Fanfic su attori > Josh Hutcherson
Segui la storia  |       
Autore: peetarms    04/07/2014    11 recensioni
Winter Davis, ragazza totalmente imprevedibile, testarda e chiusa nel suo dolore si ritrova a essere la damigella d'onore al matrimonio di sua madre quasi tre anni dopo la perdita di suo padre. Ma quello che Winter non sa è che da questo matrimonio la sua vita cambierà.
«Catching Fire?» una voce mi fa uscire dal meraviglioso mondo della lettura facendomi tornare alla realtà.
«Si, di Suzanne Collins, lo sto rileggendo per la milionesima volta, lo hai letto?» non alzo lo sguardo dal libro quindi non vedo da chi proviene la voce.
«Posso sedermi vicino a te?» chiede il ragazzo.
«Solo se mi rispondi» controbatto mentre finisco di leggere la pagina.
«Facciamo che se mi siedo ti rispondo» la sua voce è divertita.
«Okay» alzo le spalle mentre cerco il segna libro nella borsa. Sento che si è seduto vicino a me dal calore del suo corpo di fianco al mio ormai freddo per le ore passate a leggere fuori «Allora, mi rispondi?» finalmente trovo quello che stavo cercando.
«Certo che l’ho letto, l’ho anche interpretato, piacere Josh Hutcherson»
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I don't remember one moment I tried to forget 
I lost myself yet I'm better not sad 
Now I'm closer to the edge 
- Closer to the edge, 30 Second to Mars

















«Ultima partita e poi vai a studiare Win» esclama Connor riprendendo tra le mani il joystick.
Sbuffo «Va bene»
«Sai già quando hai gli esami» domanda mentre mi ruba la palla nel videogioco.
«Ce lo dovrebbero dire la prossima settimana» riprendo la palla e faccio correre il mio calciatore virtuale verso la porta di Connor.
«E per quel progetto che mi dicevi?» cerca di parare.
«Bene, mi hanno preso» sorride trionfante dopo aver fatto goal.
«Non è giusto» ride.
«Si invece, se sei scarso non è colpa mia Conn» gli faccio la lingua.
«Si si, certo» rimanda la palla ai suoi attaccanti «Ora mi puoi dire che progetto è?»
«Non è un vero è proprio progetto, è teatro» faccio spallucce.
«Teatro? Recitazione? Che ruolo?» chiede sorpreso.
«Si teatro, amo recitare da quando ho sette anni, ruolo da protagonista» rido.
«Non mi dire che hai chiesto la borsa di studio all UCLA» mette in pausa il gioco sorridendomi.
«Esatto, ora capisci perché non voglio dire nulla a Josh?»
«Si capisco, ma lo deve sapere»
«Lo farò appena avrò la risposta dell'università Conn» torno a concentrarmi sulla partita.
«Posso venire a vederti recitare?»
«Se mi aiuti in algebra dopo» sorrido.
«Affare fatto» tira la palla contro la mia porta ma paro «Non è giusto» esclama mentre io scoppio a ridere.
Dopo venti minuti sono stesa sul letto di Josh con il telefono sotto carica, i libri di chimica, letteratura e algebra davanti a me. Chiamo Connor che era rimasto giù a sistemare il caos che avevamo fatto per fare merenda, dopo di che afferro il mio iphone e noto che ho un messaggio di Josh.

 
Da: Josh
Stasera non so se ci riusciamo a vedere su skype, abbiamo riprese fino a tardi.

Josh è partito da dieci giorni, dieci giorni in cui non ho fatto altro che vederlo attraverso uno schermo del pc, sentire la sua voce grazie alle telefonate e messaggi a volontà durante le pause.
 
A: Josh.
Non ci pensare neanche a tornare in camera appena finite le riprese e chiamarmi, devi filare subito a letto.

«Eccomi» Connor entra in camera di suo fratello, che ormai è diventata anche mia.
«Eccoti» metto il telefono in modalità silenziosa.
«Ma sono facilissime queste cose Win, vieni qua» sorride.
Così passiamo le due successive ore a studiare, io che memorizzo e lui che mi ascolta quando ripeto.
«Grazie Conn» mi stendo distrutta sul letto.
«Di nulla» risponde mentre io sblocco il telefono.

 
Da: Josh
Mm, va bene, però ti mando un messaggio.

Sorrido.
«Josh?» domanda il fratello del mio ragazzo stendendosi di fianco a me.
«Si, stasera riprese fino a tardi»
«Scene di notte allora» sorride.
«Credo proprio di si» appoggio il telefono sulla pancia.
«Ci hai pensato?» chiede dopo un paio di minuti di silenzio.
So a cosa si riferisce, al fatto di prendere le mie cose da casa di Christine e portale qui a casa di Josh. Ci ho pensato tanto ed ho preso anche una decisione riguardo al scoprire qualcosa di più sulla mia vera madre.
«Si. Prenderò le mie cose da casa di Christine e ci parlerò anche» giro la testa verso di lui.
«Credo che sia la cosa più giusta» annuisce.
«Si, e poi non c'è motivo per non ascoltarla, tanto ormai già la odio»
«Infatti. Ho voglia di crepes ce ne andiamo a prendere una?» si alza.
«Sii, poi andiamo da lei?»
«Vuoi andare oggi?» spalanca gli occhi.
«Si, prima andiamo prima me la cavo. Sempre se non hai qualcosa da fare questa sera» accetto la sua mano per alzarmi.
«No nulla, tu non devi sentire Josh quindi possiamo andare tranquillamente. Mi cambio e andiamo» indica i suoi vestiti: un paio di pantaloni della tuta e una maglietta rovinata.
«Si, anche io, non credo che andare da lei con la maglia di mio padre sia un'ottima scelta»
«Forse. A tra poco allora» esce definitivamente dalla camera.
Prendo l'iphone dal materasso, digito il numero di Christine e porto il telefono all'orecchio
«Pronto, Winter»
«Ciao, ascolta posso venire con un mio amico stasera a cena? Dobbiamo parlare di tante cose» mi mordo il labbro inferiore.
«Certo, stavo cominciando a cucinare in questo momento, vi aspettiamo fra un'ora?» chiede con voce calma.
«Si, il dolce lo portiamo noi» chiudo la chiamata.
Apro la chat con Josh su Whatsapp e digito velocemente sui tasti.

 
A: Josh
Fra un'ora vado da mia mamma, prendo tutte le mie cose e le porto a casa tua. Io e Connor rimaniamo lì a mangiare, voglio scoprire di più.
Ne parleremo domani se non hai riprese fino a tardi, ti amo.

Blocco il telefono dopo aver inviato il messaggio a Josh, cammino fino alla scrivania dove trovo i vestiti che avevo messo oggi per andare a scuola, li rimetto velocemente, infilo le mie converse nere. Metto il telefono nella tasca anteriore dei jeans, raccolgo i capelli in una coda alta dopo di che esco dalla camera spegnendo la luce.
«Eccoti, pronta?» domanda mentre si sistema la felpa.
«Si, ho detto a Christine che ci fermiamo a mangiare e che portiamo noi il dolce. Quindi mi dispiace niente crepes, ma domani le mangeremo sicuramente»
«Tranquilla, ci fermiamo in una pasticceria che ho visto vicino a casa tua» scende le scale.
«Torta al cioccolato» esclamo mentre indosso il giubbotto.
«E che torta al cioccolato sia» ride.
«Sarà meglio babbano» chiudo la porta d'ingresso dopo aver preso le chiavi di casa.
«Ti odio quando mi insulti con le saghe o trilogie» apre la macchina.
«Io odio quando mi dici che odi quando ti insulto con le saghe o trilogie» sorrido appena chiudo la portiera.
«Siamo simpatiche questa sera»
«Si, decisamente, aspetta di conoscere Christine» sbuffo.
«Non sono io il tuo ragazzo. Sarà un problema di Josh» sorride beffardo.
«Non mi interessa se non gli piacerà Josh, è una mia scelta, lei non è nessuno»
«Non è nessuno? Winter non sarà la tua vera madre e ti avrà mentito, ma ti ha cresciuto per quasi diciotto anni» è serio.
«No, mi ha cresciuta per dodici anni e mezzo, da quando mio padre si è ammalato lei non si è preoccupata più di nessuno» sospiro, lui non risponde.
Prendo il telefono, apro twitter dove passo il resto del viaggio.


«Grazie per aver portato il dolce» esclama Christine appena ci siamo tolti i giubbotti.
«Di nulla signora Havensmit» asserisce Connor sorridendogli-
«Non c'è il tuo maritino?» la guardo.
«Winter no-» la stoppo.
«Non cominciare con il scusarti, se no riprendo il mio giubbotto ed esco e questa volta non mi vedrai più il resto della tua vita»
«Va bene, non mi scuserò, venite ho cucinato indiano» abbassa il capo.
«Papà diceva che mangi indiano quando sei incinta» la fisso preoccupata.
«Come fai a saperlo se non è mai stata incinta?» domanda Connor toccandomi il fianco.
«Lo sono stata, ma ho avuto un'aborto spontaneo al secondo mese e mezzo quando Winter era ancora piccola» gli risponde lei.
«Sei incinta Christine?» incrocio le braccia al petto.
Sospira «Si, di due mesi» sorride.
«Wow, ben per te» il mio tono è ironico.
«Win» mi riprende Connor.
«No Connor lasciala stare, è sempre stata così da quando suo padre è morto»
«Non sono venuta qui per sapere di quanti mesi sei incinta, e se dio esiste che benedisca questo bambino perchè ne avrà davvero bisogno. Voglio sapere la verità su mia madre» punto i miei occhi azzurri nei suoi grigi.
«Tua madre, lo immaginavo» sospira.
«Eh sì» affermo mentre la guardo mangiare.
«Non mangi?» indica il mio piatto.
«No, non ho fame» alzo le spalle.
«Devi mangiare Winter, non puoi smettere di mangiare perchè tuo padre non c'è più» alza la voce.
«Primo: non urlare, secondo: non sono affari tuoi se mangio o no, terzo: dimmi quello che sai su mia madre o me ne vado e lo scoprirò da sola» appoggio le mani sul tavolo.
«Dopo cena ti darò una foto di tua madre» dice dopo un paio di minuti.
«Voglio sapere anche di lei. Papà ti avrà parlato di lei no?» alzo gli occhi al cielo.
«Non tanto, se vuoi scoprire di più su di lei dovresti incontrare sua madre» asserisce dopo aver bevuto un sorso d'acqua.
«Dove vive?»
«In Kentucky Winter. A Louisville se non si è trasferita» si alza e sparisce in salotto, torna dopo un paio di minuti con in mano una foto che mi porge.
Mia madre.
Era bellissima.
«Come si chiamava?» chiedo con  voce incrinata.
«Hariel» sorride amaramente.
«Era davvero bella» accarezzo la foto.
«Hai preso da lei gli occhi, i capelli e il carattere ma la forza di vivere e di inseguire i tuoi sogni no, queste qualità le hai prese da tuo padre. Sei l'incarnazione perfetta di loro due, e tu non immagini neanche come sia stato per me crescerti ogni giorno vedendo che eri uguale a tua madre» si siede.
«Tu non immagini neanche cosa si prova a scoprire dopo diciotto anni che tu non sei la mia vera madre» il mio tono è arrabbiato e ferito «Quanti anni aveva quando è morta?» torno a guardare la foto.
«23 anni»
«Era troppo giovane» stringo la mano libera in un pugno.
«Lo so»
«Che sogni aveva?» chiedo dopo aver appoggiato la foto sul tavolo.
«Si voleva laureare in scrittura creativa, gli mancava davvero poco» cerca la mia mano, mano che non troverà mai.
«Ho bisogno di aria» mi alzo velocemente e corro verso l'uscita.
Apro la porta d'ingresso e la richiudo subito dietro di me prima di accasciarmi a terra.
Ho fatto morire mia madre a 23 anni.  Un dolore mi opprime, non riesco a parlare, faccio fatica a respirare.
Sento a tento la suoneria del mio i-phone.
Lo faccio scivolare fuori dalla mia tasca a fatica. Josh. Sono le nove qui, quindi ad Atlanta è mezzanotte. Sospiro ed accetto la chiamata.
«Win, tutto bene? Connor mi ha risposto ai messaggi dicendomi che sei uscita di corsa» domanda velocemente.
«Si va tutto bene Josh, avevo solo bisogno d'aria» mantengo la voce ferma e mi costa una fatica immensa.
«Non me lo vuoi dire, va bene»
«Cristo Josh. Non capisci, cazzo, non capite, non dovevi chiamarmi» chiudo la chiamata, metto il telefono nella tasca dei jeans e comincio a percorrere il vialetto.
«Winter» la voce di Connor mi arriva lontana.
«Voglio stare sola Connor» non mi volto.
«Non per questo devi trattare male me o Josh» cammina verso di me.
«Hai sentito la chiamata vero?» sospiro.
«No, mi ha scritto appena hai chiuso la chiamata» mi mostra l'ultimo messaggio ricevuto da parte del mio ragazzo.
«Non gli volevo rispondere male» mi accascio di nuovo a terra. Lui si siede vicino a me e mi passa un braccio attorno alla schiena.
«So che non sono Josh, ma ehi ho una parte del suo DNA» sorride e io scoppio a ridere.
«Quanto sei idiota» scuoto la testa divertita.
«Ti ho fatto sorridere» mi pizzica la punta del naso.
«Puoi dire a Josh che mi dispiace?» 
«No, lo farai tu, avanti» indica il telefono nella mia tasca, lo tiro fuori e compongo il numero di Josh.
«Mi dispiace, mi dispiace, scusa, scusa, perdonami non dovevo risponderti così»esclamo non appena accetta la chiamata.
«Ehi Win non sono arrabbiato» dice ed io sorrido.
«Non vedo l'ora di riabbracciarti, mi manchi» guardo Connor che si alza per lasciarci un po' di privacy anche se a chilometri di distanza.
«Anche tu, allora che hai scoperto?» domanda curioso.
«Si chiamava Hariel, aveva 23 anni ed era bellissima» guardo il cielo.
«Che bel nome, allora abbiamo scoperto da chi hai preso la bellezza» sicuramente sta sorridendo.
«So che stai sorridendo» porto le gambe al petto.
«Mi stai spiando?» ride.
«No, ormai ti conosco»
«Si, è vero» la sua voce è rilassata ma stanca.
«Vai a letto» asserisco quando lo sento sbadigliare.
«Si ora vado, ne riparliamo appena ci vediamo su skype, notte, ti amo»
«Notte Josh, ti amo anche io» dico prima di premere il dito sul tasto rosso.


«Ecco a te l'indirizzo di tua nonna» Christine mi mette tra le mani un foglietto piegato.
«Okay, io e Connor andiamo. Domani ho scuola ed ho già preso tutte le mie cose»
«Si, hai preso tutto» mormora affranta.
«Grazie per la cena Christine» esclama Connor prima di prendere l'ultimo scatolone contente i miei libri.
«Di nulla, mi ha fatto piacere» sorride, io e il fratello del mio ragazzo usciamo dirigendoci alla macchina.
«Winter» mi richiama Christine.
«Cosa?» mi volto.
«Riuscirai mai a perdonarmi?» chiede con occhi lucidi.
«Non lo so ma non credo» chiudo la portiera.
«Sei stata dura» asserisce Connor dopo un paio di minuti di silenzio.
«Sono stata dura? Connor sono stufa di dire cose che non penso» mi volto verso di lui «Ho imparato a dire: "non fa niente", anche quando ci tenevo moltissimo. Ho imparato a dire: "me l'aspettavo", anche quando sono rimasta spiazzata. Ho imparato a dire: "va tutto bene", anche se mi era crollato il mondo addosso. Ho imparato a mandare giù i bocconi amari, per poter godere di quelli dolci quando capiteranno. Ho imparato a stringere i denti e ad andare avanti. Ma questa sera no, Connor non potevo fare nulla di queste, non sarebbe stato giusto nei miei confronti e mi sono già fatta troppo male da sola»
«Tutto questo vale anche per Matt?» domanda dopo aver metabolizzato le mie parole.
«Si, anche con lui, sospettavo che lui fosse innamorato di me» appoggio la schiena al sedile «Ma c’è differenza tra sospettarlo e saperlo»
«Si è vero, non vi parlate più?»
«No, non risponde, credo che sia perchè ormai io sto con Josh ed ha capito che non staremo mai insieme» alzo le spalle sconsolata.
«Si, probabile. Comunque mi dispiace tanto» sposta lo sguardo su di me per un breve momento.
«Mi è sempre piaciuto avere un amico maschio. Uno a cui dici tutto, uno che sai che ti vorrà sempre bene nonostante tutto. Perché maschio? Perché l’amicizia tra i ragazzi dura per sempre e va oltre tutte le cose, mentre le ragazze che si definiscono “amiche” sono sempre pronte a parlarsi alle spalle. Un amico maschio perché è bello avere qualcuno di più alto di te che quando ti abbraccia ti avvolge. Qualcuno che, magari pur essendo fidanzato, ti considera come parte integrante della sua vita. Vorrei un amico maschio perché lo considererei come un fratello. Non sto parlando di friendzone, ma di una vera e propria amicizia infinita» appoggio le gambe sul cruscotto.
«Beh, questo è vero. Sarò io il tuo amico del cuore se non risolverai con Matt» mi sorride.
«Conn tu lo sei già, mi sei stato talmente vicino in queste settimane. Non ti ho neanche ringraziato» lo guardo.
«Allora hai anche tu un cuore e sai dire qualcosa di dolce» scoppia a ridere e mi contagia.
«Vaffanculo, hai rovinato un momento stupendo. Uno dei motivi del perchè ti adoro, siamo uguali» continuo a ridere.
«Si è vero» preme il piede sull’acceleratore.
«Ti voglio bene Conn» esclamo sinceramente.
«Anche io idiota» sorride.


I giorni scorrono molto più veloci di quello che mi ero immaginata, ho scoperto le date degli esami e ho passato molto tempo in teatro a provare.
Sì, alla fine mi sono lasciata convincere da Hailee e Nick a fare i provini, e con mia grande sorpresa ho ottenuto il ruolo di Maria, la protagonista, nel musical West Side Story. La storia si ispira, con alcune varianti, a Romeo e Giulietta di William Shakespeare, ambientato nell'Upper West Side di New York City tra bande di strada americane e portoricane. Tony e Maria si innamorano, nonostante facciano parte di gruppi rivali.
Entro in mensa dopo aver parlato con Tom, il regista della scuola.
«Ti ho visto parlare con Tom quando sono passato per entrare in mensa» Andrew mi affianca.
Andrew Dawson. Il mio co-protagonista in questo musical, Tony. É un bellissimo ragazzo, capelli neri, occhi verdi. Gioca nella squadra di calcio, ma è anche un'ottimo attore.
«Si, mi ha detto che salteremo le lezioni oggi pomeriggio perchè dobbiamo provare alcune scene» afferro un vassoio e lui fa lo stesso.
«Quali scene?» prende un hamburger.
«Quella in cui Tony e Maria ballano per la prima volta, quella dove Tony va sotto il balcone di Maria e infine quella dove ti ritengo colpevole, e se avanza del tempo anche quella finale. Domani invece le canzoni» prendo l'ultima insalata nel ripiano appoggiandola nel vassoio dopo aver preso un tovagliolo e una forchetta di plastica.
«Preparare uno spettacolo in meno di un mese, non era mai successo. Di solito siamo abituati a farne due in un'anno scolastico e non tre» prende una porzione di patatine.
«West Side Story non è tanto complicato dai, basta provare e studiare le battute»
«Si in effetti hai ragione» sorride «Allora, Josh sarà qui per la prima» chiede mentre io prendo un pezzo di pane.
«Si, torna da Atlanta quel giorno» ci fermiamo alla macchinetta a prendere due lattine di coca-cola.
«Sa che reciti? E se lo sa che lo fai così bene?»
«No, non sa nulla»
«Sarà la prima volta allora»
«Si, esatto» annuisco.
«E sarà orgoglioso di te» esclama prima di mordere il suo hamburger.
«Lo spero» dico prima di portare la forchetta piena di insalata alla bocca.


Cammino velocemente verso il teatro dopo aver chiuso la chiamata con Connor, dove lo avevo avvisato che sarei rimasta a scuola un po' di più per fare le prove dello spettacolo.
Apro la porta e noto che sono l'ultima ad arrivare.
«Winter dove ti eri cacciata?» Tom e le sue accoglienze.
«Mi dispiace Tom, ero al telefono, ho avvisato che sarei tornata più tardi» mi siedo sulla prima poltroncina libera.
Annuisce poi riprende a parlare «Stavo dicendo a loro che oggi riprenderemo le prove» mi sorride.
«Non so perchè, e sinceramente ora è l'ultimo dei miei pensieri, quindi va bene»  alzo le spalle.
«Perfetto. Andrew, Winter sul palco, scena dove Tony e Maria ballano» esclama subito.
Mi alzo dopo essermi sistemata le converse nere borchiate e sistemata i leggins cammino fino alle scale del palco, arrivata di fronte a Andrew sollevo le maniche della felpa di Josh fino al gomito.
«Ora non sarete più Winter e Andrew, ma Maria e Tony»  ci guarda, io e il mio co-protagonista annuiamo e Tom fa un cenno al ragazzo di fianco a lui con in mano una videocamera.

"Ci siamo mai visti prima?" domanda guardandomi negli occhi.
"Sono certa di no" osservo ogni dettaglio del suo viso.
"Sentivo che doveva accadere qualcosa ma questo è molto di più... sei così bella" sorride dolcemente accarezzandomi la guancia.
"Sei così bello" esclamo dopo aver chiuso gli occhi per un paio di secondi.
"Le tue mani, così calde" dice dopo avermele toccate.
"Anche le tue… e così delicate. Mi sento così protetta, così felice" mi stringo contro il suo petto.
"Non stai scherzando?" mi fa fare una giravolta.
"Non ho ancora imparato a scherzare in questo modo e ora so che non lo farò mai!" mi avvicino di più a lui, come scritto sul copione, tanto verrò bloccata da Bernardo.


«Bravi, bravissimi, era così che la volevo» Tom ci applaude «Richard spegni la videocamera per ora»
«Sono contenta di averla fatta come sua signoria voleva» rido mentre mi siedo sul parquet del palco.
«Sei tremenda Winter» ride anche lui «Visto che siete già lì fate la scena del balcone. Visto che la scenografia non è completa, Andrew mettiti sotto al palco e tu Winter stai lì sopra» ci indica i punti dove metterci «Tu Richard riprendili» indica anche il suo di punto, uno delle poltroncine della prima fila. Una volta che il ragazzo è nel punto preciso dettogli da Tom, cominciamo a recitare.

"Maria! Maria… Maria" mi chiama dal sotto al palco.
"Shhhh!" lo guardo portando un dito sulle labbra.
"Scendi" il suo tono è ancora più forte.
"Shhhh!" ripeto.
"Maria, scendi, devo vederti… vieni via con me!" porta una mano sul petto.
"No, non posso» scuoto la testa.
"Beh, lascia che ti veda… per favore, solo per un minuto" mormora in tono supplichevole.
"Scusa, Tony, proprio non posso" mi allontano di poco.
"Allora salgo io" la sua voce è convinta. In questa scena si arrampica sulla scala, ma senza scenografia si solleva sul palco.
"Va bene, Tony, ma non posso stare troppo a lungo. Dobbiamo fare molto piano" sussurro.
"Maria, mi voglio presentare a tuo padre" mi prende entrambe le mani.
"Mio padre? Non è una buona idea, lui è come Bernardo… e tu sei uno di loro. Un Americano" gli lasciole mani per poi voltarmi dandogli le spalle.
"Maria!" urla Benjamin dalla poltroncina in cui è seduto.
"Si papà, vengo...Tony non posso restare ascolta: io lavoro al negozio per spose di Madame Lucia, vieni domani alle sei! Ci sarai?" mi avvicino di più a lui guardandolo negli occhi.
"Ci sarò, Maria" dice prima di saltare giù dal palco, che equivale a scendere la scala.


«Se reciterete così anche alla prima sarà un successo» Tom si avvicina a noi due.
«Secondo me dovrebbe impegnarsi di più» Brooke mi fulmina con lo sguardo.
«Stai zitta Brooke ti prego» Tom si volta verso di lei «Con le prossime due scene ti faccio vedere perchè ho scelto lei e non te per il ruolo di Maria. Liam sul palco, ora farete la scena dove Maria viene a scoprire la morte di Riff e di Bernardo» 
«Uh che bello» sorrido.
«Zitta e concentrati» ride mentre mi guarda.
«Signorsisignore» mi unisco alle risate.
«Cominciate a recitare» da il via anche a Richard appena Liam sale sul palco.

"Maria, Maria, la rissa... è successa una cosa... " Liam arriva di corsa col fiatone.
"Ma no Chino, ti sbagli: la rissa non c’è stata" sorrido.
"Sì, Maria, c’è stata e Tony era lì" mi scuote.
"Tony! Cosa è successo a Tony? Dimmelo!" mi agito.
"Tony ha ucciso tuo fratello" allenta la presa per poi scappare via, lo inseguo ma poi mi fermo.
"No, non è vero. Chino! Perché mi hai mentito?" urlo.
Entra Andrew, nei panni di Tony.
"Assassino! Assassino!" urlo ancora più forte, poi lo colpisco, lui mi tira tra le sue braccia mentre piango, penso a mio padre e a mia madre, e le lacrime scendono.
"Ho cercato di fermarli, non volevo fare del male a Bernardo ma Riff era come un fratello. E lo ha ucciso... quando lui ha ucciso Riff... non so cosa mi ha preso! Vengo a chiedere il tuo perdono così potrò andare alla polizia" mi guarda negli occhi.
"No, non andare" mi asciugo le lacrime.
"Devo" si allontana da me.
"No Tony non puoi; ti amo così tanto… stringimi e basta" mi avvicino a lui.
"Allora ti porterò via. Dove potremo stare insieme, solo noi due. Salvi per sempre" prende il mio viso tra le mani e dopo aver sussultato un attimo sento le sue labbra sulle mie.


«Potrei piangere» si asciuga una lacrima finta.
«Chi è l’idiota ora?» rido.
«Siete stati molto bravi, sul serio» annuisce «Siamo in ritardo, sono le 3pm passate, facciamo l’ultima scena dello spettacolo e poi potete andare» indica a Steven di salire sul palco mente io vado dietro le quinte.
Vedo Tom avvicinarsi a Richard per dirgli qualcosa all’orecchio, lui annuisce e non accende la videocamera mentre Steven e Andrew recitano. Strano, non so perchè.

"Tony, ascolta" si avvicina ad Andrew.
"Andremo a vivere in campagna, ci sposeremo e.." gli sorride.
"Ti prego Tony, ascoltami!" urla lui.
"Oh, grazie tante Doc" lo guarda negli occhi.
Steven lo schiaffeggia "Tony, taci!" urla "Ascoltami! Maria è morta!" dice per poi fare un lunga pausa "Chino ha saputo di te e Maria e l’ha uccisa"
"Chino? Chino!" urla "Chino, uccidi anche me!" gira per il palco alla ricerca di Liam "Chino, uccidimi, uccidi anche me! Dai, vieni a prendermi!"
Entro in scena io, lo sto per abbracciare Andrew ma entra Liam che spara contro il mio amato con una pistola di pallini. Corro verso Liam e gli prendo la pistola.
"PRENDI LA MIA MANO E TI PORTERÒ LÁ" diciamo cantando io e Andrew
"DA QUACHE PARTE UN GIORNO DA QUALCHE PARTE" canto.
Entra Henry che fa Baby John e inizia a venire nella mia direzione.
"Non vi avvicinate! Non lo toccate! Siete contenti, adesso? L’avete ucciso, e anche mio fratello, e Riff... non con le pistole, ma con l’odio! Chino, come si usa questa? Basta premere questo grilletto? Anch’io posso uccidere adesso, perché anch’io odio. Quante pallottole ci sono, bastano per te... e te, basta che rimanga una pallottola per me... " piango mentre urlo.


«Ottimo, ottimo, ottimo» applaude «Davvero fantastici, ora potete andare, ci vediamo domani» sorride «Winter, vieni un attimo»
«Certo» esclamo dopo aver mandato un messaggio a Connor.
«Sei stata davvero brava, sei dotata di grande talento, spero che tu voglia fare l’attrice» mi fa sedere su una poltroncina.
«Si, è la mia intenzione» lo guardo «Recito dalle elementari» lego i capelli in una coda veloce.
«Si, credo proprio che hai scelto la strada giusta, e secondo me avrai anche molto successo» mi sorride prima di lasciarmi sola. In teatro.
Tiro giù le maniche della felpa dopo essermi messa lo zaino sulle spalle, camminando verso l’uscita del teatro mi ricordo la frase detta dalla professoressa Darbus a Troy in High School Musical 3. Si ero una patita di quei film.
«Il palcoscenico può essere un partner meraviglioso nel processo della scoperta di noi stessi» sussurro mentre esco da teatro, e devo dire che il palcoscenico mi ha veramente aiutato a scoprire cosa voglio fare per il resto della mia vita.




























 
POV AUTRICE:
 

Ehi bella gente, buenas diass ahah :)

Mi scuso per eventuali errori di battitura o ect non l'ho riletto bene perchè sono in ritardo, ve lo lascio così, aspetto le vostre meravigliose recensioni.
Ringrazio chiunque legga questa storia.
A venerdì prossimo.

peetarms.


   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Josh Hutcherson / Vai alla pagina dell'autore: peetarms