Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: LondonEye    01/07/2014    2 recensioni
e se i genitori di Elsa e Anna non fossero morti? E se tornassero improvvisamente ad Arendelle? Come la prenderanno nel vedere la figlia maggiore così diversa da come era quando l'hanno lasciata? Ed Elsa riuscirà a non ricadere nei demoni e nelle paure del passato nel rivedere la causa principale del suo isolamento da Anna?
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Re, Regina, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Agdar e Idunn rimasero a bocca aperta. Non poteva essere.

La regina lanciò un getto di ghiaccio in alto, che esplose in cielo lasciando cadere centinaia di piccoli fiocchi di neve sulla folla. Con un movimento elegante congelò entrambe le fontane della piazza, gelando l'acqua in sofisticate figure geometriche. Il pubblicò iniziò ad applaudire entusiasta, alcuni bambini che addirittura facevano il tifo. A quella vista, un sorriso si aprì sul volto della regina, che sembrò acquistare ancora più fiducia in se stessa. Con ritrovata gioia Elsa fece apparire dal nulla una sagoma di neve alta più o meno quanto lei e si girò verso la folla.

"Siete pronti?" chiese ad alta voce, con tono felice e divertito.

Il pubblico urlò di approvazione e Elsa mosse entrambe le mani in un gesto veloce davanti alla sagoma di neve. Solo che ora non era più una sagoma di neve, si era trasformata in un'elegantissima statua di ghiaccio rappresentante il castello di Arendelle in miniatura. Con un ulteriore piccolo gesto altri dettagli si aggiunsero all'opera, che sembrava una replica in tutto e per tutto dell'enorme castello alle sue spalle.

Il pubblico esplose in applausi e grida entusiaste, e la regina parve essere sul punto di scoppiare a piangere dalla gioia. Con sguardo felice si voltò alla sua sinistra, dove la sagoma scura che l'aveva accompagnata applaudiva con le braccia al cielo, più entusiasta di ogni altra persona presente in piazza.

Lo spettacolo continuò per circa venti minuti, altre due statue si erano unite alla prima: un elegante cavallo e un bellissimo albero di ghiaccio con alti rami pieni di foglie, ognuna di una precisione e definizione incredibile. Oltre alle statue ormai l'intero pavimento della piazza era ricoperto di ghiaccio e neve e mentre alcuni pattinavano allegramente al centro di essa, dei bambini costruivano pupazzi di neve sulla neve fatta cadere da Elsa appositamente agli angoli.

Allo scoccare delle 22:00 la regina, seguita dalla persona in ombra che l'aveva accompagnata, si ritirò nel castello ringraziando tutti con ampi sorrisi che vennero ricambiato da un forte coro che ripeteva a gran voce: "Regina Elsa! Regina Elsa! Regina Elsa!". Tutti sembravano più felici che mai, completamente innamorati della propria regina e delle sue magie.

Tutti tranne due persone.

Agdar e Idunn avevano assistito all'intera performance immobili, con gli occhi e la bocca spalancati. Erano completamente sotto shock, non si sarebbero mai aspettati una cosa del genere.

Elsa. La loro impaurita, insicura, terrorizzata figlia che eseguiva uno spettacolo davanti a tutto il regno per celebrare la bellezza dei suoi poteri. Il tutto con una sicurezza e una padronanza di sé che mai e poi mai avrebbero immaginato di poter rivedere in lei. E la gente aveva apprezzato. Esultato. Era troppo incredibile per essere vero.

Idunn fu la prima a rompere il silenzio:

"E' stato meraviglioso" riuscì solamente a dire, le lacrime che le riempivano gli occhi.

Agdar prese un profondo respiro prima di rispondere, visibilmente scosso anche lui.

"Non sembrava neanche lei".

Idunn annuì, le lacrime che ormai le solcavano il viso così simile a quello della figlia.

Con calma e con ancora i cuori che battevano a mille, i due coniugi tornarono alla locanda, dove sapevano sarebbero stati al sicuro da occhi e orecchie indiscrete. Dovevano metabolizzare la cosa e decidere sul da farsi. Frida li accolse calorosamente, era appena tornata dallo spettacolo di Elsa e sembrava più entusiasta che mai.

"Oh bentornati signori, avete visto anche voi lo spettacolo? E' stato incredibile! La regina è bellissima, sarebbero così fieri di lei i poveri sovrani se fossero ancora qui, pace all'anima loro" disse, facendo abbassare lo sguardo a entrambi, colpiti da quelle parole.

Come si sentivano? Erano fieri di lei? Idunn sicuramente sì, le sue lacrime lo provavano. Agdar, dal canto suo, non era sicuro di cosa provasse.

Salendo in camera, si assicurò di chiudere a chiave la porta prima di togliersi finalmente il grande cappuccio che lo copriva. Idunn fece lo stesso, e corse ad abbracciare il marito.

"Oh Agdar, è viva! E' la regina e tutti la amano! Finalmente sa gestire i suoi poteri!" disse, piangendo di gioia sul petto dell'ormai ex re. Agdar era rigido sotto la sua stretta.

"Dov'era Anna? Non l'ho vista da nessuna parte" rispose, facendo irrigidire a sua volta la moglie a quelle parole.

"Era buio in piazza, magari non l'abbiamo vista...".

"E se le fosse successo qualcosa? Elsa non indossava i guanti! Avrebbe potuto far del male a chiunque! Non è stata minimamente attenta, da quant'è che si comporta così? Cosa ci garantisce che non abbia fatto del male ad Anna da allora?"

"Agdar..."

non sapeva che altro dire, suo marito stava insinuando che Elsa avesse fatto del male a sua sorella. Anzi peggio, stava insinuando che l'avesse uccisa, dopo tutti gli anni passati a chiudersi a se stessa e al mondo pur di proteggerla. Era troppo per lei, non poteva permettersi di crederci.

"So di star correndo troppo Idunn, ma non possiamo essere certi che non sia così. Dobbiamo andare al castello il più presto possibile e parlare con Elsa. Dobbiamo rivelarci almeno a lei e capire bene cosa è successo esattamente negli ultimi tre anni".

L'ex regina annuì, sapeva che suo marito aveva ragione.

"Domattina appena svegli andremo al castello e chiederemo di parlare con Elsa, se non ce lo permetteranno chiederemo aiuto a Kai. Ci è sempre stato fedele e possiamo fidarci di lui".

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Elsa era nel suo studio, stava finendo di firmare alcuni documenti importanti riguardanti un accordo fra Arendelle e uno dei regni alleati. La serata era andata nel migliore dei modi, e la regina non poteva che essere più felice. Mettendo la firma sull'ultimo dei quattordici fogli presenti sopra la scrivania, si alzò stiracchiandosi e sbadigliando rumorosamente. Se nessuno la guardava poteva pure lasciarsi andare un po', no? Rimettendo i documenti in un cassetto uscì, diretta finalmente nella sua stanza per il meritato riposo. Mentre camminava nel lungo corridoio, senza rendersene conto, si ritrovò a fissare una porta a qualche metro di distanza da quella della sua camera.

La porta della stanza dei suoi genitori.

Per tutti i tre anni precedenti, aveva sempre evitato con forza di guardare anche solo in quella direzione, faceva troppo male. Dopo il suo ricongiungimento con Anna l'unica volta a cui avevano accennato al re e alla regina era stata quando aveva chiesto timidamente alla sorella di accompagnarla alle loro tombe, e anche quello non era andato tanto bene visti gli incubi con protagonisti i suoi genitori che l'avevano perseguitata per tutta la notte.  

Forse fu lo stato di totale felicità che le riempiva il cuore e la mente, forse fu il fatto di ritrovarsi a guardare quella porta dopo tutto quel tempo, ma Elsa vi si avvicinò come spinta da una gigantesca calamita.

Una volta raggiunta, la sua sicurezza iniziò a vacillare. Con mano tremante provò ad entrare, ma la maniglia si congelò immediatamente sotto il suo tocco. Sentendo il panico che riempiva ogni spazio cosciente del suo cervello iniziò a ponderare l'idea di scappare e chiudersi in camera sua, ma qualcosa di più potente la trattenne.

Lì dentro c'erano gli ultimi ricordi dei suoi genitori. I loro vestiti e i loro oggetti. Per una notte, poteva tornare ad essere lì insieme a loro. Per l'ultima volta.

Prendendo un grande respiro aprì la porta, questa volta la maniglia non si congelò.

La stanza era buia e l'odore di polvere le riempì i polmoni, facendola tossire. Ricordandosi della candela appesa accanto all'uscio della porta, si accinse ad accenderla. Quando ci riuscì, tutto ciò che restava dei suoi genitori le si parò davanti agli occhi: il letto era ancora come lo ricordava, con persino le stesse coperte del giorno in cui partirono per sempre.

Non lo aveva mai detto ad Anna, ma era in un angolo del corridoio ad osservarla mentre li abbracciava un'ultima volta nella loro stanza quella fatidica mattina, aspettando che lei se ne andasse per poterli salutare.

La polvere ricopriva ogni superficie, ma poteva distinguere ancora chiaramente i vari oggetti appartenuti a sua madre appoggiati sopra il suo comodino personale, e la grande libreria piena di grandi e pesanti tomi appartenuta a suo padre.

Incuriosita, si avvicinò al comodino della madre. Notò diverse collane appartenute a lei, un elegante pettine con cui era solita pettinarsi prima di andare a dormire e una raffinata scatolina che non aveva mai visto prima d'ora. Cosa poteva essere? Con mano delicata la aprì e, soffiandovi dentro per scacciare la polvere, vide che conteneva un unico libricino anonimo dalla copertina blu. Sempre più curiosa lo prese in mano e vide il nome di sua madre scritto con grafia elegante e precisa sopra.

Era il suo diario.

Il cuore iniziò a batterle a mille, non si aspettava di trovare una cosa simile. Scacciando i sensi di colpa che le dicevano di non leggerlo, lo aprì. Saltò le prime pagine, era troppo curiosa di sapere cosa aveva scritto di lei.

I primi accenni iniziano durante le pagine risalenti alla gravidanza di Idunn, dove alcune righe lamentavano di un generale senso di freddo da parte della regina durante l'attesa. Diverse pagine erano dedicate ai suoi primi anni di vita, alla scoperta dei suoi poteri (a quanto pare fu suo padre ad accorgersene, quando uno starnuto della piccola Elsa lo ricoprì di fiocchi di neve) e alla preoccupazione sul suo futuro visto il suo essere 'speciale'.

Speciale. Per sua madre i suoi poteri la rendevano speciale.

Senza neanche volerlo un piccolo sorriso si aprì sul viso di Elsa, il suo cuore colmo di un misto fra gioia e tristezza.

Quando giunse alle pagine sulla nascita di Anna, notò che i suoi genitori non sembravano troppo preoccupati a riguardo dei suoi poteri e anzi erano piacevolmente sorpresi dall'amore con cui la maggiore aveva accolto la nuova principessa.

Il sorriso sul suo volto sparì quando arrivò alle pagine dopo l'incidente.

L'iniziale spavento lasciò il posto alla preoccupazione nelle parole della ormai ex regina, temeva che suo marito fosse troppo duro con Elsa e non avrebbe voluto separare le figlie così bruscamente. Le pagine relative ai mesi successivi raccontano di una madre costretta a vedere la propria bambina sempre più spaventata da se stessa e dal mondo esterno, una bambina che non voleva farsi toccare nemmeno dai suoi stessi genitori. Nonostante ciò, non dimenticava mai di annotare le piccole e positive cose che notava in Elsa ogni giorno: dalla prima volta che sorrise dopo l'incidente a come ogni anno posizionava nel posto più bello e più in vista della propria camera il rituale regalo di compleanno che Anna le lasciava fuori la porta.

L'ultima pagina che parlava di lei risaliva al giorno prima della partenza dei genitori. La regina era preoccupata nel lasciare sola la figlia ma allo stesso tempo fiduciosa che questa esperienza l'avrebbe aiutata a superare alcune delle sue paure. Accennava inoltre a come era fiera di lei e come fosse sicura che un giorno non troppo lontano avrebbe imparato a controllare i suoi poteri.

"Elsa non potrebbe mai fare del male ad Anna" recitava una riga dell'ultima pagina del diario.

Rendendosi conto a malapena delle lacrime che le solcavano copiosamente il viso, Elsa riposizionò il diario nella scatola e si sedette sul grande letto impolverato, le braccia strette intorno al corpo come faceva sempre quando era in preda all'ansia o al dolore.

"Mi dispiace tanto" singhiozzò a bassa voce.

"Sarebbero fieri di te" le rispose una voce morbida alle sue spalle, facendola sussultare dallo spavento.

Per la seconda volta nel giro di due giorni, Anna trovò la sorella in preda alla disperazione.  Era appena tornata da una passeggiata romantica al chiaro di luna con Kristoff e prima di andare a dormire voleva augurare la buonanotte ad Elsa. Non trovandola né nel suo ufficio né in camera sua aveva iniziato a preoccuparsi, ma quando aveva visto la porta della camera dei suoi genitori aperta aveva capito.

"Anna!" riuscì solo a rispondere la sorella, una mano stretta sul cuore per lo spavento.

La minore si sedette accanto a lei nel letto dei genitori e passò un braccio dietro la schiena di Elsa, permettendole di farle poggiare la testa sulla sua spalla.

"Lo pensi veramente?" continuò la maggiore, rilassandosi fra le sue braccia.

"Sì, sarebbero fieri di vedere che grande regina e donna sei diventata. Sarebbero fieri di sapere che il regno è in mano a te e sarebbero fieri di vederci finalmente insieme, senza più nessuna paura".

Elsa tirò su col naso, stringendosi un po' di più alla sorella.

"Ti voglio bene".

"Anch'io Elsa".

 

Note dell'autrice:

ciao gente :D mi scuso per il ritardo ma ho avuto problemi tecnologici, purtroppo per un po' avrò accesso al pc solo due giorni a settimana e dovrò usarli sia per scrivere che per pubblicare e questo potrà causare dei leggeri ritardi :/ anyway, eccoci qui al terzo capitolo! Non accade molto e la parte finale è infilata abbastanza a caso, lo so, ma nel prossimo finalmente avremo un bel po' di azione e concretezza con il fatidico incontro genitori-figlie...come andrà? La povera Elsa è stata convinta che loro sarebbero entusiasti di vederla così, ma a quanto pare Agdar non la pensa allo stesso modo :/ la figura nell'ombra ovviamente era Anna, non l'ho fatta vedere ai genitori per rendere ancora più pessimista Agdar lol povera Elsa :( la parte in cui Elsa crea la statua di ghiaccio è ispirata alla scena di Let It Go in cui crea la rampa di scale...si vede che inizialmente è solo un ammasso non molto definito di neve e solo dopo che lei ci cammina sopra si trasforma nella rampa ghiacciata e bellissima :) che dire, vi ringrazio tutti per il sostegno continuo, per leggere sempre la mia storia e soprattutto per le recensioni, non potete capire quanto mi renda felice sapere che c'è qualcuno che apprezza la mia fanfiction! A presto :)

  
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