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Autore: Cloud394    04/07/2014    1 recensioni
Durante i meravigliosi anni '60, Eleanor è sola come tanti giovani ragazzi di quell'epoca, vuole essere indipendente, cerca la libertà così dalla romantica Parigi migra a Londra in cerca di libertà, uguaglianza ma soprattutto di sé stessa.
**Avviso**
La storia non è originale, ho fatto un errore. Questa è una fanfiction sui Beatles, spero che non mi segnaliate la storia e spero anche che se c'è qualche fan dei Beatles potesse leggerla. Grazie mille
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rimango di ghiaccio davanti alla tv, fisso lo schermo stringendo il bicchiere. Loro continuano l'intervista, sono abbracciati e guardano sullo schermo, sorridono. Le lacrime mi inondano gli occhi, non voglio sentire cosa dicono, ricaccio le lacrime indietro. Il microfono è passato a lui, stringo ancora il bicchiere alla mano "mi ha detto lui di cambiare canale me l'ha detto lui" guardo con rabbia il televisore, quando riprende il microfono in mano non resisto, le lacrime mi scendono veloci, urlo parole pesanti su di lui e lancio il bicchiere sul tavolo che si frantuma in mille pezzi. Mi metto ad urlare sempre più forte, mi lascio cadere a terra in preda ad una crisi isterica. Inizio a piangere ed urlare, mi rannicchio su me stessa "Deficiente! Deficiente! Deficiente! Lo sapevi! Lo sapevi che stava con lei! Ora inizi a fare queste storie?! Avresti dovuto aspettartelo,colpa tua! E' colpa tua! Tu hai cominciato! TU COLPA TUA!" mi dico nella mia mente. È colpa mia, mia, mia! Mia e solo mia! Devo morire, voglio morire, non merito nulla, sono io il problema, il mondo sarebbe migliore. Rido urlando con le lacrime agli occhi. Non creerei problemi alla mia famiglia, Jaqueline sarebbe viva se non fosse per me Louis non sarebbe andato così lontano, mio fratello sarebbe diventato medico invece è un avvocato, così disse mamma: era colpa mia, sempre colpa mia, solo colpa mia. Anche adesso sono io la causa di tutto. Rido piangendo, urlo dalla disperazione, un tonfo. È il mio pugno che colpisce ripetutamente il muro, non sento dolore solo voglia di restare sola. Io sono sempre sola. Continuo a colpire e il sangue inizia a sgorgare dai colpi che dò, sento dei passi veloci arrivare verso di me ma continuo imperterrita.
-ELEANOR! Oh Cristo, cosa stai facendo?- urla lei, io continuo a piangere -lasciami stare..io devo morire..non lo merito...sono una fallita..una fallita..-dico continuando a colpire -Eleanor ti prego smettila, Dan per favore..questa è impazzita- dice urlando -una fallita..fallita..- continuo imperterrita a ripetere sempre la stessa frase, la stessa che mi ripeteva mio padre da quando ho compiuto 15 anni; una fallita,aveva ragione...Dall'altra parte Dan mi tiene ferma, Penny mi abbraccia, mi tranquillizza. Continua a parlarmi all'orecchio, vuole che le dica il motivo del mio stato, ma la ignoro.
Mi sveglio nel mio letto, non ho vestiti addosso, ho solo una fasciatura alla mano destra che mi ricorda cosa è successo. Penny si trucca, intanto Dan la abbraccia da dietro e cerca di baciarle il collo, lei si lamenta ma lui imperterrito continua. Mi siedo sul letto coprendomi con le lenzuola, esamino la mia ferita, ho freddo ma cerco di ignorarlo. Dan si accorge che mi sono svegliata, lascia Penny e si avvicina a me, si siede sul letto. -Buongiorno parigina- mi dice avvicinandosi a me, non rispondo. Lui mi accarezza il viso -come stai?-mi chiede sussurrando al mio orecchio, sento il suo respiro sul viso-meglio- rispondo io con un filo di voce, inizia a baciarmi lungo il collo e leccarmi. Voglio allontanarmi ma non ne ho la forza-dimmi..come mai sei impazzita?- dice lui staccandosi dal mio collo e posandosi sulla mia clavicola per fare un succhiotto-storia lunga -rispondo -se dovete farlo allora chiudete la porta-dice Penny sbattendola e chiudendoci dentro. Dan ride, mi accarezza il viso -sei proprio carina.-dice lui alzandosi e tornando da Penny, continuando quello che stava facendo -El vieni con noi in spiaggia?- mi chiede lei -Ma Londra non è sul mare..-dico io-ci facciamo un viaggetto,preparati.-dice lei -no..non me la sento..-dico io guardando le lenzuola e rannicchiandomi. Penny viene nella mia camera, butta sul letto un reggiseno, slip, un pantaloncino di jeans a vita alta e una maglia verde -vai in bagno, fatti una doccia e vestiti- dice lei -per forza?-dico io -per forza.- -non sentirò freddo?- -ti do' delle calze color carne e una giacca basta che ti sbrighi.-dice lei tirandomi le coperte e io le tiro per coprirmi. È una lotta alla "tira la fune" che vince lei e io mi copro rannicchiandomi, lei ride e getta sul pavimento le lenzuola-vestiti, siamo già in ritardo- prendo le lenzuola, mi copro ed entro in bagno con il pensiero costante che quella di Penny sia un'idea stupida e inutile ma al tempo stesso sia la cosa più emozionante in cui lei possa coinvolgermi.
 
____spazio autrice_______
 il capitolo è più lungo,spero vada bene.. saluto  tutti voi che leggete la mia storia,che diventerete presto come le mie tossico dipendenti preferite.. Ahaha lo spero! :D ringrazio la mia editor Jennifer_Mockingjay per la correzione anche del 12 (mi sembra di parlare del distretto 12 di Panem),Il titolo è preso dalla canzone "I need You" dei beatles,dal disco Help! Scritta da George Harrison. Ci vediamo nel 13 (e non parlo del distretto) RECENSITE E BUONA LETTURA!
  
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