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Autore: Ut0piagratuita    04/07/2014    3 recensioni
Dall'ottavo capitolo:
" La gente comune è liquida, ragazzina: come l'acqua assume forme diverse a seconda del contenitore. le persone uniche sono quelle che rimangono solide, quelle non le puoi omologare alle altre...
Proprio per questo tutti siamo unici, ognuno in un modo unicamente suo"
" Quindi siamo fiocchi di neve, in pratica"
" Sì, siamo fiocchi di neve"
le nostre mani in contatto, a dividere quella lacrima ghiacciata: estate e inverno. Freddo e caldo.
Rosso e Verde.
Tutti i dettagli che ci guardavano, ci studiavano, aspettandosi qualcosa.
Ma io guardavo lei.
Quello era uno spettacolo maggiore... Unico
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Stiles e Lydia, due storie che diventano una, attraverso limiti e problemi...
Perché tutti meritano di essere salvati, perché tutti conoscono il modo per salvare.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Allison Argent, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Prologo-

Quando sei piccolo, trovi la Paura dappertutto.
L’avevo appena letto, durante la pausa pranzo, in effetti; in un libro grande come un mattone... Uno di quelli in cui ti ci perdi, poi per ritrovarti con un malditesta esemplare... e ora ci stavo pensando, appoggiata con la testa sul muro e la sigaretta in bocca. Ero sempre stata abile a farmi prendere dai pensieri, ogni professore che avessi incontrato si era trovato d'accordo su questo punto.
La mia, quella che ricordo di avere avuto da sempre, era quella per il Buio. Mia madre, quando ancora c’era, restava con me finché ne aveva voglia, poi spegneva la luce, e io rimanevo seduta sul materasso, a fissare le ante dell’armadio, aspettando con angoscia che si spalancassero. Sapevo che qualcosa di terribile ne sarebbe uscito. Da piccola ero una bambina con gli occhi pieni di pensieri, e di desideri... Desideravo, infatti, di essere in grado di capire.
Capire il continuo litigare dei miei genitori, capire tutto il nero del buco oltre l’armadio, gli sguardi che gli altri lanciavano a me e alla mia sorellastra quando ci vedevano passare, le urla di mia madre quando si chiudeva a chiave in bagno... Crescendo, però, sono diventata apatica. Sorda alle urla, cieca agli sguardi, lasciavo che tutto scivolasse, e la maschera che costantemente indossavo era diventata parte della mia pelle, tant’era diventata adattabile e familiare, per me. Lo sapevo, che l’apatia era la via facile, quella che non mi avrebbe resa felice, ma ero stanca. A vent’uno anni ero stanca, di alzarmi e cercare il calore del Sole anche per la mia anima, stanca di vivere nel rumore, che mi confondeva sempre di più. Desideravo anche saper volare.
Avere delle ali, abbastanza forti , per volare via da questo posto... I miei erano desideri; ero piccola, non avevo capito che volere qualcosa non te la fa ottenere di conseguenza. “Volere è potere”, dicono.
Ma come fai ad ottenere qualcosa quando invilupparti nella tua stessa apatia, nel tuo dolore, nei tuoi sbagli messi in sequenza casuale, come una serie di canzoni, è la cosa più simile alla redenzione che hai mai conosciuto, provato?
Mi risvegliai dal flusso dei pensieri con la suoneria del mio cellulare, Blackbird dei The Beatles, e guardando il display risposi: “ Sì, tranquilla, passo a prenderti io... sì, un’altra ora in ufficio, non preoccuparti! ... Non arriverò in ritardo, te lo prometto... ok, ok, ciao”.
Lo ributtai nella borsa, e spensi la sigaretta. Odiavo il mio lavoro, odiavo questa città, odiavo la mia vita, la persona che ero stata e quella che ero diventata, non riuscivo ancora ad andare oltre la freddezza che aveva costruito attorno a me come un muro. Guardai in alto per pochi secondi, ricordando un episodio che mi aveva fatto odiare da un’altra persona importante della mia vita : la mia migliore amica del Liceo; mi aveva detto che il miglior modo per far passare il dolore era pregare, avere fede.
Ricordo di averla mandata a quel paese... Io non ho mai avuto fede, né speranza, né niente, a dir la verità. Non c’è speranza, per una come me ... non c’è redenzione, non c’è purezza, per Lydia Martin.






A/N: non mangiatemi, per piacere!! prima storia, prima volta che apro del tutto la mia" porta che non è una porta", quindi non siate troppo cattivi... un bacio a tutti e buona sera. questa storia ce l'ho in testa già da un po', un modo diverso di vivere la Stydia, forse troppo "umano" per gli standard di Teen Wolf, ma va bene comunque!! Btw, se lasciaste un commento mi fareste davvero un favore, buona giornata.
-Mg :)
  
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