Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Sariel    25/08/2008    3 recensioni
- Non dire cazzate.-
Le mani di lui rimasero ferme a mezz’aria, le dita ancora intorno al nodo della cravatta. La guardò e nei suoi occhi lei riuscì a vedere una nuova espressione, colpevole.
Ma quell’espressione sparì veloce come era apparsa. E ora a lei, sua moglie, era destinato uno sguardo freddo, di ghiaccio, privo di qualsiasi forma di affetto o di amore.
[Astoria/Draco/Daphne]
Genere: Generale, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Daphne Greengrass, Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fandom: Harry Potter
Rating: G.
Personaggi/Pairing: Astoria Greengrass, Draco Malfoy.
Tipologia: One-Shot
Conteggio parole:.
Avvertimenti: Linguaggio Colorito.
Spoiler! Riferimenti post DH. JK Rowling, in un’intervista, ha affermato che la moglie Malfoy sarà Astoria Greengrass, sorella minore di Daphne Greengrass.
Genere: Generale, Triste, Malinconico, Drammatico.
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di JK Rowling che ne detiene/detengono tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in ‘Harry Potter’, appartengono solo a me.
Credits: -
Note dell'Autore: Fiction scritta per il concordo “HP-15 minutes of Fame” indetto dal Writers Arena, anche se per problemi di linea non sono riuscita a postarla.

Ho cercato informazioni su Astoria Greengrass ma non ho trovato molto, anzi niente sul suo aspetto fisico. Quindi ho inventato di sana pianta. E mi dispiace per chi la immaginava alta-bionda-occhi-azzurri.
Introduzione alla Fan Fiction:

 

 midnight ~
-ASTORIA GREENGRASS-
 
 
Il silenzio incombeva nell’ampio salone. Soltanto il debole e leggero crepitio del fuoco sembrava volerlo rompere, senza successo. Le fiamme morenti illuminavano i drappeggi scuri delle finestre, donando loro un colore sinistro, e il volto della donna, seduta su una poltrona di velluto verde davanti al camino.
Una ciocca dei lunghi capelli castani le cadeva scomposta sul volto. Con un gesto la raccolse dietro l’orecchio. Una strana luce le brillava negli occhi, di uno straordinario verde smeraldo, mentre fissava il camino finemente decorato di fronte a sé.
Le sue labbra sottili, dipinte con un rossetto rosso scuro, risaltavano sulla pelle candida, quasi diafana.
Allungò il braccio verso il tavolino a lato della poltrona e si versò da bere. Il bicchiere tintinnò a contatto con la bottiglia di brandy, e quello fu l’unico rumore che spezzò il silenzio quasi opprimente.
Si portò il balloon di cristallo alle labbra e ne bevve un sorso, lasciando una sottile macchia di rossetto sul bordo. Con la lingua catturò sull’angolo della bocca una goccia che le era sfuggita.
Continuò a fissare davanti a sé, incapace di pensare ad altro che a lui. A lui insieme a…no, era impossibile. Erano passate due ore dal loro ipotetico appuntamento e lui era ancora al lavoro. O meglio, così pensava lei.
 
Tesoro mi dispiace, non potrò esserci stasera.
 
Si rigirò tra le dita il piccolo pezzo di pergamena, immaginando cosa avesse potuto trattenerlo. Perdere così il decimo anniversario. Non che importasse a qualcuno, dopotutto il loro matrimonio era stato combinato. Ma lei voleva - pretendeva- almeno una di quelle poche attenzioni che un marito qualunque darebbe normalmente alla propria moglie.
Fissò nuovamente quelle poche parole scarabocchiate sulla pergamena.
E se i suoi timori si fossero dimostrati reali? Quelle parole, così fredde, nascondevano qualcosa? Dov’era realmente lui?
E quell’idea, repressa solo poco prima, le riaffiorò nella mente.
Lui insieme ad un’altra donna.
Impossibile.
Erano settimane che quell’idea la tormentava come un tarlo.
Improbabile.
Troppe serate trascorse al lavoro, troppe assenze da casa.
Possibile.
E quelle nuove considerazioni furono come una doccia fredda.
Lei era affascinante, su questo potevano concordare molti uomini, ma suo marito non l’amava, non la desiderava.
Strinse in un pugno la pergamena, accartocciandola. E dentro di lei la consapevolezza prese il sopravvento. Tutto le sembrò più chiaro, visto sotto una luce diversa e nuova. Aveva negato l’evidenza per molto, troppo tempo.
Non desiderata. Usata. Tradita.
E pensare che all’inizio credeva veramente a quel matrimonio, credeva di essersi innamorata sul serio. E ora, dopo la nascita del loro figlio, dopo anni passati insieme, tutto si infranse davanti ai suoi occhi, facendole vedere per la prima volta che tutto era falso, tutto era fondato sulla menzogna.
L’orologio a pendolo, in fondo al salone, suonò, facendola riemergere dai suoi pensieri. Mezzanotte.
Contrasse le labbra non appena sentì il sonoro crack riecheggiare nel corridoio, seguito da un piccolo pop.
- Il suo mantello, signore.- disse la voce acuta dell’elfo domestico.
- Mettilo a posto- rispose un’altra voce, più bassa e dura. Lo sentì sfilarsi la giacca e lanciarla verso l’elfo, che sparì con un altro pop.
L’uomo cominciò a muoversi e la donna potè sentire i suoi passi, attutiti dal pavimento del corridoio, fermarsi davanti al salone.
- Dove sei stato?- domandò, con voce spezzata e alzandosi per guardarlo.
- C’era del lavoro da fare.- replicò velocemente, mentre iniziava a togliersi la cravatta.
La donna avanzò di qualche passo, senza smettere di fissarlo.
- Non dire cazzate.-
Le mani di lui rimasero ferme a mezz’aria, le dita ancora intorno al nodo della cravatta. La guardò e nei suoi occhi lei riuscì a vedere una nuova espressione, colpevole.
Ma quell’espressione sparì veloce come era apparsa. E ora a lei, sua moglie, era destinato uno sguardo freddo, di ghiaccio, privo di qualsiasi forma di affetto o di amore.
Alzò un sopracciglio e bevve un sorso di brandy dal bicchiere.
-Dove sei stato, Draco?- chiese, con un sussurro quasi impercettibile.
- Te l’ho detto, Astoria. Avevo del lavoro da fare.-
Fece per andarsene ma Astoria fu più veloce e lo fermò. Con un gesto rapido gli tolse la cravatta e afferrò il colletto bianco della camicia.
Non riuscì a trattenere una risata isterica. Una macchia rossa deturpava il candore della camicia. Rossa come il sangue. Ma sangue non era.
Un ghigno le increspò le labbra. Rossetto. Molto simile al suo, di una sola tonalità più chiara.
- Vedo che ti hanno offerto un servizio completo al lavoro.- disse, atona.
Silenzio.
Nessuna risposta. Continuò a guardarlo con occhi pieni d’odio ma Draco non fece nulla.
-Chi tace acconsente.- sussurrò, allontanandosi da lui di qualche passo.
Sorseggiò nuovamente, svuotando del tutto il bicchiere.
- Con quale delle tue puttanelle sei andato stavolta?- Draco sostenne il suo sguardo per qualche secondo, prima di allontanarsi da lei.
- Cos’è, hai perso la lingua?- domandò, sarcastica.
- Non dire sciocchezze. Stai diventando patetica.- si avvicinò e le strappò il bicchiere di mano. - E sei anche mezza ubriaca.
- Certo, tutte le scuse sono buone.- rise. - Ammettilo e facciamola finita. Con chi sei andato stavolta?
Nuovamente silenzio.
Si voltò, prima di fare un passo verso la scalinata di marmo che portava al piano superiore della villa.
- Daphne.
Si immobilizzò, con una mano appoggiata al corrimano.
Quel sussurrò le arrivò chiarissimo, come se quel nome fosse stato urlato.
- Daphne.- ripetè.
Non si girò verso di lui, per non dargli la soddisfazione di vedere quelle minuscole gocce d’acqua che cominciarono a uscire incontrollate. Respirò piano, prima di parlare.
- Ti odio, Malfoy. - disse duramente, prima di salire le scale.
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Sariel