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Autore: piccola twilighter    04/07/2014    3 recensioni
Anno 1902. Forks. Stati Uniti. Isabella è una levatrice (ostetrica), ha una storia molto triste alle spalle e vaga per tutta la penisola Olimpica, fin quando è assunta nella casa della famiglia nobile Masen-Cullen, dove si occuperà della signora Katherine Cullen che è alla sua prima gravidanza, nuora di Donna Elizabeth Masen Cullen e di Don Edward Senior Masen. Il figlio dei padroni di casa Edward Junior è in guerra a Cuba. Cosa succederà quando il bel soldato incontrerà la bella levatrice?
STORIA ISPIRATA DALLA SOAP OPERA “IL SEGRETO” (non sarà identica alla soap, ma ci sarà qualche passo simile)
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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~~POV EDWARD
Quando sono tornato a casa, ho cercato di non farmi vedere e ci sono riuscito sono andato in camera ho scombinato il letto e mi sono cambiato per non destare sospetti. Arrivo nella sala da pranzo per la colazione con un gran sorriso. Ho ancora il su odore sulla pelle e sui vestiti, il suo sorriso nei pensieri e la sua dolcezza nel cuore.
-buongiorno Edward – un saluto corale.
-Marito mio – Katherine si alza e viene verso di me.
-tranquilla cara siediti, anche perché vorrei parlarti e voglio che tutti loro siano presenti – la fermo prima che mi si lanci addosso e lei con disapprovazione si siede, mentre mio cugino Emmett e il mio amico Jasper ridacchiano. I miei zii con i miei cugini e la famiglia Hale sono praticamente fissi a casa mia, questa cosa non mi dispiace per niente almeno ho qualcuno con cui affrontare discorsi seri o anche parlare di qualcosa al di fuori delle tenute. 
-ieri sera quando sono tornato i miei genitori e i miei zii mi hanno raccontato una cosa Katherine – dico con un tono serio e deciso.
-sicuramente delle stupidaggini dette da quella levatrice – dice lei stizzita. Mi irrita che parli così di Isabella, che è molto più intelligente ed esperta di lei.
-io non credo siano stupidaggini, Isabella fa questo lavoro da molto tempo e sicuramente è un’esperta, ma non è di questo che voglio parlare … tu hai capito che la situazione è grave vero? se hai un po’ di amore materno verso tuo figlio dovresti metterti in forze per superare al meglio il parto – cerco di non perdere le staffe a causa della sua espressione e delle parole rivolte poco prima a Bella.
-si cercherò di fare come ha detto, però io ho bisogno di te per poter avere questa forza – dice facendo l’espressione dolce più finta che io abbia visto.
-ti darò il mio appoggio all’occorrenza, tu però devi cavartela da sola e dovrai seguire i consigli di Isabella anche perché mio zio è pienamente d’accordo con lei su questo fatto – le faccio capire e lei annuisce con disappunto.
- Edward caro non ti abbiamo sentito tornare stanotte, dopo che ieri sera sei uscito fuoriosamente e non sei neanche tornato per la cena – solleva l’argomento mia madre. A questo punto ho voglia di dire tutta la verità, ma non posso e non voglio sollevare questioni.
-avevo bisogno di stare solo madre e rifletto e quando sono tornato ho cercato di fare silenzio e di non disturbare madre, la prossima volta mi farò annunciare però se ci tenete – sono un tantino pungente e mia madre che non si aspettava questa mia risposta mi guarda incredula.
-no figlio, hai fatto bene così, anzi ti ringraziamo – interviene mio padre e dopo riprendiamo tutti a fare colazione, ma io penso solo alla notte meravigliosa passata con Isabella.

*una settimana dopo*
Oggi ho preso io la posta e ho visto una lettera da Londra e solo due persone hanno potuto mandarla, la consegnerò ai miei zii, così che possano fare la cosa migliore. Io intanto torno da Bella. Quando non mi è vicina, mi sento come se mi togliessero l’aria, e i momenti per stare insieme, in modo da non farci vedere, sono troppo pochi. Busso alla sua stanza e sento la sua voce che dice “avanti”.
-buongiorno signorina – mi chiudo la porta alle spalle e lei si gira con un luminoso e bellissimo sorriso sul suo viso di porcellana. Mi avvicino a lei e le prendo il viso tra le mani per baciarla. Lei, anche se con un po’ di timore come sempre, si butta tra le mie braccia. La stringo forte e la bacio.
-mi sei mancata amore mio – le sussurro. Lei scioglie subito l’abbraccio.
-perché ti allontani? Ti prego non farlo ho bisogno di te – mi avvicino, ma lei mi ferma.
-perché potrebbe entrare chiunque senza bussare e non voglio correre rischi, tu sei sposato e non voglio creare problemi – dice ma sento un velo di sofferenza nella sua voce.
-a me non interessa cosa dicono là fuori, prima o poi tutti sapranno che sei tu tutto ciò che voglio – insisto.
-lo so, ma a me importa e non voglio creare scandalo, lo faccio per me stessa prima di tutto, ma anche per te – dice convinta. Ha ragione ma io ho bisogno di lei e lei ha tanto bisogno di me.
-non vedo l’ora che Katherine partorisca per poterla finire con questa farsa del matrimonio e poter vivere il nostro amore alla luce del sole – stavolta senza darle il tempo di ribattere le prendo il viso tra le mani e la bacio.
-sei un impertinente – mi rimprovera sorridendo.
-lo so tesoro mio – le do un altro bacio e poi decido che è meglio andare via.
-è triste dover accontentarmi solo di pochi minuti, quando sarai del tutto mio non ti lascerò più andare – mi sussurra triste.
-e io mi farò rapire volentieri, signorina – la stringo un ultima volta e poi vado via. Non sarai tu a rapire me amore mio, ma sarò io a prenderti e non lasciarti più.
POV BELLA
Ecco 5 minuti di felicità e troppe ore di vuoto. Devo essere forte come sempre e sopportare questa situazione che durerà poco, come Edward mi ha promesso. Io non mi fidavo più di nessuno, Edward e tutti gli altri però mi hanno spronato a fidarmi di nuovo delle persone. Credo che si debba sempre andare avanti e anche se le brutte esperienze ti induriscono, ti insegnano tanto e poi tocca a te capire se ti puoi fidare o no delle persone. Bussano alla porta e invito ad entrare. È Alice. Ci salutiamo e cominciamo a chiacchierare allegramente di tante cose. è bello avere sempre qualcuno a farmi compagnia, adesso non sono più sola, anche se è solo una la persona che vorrei al mio fianco, l’unica che ovviamente non può stare con me. io e Alice verso l’ora di pranzo ci dirigiamo alla locanda per mangiare qualcosa, Angela porta i piatti e si siede a farci compagnia. Il pranzo passa allegramente e dopo torniamo ognuna alle proprie mansioni. Quando arriva la sera, sono stanca ma decido di recuperare le forze per andare a mangiare un boccone. Quando apro la porta però resto sorpresa.
-buonasera amore – lo tiro dentro la camera e chiudo a chiave.
-che ci fai tu qui? Cioè mi fa piacere ma potrebbero scoprirci – gli dico sconvolta.
-non c’è questo pericolo, vedi ho la complicità degli altri, ne ho parlato con Emm, Jasper, Rose e Alice oggi pomeriggio, abbiamo bisogno degli alleati in questa battaglia e per questo che ho parlato con loro, per favore non prendertela e rifletti sul fatto che questa è la cosa migliore, praticamente mi stanno coprendo loro  – mi spiega e penso che la mia bocca possa rotolare da qui fino all’uscita del paese, ma nel mio cuore c’è felicità e sollievo.
-tu sei completamente pazzo – è l’unica cosa che riesco a dire.
-si, sono pazzo di te – dice avvicinandosi e baciandomi ma il mio stomaco brontola e rovina la festa.
-diciamo che oggi la giornata è stata faticosa e ho mangiato solo qualcosa a pranzo con le ragazze – mi giustifico.
-bene, allora penso che tu potresti andare da Angela farti dare del cibo e consumarlo in camera, io resto qui a farti compagnia e non preoccuparti per me io ho già mangiato – mi spedisce fuori e io vado a prendermi il cibo. Ad Angela non ho bisogno di mentire, quando vede il mio volto stanco, mi porta il cibo che le chiedo e mi augura la buonanotte. Ritorno in camera mia e lui è ancora li seduto sul mio letto ad ammirare un libro, l’unico che ho, che mi ha regalato l’amica più cara di mia madre, la copia sbrindellata di Sogno di una notte di mezza estate di Shakspare.
-ti piace leggere? – mi chiede mentre appoggio il vassoio con il cibo sul mobile accanto al letto.
-si, tantissimo, so quel libro a memoria, purtroppo è l’unico che ho – dico e vado a sedermi accanto a lui.
-beh allora risolveremo questo problema al più presto signorina – avvicina il suo viso al mio e ci scambiamo un altro bacio – adesso penso che devi mangiare e metterti in forze dopo possiamo fare quel che ci pare – mi mette il vassoio sulle gambe e inizio a mangiare le delizie preparate da Angela. Quando ho finito di spazzolare via tutto quello che avevo nel vassoio, mi butto su Edward e lo faccio stendere al mio fianco.
-non penso che siano reali i momenti che tu stai con me, mi sembra di vivere una favola – sussurro appoggiata al suo petto.
-invece è tutto vero, spero che sarai così felice anche quando usciremo allo scoperto – dice stringendomi forte.
-sarò ancora più felice puoi stare tranquillo -  Metto fine alla conversazione baciandolo e godendo di lui per tutta la notte, uno di quei pochi momenti che posso averlo. Purtroppo però la notte passa in fretta ed è molto presto, quando ancora il paese è addormentato che lui va via, lasciandomi con una sensazione di vuoto ma allo stesso tempo di felicità. La giornata comincia con il sorriso e spero finisca altrettanto bene. Oggi torno di nuovo alla villa a visitare Katherine, ma stavolta ho chiesto ai suoi suoceri di essere presenti e credo che ci sarà anche Edward e spero che questo non renda le cose difficili. Arrivata alla villa sento qualcuno che discute a voce molto alta e poi una porta che sbatte. Donna Elizabeth scende seguita dal marito e dal figlio con un espressione contrariata sul viso, così anche suo marito mentre Edward ha un’ espressione cupa. Sono sicura che è colpa di Katherine il loro malumore. La domestica dice alla famiglia che sono arrivata e le espressioni degli uomini si sollevano un po’.
-Isabella, cara per fortuna sei arrivata – Don Edward senior mi saluta con grande sollievo.
-felice di esservi d’aiuto c’è qualche problema? – chiedo perplessa.
-immagino che non ti siano sfuggite le nostre discussioni al piano di sopra quando sei arrivata comunque non importa, forse dovremmo illustrare la situazione chiaramente a Katherine perché non ne vuole sentire di ascoltarci, noi non le abbiamo volute dire il fatto grave per non spaventarla ma la situazione si complica e lei si intestardisce ancora di più a voler fare come vuole – continua afflitto. Ecco immaginavo bene, lo sapevo che non avrebbe dato ascolto a nessuno la viziata.
-non potremo fare niente con quella stupida se non vuole ascoltarci e vuole rischiare grosso che faccia pure, ma se lei sopravvive e mio nipote no, le conseguenze per lei saranno gravi – interviene duramente Donna Elizabeth.
-da quello che dicono tuo fratello e Isabella, il bambino ce la farà, cara – cerca di calmarla il marito. Edward non parla e vedo solo i suoi occhi lucidi per la sofferenza che gli sta causando Katherine.
-levatrice mio figlio con noi è stato chiaro e mio fratello sa che la priorità e il bambino se lei è così ignorante da non capire lasciatela perdere, occupatevi del bambino, mi rincresce dire ciò ma la vita di un piccolo innocente, vale di più di quella di una madre egoista – mi dice Donna Elizabeth guardandomi dritta negli occhi, nei suoi vedo sofferenza. Anche questa donna dura, ha un cuore a quanto pare.
-il bambino sarà sicuramente la mio priorità – dico sostenendo il suo sguardo e lui annuisce soddisfatta da questa specie di promessa.
-però dico che un tentativo ancora lo possiamo fare – dice Don Edward senior guardandomi. Ma a quel punto Edward riprende vita.
-bene padre facciamolo – Edward si alza e la sua voce è rotta dal dolore che si riflette nei suoi occhi. Vorrei abbracciarlo e consolarlo, dargli il mio appoggio ma in questo momento non è possibile. Ci alziamo e ci dirigiamo in camera di Katherine. Entriamo senza bussare.
-siete tornate con i rinforzi a quanto pare, ma lei è la persona meno adatta a convincermi a fare quello che mi dite – ribatte acida. Non soffre, ha un cuore di pietra questa donna. Io vorrei avere tutto ciò che ha lei, quando stavo per averlo me l’hanno portato via senza scrupoli. A questi pensieri le mie ferite si aprono e sanguinano.
-farò finta di non aver sentito i vostri commenti egoisti, per niente degni di una madre … ma desso vi diremo come stanno realmente le cose … nella visita che vi ho fatto la scorsa settimana ho capito quali saranno le gravi conseguenze del parto, se vi sedete magari ve le spiego con calma perché è una questione piuttosto delicata – cerco di essere gentile e di non far sentire l’odio nella mia voce per il suo egoismo.
-bene sono seduta levatrice, parlate – è scorbutica, ho voglia di fare dietrofront ma c’è un cuore che devo salvaguardare dal dolore e non posso andare via.
-signora voi siete debole, il vostro corpo durante il parto deve essere forte per poter sopportare la fatica e il dolore, in quel momento ci vuole tutta la forza fisica ed emotiva possibile … voi forse potreste avere grande forza emotiva ma non basterà ci vuole tanta forza nel corpo che non avete e questo potrebbe essere pericoloso per voi  che non essendo forte non potrete affrontare un parto naturale senza rischiare la vita … quindi arrivando al punto se non vi mette in forze voi potreste morire per la fatica del parto e il bambino potrebbe risentirne e avere problemi dopo essere nato - ci ho provato. Mi giro verso Edward e i suoi genitori che mi fissano come se sperassero che faccia il miracolo.
-va bene mangerò di più, ma io ce la farò sicuramente, non sono debole come dite voi – tra poco la strangolo.
- Katherine sia chiaro che se ho chiesto ad Isabella di illustrarti la situazione per intero non lo faccio per te ma per mio figlio che merita di nascere e vivere – Edward è duro e freddo con lei che lo fissa sbalordita e arrabbiata. La famiglia toglie il disturbo e io faccio la visita. Quando finisco scappo da quella camera e sono subito giù. Mentre cerco qualcuno per avvisare che vado via, mi sento afferrare per la vita, mi viene istintivo urlare ma una mano piuttosto familiare mi tappa la bocca.
-tranquilla sono io – siamo nella cucina quando mi lascia andare per poi avvicinarmi di nuovo a se e baciarmi appassionatamente. Oddio ma siamo in casa sua, dove c’è la servitù e la sua famiglia.
 - sostengo la mia tesi che tu sia pazzo, qua potrebbe vederci chiunque – gli dico quando mi lascia respirare.
-no ho solo un grande e disperato bisogno di te, amore mio – dice guardandomi negli occhi, nei suoi c’è ancora del dolore.
-farò di tutto per tuo figlio te le prometto, farò quello che non ho potuto fare per il mio – è una promessa di cui ha tanto bisogno in questo momento anche se a me viene una fitta al cuore. 
-grazie amore mio, grazie – sussurra con il viso affondato nei miei capelli. Usciamo insieme dalla villa, lui ha bisogno di prendere aria e uscire e poi insisteva per accompagnarmi e stare in mia compagnia. È stata una giornata dura da affrontare, la felicità della notte è svanita come neve al sole.

NOTE AUTRICE: Ciao a tutti !! Arrivo un pò tadi con il capitolo ma sono stata impegnatissima e finalmente ho trovato il tempo di regalarvi un nuovo capitolo !! Grazie a chi mi segue, a chi recensice e a chi ha messo la mia storia tra le preferite ... spero di ricevere tante recensioni e sapere le vostre opinioni ... baci :*

  
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