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Autore: __avatar__    03/07/2014    2 recensioni
In questa storia i nostri cari Vendicatori più Loki sono umani e devo affrontare i casini, le difficoltà e tutte le cose pazze che la vita dell'università ti dona. Anche l'amore. Contiene Thorki, quindi se non gradite non passate
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passarono pochi giorni, e Loki si trovava al lavoro ormai era quasi finito il suo turno. Era felice, perché aveva trovato un po’ di tempo per vedere Thor, nonostante le regole assurde della sua confraternita. Ma non si sarebbe aspettato di vedere il biondo entrare nel locale insieme a un gruppo di ragazzi schiamazzanti. Appena i due si videro Loki si irrigidì, mentre il biondo gli lanciò uno sguardo veloce, e sembrava deluso, poi si sedette ad un tavolo.

“Loki, scusami, potresti prendere tu l’ordine di quel tavolo? Io devo occuparmi della cassa e Jenny è andata in pausa.” Mark, un suo collega e figlio del proprietario lo riportò alla realtà.

Così il moro prese il blocco per le prenotazioni e si avviò teso al tavolo. Quando arrivò Thor non lo degnò di uno sguardo, ordinò il suo piatto e poi restò in silenzio guardando altrove. Loki prese gli altri ordini velocemente, e si dileguò in fretta.
Per tutta la sera restò dietro il bancone a pulire bicchieri e sistemando il segni tavola, ogni tanto lanciava un’occhiata al tavolo, vedendo che il biondo si stava divertendo con i suoi amici della confraternita. Quando ormai mancava poco alla chiusura, Mark gli si avvicinò e disse

“Vai pure, chiudo io qui. Faccio pagare loro e basta.”

“Va bene. Ti porto fuori le casse di birra finite. Ci vediamo domani.” Così il moro si tolse il grembiule, prese le due casse di plastica e uscì sul retro.
Era impegnato a sistemare la pila già abnorme di plastica, che non si accorse che una persona lo aveva raggiunto.

“Mi devi qualche spiegazione.” A quella frase si spaventò, poi riconoscendola si voltò ormai non poteva inventarsi niente

“Mi spiace. Non so perché l’ho fatto. Avevo paura che mi avresti…”

“Preso in giro? Non sono Tony, e comunque neanche lui è così scemo da prendere in giro un amico perché ha trovato un lavoro.” Il suo tono era brusco e distaccato. Loki non riusciva a guardarlo in faccia, annuì solamente

“Pensavo fosse importante questa cosa tra noi. Ma forse lo era solo per me.” E dicendo questo prese a incamminarsi verso l’uscita del vicolo

“Per me è importante. E volevo tenerlo tra noi per un po’, perché volevo una cosa tranquilla e senza casini.”

“Peccato che ne hai appena creato uno.” E così dicendo lo lasciò solo.

Erano dieci minuti che camminava mentre tornava all’università; per tutto il tragitto non fece altro che darsi dell’idiota senza cervello, ma doveva saperlo lui era un genio a complicarsi la vita, e adesso aveva forse distrutto una delle cose più belle che potessero capitargli.
Era così preso ad insultarsi mentalmente che quasi non si accorse di essere arrivato davanti la porta della camera. Quando entrò si ricordò che Tony quella sera era da Bruce a fare un saggio e che sarebbe rimasto dall’amico. Meglio così, almeno non doveva trovare una scusa per quel suo muso lungo. Iniziò a togliersi la maglia, non fece in tempo a mettersi quella del pigiama che qualcuno bussò alla porta.
Quando l’aprì, si aspettò tutti tranne il biondo. E invece lui era li, che lo guardava incazzato, però appena vide  l’espressione affranta sul viso dell’altro fece un mezzo sorriso e disse

“Sei un coglione. Ma è per questo che mi piaci.” E senza lasciargli il tempo di rispondere entrò in camera catturandolo in bacio che presto sfociò in altro.
Camminando verso il letto, Loki, che era preso a togliere la maglia al biondo, inciampò su dei jeans abbandonanti sul pavimento, cadde sul letto tirandosi dietro l’altro.

“Non sapevo fossi così …”

“Taci.” Loki non le fece finire, prendendo possesso delle labbra del biondo, che sembrava divertito.

Nel giro di pochi secondi i due rimasero solo con i boxer, che si facevano sempre più stretti; a Loki sembrò di stare in uno dei suoi sogni, ma quella volta era tutto vero.
Ormai Thor non era più incazzato, anzi era la quintessenza della dolcezza. Baciava e accarezzava il compagno come se fosse fatto di vetro e avesse paura che di li a poco potesse rompersi in mille pezzi. Anche quando prese a massaggiare il membro del moro era gentile e non faceva tutto di corsa.

Ben presto i due si ritrovarono sudati e col respiro corto. Thor voleva approfondire la situazione, ma non sapeva se l’altro era pronto o sapesse a cosa andava incontro. Così dopo un bacio appassionato gli chiese solo con lo sguardo se poteva, l’altro acconsentì con un lieve cenno del capo.
Così Thor finì di spogliare sia se stesso che l’altro, poi si inumidì un dito e iniziò a preparare il compagno. Inizialmente Loki si irrigidì, sorpreso e un po’ infastidito, ma poi si lasciò andare. Quando fu il momento, Loki recuperò un po’ di lucidità e prese dal cassetto di Tony un pacchettino quadrato e lo lanciò al biondo.

“Se fa male…”iniziò il biondo. Loki scosse solamente la testa cercando di nuovo le labbra dell’altro.

Si svegliò tardi la mattina seguente. Solo un pezzo di lenzuolo a coprirli. Loki, addormentato profondamente, era poggiato su sul petto e i capelli gli facevano il solletico. Guardò l’ora, doveva andare via immediatamente. Così scostò il moro, con continuò a dormire e veloce si vestì. Era indeciso se lasciargli un biglietto o meno, ma sentendo che si stava per svegliare uscì in fretta dalla camera.

Loki si rigirò, cercando con la mano il corpo dell’altro. Quando accanto e se sentì solo il materasso tiepido aprì gli occhi, ancora mezzo assonnato. Thor non era li e nemmeno nella stanza. I suoi vestiti erano spariti. Era andato via; inizialmente provò confusione, poi arrivò il dolore e incazzatura. Si sentiva uno stupido, probabilmente a Thor non importava niente di lui, e aveva detto quelle cose solo per raggiungere il suo scopo. Quale non lo capiva.
Si rivestì, come se fosse un automa. Intontito e un po’ dolorante uscì dalla stanza e raggiunse la caffetteria per prendersi almeno venti litri di caffè e riprendersi. Qui vi trovò Tony e Bruce intenti a confrontare i vari compiti di algebra.

“Ah eccoti. Hai fatto le ore piccole?”

“Come scusa?”

“Solitamente ti svegli prima. Ma stai bene? Hai una brutta cera” Tony lo guardò dal’alto dei suoi fogli, avvicinandosi per guardare meglio

“Tony ma la smetti? Mi sembri una crocerossina.” Sbottò il moro dirigendosi verso il bancone e prendere una tazza di caffè extralarge.

Quando tornò al tavolo si ritrovò i due amici che lo fissavano straniti, ma una sua occhiataccia li fece tornare sui fogli sparsi per il tavolo. Fortuna era sabato, e lui aveva delle ricerche arretrate da fare. Se non fosse stato per Clint, quella giornata sarebbe proseguita senza problemi invece

“Ciao ragazzi. Oggi c’è una partita di pallanuoto con conseguente festa da me. Conto su di voi.” E facendo l’occhiolino se ne andò per raggiungere una ragazza con lunghi capelli rossi mossi.

“Bruce ti prego, puoi chiedere a Pepper se vuole venire? Almeno alla festa, mi sento fortunato.”
Fortuna che Loki aveva come scusa il lavoro almeno non avrebbe rivisto Thor, ma la fortuna non era proprio dalla sua, visto che gli arrivò un messaggio da Mark

Ciao Loki, scusa il poco preavviso ma ho dovuto portare mio padre a fare delle visite e non credo che saremo di ritorno per aprire il locale. Ci vediamo lunedì, buona giornata Mark

“Ragazzi scusate, ma vado in camera. Ho dimenticato della roba.”

“Ah puoi attivare JARVIS? Me lo sono dimenticato questa notte.”
Maledizione, fortuna che l’ammasso di fili era spento. Altrimenti avrebbe ammazzato Thor se Tony avesse scoperto qualcosa. Camminò spedito per tutto il giardino, passando davanti alla sede della Theta Delta Chi, ma sembrava fosse deserta.
Arrivato in camera accese il portatile di Tony e ridiede vita all’AI. Poi gli venne una folgorazione.

“JARVIS, potresti trovarmi un modo per prendere l’influenza o altre malattie che mi con stingerebbero a letto. Il tutto nel giro di un paio d’ore?”

“Signore, forse vuole saltare le ricerche per chimica?”

“No, anzi preferisco fare quelle che il bellissimo programmino che mi aspetta.”

“Ho trovato svariati modi per prendere la febbre. Ma nono siamo in stagione per questi. Quello più efficace è di camminare a piedi nudi su una superficie fredda, ma dato che l’intero pavimento della palazzina è ricoperto di moquette e la temperatura esterna è di 20°C non funzionerà” Loki non sapeva più che fare, poi si ricordò i suoi compagni di dormitorio all’orfanotrofio. Prese a cercare per tutti i cassetti in cerca dell’oggetto che poteva salvargli il pomeriggio, poi lo trovò in fondo all’armadio.

Si avvicinò alla lampada sul comodino e l’accese poggiando poi la punta del termometro sulla lampadina. Non si accorse però che l’aveva lasciato un po’ troppo, e quando sentì Tony aprire la porta si infilò l’oggetto sotto l’ascella e si distese sul letto.

“Che fai? Ti provi la febbre?” quello mise i libri sulla scrivania e si avvicinò all’amico con la mano tesa. L’altro gli porse il termometro riluttante.

“Da quando gli esseri umani arrivano ad avere 45 di febbre? E non mi sembri così moribondo. Non usare la lampadina la prossima volta, rischierai di farlo esplodere, fidati.” Tony glielo restituì con un ghigno, poi prese dei vestiti e uscì dalla stanza.

“Maledizione! Perché dovevo essere in stanza con uno come lui, che oltretutto è bravo in queste cose.” Ormai si rassegnò al fatto di dover rivedere il biondo, ameno che in quei quindici minuti non gli fosse venuta in mente un’altra idea per non farsi trascinare alla piscina da Stark. Idea che non arrivò.
 




Angolo autrice
Orbene eccomi di nuovo qui! E si, perché gli esami sono finiti e sono di nuovo un elfo libero!!
Non sono molto convinta del risultato finale, più che altro della "discussione"  e la scena tra i due...però è uscita così e non saprei come cambiarla dato che non so molto buona per queste scene.
Buona lettura :)

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