The last second.

Li vedeva abbracciati, sulla costa del lido del Campo Mezzosangue. Intelligenza e Mare insieme, uniti da un legame così bello e potente da far male a chiunque li avesse visti.
Nel buio, l’Ombra li osservava silenziosamente, soffrendo dentro per colpa di un amore impossibile. Un amore mai ricambiato.
Il dolore nel vederli insieme lo stava distruggendo dentro, dal cuore, per poi passare a tutto il resto, sgretolandolo. Le mani sembravano fatte un velo di carta velina bianca troppo sottile per essere utilizzata da mani inesperte. Tremavano di paura, rabbia e tristezza.
Quelle mani stavano svanendo sotto il suo sguardo e successivamente tutto il corpo.
Camminava e a ogni passo si accorgeva che nessuno faceva caso a lui. Si sentiva invisibile e solo.
Nemmeno il padre lo considerava molto, lo riteneva uno dei tanti figli avuti nel corso dei secoli, dei millenni.
E in quel momento, vedendosi sfuggire da sotto il naso il suo vero amore, aveva un unico desiderio: scomparire del tutto e non tornare mai più.
 
Si slacciò le scarpe, si sfilò con una lentezza morbosa la giacca e la maglietta. La sabbia di quella notte era fredda sotto i suoi piedi bianchi. Camminò fino a ritrovarsi sul bagnasciuga, dove il profumo del mare era più intenso.
Lui non sapeva nuotare, o almeno non ci aveva mai provato.
Fece qualche altro passo avanti. L’acqua gelida del mare gli arrivava alla vita, ma ancora nessuno si era accorto di lui. A pochi metri di distanza il Mare e l’Intelligenza stavano abbracciati.
Il cuore perse un battito.
Face altri due passi. Nessuno al Campo notò la sua mancanza. Sopra la sua testa la luna brillava elegantemente circondata da quelle masse di nebulosa, comunemente chiamate stelle.
Poi comparve il viso del ragazzo da lui amato: Percy. Gradi occhi verdi e sorriso smagliante e gioioso, capelli castani e fisico atletico.
Una lacrima scivolò sul suo viso e cadde nel mare.
Trattenne il respiro e si lasciò andare nelle acque scure.
 
Le grida si alzarono per tutto il campo, spavento, terrore, come meglio lo volete chiamare. Accorsero in molti, ma ormai era troppo tardi.
Il Mare si tuffò e lo strinse tra le braccia, trascinandolo fino a riva. Lo stese sulla sabbia, ma il suo cuore aveva cessato di battere.
Per un primo momento pensò che si fosse bagnato per essersi immerso, ma quella sensazione di umido erano solo le lacrime che scendevano copiose sul suo viso.
 
Nico Di Angelo era morto, negli occhi stampata l’immagine del ragazzo da lui amato: Percy Jackson.








Let me cry! *piange*
Non so come mi sia venuto in mente, ma credo che questa Flash sia troppo triste.
Non mi uccidete, ve ne prego...
Spero che, nonostante la malinconia che contenga questa storia, vi sia piaciuta lo stesso. Aspetterò le vostre recensioni con pazienza.
(Mi scuso per eventuali errori).

P.s. sto scrivendo anche una long su Percico, se volete passate! La troverete sul mio profilo, altrimenti questo è il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2681579&i=1