Where
should we start from?
I wanna
do the right thing now
I know it's up to me
somehow
I've lost my way
(It’s not too late, JB)
“Dirò a Sam di tenerti chiusa in casa, la
prossima volta”.
E’ da martedi
mattina che Chris ripete la stessa frase e poi sbuffa. Dopo due giorni, una
decina di epiteti non proprio carini e circa mezzora di ritardo, si tira giù la
gonna del vestito che ha messo per la festa. Camille,
seduta al posto del guidatore, lancia fuori la sigaretta ormai finita e sorride
al suo riflesso nello specchietto.
“Sarà divertente” e anche questo Chris
l’ha già sentito.
“Era necessario invitarli? E poi perché
dobbiamo dargli un passaggio?”
“Perché non sanno dove abita Jess, Chris.
Stai un po’ tranquilla! Ogni volta che li nomini ti escono gli occhi fuori
dalle orbite. C’è qualcosa che devi dirmi?” si avvicina, sorridendo,
sottintendendo chi sa che.
“Vaffanculo” e si gira dall’altra parte.
Cam picchietta le dita smaltate di blu sul
cruscotto, “ho una mia teoria, ma dovrai aspettare dopo la festa per sentirla”.
“Non vedo l’ora” mormora sarcastica
l’amica, mentre Nick e Joe compaiono oltre la porta e
s’avvicinano.
“Buonasera belle signore”, Joe si sporge tra i sediolini e sorride ampiamente ad
entrambe. Da un’occhiata non proprio rapida ai loro vestiti, le gambe scoperte
e i colli profumati appena coperti dai capelli lunghi. Cam
gli sorride di rimando, saluta Nick e mette in moto.
Ci sono forse più di cento persone nella
villa della famiglia di Jess, tutte cosi vicine che sembra ferragosto. C’è il
profumo caldo della pelle vicina ad altra pelle, l’odore d’erba in tutte le
stanze, la musica cosi alta che i vetri tremano. C’è gente che canta, che beve,
che salta, che balla, che urla, che bacia, che tocca. Mancano venti minuti all’anno nuovo eppure il tempo sembra
essersi fermato.
La stanza traballa, perde l’equilibrio e
finisce addosso a qualcuno.
“Scusa” grida per farsi sentire.
“Non importa, stavo proprio aspettando
che qualcuno inciampasse su di me” fa lui, sorridendo. Anche nel buio i suoi
occhi scintillano. Con la mano che l’ha sorretta le sfiora lentamente la
schiena nuda, aiutandola a rialzarsi.
“Bevi qualcosa?”
“Stavo cercando qualcuno”
“L’hai trovato?”
“Non ancora” vorrebbe dire, ma mentre
guarda il ragazzo di fronte a lei le parole le muoiono sulle labbra. Resta
imbambolata ad osservare il suo pomo d’Adamo che scende e che sale al ritmo di
vodka a fragola. Lui le porge il suo bicchiere, “vuoi?”
“Questo è il tuo, non è come se ci
stessimo baciando?”
Lui scuote la testa ridendo, “oh, no.
Questo è come se ci stessimo baciando” e poggia le labbra umide sulle sue.
“5, 4, 3, 2, 1” esplodono le bottiglie e
gli auguri, gente che si abbraccia e continua a ballare e cantare, senza scarpe
e senza voce, che per vivere stasera basta veramente poco.
La festa è finita, ci sono bicchieri
rossi sparsi su ogni superficie, l'alcool che impregna i divani e il pavimento,
la musica a basso volume e qualcuno che dorme sulle spalle di qualcun altro. Al
piano di sopra, invece, qualcuno non dorme affatto e dopo l'ennesimo gemito
Nick si alza e cerca il cappotto mentre Marcus sorride e si accende una
sigaretta.
Cam e Chris tentano di mettere in equilibrio
sulla fronte un bicchiere pieno di un liquido rosa, poi ridono e il bicchiere
si rovescia. Sam prende per mano la sua ragazza e "Andiamo a casa, Cam".
Chris l'afferra per un braccio e se la
stringe contro, "non fare il guastafeste, ancora un altro po'". Lui
sorride e delicatamente la scosta da Cam. Le lascia
un bacio sulla guancia accaldata, "spiacente bambolina". Da a Marcus
le chiavi dell’auto di Camille, “accompagnala con
questa, passo a prenderla domani”, gli da una pacca sulla spalla e si
allontana.
”Posso farlo io, abito li" dice
Nick, alzando gli occhi dal telefono e il messaggio di Joe
che gli dice di non aspettarlo.
Marcus lo sa, l’ha visto un paio di volte
quando ha riaccompagnato Chris a casa e comunque lei gliel’ha presentato
all’inizio della festa, assieme al fratello… com’è che si chiama? Lo guarda
bene. I ricci spettinati, la camicia nei pantaloni chiari, di un bel taglio, le
scarpe lucide e gli occhi svegli. No, non è ubriaco. "Chris vuoi andare
con lui?" e lei scuote la testa, stringendosi al suo braccio. Lui sorride,
“vado a prenderle la giacca, poi è tutta tua" e se lei fosse un po' più
lucida l'avrebbe già ammazzato.
In macchina Nick guida tranquillo tra le
poche macchine ancora - o già - in strada, la radio spenta, l'aria fredda del
primo venerdì dell'anno e la pelle di Chris che sfiora quando cambia marcia.
"Dov'è Joe?"
"Da qualche parte, con
qualcuno".
"Oh - Chris annuisce e ridacchia -
Perché tu no?"
"Perchè ti
sto riaccompagnando a casa".
Lei fa uno strano verso, a meta tra una
risata e uno sbuffo, e insiste. “Perché non eri con nessuno, prima di accompagnarmi? Sei sempre cosi…
serio", chiude gli occhi e appoggia la testa al finestrino. Lui la guarda
e stringe le labbra, vorrebbe dirle che non è il tipo ma lei già dorme.
Nick arriva a casa alle 5.51, con il
cielo che si sta appena svegliando e la voglia di dormire fino al giorno dopo.
Apre la portiera e la sveglia. Chris si guarda intorno, lo sguardo perso e un
po' liquido d'alcool, scende dall'auto e muove un paio di passi, prima di
inciampare, facendo cadere la borsa. Nick la affianca e l'aiuta a rimettersi in
equilibrio, lei sospira ad occhi chiusi, poi gli posa le mani sul petto.
"Stammi lontano, Nicholas, ti prego”. Lui la guarda negli occhi,
sforzandosi di capire il senso di quello sta mormorando. “Stammi lontano, mi
farai male e io non sono sicura di riuscire a fermarti”. Nick spalanca appena
gli occhi, nonostante la stanchezza e preso alla sprovvista allenta un po’ la
presa sui suoi fianchi. Lei si china, sfilandosi le scarpe alte e gli sorride
triste, scuotendo la testa. “Saresti perfetto. Sai già dove colpire” e a passi
lenti, oscillando, sparisce dentro casa.
Nick è stanco e ha un terribile mal di
testa, ma le parole di Christina gli hanno procurato una tristezza tale da non
permettergli di chiudere occhio tutta la notte.
Un coperchio che cade, una sedia che si
sposta, il telefono che squilla. Chris mugugna qualcosa nel cuscino, si gira
dall'altro lato e porta il cuscino sopra la testa. Niente da fare, ormai è
sveglia, dopo nemmeno tre ore. Fa gli scalini con gli occhi socchiusi, la mano
sulla ringhiera di ferro scuro e i piedi scalzi.
"Linda, si può sapere che diavolo
succede? Sono le nove del 1 gennaio, per quale motivo sei già in piedi?"
"I ragazzi vengono a pranzo, non te
l’hanno detto?”
Chris ci pensa ma non riesce a ricordare
nulla a parte qualche battuta di Cam o quel vestito
verde di Amber che oddio ma cos’è?. Scuote la testa, “a stento ricordo come mi
chiamo”.
“non ne dubito” mormora Linda china sulle
padelle.
Chris alza gli occhi al cielo e intinge
il dito nella salsa. “Posso chiederlo anche a Cam?”
"Se proprio insisti".
La minore le lascia un bacio sulla
guancia, ”grazie" e torna di sopra.
Linda lava le pentole, Cam le asciuga, Joe si dondola
sulla sedia e Chris sparecchia. Prima i tovaglioli, poi le bucce d’arancia, le
briciole della torta. Nick la osserva, come ha fatto per tutto il pranzo,
nemmeno troppo discretamente. Sente il suo sguardo addosso, ad ogni movimento.
Impila i piatti sporchi e posa il pane. Ancora. Stringe il tappo della
bottiglia e chiude il frigorifero. Ancora.
"Si può sapere che vuoi?"
sbotta, sbattendo un piatto sul tavolo. Le posate tintinnano e i bicchieri di
vetro sottile vibrano. É un miracolo che non si sia rotto nulla e Nick continua
a fissarla. Non sobbalza nemmeno, a differenza degli altri.
"Christina", Linda è rossa in
viso.
"Cosa è successo?" Cam lo domanda a Chris ma guarda Nick con l'espressione di
una che è pronta a svitargli la testa dal collo. Chris chiude gli occhi,
respira e rilassa le spalle. "Niente", pulisce le mani in uno
strofinaccio e va fuori, a respirare aria pulita, lontano da occhi indiscreti.
"Ieri hai detto che potrei farti del
male” dice all’improvviso Nick, cinque minuti dopo, chiudendosi la porta alle
spalle. “Anzi, a quanto pare so già come farlo”.
Chris alza gli occhi e lo guarda,
confusa.
"É la risposta alla tua
domanda", le si siede accanto, sugli scalini davanti alla porta di casa.
“Mi hai riaccompagnato tu, vero?”, lui
annuisce.
La ragazza sospira e si volta verso di
lui. "E non potevi semplicemente chiedermelo senza portarmi
all'esasperazione?"
"Non capisco perché mi od tanto. Mi
eviti…” inizia lui, con lo sguardo perso in avanti.
"Non ti odio", ripete lei
meccanicamente. Non ti odio Nick, solo non so che fare.
"Non capisco in che modo potrei
ferirti. Ho fatto qualcosa di sbagliato?”
Chris nega, scuotendo la testa. Le lacrime le offuscano la vista.
“So di non essere un tipo simpatico come Joe, però non capisco per-"
"Nick, non sei tu. Ok?” lo
interrompe, “e lascia perdere quello che ho detto ieri. Mi dispiace. Non te
l'hanno insegnato che gli ubriachi delirano?"
"In vino veritas"
si stringe nelle spalle.
"In vodka no".
Nick ride e allora sorride anche lei. Il
vento soffia tra i capelli di Nick, le mani che sfregano per non congelare, le
gambe lunghe stese sui gradini.
Perché
mi destabilizzi tanto, Nick?
Camille se ne sta con il naso appiccicato ai
vetri sopra la finestra a spiarli, Chris la nota e lei con il labiale le mima
di farsi più vicino. Scuote la testa e prende un lungo respiro, alzandosi. Ora
gli è di fronte. “Possiamo... Possiamo provare ad essere amici, se ti va".
Nick sorride e annuisce. Gli porge una mano per aiutarlo ad alzarsi e andare
dentro prima che congelino, ma lui non si muove.
“Non ti aspetterai che ti segua a fare
shopping e ti dia consigli sui ragazzi, vero?"
Chris scoppia a ridere e scuote la testa,
tirandolo su. "No, tranquillo. Per quello c’è Cam.
Possiamo guardare il rugby e bere birra”
Ed é strano
perché Nick più lo allontani e più ti piomba addosso.
“La vuoi sentire la mia teoria?”
“No”
Camille allunga le gambe sul divano,
sgranchendosi e lancia uno sguardo in cucina. Non c’è nessuno.
“A te piace Nick, per questo ti comporti
da psicopatica con lui”
“Cosa? Cam,
avevo detto di no!”
“Oh, avanti. Si sa che le migliori storie
nascono cosi. Prima non ci si sopporta, poi ci si conosce meglio… tra qualche
settimana vi ritroverò appartati dietro uno dei cespugli in giardino”
“Dio che schifo!”, la colpisce con un
cuscino.
“Sese, dicono
tutte cosi”.
Alloooora. Lo so, non è proprio il periodo per
“capodanno”. Devo rivedere questo aspetto, finisce sempre che Natale viene il
15 d’agosto, nelle mie storie. Anyway… cosa ne pensate?
Abbiamo
all’inizio Chris e la sua congenita simpatia per Nick, Cam
che continua a romperle le scatole e… Nick arrabbiato!
Secondo
voi chi sono i due che si baciano alla festa? Si accettano scommesse!!
E alla
fine, finalmente, questi due diventano amici. Questa cosa sarebbe dovuta
accadere tra un paio di capitoli ma il mio fegato non avrebbe retto l’attesa.
Tant’è.
Aspetto i
vostri pareri. Un bacio a tutti.