<< Allora Tate, queste fantasie sono iniziate
due anni fa? Tre anni? Quando? >> mi chiede il dottor Harmon.
Quando sono iniziate? Non lo so esattamente.
<< Due anni fa
>> credo << Sono sempre uguali >> questo è vero
<< Iniziano sempre allo stesso modo. >>
<< Cioè racconta >> mi invita a proseguire
il Dottor Harmon.
<< Mi preparo per la nobile guerra. >>
Ed ecco che inizio a rivederlo se mi concentro bene
riesco anche a sentire quella canzoncina che sembra quasi allegra. Ci sono io
che cammino nel corridoio della scuola, sono vestito interamente di nero, con i
capelli tirati indietro, ma il viso non è il mio, si cioè è il mio ma al posto
della mia faccia normale c’è la mia faccia versione scheletro, sono la morte <<
Sono calmo, conosco il segreto. So cosa sta per succedere e so che nessuno può
fermarmi, neanche me stesso. >>
<< Vuoi punire chi si è comportato male con te?
O è stato scortese? >>
NO!
<< Uccido chi mi
piace.>> sto ancora camminando nel corridoio, i ragazzi che mi incrociano
si scansano e mi fissano. Entro in una classe. Tutti mi guardano. “ Ti posso
aiutare? “ mi chieda l’insegnante.
Perché ho queste visioni?
<< C’è chi prega di
non essere ucciso, ma non mi fa pena. Non provo niente... Noi viviamo in un
mondo schifoso, è un mondo schifoso ed assolutamente inutile . Ad essere
sincero, mi sembra di aiutarli, visto che li tolgo dalla merda, e dal piscio e
dal vomito che riempie le strade. Li aiuto ad andare in un posto pulito,
ordinato. >>
Il dottore non risponde, mi fissa stando in silenzio.
Chissà cosa pensa, forse che sono pazzo..
<< C’è qualcosa in tutto quel sangue, che mi
risucchia. Gli indiani credevano che il sangue contenesse gli spiriti cattivi e
una volta al mese celebravano il rito di tagliarsi a posta per fargli uscire. Io
la trovo una pratica saggia. Molto saggia, mi piace. >> ecco perché ho
iniziato a tagliarmi già da quando ero solo un bambino, già avevo capito in che
merda vivevamo.
Il Dottore ancora non mi risponde, ma il mio sguardo
si sposta dietro di lui, dove ci sono io ricoperto di sangue, sposto subito lo
sguardo cercando di non farmi notare dal dottore che continua a fissarmi senza
dire nulla.
<< Pensa che io sia matto? >> non ce la
faccio devo sapere cosa pensa, questo silenzio non lo sopporto.
<< No! >> mi risponde lui, sono sorpreso
<< Hai molta fantasia ed hai del dolore che non riesci ad affrontare.
>>
Io ho solo dolore dentro me.
<< Mia madre sarà preoccupata per me giusto?
>> si certo come se Constance si preoccupasse
per me.
<< Si, credo di si >>
<< E’ una succhia cazzi! Una succhia cazzi in
senso letterale, glielo succhiava sempre al tizio della porta a canto, mio
padre l’ha scoperto e se ne è andato >> anche se io sono convinto che è
stata mia madre ad ucciderlo, ma non ho le prove quindi non posso fare nulla,
ma questo decido di non dirlo al dottore
<< E mi ha lasciato solo
con quella succhia cazzi! Si rende conto? Sono malati! >>
<< Ho
sentito storie peggiori! >>
C’è qualcuno che sta peggio di me? Non ci credo!
<< Fico! Mi racconta qualcosa? Mi piacciono le
storie! >> gli dico sporgendomi verso di lui sinceramente interessato al
dolore delle altre persone.
<< No! Non posso! >>
<< Il mondo è un posto schifoso, è uno schifoso
e maledetto film dell’orrore >> ed io lo sapevo fin troppo bene. <<
C’è così tanto dolore qui, così tanto >> soprattutto in questa casa.
Il dottor Harmon mi prenota
un’altra visita e mi manda via, ma io non voglio andare via. Inizio a
gironzolare per la casa, attento che nessuno mi veda, sono bravo a restare
nascosto. C’è la porta del bagno aperta e la luce è accesa. Una ragazza. C’è
una ragazza d’avanti lo specchio, è vestita in modo strano, ha un maglione
largo e lungo, simile a quelli che metto io. Non mi ha visto. Mi avvicino e mi
accorgo del sangue, che gocciola dal suo braccio. Si stava tagliando. Ecco
perché indossa quel maglione, per nascondere i tagli, come faccio io. Ora si
accarezza i tagli con un dito. Qualcosa mi spinge a parlare con lei.
<< Stai sbagliando! >> lei alza lo sguardo
e mi vede riflesso nello specchio. << Se vuoi ucciderti taglia in
verticale, non si richiuderà più! >>
Lei si gira verso di me, non sembra spaventata, sembra
arrabbiata.
<< Come hai fatto a entrare? >> mi chiede.
E’ bella.
<< Se vuoi ucciderti davvero, ti consiglio di
chiudere a chiave la porta >> le dico avvicinandomi alla maniglia per poi
chiudere la porta.
Mi incuriosisce questa ragazza, sembra simile a me, ma
ha quel qualcosa che a me manca, ha quella luce che io non ho.
Salve! Ecco
un’altra one shot! Ho visto
che molti hanno letto la prima, non so se è piaciuta a tutti (cosa che non
credo xD) ma volevo continuare! Questa è vista dal
punto di vista di Tate secondo me. Spero
vi piaccia, se volete potete anche suggerirmi delle scene che sono piaciute a
voi sennò continuo con le mie preferite. Ah non sono in ordine cronologico!!
Grazie a quelli che leggeranno, lasceranno un commento e tutto il resto ;)