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Autore: Saysomething97    30/06/2014    1 recensioni
KURTBASTIAN
Kurt come tutti i giorni scappa da Karofsky e dalla sua banda. Un semplice livido sulla guancia lo farà avvicinare a Sebastian e magari un semplice aiuto da uno sconosciuto si trasformerà in altro.
Dal primo capitolo: *“Okay, comunque sono Sebastian Smythe e sai dovresti metterci qualcosa su quel livido o continuerà a gonfiarsi”
“Cosa sei ora la mia infermiera?”
“Se per te va bene” mi rispose Sebastian facendomi l’occhiolino.
Mi prese per un braccio e mi fece uscire dal locale.
“Comunque non mi hai detto come ti chiami”
“Kurt, Kurt Hummel” risposi.
Non sapevo per quale motivo lo stessi seguendo ma tanto ormai la situazione non poteva peggiorare.*
Genere: Angst, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dave Karofsky, Hunter Clarington, Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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P.O.V. Sebastian

Avevo Kurt completamente accovacciato a me ed i singhiozzi continuavano a farsi sempre più forti, non sono mai stato una persona capace di consolare quindi in quel momento ero in crisi. Non sapevo proprio cosa fare, ero preoccupato per lui, non sapevo cosa era successo ma non me la sentivo di cominciare a fare domande volevo prima farlo calmare.

Decisi di accarezzargli la schiena lentamente, ma la situazione non migliorava.

Kurt continuava a piangere, potevo sentire chiaramente le sue lacrime scendere sul il mio petto, lui non migliorava e neanche la mia situazione sotto l’asciugamano.

Quel ragazzino era completamente attaccato al mio corpo e non ne rimasi indifferente.

Cercai di rimuovere quei pensieri e cominciai ad accarezzare i capelli del biondo.

“Ehi Kurt, calmati ora ci sono io”

Mentre dissi questo continuai a coccolarlo.

“Dai vieni ci mettiamo seduti sul letto”

Detto questo Kurt alzò lo sguardo, ed io rimasi colpito da quanto distrutti sembravano quegli occhi in quella sera gelida, erano gonfi e rossi e sembravano cercare aiuto.

Mi annuì e senza staccarci l’uno dall’altro ci avvicinammo al letto, lo feci sedere e feci la stessa cosa io.

In quel momento si staccò da me e continuò a piangere guardandosi le mani.

“Vuoi dirmi cosa è successo?”

Alzò lo sguardo ed arrossì: “Preferirei farlo quando ti sei vestito”

“Ooh” guardai lui e poi guardai in basso, per un attimo mi ero scordato di avere solo un asciugamano addosso.

“Si scusa, mi vesto e torno subito. Fai come fossi a casa tua”

Andai di corsa in bagno ma prima presi un paio di boxer, una semplice maglietta a mezze maniche ed un pantalone della tuta.

Mi vestii in fretta e quando tornai in camera trovai Kurt nella stessa posizione di prima.

“Emh allora eccomi qui, se vuoi parlarne” dissi sorridendogli.

Mi ricambiò il sorriso e cominciò a parlare con lo sguardo sempre rivolto per terra.

“Oggi quando te ne sei andato, mi stavo dirigendo verso la macchina quando uno degli amici di Karofsky, non mi ricordo neanche il nome, mi ha attaccato e mi ha portato dietro scuola…”

Cominciò a tremare lo si poteva notare dalle spalle quindi decisi di mettermi più vicino per fargli capire che io ero lì per lui e cominciai a passargli la mano sulla schiena per cercare di calmarlo e rilassarlo,

“Lì mi buttò a terra e salì sopra di me, tirò fuori un coltellino dalla tasca della giacca e continuava a ripetermi che se mi avesse tolto di torno Karofsky non avrebbe avuto più problemi e stessa cosa la sua banda”

A sentire il racconto di quegli avvenimenti potevo sentirmi la rabbia bruciare nel petto, come ha potuto quel tizio minacciare così Kurt? Lo consideravano realmente un problema? Solamente per la sua omosessualità?

La voce di Kurt interruppe i miei pensieri, stava continuando a raccontare.

“Ero terrorizzato continuava a passarmi il coltello sul viso ed a dire cose senza senso, mi ha anche tagliato un po’ il collo”

Alzò la mano e si indicò la parte destra del collo, non me n’ero accorto ma sotto la sottile sciarpa c’era un taglio non molto profondo ma che non sembrava in ottime condizione e che a causa del sangue aveva sporcato gran parte della sciarpa.

Come avevo fatto a non accorgermene?

“Kurt aspetta prima di continuare a raccontarmi dobbiamo disinfettare quel taglio”

Annuì e lo condussi nel bagno, dove presi del disinfettante, lui cerco di prendermi il pezzetto di ovatta impregnato di quel liquido ma lo respinsi dicendogli che ci avrei pensato io.

“Altre cose che ti ha dato tua madre?” mi chiese.

“Mia madre?”

“Si non mi avevi detto che faceva l’infermiera e che era fissata con la sicurezza, per questo hai una valigetta del pronto soccorso in auto?”

Ah era vero gli avevo mentito, che ce l’aveva messa mia madre era vero ma lei di certo non era un’infermiera. Non so per quale motivo ma prima di andare in clinica mi supplicò di tenere quella valigetta in macchina, in qualche modo si ricordava che mi voleva bene e che ha sempre cercato di proteggermi anche se non si ricordava che io fossi il figlio. E vedere quella valigetta in macchina ogni volta mi faceva sentire amato, una sensazione che non provavo da tanto.

“Ah si, comunque no non lo ha messo lei qui. Non mi hai finito di raccontare com’è andata”

“Niente poi è venuto Karofsky e dopo aver capito cosa stava succedendo cacciò il suo amico e se ne andò anche lui lasciandomi lì” finì la frase tirando su con il naso.

Si era calmato sicuramente raccontare tutto l’ha aiutato, io invece non ero stato per niente d’aiuto ma non sapevo davvero cosa fare.

“Ehi ragazzino se vuoi puoi farti una doccia oppure vuoi mangiare qualcosa?”

“Penso che andrò a farmi una doccia”

“Perfetto, se aspetti un attimo ti vado a prendere degli asciugami e dei vestiti puliti i tuoi sono sporchi di fango”

“Grazie Bas” lo sentii sussurrare.

“E di che” gli risposi sorridendo.

“Davvero grazie mi hai ascoltato ed ora mi stai prestando i tuoi vestiti e…”

Non lo feci finire di parlare:
“Davvero non è niente, anzi non sono una brava persona a consolare e sono felice che tu stia meglio. E penso che se ripeti grazie di nuovo potrei prenderti a pugni”

Kurt rise. Dio la sua risata era la cosa più bella del mondo.

SEBASTIAN NO!

Aveva una risata normalissima.
 
P.O.V KURT

Ero davvero grato a Sebastian  per avermi accolto ed ascoltato.

Avevo passato molto tempo con lui ed avevo capito che non era quel genere di persona che ti tratta bene o ti fa complimenti solo per essere gentile. Era una persona sfacciata e molte volte stronza, ma quando voleva sapeva essere sincero e dolce o almeno questo è quello che aveva mostrato a me. Mi aveva aiutato moltissimo, più di qualsiasi altra persona che conosco e che frequento.

Però non mi sentivo per niente a mio agio a lavarmi nel suo bagno, sapendo che lui era nell’altra camera.

La porta del bagno non aveva la chiave e quindi sarebbe potuto entrare quando voleva, sapevo che non lo avrebbe mai fatto almeno a me. Ma si stava parlando di Sebastian quindi non si poteva mai sapere.

Il bagno era davvero piccolo e molto disordinato. Mi chiedevo come mai fosse da solo di sera, magari la madre faceva il turno all’ospedale.

Vicino al lavandino c’era un flacone di schiuma da barba ed accanto a quest’ultimo un piccolo flaconcino di dopo-barba. Niente creme o roba del genere, niente che facesse pensare alla presenza di una donna in quel piccolo appartamento.

Cominciai a spogliarmi quando sentii Sebastian bussare, mi prese il panico e cominciai subito a rivestirmi pensando che lui stesse per entrare quando lo sentii parlare da dietro la porta.

“Kurt cosa vorresti per cena? Stavo pensando di ordinare qualcosa visto che non ho niente in casa. Pizza? Giapponese? Cinese? Aiutami non so davvero cosa prendere”

“Una pizza andrà bene, grazie” risposi mentre ricomincia a spogliarmi ed a pensare quanto fossi stupido a pensare che Sebastian sarebbe entrato nel bagno.

“Perfetto, attento che dalla doccia escono scarafaggi qualche volta”

“COSAAA!?” mi uscì un urletto sentendo quello che Sebastian mi stava dicendo riguardo la doccia.

Sentii una risata soffocata provenire dalla stanza accanto a quella dove mi trovavo io.

“Ahahaha dai stavo scherzando, ti pare che escano scarafaggi dalla doccia? Dio Kurt quanto sei credulone”

“Non sei affatto divertente!” sbuffai mentre aprivo l’acqua della doccia ed aspettavo che diventasse calda.

“Dai rilassati, ti sei più traumatizzato al fatto degli scarafaggi che del bagno senza chiave. Potrei entrare da un momento all’altro mentre tu sei tutto nudo sotto la doccia”

Quello stronzo si stava prendendo gioco di me, ma non riuscii a ribattere visto che ero diventato tutto rosso e la colpa non era dell’acqua calda della doccia.

“Dai stavo scherzando, io starò buono buono qui ad aspettarti”

Si quello stronzo si stava decisamente prendendo gioco di me.
 
 
*Salve popolo di efp! I’m back! Molti risponderanno “ma chi se ne frega” ma sono sicura che alcuni saranno contenti dell’arrivo del nuovo capitolo, ho pronto questo capitolo da quando ho pubblicato l’ultimo capitolo “A Step Into The Past” ma non ero molto sicura di come lo avevo scritto quindi mi sono presa un po’ di tempo per ricontrollarlo. Spero vi piaccia, come sempre ringrazio tutte le perone che recensiscono, aggiungono nei preferiti/seguite/ricordate. Aspetto vostri commenti buoni e cattivi. Detto questo vi saluto e ci vediamo alla prossima! Dì*
  
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