Nick: HollyMaster
Tributo: Mags
Turno: Quattro
Titolo Storia:
Presa all’amo dai ricordi
Genere:
Introspettivo
Raiting: Giallo
Pairing: Non presente
Note: Dovevo
scrivere qualcosa seguendo la situazione “Mags arriva
seconda (+1 punto se in qualcosa in cui si crede imbattibile)”
Spero possa piacere
e spiegare qualcosa di più sulla Mags che mi sono
immaginata.
Lo
facevo quando ero agitata.
E
ultimamente lo ero molto spesso.
I
volti dei Tributi che erano morti per causa mia, le lacrime delle famiglie e le
parole di Brutus mi battevano nel cervello, senza sosta.
Così
mi svegliavo di colpo, sudata, nel mio letto, in quella grandissima casa nel
villaggio dei Vincitori che mi ricordava ogni giorno che ero stata io a portare
alla morte ventitré miei coetanei.
Lui
compreso.
Mi
svegliavo nel buio urlando ma sapevo che nessuno sarebbe accorso a consolarmi.
Ero
sola.
Era
in quei momenti che cominciavo a costruire ami.
Era
rilassante; la mia camomilla.
Mi
ricordava di mio padre e di lui, Caleb, il ragazzo sorteggiato al mio fianco e
che non aveva mai lasciato quell’Arena infernale.
Tagliavo il filo e cominciavo.
Era
stato mio padre ad insegnarmi come fare, una delle poche cose che avevo appreso
da lui oltre al silenzio.
Lo
ricordavo con i piedi nella sabbia bagnata e l’acqua salata che raggiungeva a
malapena le sue caviglie. Si stagliava come una sagoma scura contro il cielo
che si faceva rosso nell’aria del tramonto. La rete in mano stracolma di pesci.
Ma
se era quelli rari che cercavi, quelli che si nascondevano sotto i massi e che
potevano essere venduti a un prezzo decisamente più alto al Mercato, allora
dovevi affidarti agli ami.
Tagliare
le corde, incrociarle, annodarle e infine tirare, forte, con tutta la forza che
si riusciva a trovare.
Con
il tempo divenni sempre più brava: i pesci si fidavano dei miei ami e
abboccavano con facilità, e la cosa non faceva che rendere mio padre sempre più
fiero.
-Sei
la migliore creatrice di ami del Distretto 4, Mags.
Se continui così, figlia mia, diventeremo i più ricchi pescatori dei dintorni.-
Secondo
mia madre era stato quel denaro a farmi estrarre per gli Hunger
Games, Snow non poteva permettersi che una famiglia
di un ragno povero, come la nostra, diventasse una delle più influenti a
livello economico nel Distretto.
Ma
non importava, io mi fidavo delle parole di mio padre.
Ero
la migliore creatrice di ami nel Distretto 4, ma mi sbagliavo, eccome.
Incrociavo le corde tra loro.
Era
così che avevo conosciuto Caleb.
Non
volevo parlargli. Mi ero rinchiusa dietro a un muro di silenzio. Avrei visto
presto quel ragazzo morire o forse sarebbe stato lui stesso a infliggermi
l’ultimo colpo, quello mortale.
Ma
durante l’intero addestramento non si era mai avvicinato agli addestratori di
combattimento con armi; se ne stava in disparte a lavorare per ore incrociando
corde.
Avevo
pensato che fosse uno sciocco, aveva una possibilità per imparare a difendersi
e sprecava il suo tempo in quel modo. La curiosità, però, giorno dopo giorno,
mi avvicinò a lui e alla sua opera. Avevo riconosciuto un amo sul suo tavolo da
lavoro ma mio padre non mi aveva mai insegnato a farne di così elaborati.
-Vuoi
che ti insegni?- Mi chiese traducendo i miei occhi sognanti. Io annuii e mi
misi al lavoro, ma per quanto ci provassi non riuscivo ad eguagliare i suoi
manufatti.
Mio
padre si sbagliava e io avrei voluto che non fosse stato così.
Facevo il nodo.
Lo
avevano trovato in quel modo.
Cercavamo
cibo nel lago. Mi ero proposta di creare io stessa gli ami per pescare.
Dopo
ore che galleggiavano sulla superficie azzurra nessun pesce aveva ancora
abboccato.
Ero
la più brava, a detta di mio padre, ma probabilmente non abbastanza da
ingannare gli Ibridi che popolavano l’Arena.
Caleb
aveva proposto di utilizzare uno dei suoi.
Nemmeno
mezz’ora dopo averli lanciati nel lago i pesci avevano già abboccato.
Si
avvicinò all’acqua, il tramonto lo faceva sembrare un’ombra scura e imponente
contro il cielo rosso del tramonto, con i piedi bagnati dall’acqua salata.
-Vedi,
l’allievo non supera il maestro!- Mi urlò sorridendo nel dimostrare la sua
superiorità.
Quel
sorriso gli si ghiacciò sulle labbra mentre i pesci che aveva appena liberato
dagli ami gli saltarono addosso mostrando denti aguzzi, innaturalmente
appuntiti, e cominciarono a strappare la sua carne dalle ossa.
E tiravo con tutta la forza che avevo.
Era
così che mi calmavo.
Le
parole di Brutus, che non smettevano mai di gironzolarmi nella testa,
scomparivano. Con loro anche i volti straziati dal dolore e dalla rabbia che
continuavano a perseguitare i miei sogni tramutandoli in incubi senza fine.
Ora
ero la più brava creatrice di ami del Distretto 4, ma il solo che mi aveva mai
superata era morto trucidato dagli Ibridi di Snow
nell’Arena. E come se mi fosse giunta una profezia seppi, in quel momento, che
quella sarebbe stata anche la mia fine.
Inghiottita
nell’Arena da qualche strana creazione di Capitol
City.