~~CAPITOLO   1
La penna d’oca intrisa d’inchiostro era uno dei pochi fattori a perturbare la quiete pomeridiana: essa  infatti scribacchiava con fretta e ardore parole non poco eloquenti, capaci di poter suscitare reazioni di stupore e ammirazione; l’unica cosa che non andava in quel bel quadretto era il sadismo con cui la punta dell’incantevole arnese fendeva la sottile pagina di carta ordinaria.
L’autore(meglio autrice)  di questo possibile reato era una giovane donna di appena diciannove anni che stava intenzionalmente usando le sue capacità retoriche ,ma soprattutto letterarie, per terminare un testo di teatro.
Ponendo l’ultimo punto alla stesura dello scritto ella poté finalmente alzarsi dal suo antico scrittoio in legno d’acero e scostarsi un ricciolo color ebano da quel particolare ma straordinario volto femminile; finalmente era riuscita a creare un’opera degna di essere chiamata tale. Ma come poteva una ragazza così giovane e di nobile famiglia poter impiegare il suo tempo nella scrittura? Anziché apprendere l’arte della cortesia e dell’ospitalità(come era di suo dovere) Dafne preferiva dar vita alla sua fantasia grazie a sue doti  linguistiche.
Dopo aver riletto l’opera la ragazza si avvicinò al davanzale di una particolare finestra ad arco, per osservare il cortile sottostante in modo da riuscire a dar vita a nuove idee e quindi a dar libero sfogo al suo subconscio: infatti perdersi in qualcosa di stimolante poteva ispirare notevolmente la nostra protagonista. Mentre quegli occhi dalle mille sfumature del verde e dell’ambra  godevano di una splendida visuale, le orecchie captarono urla femminili e un rumore di piatti andati in pezzi. La dimensione surreale che Dafne aveva creato e varcato si dissolse come incenso nel vento e ritornò inesorabilmente al reale: sua madre aveva combinato qualcosa.
Si ritrovò a scendere per  la lunga scalinata di marmo e fu travolta da tutte le emozioni insensate del momento….dopo quel frastuono arrivarono  le voci concitate della servitù che tentavano di placare l’ira funesta della madre di Dafne.
“Follie nulla di ciò succederà di nuovo” “ Infatti è stato un increscioso incidente” “Lo spero bene”.
La burrasca sembrava passata: ”Cosa è successo madre?” Dafne chiese dopo aver visto la madre allontanarsi con fare impettito.
“Niente di cui preoccuparsi cara…un errore di lavoro. Dato l’argomento è mio dovere informarti di alcuni fatti di grande importanza, perciò seguimi nelle mie stanze”.
Doveva esserci qualcosa che non andava. Doveva. Sua madre la richiamava solo in casi estremi e di solito non era così seria dopo una piccola sfuriata giornaliera con i domestici. Era dopotutto una persona mite e aperta…o almeno con sua figlia.
Arrivate in una piccola stanza attraverso diverse anticamere piene di arazzi la madre di Dafne si avvicinò alla poltrona vicino alla finestra e guardò attentamente  la ragazza con i suoi occhi azzurri.
“Cara, verranno ospiti molto importanti nei prossimi giorni”. Tutto qui. Doveva esservi qualcosa di importante o un sentore di pericolo in quelle parole dettate da voce lugubre.
“Voglio che tu sappia che essi non saranno le solite persone venute in visita qui da noi.
Saranno personalità importanti che dovranno discutere con tuo padre di diverse tematiche rilevanti. Molto rilevanti. Ma non posso andare oltre queste parole e tuo padre non vuole che si venga a saperne troppo”.
Ciò non rese più tranquilla la figlia la quale stava vagando di nuovo in un’altra dimensione…questa però più vera e realistica.