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Autore: Tomoko_chan    06/07/2014    5 recensioni
Una tradizione lega Naruto e Hinata fin da quando erano piccoli. Si ritrovano, ogni anno, mentre cade la prima neve dell'inverno su Konoha, per osservare l'unico fiore che continua a crescere testardo nonostante le intemperie: l'Elleboro, la rosa di Natale, un fiore che significa liberazione, liberazione da un dolore, da uno stato di angoscia, e dunque rinascita. Un fiore che li accomuna, che li vedrà conoscersi, innamorarsi, invecchiare.
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Quando cade la neve, tutto viene coperto dal silenzio. E’ il modo di zittirci della Natura. Ferma e guarda silenziosa, ci dice, gettando questa coperta bianca sul paesaggio. E’ l’unico fenomeno davvero silenzioso, la neve: il fulmine esplode in un boato, la pioggia scandisce il tempo, il vento sussurra, mentre la neve ci abbraccia col suo silenzio assordante.
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Prima classificata al contest "Winter Contest {NaruHina}" indetto da Dolcemente Complicata sul Forum di EFP, e vincitrice dei premi "Miglior Hinata", "Migliore grammatica", "Premio Originalità".

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Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden, Più contesti
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Elleboro - Forza e Rinascita
Comunemente chiamato rosa di Natale,
l’Elleboro è il fiore da regalare a chi si appresta
a iniziare una nuova avventura o ha voglia di cambiamento.
Il suo significato è quello di liberazione:
liberazione da un dolore, da uno stato di angoscia, e dunque rinascita.

 

Capitolo 13, Neve a Natale
 
Mentre portava il pasto caldo in tavola, aiutata dalla figlia Yukiko, Hinata guardava la sua grande famiglia. Guardò Naruto, le rughe ad incorniciargli il volto, il biondi capelli tanto amati non più così colorati ma solcati da fili bianchi, il suo viso che si increspava ad ogni sorriso. Adesso aveva sessant’anni, esattamente come gli amici seduti a quel tavolo, ovvero Sasuke, Sakura, Shikamaru, Temari, Ino, Sai, Choji, Kiba, Hanabi e Ten Ten.
Guardò i suoi figli, non più bambini, ma tutti grandi, adulti, muscolosi.
Haruto era forte, alto, padre di famiglia, follemente innamorato di Yume, la figlia di Temari e Shikamaru, che aveva una bellezza strana e particolare, con i suoi lunghi capelli scuri e gli occhi verdi, da gatta. Avevano due figli, altrettanto belli, completamente diversi fra loro: lui biondo, gli occhi verdi, lei capelli scuri, occhi azzurri. Li vedeva felici e sorridenti, insieme.
Yukiko era incinta per la seconda volta. Si era sposata con Daisuke, il figlio maggiore di Sasuke e Sakura, con grande dolore del padre, che adesso era costretto a vedere quel baka di Naruto ad ogni maledetta festa. Era stata un’unione strana, che aveva dato vita ad una nuova abilità oculare: il loro primo figlio, il suo amato nipotino Ai, dieci anni, possedeva occhi grigi, capaci di dare illusioni quanto di vedere il chakra come gli Hyuga. Ancora non si sapeva come si sarebbe evoluto, ma era l’orgoglio dei due Clan.
Akira aveva sposato la figlia di Ino e Sai, identica alla madre. Erano assolutamente una coppia pazza e stravagante e adesso aspettavano il loro primo figlio. Insieme erano felici, ma non facevano che punzecchiarsi!
Quella tavolata era così grande! Si chiedeva se il cibo sarebbe bastato. C’era Choji, felicemente sposato con due figli, che avrebbe sicuramente fatto razzia di ogni cosa. E poi c’erano tutti i cugini, i figli di Kiba e Hanabi, con i loro nipoti, e Ten Ten con suo figlio e la nuora, il loro piccolo figlio. Sì, perché Ten Ten era incinta quando avevano combattuto la guerra e ciò aveva provocato talmente tanti danni che si credeva avesse perduto il bambino. Ma lui era forte: era figlio di Neji, d’altronde.
E quando lo guardava, nonostante avesse contribuito a crescerlo, gli veniva sempre un colpo al cuore: era identico al suo amato e perduto cugino.
Neji-onii-san, colui che probabilmente l’aveva protetta anche dal cielo, altrimenti non riusciva a capacitarsi di così tanta fortuna e felicità.
Grazie, nii-san.
 
<< Anche tu sei cambiata, cosa credi? >> le disse Naruto quella sera di Natale, dopo essersi messi a letto in seguito a tutto quel festeggiare << Sei cambiata così tante volte, nella tua vita, che non puoi ricordartelo. >>
Le sfiorò una guancia, la ruga che solcava il suo volto diafano vicino agli occhi. Con un gesto minimo ed usuale liberò i suoi lunghi capelli dallo chignon. Capelli blu notte, costellati da fili bianchi: era caduta la neve del tempo.
<< Sei stata una bambina sola, fragile; sei stata una ragazza determinata, bisognosa di cambiare; sei stata una donna forte, di cui Konoha aveva bisogno, di cui un Clan aveva bisogno; sei stata la madre dolce, determinata, amorevole che ha cresciuto tre figli incredibili che adesso sono persone importanti; sei la donna che adesso è nonna e riempie di vizi e di storie i suoi nipotini. >> le sfiorò le labbra con un bacio << Sei la donna che mi ha insegnato ad amare, la donna con cui sono cresciuto, con cui sono cambiato e migliorato. Sei la donna che amo, Hinata Hyuga. >>
Hinata gli sorrise, accoccolandosi fra le sue braccia. << Siamo invecchiati, Naruto? >>
<< Molto! >> rise lui, accarezzandole una guancia << Abbiamo visto così tante tempeste, così tante nevicate, così tante Rose di Natale… >>



 

Torno, accompagnata da una breve riflessione tutta NaruHina sulla loro vita,
dopo all'incirca sessant'anni (se ricordo bene). Spero che vi piaccia e che mi
perdonerete per l'assenza!
   
 
 
 
   
 
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