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Autore: tini fray    05/07/2014    6 recensioni
TRATTO DAL 18esimo CAPITOLO
"Alec sorrise in modo beffardo e lo stregone non riuscì a ribattere quando si avvicinò lentamente fronteggiandolo.
Il cervello di Magnus aveva staccato la spina ed era andato alle Hawaii con un volo diretto da Idris.
Alec non sembrava... Alec."
Ambientato alla fine di COLS.
E se nuove persone entrassero a fare parte della vita del cacciatore moro e Magnus, geloso più che mai, non fosse più così sicuro della sua decisione?
Malec/Clace/Sizzy
SPOILER DI TMI E DI TID
*FANFICTION IN REVISIONE DAL PRIMO CAPITOLO*
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Lightwood, Jonathan, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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"Max sto arrivando" sussurrò quando Harry lasciò cadere il braccio.
 
 
Quando Isabelle pensó che ormai fosse finita un rantolio soffocato si liberó nell'aria, fu dopo qualche secondo di shock che sentì un ringhio oscuro e delle urla.
Sentí un potente scossone al terreno e capí che qualcosa, o qualcuno,era ricaduto pesantemente sull'erba.
Con l'orecchio ancora appoggiato a terra alzó la testa e quello che vide la stupí, di fronte a lei una lotta orribile si stava svolgendo.
Harry stava rotolando a terra e sopra di lui un licantropo abbastanza mal messo con il manto graffiato appena sotto il collo e una zampa insanguinata, probabilmente rotta.
Isabelle non riuscì a capire l'età del lupo, non si era mai soffermata troppo si questi dettagli; i Nascosti non le interessavano, a meno che non usciva con uno di loro, anche se quella, dopotutto, si era rivelata una cosa insensata e frivola dopo aver incontrato Simon.
Simon.
Stava bene? Era ferito? Non aveva più il marchio di Caino, poteva succedergli di tutto.
Ma perché si stava preoccupando per lui quando un suo 'amico' che si era rivelato essere un servitore di Sebastian stava lottando con un lupo mannaro che le aveva salvato la vita?
Cercó un modo per aiutare il lupo ma non poteva?
Harry si muoveva con ferocia ma il licantropo non era da meno.
Quando il lupo mannaro spinse con forza il Nephilim oscuro piú lontano possibile si alzó su due zampe e inizió a recuperare la forma umana e fu allora che Isabelle lo riconobbe: Jordan.
 
 
 
 
L'ennesimo shadowhunter cadde a terra, colpito al petto dalla spada angelica di Jace. 
Il ragazzo si voltò, già pronto ad affrontare un altro nemico.
Appena aveva saputo dell'attacco non aveva esitato e si era catapultato fuori, senza parlare, sapendo che era suo dovere difendere la sua città. 
Si trovò davanti un ragazzo più alto di lui, impostato, il viso colmo di cicatrici sanguinanti, un braccio piegato in una posizione innaturale.
Poteva avere la sua età, o essere anche più giovane, nonostante avesse un fisico abbastanza imponente.
Se si guardava in viso, infatti, si notavano, sotto il sangue delle ferite, dei lineamenti quasi infantili, di un ragazzino troppo cresciuto, ma ancora adolescente.
Però era dalla parte di Jonathan, si era schierato contro di lui, quindi, forse, non era così innocuo.
Jace parò un colpo che lo stava per trafiggere e poi inflisse una ferita alla gamba del ragazzo, il quale cadde a terra, dolorante. 
Era dalla parte sbagliata, ma era pur sempre troppo giovane.
Jace, sentendo dei passi, si girò dalla parte opposta.
" Sempre più debole... Avresti potuto ucciderlo" affermò una voce.
Ma non era una semplice voce, era un timbro conosciuto, ascoltato, desiderato, quello che lo faceva sempre sorridere.
Adesso, però, era più glaciale, quasi spento.
Davanti a lui, fiera e sorridente, c'era Clary, la sua Clary.
Indossava un paio di pantaloni neri di pelle, degli anfibi dello stesso colore e una maglia nera con striature rosse, probabilmente sangue, e maniche a giro, con un ampio scollo a U.
Sulla maglia nera risaltavano i riccioli rossi in disordine, sporchi di sangue qua e là, leggermente più cresciuti dall'ultima volta che Jace li aveva visti.
Sotto il cespuglio colorato, il viso era della stessa carnagione di sempre, anche se le lentiggini sembravano quasi scomparse, o forse erano nascoste da qualche prodotto di bellezza, anche se lei non ne avrebbe mai fatto uso.
Gli occhi, ormai non più versi bensì neri, lo fissavano, scuri come un burrone, malinconici, non rispecchiavano per niente l'espressione del suo sorriso smagliante, divertito, ma quasi cattivo.
Le labbra che incorniciavano il sorriso erano rosse, sicuramente messe in risalto con qualche rossetto scuro.
Proprio quelle labbra, vedendo che Jace si limitava a rimanere fermo come una statua, si mossero nuovamente, eleganti e sicure. 
" Cos'è? Quella specie di gatto dello stregone fidanzato col tuo parabatai ti ha mangiato la lingua?" Chiese in tono sarcastico, spostando verso dietro, in un movimento provocante, i riccioli che le coprivano il viso.
Si avvicinò al biondo, fermandosi a due passi da lui.
"Clary" la chiamò lui, con voce più ferma e inespressiva di quanto si aspettasse.
"Amore" rispose lei, con un sorriso falso, avvicinandosi ancora di più. 
Adesso i loro visi erano vicinissimi, come non succedeva da tempo.
Clary, per raggiungere Jace, posizionò le braccia intorno al suo collo e alzò leggermente il viso, guardandolo negli occhi.
"Dove sei stata, Clary?" chiese lui, sconcertato.
"Oh, ero con mio fratello" rispose, tranquilla "con lui sono al sicuro".
Improvvisamente sembrava che la lotta si fosse bloccata e che non esistesse altro che loro due, fermi lì, a parlare.
"Cosa ti ha fatto?" sussurrò lui, chiudendo gli occhi.
"Niente che sia stato contro le mie volontà" rivelò lei.
Poi si alzò in punta di piedi e, senza preavviso, si avventò sulle labbra del ragazzo, ma solo per qualche secondo.
"Mi dispiace" disse subito dopo, allontanandosi da lui e staccandosi dalla sua stretta "volevo capire se provavo ancora qualcosa ma.." scosse la testa, per niente preoccupata "non sei minimamente paragonabile a Jonathan" affermò, sorridendo.
Jace rimase immobile, di nuovo.
Non capiva il comportamento di Clary, non capiva il perché di quel gesto, non capiva, soprattutto, dove fosse la SUA Clary.
"Cosa vuoi dire?" chiese, con una forza che credeva di non possedere.
"Diciamo" cominciò a giocare con un ricciolo, arrotolandolo intorno ad un dito "che tu sei focoso come un accendino per il gas, confrontato con Jonathan" rise.
Poi sfilò la spada angelica dalla cintura.
"Però potresti venire con noi, se eliminassi i tuoi sentimenti saresti un buon combattente" schiacciò l'occhio "e potremmo provare a fare una cosa a tre" rise di nuovo, in un modo freddo, distante.
Quella non era Clary.
"Tu e Jonathan...- Jace scosse il capo, indietreggiando. "L'avete fatto?" deglutì.
"Se l'abbiamo fatto?" sorrise "Non sai quante volte" sospirò, provando il desiderio di rivedere suo fratello. 
Jace scosse ancora il capo, incredulo, confuso, schifato.
"Oh, non avrai creduto che avrei aspettato te e il tuo fuoco angelico per farlo?'chiese, quasi dispiaciuta "Mi dispiace, Jace" alzò le spalle, priva di emozioni.
"Scegli, vieni con noi o ti uccido?" sussurrò qualcosa e la spada si illuminò.
Jace si ricordò dei momenti passati con Clary e Jonathan, del tempo che era costretto a trascorrere nel suo "rifugio", al legame che legava lui e il fratello della sua ragazza, a Clary che l'aveva seguito per salvarlo.
E lui? L'avrebbe seguita?
E se l'avesse fatto, Jonathan gli avrebbe permesso di salvarla?
Non credeva.
Era furbo, intelligente, non si sarebbe fatto colpire alle spalle un'altra volta. 
No, non l'avrebbe seguita, doveva inventarsi qualcos'altro. 
"No, Clary, il mio posto è qui" le disse lui, le lacrime che minacciavano di scappare.
La sua Clary non c'era, era scomparsa, era rinchiusa in qualche posto, magari dentro il corpo di quella ragazza, forse stava cercando di uscire da una gabbia in cui Jonathan l'aveva rinchiusa.
Forse stava soffrendo.
Quel pensiero lo colpì, trapassandogli il cuore come neanche una lama affilata avrebbe potuto fare.
Doveva salvarla.
Forse lei, quando aveva saputo che lui era legato a Jonathan e non era completamente cosciente, aveva provato le stesse emozioni, aveva visto una persona lontana.
Forse aveva pianto, forse si era disperata, ma poi si era rimboccata le maniche, aveva rischiato tutto ed era andata a salvarlo, l'aveva riportato alla sua "forma naturale", gli aveva salvato la vita.
E anche lui l'avrebbe salvata, non nello stesso modo, con un altro stratagemma, ma l'avrebbe riportata ad essere quella Clary della quale si era innamorato.
"Allora a mai più" disse lei, prima di attaccare Jace, senza alcun preavviso. 
Lo colpì allo stomaco, facendolo piegare e cadere sul terreno, ansimante.
"Buona morte, Jace" sussurrò lei, schiacciandolo a terra con il piede.
Poi Jace non vide più nulla.
 
 
 
 
Angolo crazy:
Ed eccoci :D
Finalmente siamo in vacanzaaaa siiiiiii yeeee xD *spara i coriandoli in aria e saltella per tutta la stanza*
Capisco che siete sicuramente scioccati dal capitolo e in questo caso il mio umore in confronto al vostro but... enjoy :D okay okay...
Ci dispiace da morire per... em... sì come si chiamava? Ah giusto.. Jace XD*si becca un occhiataccia da kiakkiera* no okay io adoro Jace ma odio clary .-. È una cosa strana ma mi sta antipatica a pelle, bah, ma rende Jace felice quindi la sopporto u.u
Ora... non ammazzateci *si ripara dai pomodori* chiediamo pietà :c
Alla prossima (se non ci uccidete prima)
~Tini e kiakkiera
 
  
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