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Autore: hogvwartss    05/07/2014    1 recensioni
Cato Hadley in 16 anni non si è mai innamorato davvero, non ha mai provato le sensazioni che sua madre Erin gli descriveva.
Clove Sevina invece si è innamorata di una persona sola in tutta la sua vita, ma se questa persona non ci fosse più?
Cosa possono avere in comune questi due ragazzi?
VIDEO TRAILER DELLA FAN FICTION: http://youtu.be/J22F66Lsfdg
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cato, Clove
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Alle 9.00 del mattino dopo la Mietitura eravamo già al Centro Immagine di Capitol City.
Il mio team era formato da tre donne decisamente di Capitol con vestiti e capelli o pari che sgargianti.
Marny, la più giovane, (o almeno credo, visto che a Capitol tutta la gente sembra giovane) era la più simpatica: 
indossava un vestito rosa shoking e i suoi capelli erano giallo canarino.
Le altre due donne, Catelyn e Esmeralda erano due gemelle che si vestivano esattamente allo stesso modo: 
capelli blu notte con ciocche bianche e un vestito attilatissimo color blu, rosa, rosso e verde.
Un vero orrore da vedere.
Restai al Centro Immagine per circa un'ora prima di poter incontrare il mio stilista: Bellamy.
I suoi capelli erano rosa confetto e indossava un completo tutto, dal papion alle scarpe color viola.
Era abbastanza simpatico a prima vista, ma non parlammo moltissimo.
Voleva che per la fine della giornata avessi in testa la mia facciata.
Ma io avevo già tutto in mente.
Sono una ragazza del Distretto 2, abile con i coltelli. 
Sadica. 
Uccidere è la mia passione, ma al tempo stesso sono furba, o almeno voglio dare quest'impressione.
Non ho mai ucciso nessuno nella mia vita, ma per farlo senza sentirmi in colpa so cosa fare.
Devo pensare a me stessa. Al fatto che Capitol mi ha messo in un Arena senza un vero motivo. 
Devo pensare che Sam non mi avrebbe mai voluta morta in un gioco del genere.
Avrei dovuto combattere per sopravvivere, per poter salvare me stessa.
 
La sera seguente il nostro arrivo si tenne la Parata dei Carri.
Alla fine Bellamy e Clarke, la stilista di Cato, avevano deciso dei costumi da centurioni romani color oro.
Io li trovavo squallidi, ma non potevo dire nulla.
"Tutto okay?" mi chiese Cato prima di salire sul carro.
"Certo."
Mentivo: ero agitatissima, perché da quel momento gli abitanti di Capitol mi valuteranno.
Questo sarà il momento, insieme all'intervista, in cui mi potrò procurare qualche sponsor.
Salimmo sul carro, trainato da un cavallo nero che sapeva benissimo dove andare senza che noi glielo dicessimo.
Un secondo prima di uscire allo scoperto iniziai a sorridere, con uno sguardo astuto, maligno, colpevole, sadico.
Speravo di riuscire nel mio intento di sembrare una ragazza del genere, anche se nella realtà mi tremavano terribilmente le gambe.
E inoltre nella mia testa si insinuavano mille dubbi: e se nessuno avesse voluto sponsorizzarmi? 
Se nessuno volesse provare a salvarmi? Se non ci fosse proprio nessuno a volermi?
Potrei morire nel Bagno di Sangue per quanto ne so.
Solo che poi, ogni volta che mi sento dubbiosa, guardo Cato,o almeno penso a lui,
con il suo sguardo rassicurante e ricordo che sono una Favorita e che sono nata per vincere tanto quanto può vincere lui.
Il cavallo inizia la sua corsa, e dopo mezz'ora siamo arrivati al punto di ritrovo.
Ho cercato di tenere il mio sguardo truce sul volto, ma neanche dopo dieci minuti tutti urlavano il nome della ragazza del 12.
"Katniss! Katniss! Katniss!"
Solo quando fummo tutti rientrati dopo la parata vidi i due ragazzi del 12 con delle fiamme addoso.
"Cato.." dissi indicando i due ragazzi.
Un grugnito gli uscì dalla gola, io lo guardai e dissi: "Saranno i primi ad essere distrutti da noi."
"Hai proprio ragione Clove," rispose lui guardando la ragazza del 12. "Saranno i primi." 
 
"Siete stati spettacolari stasera!" commentò Brutus, il mentore di Cato.
"Non quanto quelli del 12." risposi io con una voce arrabbiata.
"Ti preoccupi davvero di quei due del 12, piccolina?" disse Enobaria, la mia mentore. 
Aveva iniziato a chiamarmi 'piccolina' a causa della mia altezza, essendo la più bassa e più giovane tra i Favoriti.
"Moriranno in pochi giorni. Sono del Distretto 12, andiamo! Li si muore di fame ogni giorno." ribatté Brutus.
Li guardai sollevata. Avevano ragione, non c'era nulla di cui preoccuparsi.
"E poi il loro mentore era ubriaco anche alla Mietitura, come pensi possa farli sopravvivere?" ribatté Cato, appoggiato al muro della sala da pranzo. 
Avevano tutti ragione, ma il dubbio persisteva nella mia testa. 
Katniss era diventata il tributo più importante e più parlato degli Hunger Games. 
E non aveva fatto praticamente nulla, tranne che quasi prendere fuoco.
Già non la sopportavo.
 
Il giorno seguente ai Carri iniziava l'allenamento, che durava ben 3 giorni. 
Il pomeriggio del terzo giorno avremo avuto poi una sezione individuale con una valutazione da 1 a 12.
Il primo giorno di allenamento i ritardatari erano Katniss e Peeta, il suo compagno di Distretto, un ragazzo biondo con gli occhi azzurri.
Appena arrivarono Atala,la nostra atletica istruttirice si avvicina e inizia a spiegare il programma di addestramento. 
Gli esperti di ogni specialità rimarranno nelle loro postazioni. 
Saremo liberi di passare da un'area all'altra come vogliamo, in base alle istruzioni del nostro mentore.
In alcune postazioni si insegnano tecniche di sopravvivenza, in altre tecniche di combattimento.
È proibito qualsiasi esercizio di lotta con un altro tributo. 
Se vogliamo fare pratica, possiamo disporre di un assistente.
Io sapevo già cosa avrei fatto. Mi sarei allenata con le armi, soprattuto con i miei coltelli. Cato sicuramente con la lancia o con la spada.
Dopo che Atala ebbe finito di elencare tutte le postazioni io mi diressi verso la mia postazione. La sentivo mia e mia soltanto.
C'erano cinque coltelli appoggiati su una mensola. Li presi e corsi verso dei manichini attaccati dal soffitto.
Mi assicurai che più gente possibile mi stesse guardando, sopratutto gli strateghi 
che erano in una postazione sopra elevata e a volte prendevano degli appunti.
Mi allontanai dai manichini, mi diressi quasi verso la fine della sala.
Lanciai un coltello verso il primo manichino, quello più vicino e lo colpì alla gamba sinistra. 
Avevo puntato un po' più in alto verso lo stomaco ma fa lo stesso. Anche se la mia insicurezza saliva, io continuai a lanciare.
Due.
Tre.
Quattro.
Il quinto coltello colpì il cuore del manichino più lontano.
La ragazza in fiamme mi stava osservando con sguardo stupito. Il mio intento si era realizzato.
Un mio coltello, nell'Arena, avrebbe colpito la gola della ragazza in fiamme, senza troppo senso di colpa.
Io dovevo vincere.
Per Sam.
Per me stessa.
 
Ciaaao a tutte :D
Alla fine sono riuscita a scrivere e pubblicare questo capitolo, che devo dire
mi piace molto!
C'è una frase copiata da THG, comunque.
E se ve lo state chiedendo, i nomi degli stilisti dei Clato, sono un puro
riferimento ai protagonisti di The 100 (BELLARKE *-*).
A domani, con un capitolo da parte di Cato :D

thesecondjumper
  
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