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Autore: _Mariagrazia_    04/07/2014    0 recensioni
May ha 20 anni e non ha mai avuto una storia seria. Incontrerà Carlo, con cui scoprirà come ci si sente ad essere davvero innamorati. Ma inconterà anche Andrea che le farà scoprire cosa significa essere amati.
Tra gioe e dolori, amicizie e inganni, May scoprirà un mondo nuovo, fatto di mille altre occasioni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Bondage | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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QUEL CHE RESTA DI ME

 

 

CAPITOLO 1: CASUALITA’

 
 
Autunno 2013. Lunedi 8 ottobre.
May  se ne stava seduta sulla solita panchina della stazione ad aspettare il treno delle 9.59 che l’avrebbe accompagnata all’università. Era solo al primo anno, ma da quando aveva iniziato a frequentare le lezioni, quella era diventata la sua panchina. L’aspettava lì, silente, ogni mattina. May vi si sedeva ad ascoltare la musica o a leggere un libro in attesa del treno.  Era una mattina come tante: si era alzata presto, aveva fatto colazione con latte e fiocchi d’avena, aveva raccolto i lunghi capelli castani il una coda ordinata, aveva indossato un jeans e la sua maglia preferita, quella della Disney comprata a Parigi durante la vacanza più bella della sua vita, ed era uscita di casa per andare in contro alla solita, noiosa giornata universitaria. Quella mattina però sarebbe andata diversamente. Mentre se ne stava seduta ad aspettare, immersa tra i suoi pensieri, si sedette accanto a lei un ragazzo. May non potè fare a meno di notare la sua avvenenza: alto, biondo, occhi chiari: il tipico prototipo di ragazzo perfetto.  Da buona ventenne, May, dopo aver notato la bellezza del giovane, inviò subito un sms alla sua migliore amica, Jessica, detta  Jess. Il ragazzo, dal canto suo, notò subito il gesto improvviso ed urgente di May e non perse l’occasione di farsi notare. Nonostante il gigantesco tabellone degli orari che pendeva sulle loro teste, si rivolse a May chiedendole a che ora sarebbe arrivato il treno.
-Alle 10.- rispose May –anzi per essere precisi, alle 9.59 minuti.-
-Grazie- rispose il ragazzo, regalandole uno dei sorrisi più belli che lei avesse mai visto.
All’improvviso una voce registrata avvisò che a causa dei righi nella città vicina, il treno sarebbe stato soppresso.
-Dannazione!- disse il ragazzo,- adesso mi toccherà andare in auto. Ci vogliono almeno due ore, senza contare il traffico.-
-Già, è proprio un casino. Adesso sono davvero nei casini anch’io: devo essere a lezione tra un’ora esatta.- rispose May.
I ragazzi si fissarono per un po’ , pensando tra loro a come avrebbero risolto il problema del trasporto. Ad un tratto il ragazzo ruppe il silenzio con una domanda inaspettata:   - se vuoi…posso darti un passaggio?-
Presa alla sprovvista, May pensò subito di rifiutare: non si accettano passaggi dagli sconosciuti, giusto? Ma quello fu uno dei rari momenti in cui la lingua è scollegata dal cervello, per cui accettò.
Non sapeva ancora che quel gesto le avrebbe cambiato la vita.
Arrivati in macchina, nessuno dei due spiccicava parola per l’imbarazzo. Entrambi non si sarebbero mai aspettati di finire in quella situazione. May si continuava a chiedere il perché avesse dato quella risposta, perché avesse mai accettato quella assurda proposta. Ad un tratto fu lui a rompere il pesante silenzio:
-Beh comunque io sono Carlo, piacere. Tu sei?-
-Marianna. Ma tutti mi chiamano May. Molto piacere.-  Di nuovo silenzio. May avrebbe voluto dire qualcosa, parlare per coprire l’imbarazzo crescente tra i due. Ma fu di nuovo Carlo a parlare per primo:
-Quindi May, cosa studi?-
-Lingue e traduzione. Studio per diventare interprete e traduttrice. E tu?-
-Marketing e pubbliche relazioni. Sto per laurearmi finalmente.-
-Congratulazioni allora! Deve essere proprio bello sapere di essere ormai alla fine. Io sono ancora al primo anno, per cui è ancora un sogno immaginare la laurea.-
-Non preoccuparti, arriverà in men che non si dica. Tre anni passano in fretta.-
Tra una chiacchiera e l’altra, May sentiva nascere qualcosa dentro di se. Una sorta di scintilla che avrebbe innescato in lei una reazione chimica inarrestabile. Perché in fondo noi non siamo che questo: un insieme di molecole che si scontrano l’una con l’altra formando legami indissolubili. In quel momento il suo cuore ed il suo cervello stavano entrando in collisione proprio come quelle molecole. Come poteva pensare che quel ragazzo le piacesse dopo solo pochi minuti di conoscenza? immersa nelle sue riflessioni, non si era resa conto che Carlo le stava continuando a parlare e a fare domande.
-Ti  va di ascoltare della musica? May?-
-Si certo. Scusami ero solo un po’ distratta.-
-Beh, non capita tutti i giorni di fare un viaggio in auto con uno sconosciuto, giusto?- La sua risata scoppiò improvvisa come il botto di un fuoco d’artificio. In quel suono May ne vedeva gli stessi colori e la stessa bellezza.  Il viaggio proseguì tranquillo, tra una canzone e un ritornello canticchiato. I due ragazzi parlarono e risero come se si conoscessero da tempo. Al termine del viaggio Carlo le diede le indicazioni per arrivare alla sua università e i due si salutarono.
-Beh allora grazie e in bocca al lupo per la laurea imminente- disse May.
-Crepi. Buona fortuna anche a te. Stammi bene, May. –
-Ciao Carlo.-
May lasciò che quelle parole li dividessero. In cuor suo sapeva che non avrebbe mai più rivisto quel ragazzo. La sua città era troppo grande per potersi rincontrare.
Si incamminò diretta verso la sua facoltà, ripensando agli occhi di Carlo, che tanto l’avevano colpita.
Quel giorno in facoltà passò come tutti gli altri. Tra una lezione e quattro chiacchiere con le sue amiche, May continuava a pensare a quella strana sensazione di benessere che aveva provato a stargli seduta accanto sul sedile passeggero della sua macchina. A come aveva pensato che sarebbe stato bello poter sedere su quell’auto in una normale giornata di ottobre, senza imbarazzo o chiacchiere vane per riempire il silenzio.
Quella sera, quando si mise a letto per dormire, chiuse gli occhi e rivide il suo viso.
  
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