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Autore: Lady Atena    04/07/2014    2 recensioni
Ispirata a “Mente divisa” di PurpleStarDream.
Captain America è stato un indiscusso eroe americano, capace di affrontare ogni nemico e sventare ogni minaccia. Steven Rogers soffre di stress post-traumatico, di visioni tanto sconvolgenti e tanto frequenti da far presagire una schizofrenia imminente; che le cure di Bucky e Natasha non riescono a fermare.
E poi c'è Tony, occhiali da sole e sogghigno beffardo, che nel suo essere irreale è l'unico appiglio che Steve riesce a stringere.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Scudi troppo spessi.'
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Credits: Ispirata alla fict “Mente divisa” di PurpleStarDream, pubblicata dopo il suo consenso scritto di farlo.

Steve sospirò, si chiuse la giacca e saltò oltre una lattina. Raggiunse la sua motocicletta e sporse il labbro inferiore.
“Sono due settimane che mi segui anche in bagno. Sparisci!” gridò.
Una donna sgranò gli occhi, le rughe attorno al suo volto s'ispessirono; si voltò e scappò via. Steve la osservò attraversare la strada di corsa.
“Bene, grazia a te ecco l'ennesima persona che mi crede pazzo. Il Generale Fury mi licenzierà! Già non mi fa obbedire dai miei uomini tenendomi segrete le vere missioni nelle missioni” borbottò.
Tony infilò le mani nelle tasche dei jeans.
“Possibile che tu non ti sia accorto di niente?” domandò, con tono saccente.
Si sedette sulla motocicletta, incrociò le braccia.
“Se tu non urlassi, potresti tranquillamente evitare di farti considerare pazzo. In fondo, correggimi se sbaglio, da quando sono qui non hai più avuto visioni o incubi; tranne di fatti realmente accaduti”.
Steve si sporse e lo spinse giù dalla moto, sedendosi sul sellino al suo posto. Tony mugolò, sbuffò passandosi la mano tra i capelli castani e sospirò. Si rialzo, poggiò la mano calda su quella di Steve e addolcì lo sguardo.
“So che ti faccio sentire a disagio e ti senti perseguitato. E so che il mio caratteraccio non aiuta. Però io non ti lascio, né ti lascerò mai più” sussurrò dolcemente.
Steven arrossì e sentì la gola bruciargli.
“Sembra sempre che tu sappia cosa voglio sentirmi rispondere. È inquietante” sussurrò.
Tony socchiuse gli occhi evidenziando le leggere rughe attorno alle iridi castano scuro, si chinò in avanti stringendogli la mano.
“Non potrebbe essere altrimenti. A me non fa piacere sottolinearlo, ma sei tu a decidere come devo comportarmi; tesoro”.
Steve deglutì a vuoto un paio di volte.
“Sono convinto di non voler essere chiamato tesoro” farfugliò.
Tony ridacchiò, si avvicinò sfiorandogli il naso con il proprio e mosse il capo a destra e sinistra.
“Solo perché non vuoi sentirti dire che sei prezioso non vuol dire che tu non lo sia”.
Steve socchiuse le labbra. 
“Dov'eri quando mi hanno scongelato?” sibilò.
Tony si avvicinò maggiormente, schiuse le labbra.
“Non dipende da me. Io posso scegliere di restare, ma non di arrivare. Tu puoi scegliere chi sono, cosa provo, quando farmi arrivare; ma non puoi mandarmi via” sussurrò con tono melodico.
Steve sentì le gambe tremare e il basso ventre pulsargli. Il battito cardiaco gli accelerò e le labbra gli divennero rosse. Tony poggiò le labbra su quelle dell'altro, le leccò sentendole calde sotto la lingua; strinse la mano di Steve chiudendo gli occhi. Steve rispose al bacio mugolando di piacere. Tony gli passò la mano tra i capelli biondo cenere, si scostò dal bacio e accennò un sorriso.
“Ti sentirai leso nella tua pudicizia se ti dico che in bagno ci vengo per vederti nudo?” sussurrò con tono divertito.
Steve arrossì e abbassò lo sguardo.
“Vediamo” bisbigliò.
Tony lo guardò, batté le palpebre e gli strinse un fianco.
“Credevo tu avessi un lavoro da fare” sussurrò, chinandosi in avanti.
Steve deglutì a vuoto e si rizzò.
“Allora ne riparliamo stasera a casa” borbottò.
Tony gli sorrise, salì sulla moto e indicò il posto del guidatore con il capo.
“Spero solo che i tuoi colleghi siano meno apprensivi del tuo coinquilino!” esclamò.
  
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