il ragazzo si chinò su di lei e passandole anche l’altro braccio intorno al corpo, la baciò.
“Mi chiedevo se sareste arrivati… Franca voleva venire a chiamarvi  a casa, ho dovuto barricare la porta per non farla uscire!” li interruppe Patrick uscendo dal locale. Ridendo, Alex e Susi si allontanarono l’uno dall’altra.
“Non sia mai dovuta a me la colpa di una delusione per Franca!” esclamò il ragazzo prendendo la mano di Susi e abbracciando l’uomo che aveva davanti, si lasciò guidare dentro al ristorante.
“Finalmente!” esclamò Franca uscendo dal bancone. “Iniziavo a pensare che non stavi abbastanza bene per poter scendere a mangiare!”. Poi facendogli l’occhiolino guardò Susi e mettendole una mano sul braccio rise “Però mi sono ricordata che c’era Susi con te e che probabilmente era quello il motivo per cui non riemergevi dal tuo appartamento!”.
Ridendo a sua volta, Alex lasciò la mano della ragazza e con disinvoltura la abbracciò. “Eh ma sai Franca… io avrei potuto benissimo vivere d’amore, ma Susi è una mangiona ed a lei l’amore non basta!”.
“Sì infatti, quello che si è lanciato sul tavolo pieno di brioches non eri tu…” borbottò Susi scuotendo la testa.
“Accompagnali al tavolo Patrick, per favore! Io vado a preparare il pranzo per i nostri ospiti!” ma prima di entrare in cucina, Franca notò che il fratello li stava portando al solito tavolo, così, chiamandolo, lo pregò di metterli in un tavolo più riservato, così avrebbero potuto avere la loro privacy.
Ringraziando Patrick che l’aiutò con la sedia, Susi guardò Alex sedersi davanti a lei, ritornando improvvisamente indietro con i mesi, ricordò la giornata che l’aveva aiutata ad innamorarsi di lui.
“Questa volta so che non scapperai se ti darò un bacio…” sussurrò il ragazzo prendendole la mano. Togliendosi gli occhiali da sole, li posò sul tavolo e portando poi gli occhi su Susi, le sorrise.
“Ecco il vino ragazzi!” esclamò sorridendo e allontanandosi.
“Spero che ogni tanto riusciremo anche a cucinarci qualcosa, senza dover sempre ricorrere a Franca ed alla sua cucina!” disse lei, ma vedendo Alex rabbuiarsi all’improvviso, capì che qualcosa non andava.
“Che succede? Stai poco bene?” domandò Susi preoccupata.
Sorridendole lievemente, il ragazzo scosse la testa. “No, però credo sia arrivato il momento di parlare… entrambi stiamo evitando un argomento importante…”.
 
“Parlava della sua partenza per l’America e mi resi conto di voler continuare a non sapere nulla del suo viaggio…”.
 
“Manca ancora tanto… non credo sia il caso di rovinarci questa splendida giornata, anche perché…” iniziò Susi ed alzando gli occhi, notò Alex guardarla confusa.
“Anche perché?” la incitò lui.
“Anche perché domani mattina devo partire…”.
Sgranando gli occhi, Alex la fissò sorpreso. “Meglio saperlo tardi che mai…”.
“Hai ragione, mi spiace, è che non sapevo proprio come dirtelo. Avevi bisogno di avermi vicino, non potevo dirti che dovevo andare via…”.
Sospirando, lui scosse lievemente la testa, abbozzando un lieve sorriso. “Dove vai di bello?” domandò tentando di risollevare la situazione.
“Devo andare via per lavoro, il padrone di uno dei locali in cui ho fatto un paesaggio, mi ha chiesto se posso occuparmi anche degli altri due che sono in Toscana… Mi ha offerto una cifra davvero enorme, non me la sono sentita di rinunciare Alex…” spiegò Susi stringendo di più la mano del ragazzo.
“Hai fatto bene! Non devi assolutamente mettere in secondo piano il lavoro, hai appena iniziato ed adesso non sei più sotto capo, quindi devi salvaguardare il tuo piccolo impero...” la rassicurò Alex ricambiando la stretta. “Ma… credo anche che dobbiamo affrontare l’argomento tabù…”. Si interruppe vedendo Franca arrivare con i loro piatti.
“Tenete ragazzi, vi ho preparato dei semplici tortellini al sugo, non è molto, ma in tanti mi dicono che sono letteralmente eccezionali!”. Posando le pietanze davanti a Susi ed Alex, la donna si fermò qualche istante in più, giusto in tempo per vederli assaporare il primo boccone.
“Deliziosi!” esclamò Susi buttandosi a capofitto sul piatto, dopo aver sentito l’estrema bontà di quel primo.
Ridendo, Alex esclamò “Che ti avevo detto, Franca? È una mangiona, come fa a vivere d’amore?”.
“Davanti a del buon cibo, non capisco più niente!” ribatté la ragazza sorseggiando del vino.
Sorridendo ed augurando  buon appetito, Franca lasciò i due ragazzi e tornò ad occuparsi del ristorante.
Restarono in silenzio qualche minuto, gustando i ravioli che la donna aveva portato, ma Alex, schiarendosi la voce, riportò il discorso al punto dove era stato interrotto.
Pulendosi le labbra con il tovagliolo e bevendo a sua volta un po’ di vino, il ragazzo posò la forchetta. “In quella lettera, ti avevo chiesto di venire con me…”.
Annuendo lentamente, Susi sussurrò “Sì… lo ricordo bene…”.
“Hai già deciso?” chiese lui sottovoce.
Scuotendo la testa, la ragazza alzò lentamente lo sguardo su di lui.
Sospirando pesantemente, Alex si passò le mani sul viso. “Ci hai pensato almeno?”.
“No… quando mi passa per la testa, mi rendo conto che ci sono ancora due mesi…” spiegò lei girando nel piatto i ravioli con la forchetta.
Mangiando ancora qualche boccone, Susi notò come l’espressione di Alex fosse cambiata. Era scocciato e le sembrava anche parecchio nervoso.
Respirando a fondo, il ragazzo la guardò nuovamente. “Parto la settimana prossima…”.
 
“Adesso che sembravo aver raggiunto un minimo di equilibrio nella mia vita, lui ancora una volta riuscì a stravolgermela…”.
 
Senza parole, Susi dovette bere dell’acqua per riuscire a calmarsi.
“Wow… questa sì che è una sorpresa!” esclamò sarcastica. “Ma… perché? Come farai con la scuola?”.
“Hanno assunto un supplente per il restante anno scolastico. Non sapevano quando e se mi sarei svegliato dal coma…” spiegò il ragazzo osservando la reazione della ragazza. “E siccome le cose da sbrigare sono tante, ho preferito anticipare la partenza…”.
“Da quanto lo sai?” domandò Susi sentendo crescere la rabbia.
“Da un po’…” replicò Alex sottovoce.
“Bhe, grazie per avermelo detto, almeno avrei trovato un po’ più di tempo per stare con te… Questo è il nostro primo ed ultimo giorno! Che meraviglia!” esclamò la ragazza alzandosi dalla sedia. Gettando il tovagliolo sul tavolo, si avviò verso la porta, ignorando Franca e Patrick che la osservavano stupiti, marciò fuori dal ristorante.
 
“Non volevo fargli vedere le mie lacrime… non volevo fargli vedere quanto, in così poco tempo, ero arrivata a dipendere da lui…”.
 
“Aspetta Susi!” esclamò il ragazzo afferrandola per un braccio.
“Perché dovrei farlo? Così mi dici che hai sbagliato giorno? Non è la settimana prossima, ma oggi stesso?” domandò arrabbiata. “Volevo sul serio valutare la tua proposta di mollare tutto e venire con te! Non me ne hai dato neanche il tempo…”.
“Mi dispiace…” sussurrò Alex abbracciandola. “Ma… voglio scappare via da tutto quello che è successo, non voglio aver paura ad andare in giro per la strada…”.
Sospirando, lei smise di dimenarsi e si lasciò andare nelle sue braccia, appoggiando la testa sulla spalla del ragazzo, chiuse gli occhi. “E’ troppo presto…” bisbigliò ferita.
“Fai ancora in tempo a decidere…”. Facendo un passo indietro, Alex le sollevò il viso e la guardò negli occhi. “Stai piangendo… ho già sbagliato…” e chinandosi la baciò.
Allontanandosi, posò la sua fronte contro quella della ragazza. “Torniamo dentro a mangiare e poi troviamo qualcosa da fare per il resto della giornata, va bene?”.
Annuendo, Susi si lasciò condurre ancora una volta dentro al ristorante e ritornando al loro tavolo, continuarono a pranzare in silenzio, cercando di non pensare al fatto che quella poteva essere la loro ultima giornata insieme.
 
“Era ancora l’inizio di una nuova fine?”.
   
 
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