Capitolo 3
“Hai già il vestito per il ballo stasera?” mi chiese
eccitata Narcissa.
“Il ballo?” chiesi senza alzare gli occhi dal mio libro.
“Ehi...pianeta terra chiama Bellatrix!
Ci sei?” mi chiese divertita.
“Mmmm...sì, ho capito. Tanto
non ci vado.”
“Oh no, tu ci andrai. Ci andremo insieme.”
“No....”
“E te ne vuoi stare qui a leggere?”
“Magari sì.” borbottai.
“Oddio Bellatrix. Hai quindici
anni! Quando ti deciderai a farti una vita sociale?”
“Io mi diverto qui molto di più che in mezzo a quelle
stupide ochette delle tue amiche.”
“Bellatrix!!”
“Dico solo la verità....” sbuffai.
“Sei intrattabile ed egoista.”
Feci finta di non sentirla.
“Ma...perché non vuoi venire? Sarai l'unica di tutta la
scuola a mancare...”
“Se ne faranno una ragione...”
Narcissa non si diede certo per vinta, ma
continuò per un buon quarto d'ora ad elencarmi milioni di motivi per i quali
era meglio se andavo.
“Ma la vuoi smettere?! Ho detto no. Dovreste imparare ad
ascoltarmi quando parlo! Sono stanca di persone che decidono al posto mio! La
mamma, i professori, tu...tutti! Ho una voce Narcissa!
E questa festa non sarà altro che un accumulo di corpi che si muovono in
maniera confusa al ritmo di una musica assordante. Presto saranno tutti
ubriachi. Perché sai, sono tutti pronti ad una serata indimenticabile dove la
loro vita potrebbe cambiare...sono decisi a lasciare da parte loro stessi, a
nascondere la verità del loro carattere che odiano...ma è inutile. Perché
nessuna verità esiste...forse non esistono neanche loro e neanche io o te...”
le parole mi uscirono dalla bocca senza avere un senso e senza che io potessi
controllarle, mi sentivo febbricitante “Vai via...Narcissa...ti
prego vai via...” finii per dire con voce strozzata.
Lanciai il libro che avevo in mano contro la mia immagine
nello specchio.
“Tu sei pazza.” sussurrò Narcissa
prima di andarsene.
Rimasi sola e scoppiai in singhiozzi intervallati da
brevi risate isteriche per l'assurdità che trovavo in quella situazione.
Forse Narcissa aveva ragione:
forse ero davvero pazza.
Mi sentivo così sbagliata...
Andai alla finestra e guardai fuori: la notte stava
strappando l'ultimo briciolo di cielo al tramonto.
Fui improvvisamente presa da un'irreprensibile frenesia.
Scaraventai i vestiti fuori dal baule: io ero Bellatrix Black mi dissi, non potevo certo lasciarmi
spaventare da una stupida festa.
Dopo poco l'immagine nello specchio rifletteva una bella
ragazza in abito da sera: effettivamente non ero mica male.
Non sapevo bene cosa mi spingesse a scendere in mezzo a
tutta quella gente: forse era solo il desiderio di cambiare finalmente la mia
vita.
Non avevo di che lamentarmi in proposito: da quella sera
la mia vita cambiò, perché io cambiai radicalmente.
Fu quella, inoltre, la sera in cui lo vidi per la prima
volta.
Era insieme ad un gruppo di amici, un leggero sorriso
all'angolo della bocca, sicuro di sé fin dal primo sguardo.
“E tu cosa ne pensi Tom?” gli chiese uno di quei ragazzi.
“Niente di particolare.” disse lui con una lieve alzata
di spalle.
Poi per puro caso si voltò verso di me e i nostri sguardi
si incrociarono: rabbrividii.
Mi sentivo assolutamente a disagio sotto quello sguardo,
eppure mi sorpresi a continuare a pensare a lui per tutta la sera.
Tornata in camera mi guardai allo specchio: “Tom.” dissi
al mio riflesso.
Ripetei il suo nome più e più volte fino a che lo stesso
suono dato dalle lettere cominciò a nausearmi e a darmi un senso di sicurezza
allo stesso tempo.
Quando mi voltai notai che Narcissa
era sulla porta e mi guardava scioccata.
“Tom.” le ripetei sorridendo.
Sentivo una sensazione strana che mi faceva tremare le
ginocchia: ero felice.