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Autore: Darik    04/01/2005    2 recensioni
Tutto scorre come sempre, finchè all'improvviso...
Genere: Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La fine e l'inizio.'
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3° CAPITOLO

Lo Xenios stava fermo, sembrava indeciso sul da farsi.

Kurz e Melissa ne approfittarono subito, riaprendo il fuoco contro il nemico, ma stavolta non ottennero nessun effetto, l’AS impazzito restava fermo mentre i proiettili si infrangevano contro il suo scudo invisibile.

Ad un certo punto reagì, alzò una mano in direzione dell’AS di Melissa.

Melissa però, memore di cosa le fosse successo durante il primo scontro con il Venom di Gauron, non si fece cogliere impreparata e con un balzo si spostò andando a nascondersi fuori dall’hangar.

Un secondo dopo, una Jeep che stava parcheggiata proprio dietro l’M9, esplose senza motivo apparente.

Kurz lo vide e subito si mise al riparo anche lui.

“Sorellina, che facciamo? Quel bastardo con il Lambda Driver può colpirci quando vuole, non invece non lo scalfiamo nemmeno!”

“Una cosa alla volta: prima pensiamo a tirare Tessa fuori da quel casino” rispose Melissa.

Tessa stava ancora sdraiata per terra, immobile, sia per la paura che per lo shock.

Le sue pupille guardavano di volta in volta lo Xenios, fermo come se attendesse la prossima mossa dei nemici, e i resti dei due soldati esplosi.

“Muoviti stupida” le diceva una vocina “Muoviti ora che è distratto”.

“No, non farlo. Ti colpirà se ti muovi” suggeriva un’altra vocina.

“Mio Dio, quei due soldati… è orribile! E’ orribile!” gridava una terza voce.

Fu lo Xenios a decidere per lei, perché la fissò e cominciò ad avvicinarsi.

Stavolta l’istinto di sopravvivenza ebbe la meglio, Tessa cominciò ad indietreggiare muovendo le braccia e fissando sempre l’AS fuori controllo.

Finché una forza invisibile la avvolse e la bloccò.

Ora che era del tutto immobile, lo Xenios rialzò la gamba per schiacciarla.

E di nuovo approfittarono di quel momento Uruz 2 e 6, che entrarono nell’hangar facendo fuoco non contro lo Xenios, ma sul pavimento sotto di lui.

E cosi crearono una voragine in cui il nemico cadde.

“Si! Può anche essere invulnerabile, ma gli serve comunque un terreno d’appoggio! Vai a prendere Tessa!” ordinò Melissa.

“Volo!” rispose Kurz, che prontamente raggiunse Tessa, ricoperta oltre che dal sangue, anche dalla polvere del pavimento esploso.

“Piccola Tessa, vieni qui!” la chiamò Kurz aprendo una mano del suo AS.

Ma Tessa non si muoveva.

“No! Dev’essere sotto shock!” pensò Kurz, che quando vide lo Xenios mettere una mano fuori dalla buca, capì che non c’era tempo per le sottigliezze: afferrò il più delicatamente possibile Tessa e corse via insieme a Melissa fuori dall’hangar.

Ad accoglierli, la tempesta, con pioggia e venti sferzanti.

Davanti a loro l’elicottero e la piccola foresta, e si nascosero lì.

“Sorellina, che facciamo? Tessa è sotto shock, il De Danaan è fermo a cinque chilometri da qui, se volessimo potremmo far venire dei rinforzi, come noi arriverebbero subito”.

“Si, ma non potrebbero fare molto contro il Lambda Driver. Gauron ci ha dimostrato molto bene che contro quel tipo di Arma la superiorità numerica non serve” ribatté la donna.

Se solo ci fosse stato ancora Sosuke…

“Sarebbero comunque un aiuto” insistette Kurz.

“D’accordo, li chiamò”.

Melissa tentò di mettersi in contatto, ma stranamente la linea risultava interrotta.

“Non riesco a contattarli!”

“Cosa?!”

“Non c’è segnale!”

“Oh cazzo. Eppure quando Tessa ha mandato il segnale di soccorso ha funzionato! E noi due comunichiamo senza problemi”.

“Non c’è tempo per pensare a queste stranezze. Lo faremo quando avremo finito qui”.

“Potremmo lasciare gli M9 e andarcene con l’elicottero” propose allora Kurz.

“Non sarebbe prudente. Saremmo un bersaglio troppo scoperto”.

“E allora che facciamo?”

La discussione fu zittita dalla comparsa dello Xenios fuori dall’hangar.

La pioggia si fermava due metri sopra di lui, evidentemente il Lambda Driver gli faceva da ombrello.

L’AS camminò sotto la pioggia, vide l’elicottero, gli puntò contro la mano e il mezzo esplose.

“Possiamo definitivamente scartare l’elicottero” pensò Kurz.

Lo Xenios avanzò verso la foresta, i due AS della Mithril stavano perfettamente immobili e in silenzio.

Il robot sollevò un braccio, e improvvisamente un’intera porzione di foresta che stava davanti a lui saltò in aria, gli alberi esplosero contemporaneamente in una pioggia di schegge di legno, e stessa sorte subirono rocce e cespugli.

Gli M9 videro cosi scomparire in un attimo i quasi venti metri di fitta vegetazione che li separava dallo Xenios, ritrovandosi scoperti.

“Merda! Scappiamo!” gridò Melissa, e subito corsero ancora più dentro la foresta, mentre l’AS nemico iniziò a bersagliarli con i suoi colpi esplosivi.

“Muoviamoci a zig zag!” ordinò Uruz 2, e cosi si mossero saltando da ogni lato, e intorno a loro ogni cosa esplodeva, come se fossero sottoposti ad un bombardamento invisibile.

I colpi più volte li evitarono per un soffio, e cessarono quando riuscirono nuovamente ad uscire dalla visuale dello Xenios.

Questo però non fu un problema per lo Xenios, che usando la stessa tecnica di prima, cominciò a distruggere intere parti della foresta.

Gli M9 si erano nascosti il più possibile dentro la vegetazione, poco sotto un piccolo avvallamento roccioso, ma non sarebbe durato a lungo.

“E’ peggio di una squadra di bulldozer! E a causa di questa pioggia non possiamo neppure usare la mimetizzazione ottica. Ci troverà e ci farà a pezzi!” disse Kurz.

“Forse potremmo fare qualcosa con l’aiuto di Tessa” propose Melissa.

Ma il colonnello se ne stava rannicchiata nella mano del M9 di Kurz, tremando, con l’acqua che aveva lavato via il sangue sul suo viso.

“Tessa, Tessa mi senti?” la chiamò Melissa tramite un microfono esterno.

“Tessa, ti prego, abbiamo bisogno del tuo aiuto. Non puoi dirci niente su quell’AS?”

La giovane whispered non rispondeva.

Melissa allora si arrabbiò: “Colonnello Teletha Testarossa! Mi risponda!” gridò.

Tessa rispose con un debole mugugno.

“Tessa, abbiamo bisogno di te!”

Kurz scosse la testa, e intanto il rumore degli alberi abbattuti dallo Xenios si faceva sempre più vicino.

“Tessa, devi reagire. Chidori e Sosuke stenterebbero a riconoscerti adesso” insisteva la donna.

Tessa si girò e guardò in faccia l’M9: “Non… servirebbe a niente… non valgo nulla fuori dal De Danaan… avevi ragione… non so fare niente..”

“Non è il momento per pensare a queste cose. Dobbiamo pensare a fermare quel coso”.

“I soldati sono morti… per colpa mia… dovevo… dovevo…”

“Dovevi fare cosa? E’ naturale che tu abbia avuto una scorta, lo prescrive il regolamento. Non hai colpa della loro morte”.

“Sono inutile…”.

Melissa si sentì fremere dalla rabbia.

“Ah si? E allora vedrò di arrangiarmi! Kurz, mentre eravamo in volo, ho visto che al porticciolo c’erano delle barche, saranno quelle usate da Tsang. Io distrarrò il bastardo là fuori, tu corri verso il motoscafo con Tessa e raggiungete il De Danaan!”

“Sei impazzita?! E come farai da sola contro quel coso!?” obbiettò il tedesco.

“Mi arrangerò! Tu vai!”

“Però…”

“Il propulsore energetico…” disse allora Tessa sforzandosi di alzare la voce.

“Come?” domandò Kurz.

“Il propulsore energetico dello Xenios… durante il test… non riusciva a sostenere un uso prolungato… del Lambda Driver…”

“Davvero? Bene, visto che finora l’ha usato parecchio, dovrebbe bastare poco per farlo esaurire” pensò Melissa.

“Grazie per la notizia, Tessa”.

Ma la ragazza si era di nuovo chiusa in un mutismo assoluto, sempre rannicchiata nella mano del M9.

In quel momento, alcuni alberi sopra di loro esplosero: lo Xenios li aveva trovati!

“Fai come ti ho detto, poi raggiungimi davanti all’hangar!” ordinò Melissa, che aprì il fuoco contro il nemico per distrarlo.

Kurz obbedì e corse nella direzione opposta.

Quando fu fuori dalla visuale dello Xenios, anche Melissa corse via, nascondendosi tra gli alberi.

Ormai della foresta erano rimasti solo i bordi, ed era lì che la donna si muoveva nascondendosi.

Lo Xenios iniziò a bombardarla con il Lambda Driver, e fece ancora una strage di alberi.

Evitato per un pelo da quegli attacchi invisibili, l’M9 raggiunse lo spazio davanti all’hangar.

In lontananza vedeva il porticciolo, e non c’era nessuna traccia di Uruz 6 e di Tessa.

“Kurz, dove sei?”

“Nascosto qui dietro” rispose il ragazzo spuntando da dietro l’hangar.

Melissa lo raggiunse: “Dov’è Tessa?”

“L’ho lasciata al porticciolo”.

“Bene. Ascolta adesso: ora io attaccherò lo Xenios con le armi e con tutto quello che mi capiterà sotto mano. Visto l’utilizzo fatto finora del Lambda Driver, quel bastardo non dovrebbe durare molto. Tu resterai nascosto, e appena vedrai che il campo si indebolisce, spara un colpo al propulsore principale. Dovrebbe trovarsi come al solito in fondo alla schiena”.

“C’è qualche punto un po’ traballante in questo piano” notò Kurz.

“Lo so, ma non abbiamo molta scelta. Nasconditi, e tieniti pronto”.

Kurz andò a nascondersi dietro alcuni alberi, e pochi istanti dopo il nemico arrivò.

Melissa attirò la sua attenzione sparandogli un singolo colpo da dentro l’hangar.

“Vieni a prendermi, stronzo!” gli urlò.

L’AS iniziò ad avvicinarsi, e Melissa cominciò ad indietreggiare sparando all’impazzata contro di lui.

I colpi non penetravano il suo campo protettivo, Melissa vide le quattro mitragliatrici attaccate al soffitto, con gli ultimi colpi le fece cadere, e iniziò a sparare con quelle.

Un’altra valanga di fuoco, ancora più violenta della precedente, e ancora niente.

Quando anche quei colpi furono esauriti, lo Xenios era alla distanza giusta per passare all’attacco, alzò una mano, Melissa lo vide e si spostò, ma stavolta la distanza era troppo corta, e le gambe del M9 esplosero.

“Ouch! E ora, o succede qualcosa, o sono spacciata” pensò Uruz 2, mentre lo Xenios si fermò all’entrata dell’hangar, pronto a dare il colpo di grazia.

“Merda!” esclamò Kurz, ancora nascosto.

Il piano di Melissa non sembrava aver funzionato, doveva intervenire, ma sapeva che contro il Lambda Driver non poteva fare niente.

Certo non poteva neppure abbandonare la sua sorellina Mao, però..

Poi si accorse di un particolare: la corazza dello Xenios in alcuni punti cominciava ad apparire bagnata, prima invece era sempre stata asciutta.

“Ma allora….”

Kurz, con una velocità che sorprese pure lui stesso, prese la mira e sparò una serie di colpi in direzione del propulsore principale, sperando che in quel prototipo non lo avessero cambiato di posizione.

Il primo colpo incontrò ancora la barriera, ma non il secondo, e neppure il terzo e il quarto.

Che penetrarono la corazza dell’AS nemico e provocarono un esplosione nella sua schiena.

Lo Xenios stramazzò al suolo.

E i due soldati della Mithril tirarono un profondo sospiro di sollievo.

****

“Signore, stando agli ultimi dati, lo Xenios è stato abbattuto. E l’obbiettivo principale non è stato raggiunto”.

Wong accolse con freddezza la notizia proveniente da un altoparlante.

“Capisco. Pazienza, me l’aspettavo. Comunque è importante che il primo test della nostra macchina sulla tecnologia militare abbia funzionato. Avremo il tempo necessario per fare altri miglioramenti. E l’obbiettivo principale farà meglio a non sentirsi subito al sicuro” commentò l’uomo fissando l’ampia camera quadrata simile a quelle iperbariche montata al centro di un locale a forma di cupola e pieno di apparecchiature tecnologiche.

Dentro la camera, attraverso degli spiragli, si intravedeva una persona con indosso una tuta nera e circondata da cavi.

“Sull’isolotto Iannis stanno arrivando adesso diverse unità M9 della Mithril” comunicò un altro operatore.

“Che carini, ma non c’è bisogno che ci diano cosi tanti AS, ce ne basta uno solo per attuare il mio piano b” commentò con un ghigno Wong.

****

Gli uomini della Mithril stavano soccorrendo Tessa, Melissa e Kurz, e Kalinin dirigeva le operazioni.

“Maggiore, siete arrivati quando ormai era finito tutto, proprio come nei film” disse con sarcasmo Kurz.

“Lo so” rispose impassibile il russo “ma quando il vostro silenzio radio è diventato sospetto, c’è voluto un po’ di tempo per organizzare una squadra, senza neppure sapere cosa ci attendesse”.

“Qui comunque stanno succedendo troppe cose strane, maggiore” intervenne Melissa “Lo Xenios è impazzito senza motivo alcuno, ha ucciso dieci persone e per poco anche noi tre. E non vi abbiamo contattato perché la frequenza radio era bloccata, anche questa senza motivo alcuno”.

“Sono questioni che chiariremo quando saremo tutti rientrati sul De Danaan” concluse Kalinin, che lanciò un’occhiata a Tessa, in disparte, circondata da alcuni infermieri, che stava con lo sguardo basso.

Il pilota dello Xenios, vivo anche se un po’ scosso, venne estratto dall’AS.

Una decina di minuti dopo, gli M9 partirono dall’isolotto, portandosi dietro i resti dello Xenios e del M9 danneggiato di Melissa.

Sarebbe stata una nave apposita mandata dal quartier generale a ripulire l’isolotto dai resti della battaglia.

  
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