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Autore: emily12_    05/07/2014    1 recensioni
Flashback sulla vita di Bellatrix raccontato dal suo punto di vista.
Dal capitolo 5
Le nuvole si rincorrevano senza sosta: avrei voluto essere là in alto con loro.
“Allora sei arrivata.”
Sobbalzai.
“Avevi dubbi in proposito?” domandai sprezzante.
“No.” confessò Tom e dalla sua voce capii che era rimasto piacevolmente sorpreso da me.
Del resto mi ero addentrata nella foresta seguendo le strane indicazioni di un ragazzo che conoscevo appena.
Le fronde degli alberi lasciavano filtrare poca luce che creava riflessi e chiazze sul terreno.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy, Sirius Black, Tom O. Riddle | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 3

 

“Hai già il vestito per il ballo stasera?” mi chiese eccitata Narcissa.

“Il ballo?” chiesi senza alzare gli occhi dal mio libro.

“Ehi...pianeta terra chiama Bellatrix! Ci sei?” mi chiese divertita.

Mmmm...sì, ho capito. Tanto non ci vado.”

“Oh no, tu ci andrai. Ci andremo insieme.”

“No....”

“E te ne vuoi stare qui a leggere?”

“Magari sì.” borbottai.

“Oddio Bellatrix. Hai quindici anni! Quando ti deciderai a farti una vita sociale?”

“Io mi diverto qui molto di più che in mezzo a quelle stupide ochette delle tue amiche.”

Bellatrix!!”

“Dico solo la verità....” sbuffai.

“Sei intrattabile ed egoista.”

Feci finta di non sentirla.

“Ma...perché non vuoi venire? Sarai l'unica di tutta la scuola a mancare...”

“Se ne faranno una ragione...”

Narcissa non si diede certo per vinta, ma continuò per un buon quarto d'ora ad elencarmi milioni di motivi per i quali era meglio se andavo.

“Ma la vuoi smettere?! Ho detto no. Dovreste imparare ad ascoltarmi quando parlo! Sono stanca di persone che decidono al posto mio! La mamma, i professori, tu...tutti! Ho una voce Narcissa! E questa festa non sarà altro che un accumulo di corpi che si muovono in maniera confusa al ritmo di una musica assordante. Presto saranno tutti ubriachi. Perché sai, sono tutti pronti ad una serata indimenticabile dove la loro vita potrebbe cambiare...sono decisi a lasciare da parte loro stessi, a nascondere la verità del loro carattere che odiano...ma è inutile. Perché nessuna verità esiste...forse non esistono neanche loro e neanche io o te...” le parole mi uscirono dalla bocca senza avere un senso e senza che io potessi controllarle, mi sentivo febbricitante “Vai via...Narcissa...ti prego vai via...” finii per dire con voce strozzata.

Lanciai il libro che avevo in mano contro la mia immagine nello specchio.

“Tu sei pazza.” sussurrò Narcissa prima di andarsene.

Rimasi sola e scoppiai in singhiozzi intervallati da brevi risate isteriche per l'assurdità che trovavo in quella situazione.

Forse Narcissa aveva ragione: forse ero davvero pazza.

Mi sentivo così sbagliata...

Andai alla finestra e guardai fuori: la notte stava strappando l'ultimo briciolo di cielo al tramonto.

Fui improvvisamente presa da un'irreprensibile frenesia.

Scaraventai i vestiti fuori dal baule: io ero Bellatrix Black mi dissi, non potevo certo lasciarmi spaventare da una stupida festa.

Dopo poco l'immagine nello specchio rifletteva una bella ragazza in abito da sera: effettivamente non ero mica male.

Non sapevo bene cosa mi spingesse a scendere in mezzo a tutta quella gente: forse era solo il desiderio di cambiare finalmente la mia vita.

Non avevo di che lamentarmi in proposito: da quella sera la mia vita cambiò, perché io cambiai radicalmente.

Fu quella, inoltre, la sera in cui lo vidi per la prima volta.

Era insieme ad un gruppo di amici, un leggero sorriso all'angolo della bocca, sicuro di sé fin dal primo sguardo.

“E tu cosa ne pensi Tom?” gli chiese uno di quei ragazzi.

“Niente di particolare.” disse lui con una lieve alzata di spalle.

Poi per puro caso si voltò verso di me e i nostri sguardi si incrociarono: rabbrividii.

Mi sentivo assolutamente a disagio sotto quello sguardo, eppure mi sorpresi a continuare a pensare a lui per tutta la sera.

Tornata in camera mi guardai allo specchio: “Tom.” dissi al mio riflesso.

Ripetei il suo nome più e più volte fino a che lo stesso suono dato dalle lettere cominciò a nausearmi e a darmi un senso di sicurezza allo stesso tempo.

Quando mi voltai notai che Narcissa era sulla porta e mi guardava scioccata.

“Tom.” le ripetei sorridendo.

Sentivo una sensazione strana che mi faceva tremare le ginocchia: ero felice.

 

 

  
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