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Autore: Matt1103    05/07/2014    1 recensioni
Un ragazzo con il desiderio di diventare un scrittore, una leggenda che prende vita sotto i suoi occhi e una grande decisione da prendere che potrebbe cambiare il suo destino. Tutto questo per il raggiungimento di un sogno.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2
 
 
Il giorno successivo Frederick si alzò svegliato dal suono del campanello. Prese in fretta e furia alcuni vestiti e li indossò come meglio poteva, il risultato finale non era dei migliori, ma quantomeno presentabile. Fu costretto ad accelerare il passo verso la porta da un altro rintocco del campanello. Sull’uscio si presentò una ragazza sulla trentina. I suoi occhi azzurri e i capelli castani assomigliavano molto a quelli del ragazzo. Accanto a lei un bambino di cinque anni giocava con il suo videogioco.
–Jeanette? Perché sei qui?- sbottò Frederick. –Oh, bell’accoglienza che riservi a tua sorella! Comunque oggi devi tenere Peter, non mi dire che te ne sei dimenticato!- rispose infastidita.
-Ma oggi non posso! Devo fare delle ricerche per scrivere un libro. -
-Da quando sei uno scrittore?-
-Da quando mi sono licenziato.-
-Interessante, comunque fai pure le tue ricerche, ma stando attento che Peter sia accanto a te- Jeanette spinse in avanti il bambino, rivolse un sorriso a Frederick e ritornò alla macchina, senza lasciare al fratello il tempo di ribattere.
-Fantastico!- disse Frederick tra sé e sé. –Zio?- chiese timidamente Peter. –Si?-
-Mi annoio. Che cosa facciamo?-
-Beh, io devo condurre delle ricerche, mi vuoi aiutare?- rispose Frederick incerto.
-Certo.- disse entusiasta il bambino.
I minuti successivi furono confusi per Frederick, non era il tipo da bambini, e il suo nipote non era certo un angioletto, in trenta minuti ottenne una casa sottosopra (più di quanto non lo fosse già) e zero idee per il libro. Il caos finì solo quando Peter ormai stremato per le sue imprese eroiche non cadde sfinito sul letto dello zio. Finalmente per Frederick era arrivato il momento di intraprendere la sua carriera di scrittore. Passò le successive tre ore a cercare tra i suoi infiniti volumi una leggenda valida per il suo libro, ma tutte erano già state trattate approfonditamente. Si sentì un rumore provenire della stanza da letto, era il segno che le ricerche di Frederick erano già arrivate al termine. Peter arrivò dal corridoio ancora assonato. –Zio, possiamo andare dalla nonna?- chiese Peter, strofinandosi l’occhio.
-Perché vuoi andare dalla nonna?-
-Lì ci sono i miei giocattoli!-
-Oh…va bene.- sbuffò Frederick.


Il viaggio in macchina gli sembrò il più lungo della sua vita, quel bambino non era cattivo, solo tremendamente curioso, così chiedeva a Frederick ogni cosa gli passasse per la testa, dal “perché i gatti non vedono i colori?” al “perché non compri un pullman invece di un’auto?”. Le sofferenze di Frederick terminarono quando accostarono accanto ad una piccola casa di campagna. Era da molto tempo che non vedeva quella casa, gli sembrava più decadente del solito, ma i ricordi che emergevano sembravano ricostruirla pezzo per pezzo. Nella veranda un’anziana signora dai capelli ormai segnati dal tempo si era appisolata. -Nonna!- esclamò Peter. La vecchietta sobbalzò per lo spavento, ma assunse immediatamente un sorriso dolce che il figlio conosceva fin troppo bene. –Tesoro! Mi hai fatto prendere un colpo. - pronunciò con tono sereno. -Ciao mamma. - disse Frederick sorridendo.
–Oh, amore come stai?- chiese la gentile signora.
-Beh … non esattamente bene-
-Cosa c’è che non va?-
-Mi sono licenziato-
-In che senso?- domandò cercando di capire la situazione.
-Nel senso che ho dato le dimissioni. Non voglio più essere un giornalista, ma uno scrittore!- spiegò con determinazione. Peter guardava i due parlare cercando di afferrare il filo del discorso.
-Ho sempre saputo che avresti fatto lo scrittore, già da quando mi facevi leggere i racconti che scrivevi da bambino. - sostenne la signora con l’espressione di chi la sa lunga.
-Comunque non ho ancora idea di cosa scrivere, vorrei parlare di leggende nel mio libro, ma nessuna di quelle che ho letto mi affascina tanto da convincermi a puntare su di esse. - ammise Frederick.
-Se è una leggenda che cerchi ti posso aiutare io.-
-In che modo?-
-Ti racconto una cosa che mi è successa da piccola. -
-Si nonna, racconta!- disse elettrizzato Peter mentre Frederick fissava la madre con sguardo interrogativo.
-è una cosa che mi è successa a dieci anni, quando vivevo ancora a Clasten . La città era circondata boschi e, anche se pericoloso, era lì che amavamo giocare noi bambine. Era un ambiente affascinante, da favola, soprattutto quando ci si addentrava, perché nel cuore del bosco si trovava una piccola radura con un laghetto. L’unico difetto di quel posto era la nebbia. Un giorno io e le mie compagne andammo al laghetto, era una giornata particolarmente brumosa. Quando venne l’ora di tornare a casa mi accorsi di aver dimenticato la mia bambola di pezza, così mi allontanai dalle altre, quando a fatica raggiunsi il bacino a causa della nebbia, intravidi nell’altra riva una ragazza, riuscii a vederla perché i suoi capelli erano talmente rossi che era impossibile non notarla. Conquistata da quella ragazza decisi di avvicinarmi, così riuscii a osservare che il suo corpo era coperto solo da un leggero velo che le cingeva il petto e arrivava, svolazzante, fino alle ginocchia. Sfortunatamente a causa della nebbia la persi di vista. A quel punto in lontananza sentì le voci delle mie amiche chiamare il mio nome. Le raggiusi. Tornate in città andai da mio nonno per raccontargli tutto, lo trovai a giocare a carte. Quando finì di esporre tutto per filo e per segno, mi dissero “Hai incontrato la dama della nebbia.”. Mi spiegarono che quella ragazza si faceva vedere solo durante le giornate di nebbia e non era facile incontrarla, infatti parlarle era pressoché impossibile. Rimasi ammaliata, così andai spesso nel bosco a cercare di trovarla, ma non la vidi mai più. - quando finì di raccontare era ormai senza fiato.
-Wow!- esclamò Peter. Nel volto di Frederick era apparso uno strano sorrisetto, era segno che aveva trovato la storia che cercava.
-Perché non me ne hai mai parlato?- chiese il ragazzo.
-Oh, non ce n’è mai stata l’occasione .-
A questo punto sapeva dove andare e chi cercare. Finalmente qualcosa andava per il verso giusto e nulla avrebbe potuto fermarlo.
   
 
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