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Autore: namirami    02/07/2014    2 recensioni
"Ora mi è chiara una cosa, Nami-san: ho capito perchè non riesco a smettere di pensare a te, anche se ti conosco a malapena. Ho capito perchè quando ti ho visto ho provato un sentimento che non avevo mai provato per nessuna, perchè mi hai ammaliato più di ogni altra ragazza.
Perchè la tua bellezza nasce da dentro, Nami-san. La tua bellezza è quella di una persona tenace e determinata, che ha superato mille difficoltà, che lotta con tutte le sue forze per le persone che ama, come una leonessa che difende i suoi cuccioli ad ogni costo".
Ciaooooo a tutti nakama!!!
Un piccolo regalo a tutti quelli che amano SanjixNami, una raccolta dedicata a loro che andrà a toccare vari momenti di questo bellissimo manga/anime e che vedrà impegnati i nostri protagonisti alla scoperta dei sentimenti che provano l'uno per l'altra.
Romanticismo, comicità, azione ed erotismo saranno gli ingredienti principali, con una larga dose di nakamaship!
che aspettate? date un occhio e ditemi che ne pensate!
Attenzione: SPOILER!
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Sanji | Coppie: Sanji/Nami
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 15. Inevitabile follia.

(You are my hobbyhorse).


"Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un breve viaggio di tre passi sul palato per andare a bussare, al terzo, contro i denti. Lo-li-ta. Era Lo, null'altro che Lo, al mattino, diritta nella sua statura di un metro e cinquantotto, con un calzino soltanto. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea punteggiata dei documenti. Ma nelle mie braccia fu sempre Lolita.
Vedete, io l' amavo. Era amore a prima vista, a ultima vista, a eterna vista".
“Lolita” V. V. Nabokov.


AMBIENTAZIONE: Isola degli uomini-pesce.

L'isola degli uomini-pesce era stata una grande sorpresa: temevo che il passato avrebbero preso il sopravvento, ma ora che conoscevo anche l'altra faccia della medaglia, capivo il perché di tante cose.
Anche se rimanevano il dolore e la rabbia per la morte di mia madre, per gli anni di prigionia e di tirannia. Ma aiutare questo popolo era stata una dimostrazione verso me stessa che ero in grado di andare oltre i pregiudizi e di gestire i dolorosi ricordi.
Girovagavo tranquillamente per le strade e ora erano tutti così cordiali, ci trattavano come eroi, ci servivano come se fossimo nobili e l'idea che potessimo ottenere una parte del tesoro reale mi allettava non poco.
Persa in questi pensieri, non mi accorsi dell'arrivo di Jinbei.
“Ciao, Nami” mi disse gentilmente e si capiva benissimo che doveva chiedermi qualcosa.
“Jinbei, buongiorno! Dimmi tutto: che posso fare per te?” gli chiesi diretta, togliendolo da quell'imbarazzo che avevo notato tutte le volte che si rivolgeva me.
“So che non ne ho alcun diritto, ma vorrei chiederti un favore”. Sorrisi: dopo aver scoperto il mio passato, Jinbei mi trattava come se fosse stata causa sua. Forse in parte era così, ma lui era completamente diverso da Arlong, lo avevo capito subito, e se avesse potuto, avrebbe cercato di fermarlo, impedendogli di causare così tanta morte e sofferenza.
“Hai salvato il mio capitano, Jinbei. Gli sei stato vicino quando i miei compagni ed io non potevamo, nel momento più difficile della sua vita. E pochi giorni fa grazie alla tua trasfusione lo hai salvato di nuovo. E hai accettato di entrare nella nostra ciurma, quindi sei un fratello. Direi che di motivi per chiedermi un favore nei hai più d'uno! Chiedi pure” cercai di essere il più diretta e chiara possibile, volevo che quella sottile scia d'imbarazzo che percepivo tra noi si sciogliesse, per fargli comprendere che non ero arrabbiata con lui, anzi lo ringraziavo infinitamente per ciò che aveva fatto per Rufy. Inoltre non mi sembrava il tipo che mi avrebbe chiesto dei soldi, quindi su quel versante ero molto tranquilla.
“Il re vuole fare un discorso all'intero popolo: è ora che le nostre due razze inizino a venirsi incontro, a comprendersi veramente. Grazie a voi, è stato compiuto un grande passo in avanti e il re vuole sfruttare questa occasione per porre le basi per una vera alleanza. E se  anche un umano parlasse, sarebbe molto più efficace. Lo stesso re mi ha chiesto che fosse uno di voi Mugi. All'inizio mi ha proposto Rufy, ma non credo che accetterebbe e... ehm... non mi sembra molto indicato per queste genere di cose. Tu, invece, saresti perfetta. Ovviamente non ti devi sentire obbligat-”.
“Accetto molto volentieri!” gli risposi entusiasta. Mi sembrava un'ottima idea ed ero felice di potervi partecipare. Lo vidi finalmente rilassarsi. Avrei avuto bisogno di un po' di tempo, ma avrei preparato un discorso bellissimo.
“Benissimo, mi fa molto piacere! Presto andiamo a palazzo, non c'è tempo da perdere!”.
“Un momento... ma quando si terrà il discorso?”.
“Tra poco meno di due ore!”
“Coooosaaa!!!???”. Continuai a rimanere allibita e a chiedermi come avrei fatto mentre Jinbei mi portava di fretta a corte.

***
Quando ero finito sull'isola di Kamabakka, avevo seriamente dubitato dell'esistenza di Dio e mi ero chiesto cosa avessi fatto di così sbagliato per meritarmi un tale inferno.
Ma ora che ero qui tra queste bellissime sirene, avevo capito che Dio non mi aveva abbandonato, era solo una prova per farmi provare un piacere ancora più grande.
Eravamo sotto il palazzo reale: il re  era su una terrazza e aveva appena finito un discorso sull'importanza di instaurare un rapporto di pacifica convivenza e alleanza tra le nostre due razze. In realtà l'avevo ascoltato ben poco... attorniato da tante bellezze, era difficile concentrarsi su quanto dicesse il sovrano. Le sirene erano così adorabili: bellissime, gentili, disponibili... più tempo passavo con loro e più pensavo a quanto sarebbe stato difficile lasciarle.
“Non voglio lasciarvi...” esclamai sovrappensiero.
“Resta pure con loro, ce la caveremo benissimo senza te”.
“Taci marimo! Chi penserà a cucinare per Nami-swan e Robin-chwan?” avrei voluto proseguire nella mia invettiva contro di lui, ma con la coda dell'occhio vidi il re fare qualche passo indietro ed una figura avanzare piano.
La riconobbi subito, prima che la luce del sole la potesse illuminare offrendo a tutti uno spettacolo di rara bellezza.
Nami-san, in un elegante abito verde acqua, aveva preso il posto di Nettuno e si accingeva a parlare. Non l'avevo mai vista così meravigliosa: era una frase che mi ero ripetuto più volte, ma cosa ci potevo fare se diventava ogni giorno più stupenda?
“Hai proprio una faccia da idiota”.
“Taci una volta per tutte, marimo. Un troglodita come te non può apprezzare la soavità di questo spettacolo”.
“Che?! Tu sei proprio senza speranze” mi disse allontanandosi. In un altro momento non gli avrei permesso di andarsene così, ma non ora.
Non ora che potevo ammirare la ragazza più deliziosa che avessi mai conosciuto in tutto il suo splendore. La guardai.
La guardai.
Ed ebbi la consapevolezza, chiara come quella di dover morire, di amarla più di qualsiasi cosa avessi mai visto o potuto immaginare.
La vidi esitare un momento, mordersi il labbro inferiore come faceva sempre quando era in difficoltà. Avrei voluto abbracciarla, dirle che ero con lei e che non c'era nulla di cui preoccuparsi.
Poi, fu un momento: i nostri sguardi si incrociarono, per pochi secondi.
E solo allora, iniziò a parlare:
“Sin da quando ero piccola, amavo disegnare cartine. Studiavo navigazione perchè adoravo il mare e volevo navigarlo da cima a fondo per poter rappresentare tutte le sue isole in un'unica, grande cartina.
Un giorno, mia madre mi regalò un set di strumenti per poter disegnare: molti fogli bianchi, penne e  matite. Ma mi disse che la cosa più importante era la gomma, perché con quella avrei potuto cancellare tutti gli errori che commettevo e ripartire da capo, come se niente fosse.
Crescendo, ho capito che in realtà non è così semplice.
Non basta per dimenticare tutto il male che la razza umana vi ha fatto subire.
Non basta per poter voltare pagina.
Perchè purtroppo ci sono segni che rimangono indelebili, impressi nelle nostre anime e nei nostri cuori. E ci sono dolori così profondi che non si possono superare, ma solo imparare a conviverci.
Ma ora che ho conosciuto meglio il vostro popolo, so che possiamo stringere un'alleanza.
Perché le differenze tra noi sono solo esteriori.
So che siete persone fiere, orgogliose, oneste. So che nei vostri cuori ardono sentimenti nobili, che avete un disperato bisogno di pace, comprensione e amore.
So che avete sofferto molto, che questa situazione vi ha sfinito e che volete solo un po' di serenità.
Ed è quello che voglio promettervi: non basterà una gomma, non basteranno queste parole. Ma abbiamo gli stessi desideri, vogliamo raggiungere gli stessi obiettivi. E solo se ci proveremo insieme, li realizzeremo”.

Per le strade della città, due ore dopo.

“Un discorso a dir poco emozionante, Nami-swan”.
“Grazie mille, Sanji-kun. Ma se ti ho chiamato qui, è perché ho bisogno di dirti un paio di cose”.
Dopo il discorso, avevo ricevuto tanti complimenti e ringraziamenti. Non sapevo bene neanche io come mi erano uscite quelle parole, l'avevo praticamente improvvisato. Ma già da un po' sentivo il bisogno di parlare con Sanji-kun. Non so se era stata la lontananza, ma avevo riflettuto molto su di lui.
“La prima è che ti ringrazio per quello che  hai detto pochi giorni fa a Jinbei”. Io mi ero bloccata e senza che gli dicessi nulla era venuto in mio soccorso.
“Mia adorata, sai bene che farei qualun-”.
“Aspetta, fammi finire” ora veniva la parte più difficile da dirgli e se mi interrompeva non sarei riuscita a proseguire.
“Cercherò di essere il più chiara possibile. Devi cambiare atteggiamento. Tu, non fai che guardarmi, non fai che osservarmi e io cerco di ignorarlo, ho provato con tutte le mie forze a non pensarci. Ma ignorarti è la cosa che più mi sfinisce. E così non va bene, non va assolutamente bene, perché... perché io non posso respirare, non posso respirare se tu mi guardi in quel modo, quindi smettila!”.
Si schiarì un po' la voce, per poi rispondermi:
“Tu credi che io lo faccia apposta, Nami-swan? Io cerco sempre di guardare anche le altre, per non pensare a te. Ci provo con tutto me stesso, non sai quanto soffro per ogni tuo rifiuto e vorrei riuscire a concentrarmi su altre ragazze. Anche su quest'isola, dove ci sono queste dolcissime e bellissime sirene, non faccio che tentare di non pensare a te! Ma è più forte di me, perché nessun'altra mi fa perdere il controllo, nessuna mi rende impossibile tutto quello che faccio, nessuna mi fa venire il mal di stomaco se penso che qualcun altro la possa toccare o anche solo guardare con malizia! Io farei qualunque cosa per non guardarti più!”.
Restammo in silenzio a scrutarci solo per pochi attimi. Poi Sanji-kun si avvicinò lentamente, mi prese una mano e la strinse. Avrei voluto tirargli un pugno come facevo sempre, ma ero esausta dal continuare a negare qualcosa che stava diventando sempre più evidente. Io ci tenevo, a quello stupido cuoco, e i due anni di lontananza me lo avevano fatto capire chiaramente. Gli sfiorai il viso con una mano.
Ci guardammo e ci capimmo al volo, come succedeva sempre.
Ci baciammo teneramente, lentamente, dando modo alle nostre labbra di conoscersi e di esplorarsi. 
Ed ebbi l'ennesima conferma che lo amavo davvero, perché era l'unico che mi accettava con tutti i miei difetti e con cui potevo essere me stessa.



۩  ®


Ciao a tutti nakama! Come al solito sono pessima, è troppo tempo che non aggiorno questa raccolta ma... l'università mi sfinisce!
Comunque, la saga degli uomini-pesce a me è molto piaciuta, so che è un'opinione un po' impopolare ma io l'ho apprezzata, soprattutto il discorso sull'alleanza tra le due razze quando Jinbei dina il sangue a Rufy (scena a dir poco epica). E' vero che non ci sono stati grandi scontri e che tutti si aspettavano di vedere subito i miglioramenti dei Mugi dopo l'allenamento e sono rimasti delusi dal poco che si è visto. In parte condivido questa posizione ma comunque mi è molto piaicuta lo stesso questa saga.
E voi che mi dite? E che ne pensate della mia fan fiction?
Sono molto curiosa di scoprirlo!
Spero di riuscire ad essere un po' più rapida nell'aggiornare, anche perché credo che mi divertirò molto a scrivere della prossima saga (Punk Hazard – scambio dei corpi) e per Dressrosa ho già impostato la storia e non vedo l'ora di farvela leggere.
Hasta pronto!
Un abbraccio immenso.
Namirami. 
  
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