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Autore: Matilde di Shabran    02/07/2014    1 recensioni
Un altro seguito di Tonight - L'incontro.
"Tonight, you're gonna know how much I miss you
And I miss you so"
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Fra, non puoi andare avanti in questo modo!” esplose Alaina alterata, ma anche visibilmente preoccupata per l’amica “è da troppo che ti comporti così! Passi le tue giornate chiusa in casa a piangere, eviti ogni tipo di divertimento, non sorridi più, parli poco, sei spenta: io non ti riconosco più!”

L’atmosfera era esplosiva, nella stanza di Francesca erano riunite tutte le sue amiche, Alaina, Federica, Astrid, Giulia, Elisa e Stefania per l’ennesimo tentativo di farla ragionare.

“Io non ti capisco” intervenne Elisa “ci hai ripetuto in tutti i modi che non hai il coraggio di dirgli che aspetti un bambino perché temi la sua reazione, ma intanto lui ti scrive quelle benedette lettere ogni santo giorno! E tu cosa fai? Le butti via o le bruci! Quel povero disgraziato sta impazzendo senza di te e cerca di fartelo capire in tutti i modi! E per te, che tu lo voglia ammettere o no, vale la stessa cosa!” Infatti, dopo la lettera che Astrid le aveva letto, ne erano arrivate altre. Praticamente una al giorno. Oltre a continuare a chiederle spiegazioni e a pregarla di farsi sentire, aveva iniziato anche a raccontarle delle sue giornate, del suo lavoro o, più semplicemente, del più e del meno, come per cercare di farla sentire parte di quello che faceva, anche se non era li fisicamente. Lei alla volte reagiva con stizza, altre con freddezza, come se quelle parole non fossero dirette a lei, altre ancora rattristandosi. In certi casi nemmeno le leggeva e le gettava ancora prima di aprirle. In altri le sue amiche, che andavano a trovarla, o sua madre, intercettavano la posta prima che lei ci potesse mettere le mani sopra, e gliele leggevano ad alta voce, in modo da obbligarla a sentire cosa ci fosse scritto.

“Si vede lontano un chilometro che soffri terribilmente la sua assenza, anche se non vuoi ammetterlo, e che più che in ogni altro momento adesso hai un estremo bisogno di lui. Ma non ti rendi conto che stai facendo del male a tutti e due per i tuoi assurdi sensi di colpa?!”

“Noi ci conosciamo bene, io e te siamo amiche da sempre,” disse Federica con tono più calmo, sedendosi sul letto, al fianco dell’amica “Ci siamo accorte tutte che tu stai male, e, che tu lo voglia ammettere o no, uno dei motivi è il fatto che lui non è qui con te.”

“Porca miseria Francesca, non puoi ridurti così!” esclamò Stefania “Sei depressa, pallida, sciupata, persino dimagrita, e non è tanto normale, visto che sei incinta! Posso capire che tu ce l’abbia con te stessa! Non lo condivido, ma posso capirlo. Però almeno preoccupati del bambino, così fai del male anche, e soprattutto, a lui. E poi proprio tu, che ti sei sempre proclamata paladina della famiglia tradizionale, del matrimonio, e tutto il resto, ora vuoi che tuo figlio cresca senza un padre, quando ce l’ha, ti ama ed è, a tuo dire, una persona straordinaria? Scommetto che, se glielo dicessi, verrebbe qui di corsa, anche se TU l'hai lasciato!”

“Ok” intervenne Elisa “mettiamo che tu continui ad insistere sulla tua decisione. Ma se un giorno lui venisse a sapere di avere un figlio, non si troverebbe in diritto di odiarti per averglielo nascosto? Così passeresti dalla parte del torto!”

“Ci sono già” singhiozzò Francesca.

“Se proprio ci tieni ad incolparti” ribatté Elisa infuriata “va bene! Hai sbagliato! Ma allora ha sbagliato anche lui! Fino a prova contraria, queste cose si fanno in due!!! Ti vuoi mettere in testa che comunque questo sbaglio non è poi così grave, e ci potresti porre rimedio facilmente, se solo ti decidessi a dirgli la verità.”

“Ma lui non può…” cercò di rispondere tra le lacrime che le scendevano copiose sulle guance “non può… non posso fagli questo… non se lo merita…”

“FRANCESCA è ORA DI FINIRLA!” gridò Astrid, presa dalla collera “Non credevo che tu potessi dimostrarti così stupida! Non puoi fargli cosa? TU? Cosa ha fatto LUI a TE, piuttosto! Dovrebbe essere LUI a stare male e ad avere i rimorsi di coscienza, non TU!!! È lui che ti ha messa in questa situazione! LUI che te l’ha fatto fare, benché TU non ti sentissi pronta, non viceversa! E adesso TU sei incinta!”

“Ma…” cercò di obiettare Francesca, osservando atterrita Astrid, che stava esprimendo le proprie idee con l’impeto di un fiume in piena.

“Niente ma, Santo Cielo! Finiscila di difenderlo, perché non se lo merita! Devi metterti in testa che tu sei la vittima in questa situazione, non lui! Tu non gli hai fatto niente di male, lui sì!”

“Astrid, tu non puoi capire" replicò scuotendo il capo e alzando il tono della voce, nel tentativo di contrastare la foga della sua interlocutrice.

“Svegliati” gridò Astrid, tirandole un violento ceffone “Io mi sono stufata!" concluse uscendo dalla stanza, sbattendo violentemente la porta.

 

 

“Astrid, fermati” la richiamò Elisa che l’aveva rincorsa per poi prenderla per un braccio quando ormai si trovava nei pressi del cancello della villetta.

“La sberla te la potevi risparmiare…”

“Sì, lo so, ma mi è scappata” rispose Astrid dispiaciuta, tentando di trattenere le lacrime, così poco consone al suo usuale atteggiamento da donna forte e determinata. “Sono esasperata. Fa male vederla così! Si sta distruggendo con le sue mani…”

“E tutto perché lo ama troppo…” sospirò Elisa.

“Vedi che io ho ragione a non volermi lasciare andare ai sentimenti! Io non rischio una situazione del genere!!!”

“Ma con i ragazzi precedenti non aveva mai avuto questo legame, non era mai stata così innamorata…”

“Non era neanche mai rimasta incinta!” rimarcò acida.

“Ma non è solo quello! Mi sono accorta subito, dal modo in cui ne parlava e dal suo atteggiamento in generale, che questo era ben diverso dagli altri, non per quello che è, ma piuttosto per quello che loro sono assieme. Il bambino è un di più che ha complicato la situazione… Anche se potrebbe essere visto come un segno…”

“Di cosa?”

“Del fatto che devono stare assieme. Che questa storia non può essere distrutta semplicemente dal fatto che sono lontani…”

“Dobbiamo fare qualcosa!” intervenne Astrid risoluta.

“Sì… è un paio di giorni che ci sto pensando… domani ci troviamo tutte a casa mia e vi spiego”.

 

 

“Dai Fra” disse Giulia avvicinandosi a Francesca accarezzandole la guancia ancora arrossata per lo schiaffo e abbracciandola “non ti preoccupare per Astrid, sai come è fatta. Lei ti vuole molto bene e soffre come tutte noi nel vederti stare così, solo che lei reagisce in maniera diversa…”

“Io non voglio che voi stiate male per colpa mia” sospirò asciugandosi le lacrime.

“Quando una di noi ha avuto un problema abbiamo sempre cercato di aiutarci a vicenda e tu sei sempre stata la prima a starci vicina. Adesso è il nostro turno di ricambiare.”

 

 

   
 
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