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Autore: CharlieBb    25/08/2008    4 recensioni
"...Avevo assistito allo scorrere del tempo, al susseguirsi di mesi, anni, secoli. Avevo visto il mondo cambiare sotto i miei occhi, la gente nascere, vivere, morire. Avevo visto il nascere di nuove civiltà e nuove popolazioni, avevo visto tutto. Ogni cosa era nuova per me e mi approcciavo al mondo come un bambino piccolo curioso di scoprire ciò che lo circonda..."
Genere: Romantico, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: questo capitolo contiene una scena di sesso esplicito tra uomini, chiunque ritenga di non poterlo sopportare, chiunque possa ritenersi offeso o altro è pregato di non proseguire la lettura.
Ho dovuto alzare il raiting della storia, anche se ormai siamo alla fine, per evitare qualche richiamo. Dopotutto, sono due capitoli con scene esplicite, non sono molti ma ci sono...


Chapter Eighteenth



-Geràrd, in che anno sei nato?-
Frank è stanco, stremato per la corsa. Il suo cuore batte, frenetico, per quello che ha scoperto. Ma non può, non può essere vero. Sarebbe... assurdo. Incomprensibile.
Passano solo pochi secondi prima che Geràrd risponda "1977", e a questo punto Frank capisce. Capisce davvero. Una persona non pensa mai prima di dire la propria data di nascita. Se lo fa, sta mentendo.
-Ommioddio, allora è vero...-. Frank sussurra, è shockato. E' vero, è tutto vero. La cartella che ha trovato in ufficio... non c'è stato nessuno sbaglio, nessun errore nel trascrivere la data di nascita.
-Frank, che succede?-. Geràrd è fermo, non si muove. E' come se avesse paura. Paura di che cosa, poi?
-Ci hai pensato... hai pensato prima di rispondere...- spiega Frank, ed è ovvio, davvero. Non si pensa mai prima di dire la propria data di nascita. Mai.
-Come sarebbe a dire che ho pensato prima di rispondere?- chiede Geràrd, e il suo viso riflette i sentimenti che lo stanno divorando. Lo confondono, lo impauriscono.
-Geràrd, in che anno sei nato, veramente?- passano alcuni secondi, -Sei tu il Geràrd Arthur Way nato nel 1680...-. Frank sa che in quella cartella non c'è stato alcuno sbaglio. Frank sa che è tutto vero. Non sa ancora come, ma lo sa, lo sente, e fa male.
-Come diavolo fai a essere nato nel 1680, spiegamelo!- urla subito dopo. E' sconvolto, è vero. Non riesce a capire, e questo gli fa male. In qualche assurdo, inspiegabile modo sa che Geràrd è davvero nato nel 1680, ma è così impensabile... qualcuno nato secoli prima non può ancora camminare su questa terra, è impossibile.
-Frank, come...?- chiede Geràrd, e i suoi occhi si velano di... tristezza, sì è proprio tristezza quel velo ignobile che deturpa la loro accecante bellezza.
-Ecco- dice Frank, tirando fuori dal suo zaino una cartella vecchia e ingiallita dal tempo, gettandola con forza sul tavolo. Quella è la cartella di Geràrd, adesso ne è sicuro. E' sua, è davvero sua, non ci sono più dubbi.
L'unica domanda che Frank si pone, adesso, è come diamine sia possibile tutto questo.
-Spiegami- dice poi, la voce bassa. Vuole sapere. Vuole solo sapere. Non chiede altro, davvero, gli basta solo poter capire come sia possibile una cosa del genere. Geràrd sospira.
-In che cosa credi, Frank?- domanda Geràrd, e Frank pensa che sia una domanda strana, davvero. Non riesce proprio a capire cosa possa entrarci con la discussione. Ma comunque risponde.
-Credo che ci sia qualcosa, oltre la vita, e qualcuno che decida ogni cosa-. Geràrd annuisce.
-Credi nelle creature demoniache?- chiede ancora, e Frank non capisce dove voglia andare a parare. Lui vuole solo sapere la sua età, dannazione! Vuole solo sapere come sia possibile che Geràrd sia davvero nato nel 1680, nient'altro...
-Tipo streghe, demoni, fantasmi, vampiri? Più o meno. Credo che possano esistere, forse...-. Frank annuisce, convinto della sua risposta. In effetti è vero, crede che creature come quelle possano esistere, anche se molti le credono solo leggenda.
-Hai mai visto un fantasma, Frank?- chiede Geràrd, e Frank quasi gli ride in faccia. No, certo che no. Non ha mai visto un fantasma. Risponde.
-Hai mai visto un vampiro?-
-Non credo che esistano, sono una leggenda per spiegare la porfirìa-. E davvero, adesso Frank vorrebbe ridere. Sa che i vampiri non esistono, sa che la loro leggenda è nata in tempi antichissimi, quando la porfirìa non era conosciuta e i sintomi erano strani e inquietanti. Coloro che ne erano affetti erano insofferenti al sole e all'aglio, solo perchè in loro era alterato uno degli enzimi del sangue. Questa alterazione portava alla fotosensibilità -i malati non potevano restare al sole senza danneggiare la propria pelle- e al colorito pallido della pelle, causato anche da una disfunzione epatica -altro sintomo della malattia.
Frank era ferrato su queste cose, perchè i vampiri lo avevano sempre affascinato e aveva voluto capire da cosa fosse nato il mito dei Morti Viventi.
-Sbagliato- dice Geràrd, -ce lo hai di fronte-.
Frank rimane un istante perplesso prima di spalancare gli occhi. Occhei, Geràrd sta scherzando. I vampiri non esistono, davvero, sono solo leggende e favole per far andare a letto i bambini quando fanno i capricci. Sorride.
-Tu non sei un vampiro- dice, quasi ridendo. Perchè davvero, è esilarante.
Geràrd ha un'espressione triste, e strana. Prende una mano di Frank e la porta sul suo petto, all'altezza del cuore. Cala il silenzio nella stanza, e Frank non capisce. Ha la mano sul cuore di Geràrd, e allora? Poi, fa più attenzione.
-Senti?- chiede Geràrd, e Frank non sa cosa dire. E' confuso, perchè diamine, non sente-
-No-. No, non lo sente, non sente il cuore di Geràrd. Il suo cuore è muto, neanche un battito. Frank lo guarda, poi torna a guardare il punto della maglietta sotto al quale dovrebbe esserci il suo cuore. Ma non sente nulla, non sta battendo...
Forse non c'è neanche un cuore, lì sotto, pensa in un istante. Ma non può essere, e Frank si da mentalmente dell'idiota. Perchè se anche il cuore di Geràrd non batte, è di sicuro lì dentro. Solo, fermo.
L'altro gli prende la mano e la porta sul suo petto, e Frank sente improvvisamente la differenza. Il suo cuore batte, batte velocissimo, freneticamente. Il suo cuore batte, non è fermo. Lui è vivo.
Geràrd è morto.
Geràrd è un vampiro.
Non è uno scherzo, è vero. Geràrd è un vampiro. Frank pensa che dovrebbe essere confuso, sentirsi sconvolto, impaurito, spaventato di essere da solo con un vampiro. Ma non è così.
Frank è solamente... cosa? Cos'è che sta provando? Rimane un istante in silenzio e cerca di capire.
Non è sconvolto, non ha paura. Gli sembra... naturale. E' come se, da qualche parte del suo cervello, avesse sempre saputo che Geràrd non era come gli altri, che aveva davvero qualcosa in più. Sapere che è un vampiro non lo turba più di tanto, è come se per tutto questo tempo avesse solo aspettato di sentirselo dire.
-Come...?- chiede, ma Geràrd sa già a cosa si riferisce. Chissà, magari riesce anche a leggergli nel pensiero.
-Come è possibile? Non lo so, non so come sia iniziato tutto questo. So solo come è successo a me-.
Frank non capisce, non riesce a capire. Non è tanto il fatto che Geràrd sia un vampiro, no... quello è come se fosse naturale, davvero, come se l'avesse sempre saputo. E' questa tristezza che si impadronisce di lui che non riesce a capire. Perchè si sente tanto triste, perchè sta quasi per piangere?
Probabilmente perchè adesso sa davvero che le cose non potranno andare bene, che non potrà mai stare con Geràrd, non come aveva immaginato... è questa dura realtà che lo rende triste, è avere davvero la consapevolezza che il suo amore probabilmente non avrà futuro. Perchè un giorno lui morirà, e Geràrd continuerà a vivere.
Brian.
-L'allergia al sole... le finestre chiuse... Anche Brian lo è...- mormora Frank. E capisce il motivo di quella tristezza.
Non è per Geràrd, non è perchè le cose saranno difficili e un giorno Geràrd andrà via dalla sua vita. Non è per quel presentimento, perchè sente che le cose non potranno mai andare come aveva sperato.
E' per Brian. Perchè anche Brian è un vampiro.
Per questo non si vedevano mai di giorno, anche se Brian diceva di essere oberato di lavoro; per questo si vedevano solo la sera; e tutti quei ragazzi che Brian si portava a letto... morti. In realtà erano solo la sua cena.
E' per questo che Frank è triste. Geràrd annuisce, perchè ha capito perfettamente cosa Frank stia provando. E sembra stia soffrendo, ma perchè? Dovrebbe saperlo, ormai, che per Frank esiste soltanto lui, lui e nessun altro.
-E tu...- chiede Frank, pensando a quante cose Geràrd faccia, da vampiro. Lui annuisce ancora.
-Non ho mai pensato di farti del male...- sussurra, tenendo ancora la sua mano tra le sue. Frank lo guarda, dritto in quegli occhi dal colore così bello e perfetto.
-Lo so- dice tranquillamente. Perchè lo sa, lo sa davvero che Geràrd non gli farebbe mai del male. Perchè Geràrd in fondo prova qualcosa per lui, Frank sa che è così, lo legge nei suoi occhi.
-Dovresti-
-E così...- sussurra dolcemente, -mi sono innamorato di un vampiro...-. Frank non smette di guardare Geràrd, il suo vampiro, e sorride. Sorride cacciando via le lacrime che gli hanno rigato il volto, prima, perchè adesso non è tempo di piangere, e lui lo sa. Adesso Geràrd deve solo capire.
-Tu cosa?- domanda, incredulo, shockato.
Frank sorride ancora, e separa la distanza che li divide, lentamente. Guarda gli occhi di Geràrd, e li vede pieni di confusione, e di felicità.
-Non dirmi che non l'avevi capito, Geràrd... sono innamorato di te- sussurra contro le sue labbra, baciandolo subito dopo. Geràrd sgrana gli occhi ma schiude le labbra alla lingua di Frank, perchè forse sa che è giusto così, che è così che deve essere. Loro. Ecco come dev'essere. Non più un "io", un "tu". Ma un "noi".
Frank accarezza il petto di Geràrd, poi il suo viso. Lo stringe a se' mentre unisce i loro corpi in una linea perfetta. Sorride, un po' perchè sente l'eccitazione di Geràrd premere contro di lui, un po' perchè immagina cosa l'altro stia pensando. E annuisce. Perchè sì, vuole stare con lui, vuole fare l'amore con lui nonostante sia un vampiro. Lo vuole, lo vuole e basta, lo vuole sul serio.
Geràrd ricambia l'abbraccio e mette un pizzico di passione in più nel bacio -e Frank quasi pensa "finalmente!", perchè davvero, ha faticato tanto per averlo.
Frank smette un istante di baciare quelle labbra perfette, ma le sue mani continuano ad accarezzare dolcemente la pelle tiepida di Geràrd. Lo guarda negli occhi, ancora, e pensa che non si stancherà mai di farlo. Potrebbe passare ore intere perso in quello sguardo, e sarebbe comunque la persona più felice del mondo.
Potrebbe, ma non è il momento.
E' felice, Frank, ed eccitato. Perchè finalmente sarà suo, suo e di nessun altro, come doveva essere fin dall'inizio.
Lo prende per mano e lo porta via dalla cucina, fin sulle scale, e poi attraverso una porta. Ha trovato subito quella giusta, quella della stanza in cui ha dormito la notte in cui Brian ha tentato di attaccarlo.
Frank fa sedere Geràrd sul letto, gli si inginocchia davanti. Gli bacia delicatamente una mano, non interrompendo mai il contatto con i suoi occhi. Si alza un po', tanto quanto basta per baciarlo.
Lo bacia, prima dolcemente, poi con passione.
Lentamente, lo fa sdraiare e gli si sdraia addosso, mentre i loro membri eccitati sfregano l'uno contro l'altro.
Frank si muove sensualmente su quel corpo tanto perfetto, e sente Geràrd gemere piano nel bacio. Sorride. E' lui che sta facendo tutto questo, è per lui che Geràrd sta gemendo. E' per lui che è eccitato.
Si muove ancora, Frank, e lascia che le sue mani si spostino sulle gambe di Geràrd, accarezzandole piano, e scivolando dolcemente verso l'interno coscia. Geràrd geme, i jeans visibilmente troppo stretti.
Frank slaccia i bottoni e glieli toglie, tanto lentamente da farlo impazzire, e quando ha finito pensa anche alla maglietta, facendolo rimanere in boxer, sotto di lui. Si sdraia ancora, e l'eccitazione di Geràrd è ancora più forte, adesso che i suoi jeans sono finiti sul pavimento, in un angolo.
Le mani di Geràrd prendono vita, vagano per il petto di Frank, si insinuano piano sotto la maglietta... e la tolgono. Frank non aspetta, e si slaccia i jeans, che ormai gli danno solo fastidio, per tutto.
Li lascia cadere a terra insieme agli altri vestiti e torna a sdraiarsi su Geràrd, che apre un po' le gambe per fargli spazio. Adesso c'è solo la stoffa dei boxer a separarli, ma a nessuno dei due sembra importare, almeno per il momento.
Frank riprende a strusciarsi contro Geràrd, e sa che se continuasse ancora un po' non ci metterebbe molto a venire nelle proprie mutande. Anche l'altro sembra dello stesso avviso, dato che le sue mani corrono a togliere di mezzo quei fastidiosissimi boxer. Frank lo aiuta a liberarsi dei suoi, e sono solamente pelle contro pelle.
Le loro erezioni si sfiorano senza pietà, mentre Frank si muove un po' più velocemente e coinvolge Geràrd in un bacio appassionato, così diverso da quelli casti che si sono scambiati prima.
Con una mano accarezza lentamente il suo membro, e Geràrd non riesce a trattenere un gemito. Frank sorride, muovendo la mano sempre più velocemente e baciandogli il collo, mordendolo piano.
Geràrd viene quasi immediatamente, e Frank abbandona il suo collo per scendere e leccare quelle gocce bianche dal suo basso ventre. I muscoli di Geràrd sono più rilassati, ma comunque tesi, e in un secondo ribalta le posizioni, facendo sdraiare Frank e sovrastandolo.
Lo bacia, prima le labbra, poi il collo, il petto, la pancia. L'ombelico, l'interno coscia.
Frank apre le gambe un po' di più quando sente Geràrd accucciarsi lì in mezzo e la sua lingua accarezzarlo piano.
Le sue mani artigliano istintivamente le lenzuola mentre la lingua di Geràrd percorre il suo membro, e Frank si lascia sfuggire un gemito quando Geràrd lo prende in bocca e inizia a succhiare, mentre con una mano muove velocemente su e giù.
Geràrd riesce anche a sorridere, e i suoi occhi si piantano in quelli di Frank, accesi dal desiderio crescente.
Frank lo fissa un attimo prima di chiudere gli occhi, perchè vedere il movimento costante della sua testa nera, vederla andare su e giù, e sentire cosa sta facendo con la lingua lo mandano in estasi.
Si svuota nella sua bocca, e Geràrd risale lungo il suo corpo per baciarlo, e fargli sentire il suo stesso sapore.
Frank lo bacia con passione, mentre il suo bacino spinge piano verso quello di Geràrd, chiedendo di più.
Geràrd continua a baciarlo mentre con una mano lo accarezza, e Frank apre ancora le gambe, conscio di cosa sta per succedere.
Trattiene un gemito forte quando un dito di Geràrd entra in lui, lubrificato da solo un po' di saliva, e quasi urla davvero quando si inserisce anche il secondo.
Geràrd spinge con le dita, e in poco tempo riesce quasi a toccare quel punto nascosto dentro di lui.
Quando entra il terzo dito Frank geme, e Geràrd lo bacia, questa volta con dolcezza, continuando a prepararlo.
Continua a baciarlo mentre estrae lentamente le dita e alza una gamba di Frank, lo bacia quando sostituisce il proprio membro e inizia a spingere lentamente dentro di lui.
Frank si aggrappa alle sue spalle, alzando la gamba ancora di più, permettendogli di andare più affondo, e Geràrd lo bacia, con forza, con passione. Frank lo sente, duro ed eccitato dentro di lui, e al solo pensiero un brivido lo attraversa. Sospira, geme sulla pelle di Geràrd, e sente il sudore imperlargli la pelle e tutto il corpo.
E quando guarda Geràrd quasi gli si mozza il fiato. E' bellissimo, è sudato, e la sua pelle è ancora più bianca e luminosa, quasi come se fosse di perla. I suoi occhi sono socchiusi, ma sono fissi in quelli di Frank.
Geràrd spinge un po' più forte, e Frank sente un brivido violento attraversare i loro corpi.
Così violento che si aggrappano l'uno all'altro, si stringono, pelle contro pelle, e lasciano che il piacere li invada entrambi. Frank sospira, geme e poi sospira di nuovo, perchè l'orgasmo è stato violento, ed eccitante. E perchè Geràrd è ancora dentro di lui, e non accenna a togliersi di lì.
Frank non vuole che lui si tolga, vuole solo sentirlo lì, dentro di lui, per sempre.
Geràrd lo guarda e sorride dolcemente, ma non si muove, e Frank pensa che abbia capito. O che davvero riesca a leggergli nel pensiero.
Geràrd gli sposta una ciocca sudata dalla fronte e lo bacia dolcemente, prima di uscire delicatamente da lui e sdraiarsi al suo fianco. Frank è contrariato, certo, ma gli si accoccola subito accanto, e Geràrd lo abbraccia, gli accarezza la schiena e gli bacia la fronte.
E Frank sta bene, lì tra le sue braccia. Sorride impercettibilmente mentre con una mano gli accarezza il petto marmoreo e lucido.
-Non voglio che tu vada via...- mormora, piano. Geràrd rimane spiazzato, ma sorride un istante dopo, stringendolo ancora più forte contro di se'.
-Io non me ne andrò mai, non fino a quando tu mi vorrai con te- dice baciandogli piano le palpebre socchiuse.
Frank sorride, soddisfatto, e rimane in silenzio, godendosi quell'attimo perfetto.
-Ci vuole una sigaretta-
Geràrd ride e lo bacia ancora. Sì, Frank ha proprio ragione, ci vuole una sigaretta.






***
Ragazzi, ormai ci siamo. Manca solo l'ultimo capitolo... spero di non deludervi!
Adesso devo scusarmi, ma non ho il tempo di ringraziarvi uno per uno -altrimenti l'aggiornamento slitterebbe a domani, e non mi pare il caso- ma lo farò la prossima volta, lo giuro. Date la colpa all'insonnia che mi ha tenuta sveglia per più di 24 ore di fila, e grazie alla quale, quindi, sono abbastanza esausta. Maledetta.
Un bacione grandissimo, B.
   
 
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