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Autore: Mconcy    03/07/2014    9 recensioni
Sono passati due mesi.
Due mesi da quando abbiamo sparso le sue ceneri.
Due mesi da quando ho deciso che sarei andato avanti e che l'avrei fatto per lei.

Ambientazione post-Allegiant.
Dal Capitolo 3:
"Christina, ti prego."
"Quattro..." prova a dire, ma la interrompo prima che eviti di nuovo la mia domanda.
"Devo sapere. Ti prego, dimmi la verità... Era lei?" la voce mi si incrina un poco. 
Christina mi guarda in modo indecifrabile. Non so cosa stia pensando, cosa stia provando. Registro solo la sua risposta, due lettere.
"Sì"
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Tris, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fragili'
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Fragili

Capitolo 15






"Voglio venire con voi."


Le quattro parole che più mi aspettavo di sentire, ma che paradossalmente temevo di più.
Era ovvio che Tris sarebbe voluta andare con loro. Me l'ha detto, sta cercando una persona e andrà fino in fondo per trovarla.

Mentre fisso gli occhi di Tris ritorno indietro nel tempo di tre anni. Ritorno a quella sera, nel mio vecchio appartamento alla residenza degli Intrepidi, dopo la morte di Marlene.
Le avevo chiesto di non consegnarsi agli Eruditi, le avevo chiesto di farlo per me.
La sua risposta quella sera fu: "Te lo prometto."

Ed era una bugia.

Ora Tris mi sta guardando, implorandomi con gli occhi di capirla. Ma mi sento strano come allora.
È possibile che per lei io valga così poco da gettarsi per l'ennesima volta nelle braccia del nemico senza pensare a me?
Potevo capire il voler venire fin qui, ma addirittura prendere parte ad un'operazione militare!
Non valevo tanto da farle cambiare idea nemmeno tre anni fa?

"Ragazzina, credo che tu stia esagerando." è la perentoria risposta del Comandante alle sue richieste.

Comincio a vagare per la stanza con lo sguardo. I miei occhi si posano su Chris, distesa in un angolo di quel polveroso scantinato, inerme.
Devo proteggere anche lei.

"Non creerò problemi." assicura Tris non smettendo di guardarmi. "Devo trovare una persona."

Il Comandante aggrotta le ciglia, irritato.
"E tu pensi di poter sostenere un'azione di guerra? Forse non ti rendi conto di quanto la Periferia sia cambiata in questi tre anni. La tua preparazione da Intrepida non basterà davanti ad un gruppo di Ribelli come questi..."

Tris distoglie lo sguardo da me e lo punta in quello del Comandante Pohe. Io seguo la scena in silenzio, immobile.
Quasi non respiro.

"Non le sto dicendo che voglio partecipare all'attacco come soldato." riprende Tris con convinzione. "Quello che voglio è poter venire con voi fino al quartier generale. Niente di più, niente di meno."

Questa volta sono io ad aggrottare le sopracciglia.
Ma cosa sta dicendo?
Tutto questo discorso non avrebbe senso per chiunque conoscesse Tris.
Lei non aspetterebbe che l'attacco si concludesse per andare a cercare quell'Ethan. Non è da lei.
Sono sicuro che ha qualcosa in mente, ma purtroppo Pohe non la conosce come me.

Il Comandante scuote la testa lasciandosi sfuggire un ghigno.
"Sei testarda, ragazza."
Si volta nella mia direzione e mi guarda con aria di sfida, probabilmente percependo dalla mia espressione il mio disappunto.

Torna a guardare Tris e allarga le braccia.
"D'accordo."

Le mie speranze vanno in frantumi.

"Potrai rimanere con il gruppo che si fermerà al punto di osservazione quando noi sferreremo l'attacco." continua Pohe imperterrito.

Tris annuisce soddisfatta. Vedo una luce di determinazione nei suoi occhi.
Ha già un piano, ne sono sicuro.
Devo parlarle da solo e metterla alle strette.

"Per ora resta qui con la tua malconcia amica. Aspetteremo che la squadra di ricognizione ci comunichi la posizione, solo allora partirai con noi."
Pohe guarda l'ora sul quadrante che porta al polso e fa una smorfia.

"Ora devo andare, la squadra di ricognizione non si organizza da sola. Vi manderò Swool a comunicarvi le novità." dice lanciando un'occhiata indifferente a Chris.
Poi gira sui tacchi ed esce dallo scantinato zoppicando.

Io e Tris rimaniamo in piedi a guardarci. L'aria fra di noi si è fatta pesante. Inspiro profondamente e rilasso le spalle.
"Era il tuo obiettivo fin dall'inizio?"
La mia voce esce piatta e distante, ma la delusione e la rabbia mi fanno tremare le mani.

Tris non abbassa lo sguardo.
"Ovviamente no, non mi aspettavo di ritrovarmi nel bel mezzo di un attacco..."

"Ma non hai esitato a lanciartici in mezzo."

Lei scuote la testa e finalmente guarda altrove.
"Non voglio partecipare all'attacco."

Schiocco la lingua e sposto il peso da un piede all'altro.
"Tris, pensi che non abbia capito? Non rimarrai ferma ad aspettare che l'attacco finisca, ti conosco."
Faccio tre passi verso di lei e le prendo le mani con vigore, ma senza stringerle.
"Cosa hai in mente? Perché vuoi mettere in pericolo la tua vita di nuovo?"

Tris si avvicina di più a me. Fissa lo sguardo nel mio cercando disperatamente di farmi capire.
"Non... Voglio solo trovarlo, nient'altro." balbetta. Poi la sua voce diventa più sicura. "Devo riuscire a tirarlo fuori dal quartier generale prima che i Ribelli decidano di scappare e portarsi dietro i prigionieri, come è successo l'ultima volta."

Qualcosa mi infastidisce in quello che ha detto, ma non saprei spiegare cosa, così tento la via della logica.
"Tris, non sai nemmeno se è tenuto lì..."

"Dove altro lo terrebbero?"

Scuoto la testa.
"E perché dovrebbero portarlo con loro ancora una volta? È solo un prigioniero."

Tris sospira.
"Anche io lo ero. Eppure mi hanno lasciato lì. Ethan era nella mia stessa cella, avrebbero potuto prendere anche me, ma non l'hanno fatto. Volevano lui allora, e lo vorranno anche adesso."

Mi passo nervosamente una mano tra i capelli allontanandomi di un passo.
Questo scantinato si sta facendo troppo piccolo e soffocante.

"È troppo pericoloso, Tris. Guarda Chris com'è ridotta per essersi solo avvicinata al campo di battaglia!" Con un gesto indico la mia migliore amica - la nostra migliore amica - addormentata sul materasso nell'angolo.
"Dobbiamo occuparci anche di lei."

La scarsa luce dello scantinato tremola leggermente mentre il silenzio si insinua tra di noi.
Tris mi guarda con un'espressione rassegnata.
"Non ti sto obbligando a venire con me, Tobias. Resta qui se vuoi, ma io devo andare. Devo tirarlo fuori di lì."

Inizialmente credo di aver sentito male.
Vuole andare senza di me? Pensa che io l'abbandonerei così?
Un pizzico di delusione raggiunge il mio cuore, impedendomi di rispondere a quella assurdità.
Tris va avanti.

"Lo so che vuoi occuparti di Christina. Vorrei farlo anche io, credimi, ma so che qui sarà in buone mani e ho davvero bisogno di salvare Ethan. Non ti dirò di venire con me se non vuoi farlo."
Si dirige verso la porta guardando a terra e infine aprendola.
"Scusami" dice prima di scomparire nel corridoio.

Rimango solo con Chris in questo scantinato polveroso, così mi siedo vicino al materasso e mi abbandono sullo schienale.

Devo decidere se rimanere con Christina per occuparmi di lei o andare con Tris e assecondare il suo folle piano solo per assicurarmi di proteggerla.

Non sono d'accordo con lei, è una cosa assurda. Pensa davvero di avere più possibilità dell'esercito di Pohe di tirare fuori Ethan da lì?
Se non andassi con lei cambierebbe idea?
Questo non credo, lei andrebbe lo stesso.

Devo decidere, non c'è niente da fare.
Rimanere o partire.

Non vorrei fare nessuna delle due cose.
In questo momento vorrei solo tornare a casa.

**


Dopo un giorno di inseguimento, la squadra di ricognizione ci ha inviato notizie sulla posizione del quartier generale dei ribelli. Non è lontano da dove siamo ora, perciò il Comandante Pohe ha deciso di partire il prima possibile per cogliere i Ribelli impreparati e ancora deboli dopo l'ultimo scontro.

Sono sdraiato sulla mia branda, una delle tante che sono state sistemate provvisoriamente nei corridoi del palazzo. Dall'altro lato del corridoio c'è Chris, ancora debole, che dorme profondamente sdraiata su un fianco.

Io non riesco a dormire. Intorno a me sento i respiri pesanti dei soldati che occupano le altre brande. Loro devono riposare perché domani all'alba dovranno partire per attaccare i Ribelli.
Io non so cosa farò.

Tris l'ho vista poco e niente dopo la nostra chiacchierata nello scantinato. Io mi sono preso cura di Christina, mentre lei probabilmente si sarà preparata a partire.
La sua branda è quella davanti alla mia, quindi mi basterebbe allungare un braccio per toccarle le caviglie.

Non lo so, non lo so.
Mi sembra tutto un errore. Vedo il pericolo ovunque e sono spaventato da quello che potrebbe succedere.
Restare qui sarebbe peggio. Non sapere cosa le starà accadendo mi farebbe cadere nell'ansia più totale.
È mio dovere proteggerla, non la posso lasciare.
Se non posso impedirle di andare, dovrò limitare i danni partendo con lei.

Lancio un'occhiata a Chris nel buio. Distinguo soltanto il contorno del suo corpo. Lei starà bene qui, anche senza di me. I dottori si prenderanno cura di lei e ci saranno anche Zeke e Amar. Di loro mi fido.

Sospiro e le chiedo mentalmente scusa per la decisione che ho appena preso.

Mi alzo piano dalla branda cercando di non fare rumore e faccio qualche passo nell'oscurità. Riesco a malapena a raggiungere la branda di Tris e, dopo aver tastato il bordo del materassino per assicurarmi di non ritrovarmi con il sedere sul pavimento, mi siedo accanto a lei.

Tris sussulta dalla sorpresa, ma poi la sento rilassarsi quando sussurro il suo nome.
Mi sdraio accanto a lei, ricoprendo poi entrambi con le coperte leggere. Lei si sistema meglio per farmi spazio e si lascia circondare dalle mie braccia.

Lascio passare qualche secondo per godermi il calore del suo corpo contro il mio. Poi le sussurro:
"Sono ancora dell'idea che il tuo piano sia troppo pericoloso e assolutamente insensato, ma io vengo con te, su questo non si discute."
Lei si stringe ancora di più a me passandomi le braccia intorno al collo.
"Grazie" sussurra nel mio orecchio.

Cerco nel buio i suoi occhi e li trovo, luminosi e bellissimi come sempre.
"Promettimi almeno che faremo attenzione e che non rischieremo inutilmente la vita."

La vedo annuire, solo un'ombra che si muove nell'oscurità. Poi si avvicina e posa le sue labbra sulle mie. È solo uno sfioramento leggero, ma mi fa rabbrividire istintivamente.
Le accarezzo la schiena sotto la maglia e la sento sospirare. I suoi muscoli si rilassano.
Mi lascia un ultimo bacio e si accoccola di nuovo tra le mie braccia, addormentandosi poco dopo.

Alla fine mi addormento anche io nonostante il fastidioso presentimento che qualcosa andrà male.


La mattina dopo, all'alba, siamo già sul convoglio che ci porterà al nuovo quartier generale dei Ribelli.
Nessuno parla durante il viaggio. I soldati si scambiano sguardi carichi di adrenalina.

Quando scendiamo dal camion insieme al Comandante Pohe, un soldato con i capelli sparati in aria ci accoglie sorridendo.
"Buongiorno Comandante! Siamo pronti a scatenare la guerra!"
Per essere mattina presto questo tipo è parecchio su di giri. Pohe lo squadra con indifferenza e indica la valle davanti a noi.
"È tra quegli edifici?"

Il soldato annuisce e ci indica un palazzo grigio scuro, sulla sinistra della cittadina abbandonata. Il sole è ancora basso, quindi possiamo contare sul buio per nascondere la nostra presenza.
"Il quartier generale è quello lì. La città non è abitata, quindi quelli che incontrerete sono tutti Ribelli."

Pohe annuisce e si gira verso di noi.
"Voi resterete qui. Potrete seguire l'attacco, ma scenderete a valle solo quando ve lo dirò io, ovvero quando tutto sarà finito."

"Tra quanto attaccherete?" chiede Tris, ignorando le raccomandazioni del Comandante.

"Meno di mezz'ora, il tempo di organizzarci."
Detto questo il Comandante si volta e raggiunge un gruppo di soldati riuniti intorno a delle cartine. Il soldato dai capelli sparati lo segue saltellando.

Dò un'occhiata intorno a me.
Siamo su una collina non molto elevata punteggiata da alberi. Alla nostra sinistra un fitto boschetto scende lungo tutto il versante della collina arrivando fino a valle, quindi ai piedi della cittadina.
Vedo che anche Tris sta osservando il boschetto con aria concentrata.
Ad un certo punto si gira verso di me e mi trascina dietro ad un camion.
"Dobbiamo andare ora. Arriveremo a valle attraversando il bosco, così non daremo nell'occhio."

Sospiro, sempre più contrariato.
"Come faremo con le armi? Saremo solo noi?"

Tris scuote la testa.
"No, in realtà no..."

La guardo alzando le sopracciglia per incitarla a continuare. Lei tentenna.

"Zeke e Amar si sono nascosti in uno dei furgoni. Verranno con noi."

"Cosa?"
Loro dovevano stare con Christina, dovevano prendersi cura di lei!
È anche per questo motivo che ho accettato di supportare il folle piano di Tris.
Lei sembra leggermi nella mente.
"Non ho gliel'ho chiesto io, Tobias. Appena hanno saputo non mi hanno dato altra scelta."

Mi passo nervosamente una mano tra i capelli. Questa cosa finirà male.
Dal retro di un camion a qualche metro di distanza escono i due ragazzi di cui stavamo parlando. In mano hanno delle armi che probabilmente hanno trafugato dalle casse del veicolo.
Li vedo guardarsi intorno. Quando incrociano il nostro sguardo Tris fa loro cenno di entrare nel boschetto, e così fanno.
Fortunatamente, o sfortunatamente, tutti i soldati sono concentrati sull'organizzazione dell'operazione e non si curano di noi. Sono riuniti in gruppi e si passano armi o si allacciano i giubbotti antiproiettile.

Per precauzione, comunque, ci guardiamo intorno anche noi.
Piano piano ci avviciniamo al limitare del bosco e quando ci rendiamo conto di non essere visti, ci intrufoliamo tra gli alberi.

Troviamo Zeke e Amar ad aspettarci ad una quindicina di metri dall'inizio del bosco.
"Dovevate restare con Chris" è la prima cosa che dico appena ci avviciniamo. Il mio tono è palesemente accusatorio.
Questa cosa mi manda in bestia.

Zeke scuote la testa.
"Starà benissimo anche senza di noi. I medici si prenderanno cura di lei."
Mi schiaffa in mano un fucile e mi supera per dare a Tris un'arma.
Ingoio il risentimento ed espiro chiudendo gli occhi. Faremo i conti più tardi.

Alla fine ci mettiamo in cammino e dopo una decina di minuti e tante erbacce sotto gli scarponi raggiungiamo il limitare del bosco, a valle.
Il quartier generale è a due isolati da qui, lo vedo in lontananza.

"Ci saranno delle guardie. Come faremo ad entrare?" chiedo con scetticismo.

Zeke fruga nelle tasche dei suoi pantaloni e ne tira fuori un foglio spiegazzato con un sorriso.
"Ho preso in prestito una di queste."

Apre quella che si rivela essere una piantina del quartier generale. È un po' approssimativa, ma ci permette di individuare delle entrate secondarie e meno in vista.
Tris propone di entrare da una porta sul lato sinistro dell'edificio dato che il Comandante Pohe attaccherà da destra rispetto alla nostra posizione.

Ci portiamo più vicini all'entrata e notiamo subito tre guardie armate a sorveglianza della porta.

Sento il nervosismo mischiarsi all'adrenalina.
Ho paura, è vero. In fondo sono anni che non partecipo attivamente ad azioni come queste.
Ma sento una strana energia, qualcosa di familiare.
È come se fossi tornato un Intrepido.

Attendiamo dei minuti.
Tris vuole entrare nel momento stesso in cui il Comandante attaccherà, così da poter sfruttare il trambusto come diversivo.
Ci siamo nascosti dietro un muro diroccato, ad una quindicina di metri dal nostro obiettivo.

All'improvviso sentiamo un'esplosione in lontananza.
Un grido e poi il caos.
Il battaglione ha dato inizio all'attacco.
Vediamo decine di Ribelli uscire dall'edificio e correre verso la fonte del frastuono.
Il rumore di scoppiettii e detonazioni raggiungono anche noi, a circa 300 metri dal fronte della battaglia.

Tris ci guarda e annuisce, segnale che è arrivato il momento di entrare in azione.

Amar e Zeke sono i primi ad uscire allo scoperto. Si gettano di lato e colpiscono due delle tre guardie, ferendole alle gambe.

Nessuno fa caso a noi, nemmeno quando superiamo il muro diroccato ed io mi ritrovo a sparare al braccio dell'ultima guardia rimasta.
Tutti escono dall'entrata principale e si riversano nelle strade, gridando cose incomprensibili.

Io, Tris, Amar e Zeke raggiungiamo la porta secondaria, nascosta rispetto alla strada, e cerchiamo di aprirla e suon di calci.

Alla fine Zeke spara sulla serratura e sfonda con una spallata la lastra di metallo.
Il frastuono dovuto agli spari diminuisce d'intensità una volta entrati nell'edificio.
Ci ritroviamo in una stanza semi-vuota. Solo qualche sedia qua e là riempie il grande ambiente scarsamente illuminato.
C'è odore di medicinale piuttosto fastidioso.

Una volta appurato che in giro non c'è nessuno, Tris abbassa il fucile e si gira verso di noi.
"Okay," dice respirando profondamente. "dobbiamo ragionare. Le prigioni non hanno finestre, quindi devono trovarsi sotto terra oppure al centro dell'edificio, lontano dai muri esterni."

Amar annuisce.
"La cartina non è molto precisa, ma mi sembra più plausibile che tengano i prigionieri sotto terra. Avrebbero meno probabilità di scappare."

Tutti annuiamo, d'accordo con il suo ragionamento, ma ovviamente ci rendiamo conto che non possiamo essere sicuri al cento per cento.
Tris prende un respiro e si mordicchia le labbra.
"D'accordo, proviamo nei sotterranei. Anche io ero rinchiusa sotto terra, ne sono sicura. "

Ci muoviamo tutti in sincrono verso l'unica altra porta della stanza.
Mentre Zeke la apre con vigore sento l'ansia crescere dentro di me. Ho mal di testa, l'odore dei medicinali persistentemente nelle narici e un nervosismo a pelle che potrebbe distruggermi i muscoli da quanto li tende.
Non perdo di vista Tris nemmeno un istante.
Il mio obiettivo ora è proteggerla e questa è l'unica cosa che mi mantiene lucido.

Seguiamo una serie di corridoi fino ad una rampa di scale. Zeke elimina altre due guardie e ci precede. Scendiamo una ventina di gradini e arriviamo davanti ad un lungo e largo corridoio pieno di porte su entrambi i lati.
Una decina di Ribelli ci sentono arrivare e dal fondo del corridoio cominciano a sparare senza sosta nella nostra direzione.

Io e Tris ci rifugiamo dietro ad una scrivania mentre Zeke e Amar si lanciano in avanti rispondendo al fuoco. Colpisco tre guardie alle gambe, Tris ne fa fuori altre due.
La vedo tremare ogni volta che torna al riparo per ricaricare la pistola. Il suo sguardo è perso, sull'orlo del crollo.
Quanto la capisco...

Dopo qualche minuto gli spari cessano. Le guardie sono a terra, inermi, ma sono vive. Sparavamo per ferire, non per uccidere.

Amar ha una ferita poco profonda al braccio, mentre Zeke è stato colpito allo stomaco, ma si è salvato grazie al giubbotto antiproiettile.

Ci riuniamo tutti e quattro nel corridoio con le imprecazioni di Zeke in sottofondo. Deve aver preso una bella botta.
"Bene," inizia Tris "abbiamo avuto fortuna. Queste devono essere le prigioni, ma ora devo trovare Ethan."
Noto gli sportellini su ogni porta di metallo, probabilmente per passare il cibo senza entrare nelle celle, e convengo che abbiamo avuto fortuna.

Né Zeke né Amar fanno domande, quindi deduco che sappiano già la storia di Ethan.

"Io e Amar faremo la guardia sulle scale. Voi sbrigatevi, fate uscire tutti quanti da questo scantinato puzzolente..." dice Zeke tornando indietro e appostandosi a metà della rampa di scale.

Tris comincia a gridare.
"Ethan! Ethan, dove sei?"

Inizio a sfondare le porte che trovo sul mio cammino con qualche calcio ben assestato. Alcune sono vuote, altre sono occupate da una persona o due. Sono tutte in brutte condizioni, ferite o tumefatte.
Le aiutiamo ad uscire, una ad una. Le portiamo ai piedi delle scale e diciamo loro di non agitarsi, che presto le porteremo fuori di qui.

Alla fine manca solo una porta in fondo al corridoio e Tris la butta giù senza troppi problemi.
"Ethan!" grida gettandosi dentro la cella.
Lascio andare un ragazzo che ho accompagnato fino alle scale e raggiungo la cella in pochi passi.

Tris sta abbracciando un ragazzo sulla trentina, capelli lunghetti biondo cenere, semi-disteso su un materasso logoro. Non riesco a vedere i suoi occhi, ma noto che è pieno di lividi e ferite. Eppure è cosciente.
"Tris..." mormora lui staccandosi dalla mia ragazza e guardandola con riconoscenza.

"Dobbiamo uscire di qui, forza sbrigati! Parleremo più tardi..." si riprende lei alzandosi e aiutandolo a fare lo stesso.

Ethan incrocia per la prima volta il mio sguardo e accenna un sorriso.
Io non faccio altrettanto, mi limito ad aiutare Tris a portarlo fuori dalla cella.
Arriviamo alla rampa delle scale e incitiamo la decina di persone malandate a salire. Zeke e Amar in testa, io e Tris in coda, scortiamo il gruppo gradino dopo gradino.

Ci vogliono parecchi minuti prima di raggiungere il piano terra. Percorriamo a ritroso i vari corridoi abbattendo il più velocemente possibile le decine di guardie che tentano di fermarci. Erano tutte dirette alle prigioni, segno che Tris non si era sbagliata. Volevano eliminare i prigionieri o portarli via con loro.

Usciamo all'aperto una ventina di minuti dopo, facendo attenzione di non essere visti dai tanti Ribelli che si rifugiano nel quartier generale affollando l'entrata principale.
I prigionieri non riescono a camminare velocemente, ma non possiamo restare qui ancora a lungo. Gli spari e le esplosioni si fanno sempre più vicine.

Conduciamo il gruppo al boschetto e ci nascondiamo tra i cespugli e i fitti alberi, seguendo la scena da lontano.

Alcuni soldati guidati dal Comandante Pohe entrano nel quartier generale e fanno irruzione. Distinguo da lontano la chioma sparata del soldato che ci ha accolto al punto d'osservazione.

Ormai la vittoria è assicurata, penso.
Ad un tratto però una luce intensa mi colpisce gli occhi, seguita da un fortissimo boato. Lo spostamento d'aria mi scompiglia i capelli e sono costretto a voltarmi, mentre Tris urla di abbassare la testa.
Dev'essere stata una bomba.
Torno a guardare in direzione del quartier generale, ma rimango spiazzato.

Nulla.
Non c'è più nulla.

Le macerie fumanti dell'edificio hanno preso il posto della struttura di cemento.
Un'esplosione ha spazzato via tutto.

Guardo Tris, stupita quanto me da quanto accaduto e mimo con le labbra il nome che rimbomba nella mente di entrambi.

Il Comandante Pohe.





NOTE FINALI:
E scusate il ritardo... Davvero, perdonatemi! :(
Purtroppo il capitolo era bello lungo e in più dopo l'esame ho avuto un po' da fare coi festeggiamenti XD
Comunque sia spero che il capitolo vi piaccia visto che come al solito non mi convince...
Con il prossimo aggiornamento vi metterò al corrente di un'idea che mi sta rimbalzando da un po' nella mente, così potrete darmi le vostre opinioni :)
Grazie per tutto e alla prossima!

Mconcy
  
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