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Autore: anakinskywalker    02/07/2014    2 recensioni
Nico si trova a prendere lezioni di nuoto da un maestro che lui vede come un po' più di un semplice maestro
-sono gradite recensioni!-
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Annabeth Chase, Hazel Levesque, Nico di Angelo, Percy Jackson, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mentre Nico, confuso e scosso, cercava di impedire all'acqua di invadergli i polmoni, Percy non riuscì nemmeno a opporre resistenza a tutti i pensieri che gli occuparono la mente. Si, aveva palpato il posteriore di Nico, ma perchè? " Ho una ragazza, una bellissima ragazza, e mi piace, tanto... Si, tanto." Non è normale che un ragazzo attratto dalle donne, e questo Percy lo sottolineava con molta cura, voglia toccare il sedere di un ragazzo, nonostante sia il sedere di un BEL ragazzo, come Nico. "Insomma!" si disse scocciato "anche Jason è un ragazzo fantastico, ma non mi è mai venuto in mente, nemmeno per un istante di toccarlo!" " Però Nico è così indifeso ... E tu hai sempre provato a proteggerlo che forse hai sviluppato qualche sentimento per lui." " Allora adesso dovrebbe piacermi anche Frank! E la maggior parte delle persone che vivono al campo mezzosangue e a quello di Giove!". Ad un certo punto, in questa discussione molto animata, un'immagine azzittì tutti i pensieri e le riflessioni: gli occhi del figlio di Ade. Nello sguardo grigio di Annabeth si leggeva tutto ciò che pensava, perchè non aveva niente da nascondere, niente da temere; negli occhi di Nico, invece, si vedeva, quasi sempre, unicamente il proprio riflesso e, quelle rare volte in cui il ragazzo abbassava le barriere difensive, vi si potevano trovare solamente incognite, rimpianti e dolore, tanto muto dolore. Questo Percy lo aveva sempre trovato affascinate, e aveva imparato a farsi piacere quello sguardo, se non addirittura ad amarlo. Ma non era pronto ad ammetterlo, forse non lo sarebbe mai stato.
Il figlio di Poseidone tornò alla realtà solamente quando qualcosa gli strinse compulsivamente la caviglia destra. Subito questo si immerse nell'acqua, per vedere Nico che, muovendosi spasmodicamente, provava a trattenere il fiato. Percy si sporse velocemente, lo abbracciò e lo riportò in superficie. Mentre l'altro continuava a tossire, cercando di buttar fuori tutto il lago che aveva respirato, Percy si avvicinò alla riva, appoggiando il figlio di Ade ad un albero che si affacciava sullo specchio d'acqua. - Dillo ...- Nico provò ad iniziare a parlare, ma dei violenti colpi di tosse lo costrinsero a fermasi -... Dillo che mi vuoi uccidere!- - Cosa te lo fa pensare?- solamente lo sguardo straniato di Percy trattenne il figlio di Ade dal prenderlo a pugni in faccia. - Mmmh, fammici pensare. Ah! Forse perché mi hai palpato il sedere e poi mi hai quasi fatto affogare?!-. L'altro aprì la bocca, come per provare a spiegare, ma venne fermato da un gesto scocciato di Nico - Dimmi, Jackson, che vuoi da me?- - In che senso ... - - Perchè mi hai toccato?-. Percy si bloccò. Aveva il compagno a qualche decina di centimetri di distanza. Adesso si era alzato, ed entrambe le braccia gli ricadevano di fianco al corpo. Non riusciva a leggere i suoi occhi. - Ho ... Ho sbagliato. Ero soprappensiero e l'ultima volta che ho fatto una cosa del genere ero con Annabeth ...- - Mi stai dicendo che mi hai scambiato per  la tua ragazza?- Nico riuscì a mantenere un tono freddo e distaccato, mentre nel suo cuore stava per scoppiare una bomba. Percy abbassò lentamente la testa e rispose - Si.-  Niente. Né dolore né tristezza. Vuoto totale, come se Nico si trovasse in una stanza isolata: bianca, vuota, senza finestre, senza mobili. - Bene. Adesso devo andare. Ciao.- - N..Nico!- il figlio di Poseidone lo prese per il braccio, a quel tocco sentì solo più freddo, - Tutto bene?- si costrinse a guardare gli occhi blu dell'altro - Purtroppo si.-


No, non era triste, non era depresso, né tanto meno disperato. Ma deluso si. Deluso e frustrato. Nico aveva perso il conto dei giorni che aveva passato dentro la cabina numero 3. Il sole per lui era ormai un ricordo lontano, come il cibo. Erano passati tre lunghi ed estenuanti giorni della sua misera vita dall'incidente del lago. Inizialmente si era sentito quasi orgoglioso per essere riuscito ad attirare l'attenzione del semidio sul suo corpo, ma quando, scusandosi, Percy gli aveva detto che lo aveva scambiato con Annabeth ... 
- NICO!- il figlio di Ade spostò lo sguardo dal soffitto all'immagine tremolante di Hazel - sarà la quinta volta che mi chiami in oggi, ma non mi dici assolutamente niente! ...- gli occhi di Nico la fissarono, vuoti. - Fratellino, mi sto preoccupando. Dimmi qualcosa, qualsiasi cosa... -.
C'era un'unica parola, anzi, un unico nome che intasava tutti i pensieri di Nico, ma lui non riusciva a liberarsi di questo peso, non riusciva a pronunciarlo. Effettivamente la colpa non era del figlio di Poseidone, poichè era umano sbagliarsi e confondersi, e questo il figlio della morte lo sapeva, ma non era capace di scrollassi di dosso quello sguardo blu, carico di rimpianti e desideri. Desideri? Erano veri o la sua fantasia, unita a un'enorme dose di speranza, gli avevano ottenebrato la mente, fino a fargli pensare che, l'irraggiungibile figlio del dio del mare, era interessato a lui? E inoltre era assolutamente consapevole che se avesse detto alla sorella ciò che era successo e che lo tormentava, lei avrebbe iniziato a tempestare l'altro semidio di domande. "Forse però" riflettè Nico " non sarebbe male. Potrei finalmente scoprire la verità, potrei finalmente sapere ciò che s nasconde dietro il suo sguardo burrascoso". 
E, per la prima volta in tre giorni, parlò, e dalla sua gola uscì, sembrando quasi un verso di agonia, un'unica parola: - ... Percy-
  
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