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Autore: Nani9610    06/07/2014    0 recensioni
Non so perché la sua voce mi tocchi come nessun'altra. Forse è questo il fascino perverso della celebrità.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ora scriverò qui e inizierò con un grosso, grasso e fottutissimo MI DISPIACE DI AVERCI MESSO COSì TANTO. mi scuso con tutti quelli che seguono la storia e hanno aspettato che aggiornassi. sono imperdonabile, lo so. meriterei di essere appesa a testa in giù per gli alluci (no sense). spero tanto che questo capitolo piaccia a voi tanto quanto piace a me ( primi accenni di HAZxJULS). mi scuso ancora e ancora per il ritardo e prometto di aggiornare con più regolarità, o almeno ci proverò. 

P.S. se volete potete leggere con sotto alcune canzoni dei Nickelback, giusto per farvi un'idea.
Never gonna be alone: 
https://www.youtube.com/watch?v=lpcRfuunVsY&hd=1
Lullaby: https://www.youtube.com/watch?v=SjkJ6GZh-pY&hd=1
Someday: https://www.youtube.com/watch?v=kmFWDUQMj-g&hd=1
Trying not to love you: https://www.youtube.com/watch?v=GHwHPCUQcUQ&hd=1





Haz Pov.
 
Liam era uscito di corsa lasciandoci li sulla porta di casa sua. Juls mi diede una gomitata attirando la mia attenzione.
 
J: sei un cretino Styles
H: che cosa ho fatto per meritarmi il tuo amore?
J: l’hai fatto andare da lei! porca puttana Harry sai esattamente in che situazione è! quello finirà con l’ucciderla e tu gliel’hai servita su un piatto d’argento!
H: si stava già uccidendo da sola. E allo stesso tempo uccideva Liam. non potevo starmene con le mani in mano.
J: tu non ha idea di quello che stia passando Nat. E soprattutto se è vero che il tuo amico stava morendo, tu gli hai solo dato il colpo di grazia, ma poi che ne puoi sapere? Sei solo un ragazzino che passa da una ragazza all’altra …

Si appoggiò allo stipite della porta e incrociò le braccia al petto. non aveva la  minima idea di quello che stava blaterando.

H: quei due si amano
J: dimmi qualche cosa che non so?!
H: da quando si conoscono sono sempre stati a pensare a cosa era giusto e cosa no, hanno sempre pensato prima agli altri e poi a se stessi. O meglio, Liam pensava prima a Nat e Nat pensava prima a lui. Facevano tutto in funzione dell’altro e non si sono mai fatti avanti. Dei poveri stupidi ecco cosa sono. Se io fossi stato al posto di Liam…
J: che avresti fatto?
H: mah, non ti interessa.
 
Chiusi la porta dell’appartamento e mi incamminai lungo il corridoio illuminato dalle grandi vetrate. Ormai su Londra era calata la sera e la neve scendeva sempre più in fretta. Non avrebbe smesso poi così presto. Mi volta un’ultima volta e Juls era impalata accanto alla porta di Liam con le braccia incrociate e la fronte corrugata.
 
H: beh? Vuoi muoverti?
J: che avresti fatto al posto suo?
H: ma non lo so! dai muoviti! Sta nevicando non voglio rimanere fermo con due metri di neve sulla macchina.
 
Mosse dei passi velocissimi fino all’ascensore e premette il tasto. Quando le porte si aprirono provai ad entrare con lei.
 
J: non credo proprio Styles. Tu prendi il prossimo.
H: cosa?! perché?!
J: odio chi lascia i discorsi a metà.
 
Mi fece un cenno con la testa  e premette il tasto 0. Dio quanto era strana quella ragazza. doveva soffrire di disturbo bipolare. Non c’era altra spiegazione logica … aspettai qualche minuto prima che il campanello dell’ascensore trillasse nel corridoio. Mi infilai dentro e premetti il tasto del piano terra per raggiungerla. Quando arrivai era seduta sui gradini lucidi dell’ingresso a giochicchiare con le frange della sciarpa.
 
H: vogliamo andare?
J: dove?
H: non lo so. vuoi una bistecca? Sushi? KFC?
J: non mangio quella roba
H: ok allora, niente fastfood
J: sono vegetariana
H: oh. In questo caso mi dispiace dirtelo, ma l’orto botanico è chiuso per maltempo
J: idiota.
H: erbivora
J: patetico.
H: ruminante
J: Idiota!
H: l’hai già detto…
J: e lo ripeto!
H: hai dei begli occhi.
J: Ci stavamo insultando mi pare!
H: e allora? Mamma mi ha sempre detto di dire la verità.
J: oh certo, perché vorresti dirmi che tu davi retta a tua madre? Non farmi ridere. adesso muovi quelle gambe secche e quegli stivaletti da rottamare. Non voglio restare qui a gelarmi le chiappe.
H: sei la finezza in persona.
J: sono una lady. Non lo sapevi?
 
Portò un indice sotto il mento e fece un inchino sgraziato per poi dirigersi verso la porta a vetri del palazzo di . Prima di oltrepassare la soglia alzò il collo della giacca. Poi passò solo qualche secondo poi tornò immediatamente ricoperta di neve.
 
J: io non uscirei fossi in te.
H: che vuoi che sia! È solo qualche fiocco!
 
Mi avvicinai alla porta  a vetri e dall’altra parte della strada vidi la mia auto diventata un unico blocco di ghiaccio.
 
H: merda! odio gli spazzaneve…
J: arrangiati Styles.
H: arrangiati?!  Ti ricordo che sei bloccata qui come me.
J: come se l’avessi scelto vero?
H: mi sembravi più che entusiasta di uscire con me.
J: volevo lasciare dello spazio a Nat
H: come no. senti, so dove Liam tiene le chiavi di riserva. Direi che possiamo stare in casa sua.
J: non se ne parla.
H: senti ha una televisione, dischi, ha un divano e il riscaldamento. Non credo abbia del cibo perché non va mai a fare la spesa, ma almeno possiamo toglierci i cappotti e guardare un po’ di tv. non mi sembra una proposta poi così oscena.
 
Roteò gli occhi e si diresse nuovamente all’ascensore.
 
J: allora? Te la dai una mossa? Una ci è morta  a stare così!
 
Entrai anche io e premetti il tasto del 13 piano del palazzo. Sentimmo la cabina oscillare per un po’, poi uno scatto e alla fine ci fermammo. Bloccati al sesto piano.
 
J: beh direi che è perfetto. adesso ci siamo anche bloccati. Fuori ci sono quasi due metri di neve e i soccorsi non arriveranno mai. La serata migliore della mia vita.
 
Sbuffai e mi strinsi nel giaccone per poi appoggiarmi alla parete d’acciaio della cabina. Osservai Juls camminare un paio di volte avanti e indietro per poi lascarsi scivolare fino a sedersi sulla moquette nera e polverosa.
 
J: allora?
H: puoi smettere di dirlo? Mi stai irritando
J: un motivo in più per dirlo.
H: che vuoi?
J: che avresti fatto al suo posto?
 
La guardai annoiato. Era seduta  a gambe incrociate con la testa piegata da un lato in attesa di una risposta qualsiasi.
 
H: non lo so.
J: bugiardo.
H: non ti interessa nemmeno
J: se te lo chiedo evidentemente mi interessa Styles
H: piantala Juls…
J: oh andiamo, perché non mi illumini con la tua grande conoscenza dell’amore?
H: HO DETTO FATTELA FINITA! CHIUDI IL BECCO!
 
Alzai troppo la voce. Lei si morse il labbro e infilò mezzo viso nella sciarpa di lana guardando la parete di acciaio che aveva vicino. Sbuffai e mi passai un mano sul collo. Avevo esagerato. Decisamente. Non avrei dovuto gridare. Mi avvicinai a lei e mi sedetti anche io sul pavimento tutt’altro che pulito.
 
H: io li invidio.
J:perché?
H: prima che succedesse tutto il casino li osservavo più del solito. Liam la guardava da lontano e quando lei si accorgeva gli sorrideva e subito le guancie  le prendevano fuoco. Ogni volta che faceva quel sorriso Liam diventava letteralmente pazzo e quando lui la guardava lei si scioglieva e non riusciva a fare niente senza combinare un disastro
J: e con questo?
H: è innamorata pazza.
J: e lui l’ha uccisa
H: si sono uccisi a vicenda.
J: dio, sei uno di quelli romantici fino al midollo!
H: già.. a volte.
J: non riesco ancora a capire perché li invidi.
H: quando li guardavo, non potevo fare a meno di pensare che non riuscirò mia ad amare qualcuno così tanto come fanno loro. E mi spaventa…
J: perché?
H: perché io non ho nessuno Julliet, e inizio a credere di avere qualche cosa di fottutamente sbagliato…
 
Juls strisciò appena e appoggiò al testa sulla mia spalla facendo scivolare i capelli lungo la mia manica. A mia volta appoggiai la guancia su di lei e sospirai.
 
J: Styles?
H: mh?
J: che avresti fatto al posto di Liam?
H: cos’avrei fatto?
J: si..
H: non mi sarei fatto dire addio con una telefonata. È una puttanata! Insomma, avrei buttato giù e sarei corso all’aeroporto senza restare nascosto dietro una colonna a guardarla mentre Niall le gridava addosso
J: lui è andato li?
H: si. non riesco a capire perché non sia saltato fuori e non l’abbia presa e baciata davanti a tutti! Dio santo io non li capisco. Si amano e fanno di tutto per ferirsi.
J: sarebbe stata un stronzata baciarsi in mezzo a tutta quella gente con Niall che li guardava.
H: lui se lo merita quel bacio
J: perché?
H: non puoi capire quello che  ha fatto per lei.
J: potrei provaci.
H:  è stato il biglietto di sola andata per Parigi. Ha spedito la domanda al suo posto ed è anche stato quello che ha coperto Niall.
J: perciò non erano tutte cazzate?
H: no
 
Fece una risata rassegnata e mi guardò. Non avevo notato che i suoi occhi tendessero leggermente al verde. Non avevo nemmeno notato le labbra carnose e le ciglia lunghissime. Effettivamente l’avevo guardata ma non osservata veramente. mi soffermai qualche secondo su di lei ma poi tornai a fissare le porte dell’ascensore che si stavano aprendo. Avevamo ricominciato a salire senza accorgercene. mi alzai in fretta e le porsi la mano che lei afferrò. Ci ritrovammo a camminare un’altra volta nel corridoio dove Liam era scappato. Arrivati al suo appartamento frugai nel vaso vicino alla porta per poi estrarne un piccola chiave..

J: dovrebbe trovare un nascondiglio migliore.
H: Liam si fida troppo.
 
Infilai la chiave nella serratura e finalmente entrammo nell’appartamento caldo. La tv era ancora accesa e sintonizzata su mtv che trasmetteva le canzoni di natale più vecchie .
 
J: si tratta male eh?
 
Mi voltai e la vidi mentre sfiorava i mobili di design che Liam aveva comprato l’anno scorso. Quella casa portava il nome di Nat da tutte le parti.
 
H: gli piacciono le cose belle.
J: e anche quelle stupide a quanto pare… andiamo spendere tutti quei soldi per un gingillo del genere?
 
la vidi giocherellare con la maschera di Ironman che Liam si era auto-regalato per il compleanno.
 
H: è fissato con quella roba.
J: oh beh, anche Nat non è da meno, ma dovresti saperlo.
H: già. io vado un attimo in bagno… tu intanto prova a chiamare un ristorante cinese… magari se ci va bene ci portano qualche cosa.
 
La vidi annuire e io sparii nell’altra stanza. Composi in fretta il numero di Liam e aspettai un sua risposta, ma sentii solo il suono del non raggiungibile. Sorrisi malizioso e trionfante. Erano insieme ormai. Perché disturbarli?
 
 


Juls Pov.
 
Ripensai ancora un po’ alle due ore passate insieme nell’ascensore. Il tempo era volato e lui si sera confidato con me, che non sono niente se non un’estranea. Sorrisi tristemente ripensando alle sue parole. Non aveva nessuno. Potevo capirlo. So come ci si sente a non avere nessuno al proprio fianco. Scrollai la testa per far uscire quei pensieri che stavano diventando di troppo e poi afferrai l’elenco telefonico accanto al telefono. Cercai il ristornate cinese più vicino e provai a comporre il numero. Dopo svariati tentativi risposero.

X: plonto? Listolante cinese Involtino Plimavela. Volete oldinale?
J: un secondo… harry! Harry!

Lo vidi fare capolino da quella che doveva essere la stanza di Liam.

H: cosa?
J: vuoi ordinare?
H: fai tu per me.
 
Annuii e trattenendo a stento una risata ripresi a parlare con il cameriere dall’altra parte del telefono. Finito di ordinare andai a stendermi sul divano in pelle bianca (sicuramente molto costoso) di Liam.
 
H: fai come se fossi a casa tua, mi raccomando.
J: contaci Harold.
H: come sai il mio vero nome?
J: sai Natalie parla spesso di te.
H: e che ti ha detto?
J: dice che sei piuttosto bello.
H: le dai ragione?
J: affatto.
 
Il sorrisetto malizioso che aveva sparì in un attimo lasciando spazio ad una smorfia. Mi voltai verso di lui e lo guardai mentre giocherellava con il suo telefono.

J: Styles?
H: che vuoi?
J: da quanto tempo è via?
H: chi?
J: Liam
L: si è il mio nome
 
Ci voltammo entrambi verso la porta e lui era li a guardarci tranquillo.
 
H: che ci fai qui?
L: questa domanda dovrei farvela io
H: la mi auto è bloccata dalla neve. Siamo venuti qui per non fare i barboni lungo le scale.
L: avete profanato il mio divano?!
H: no.
L: il mio letto?!
J: no!
L: oh…ok.
 
Lo guardai meglio. alcuni segni scuri  gli avevano marchiato il collo e i capelli che avevo visto in un ordine perfetto ora erano arricciati sulla fronte. Avevano parlato. Continuai a guardarlo mentre iniziò a vagare per casa sua per poi fermarsi davanti al tavolino con sopra un telefono. Schiaccio dei tasti prima di far partire una voce metallica.
 
 “ sono presenti due nuovi messaggi”
 
Distolse subito l’attenzione da noi e tese l’orecchio per sentire il contenuto del primo messaggio. Harry deglutì rumorosamente sussurrando qualche imprecazione appena sentì la voce.
 
 
Hey , hai detto che mi avresti chiamata. Che c’è? devi ancora riprendere fiato dall’altra sera? Aspetto una risposta per la cena di domani. chiamami Liam, ora.
 
Un irritante bip risuonò tra le pareti e insieme ad esso le parole dette con malizia da quella ragazza. l’appartamento piombò nel silenzio, fatta eccezione per la tv che Harry spense immediatamente.
 
J: ditemi che mi sto sbagliando.
H: Juls.
J: Juls un cazzo Styles! E io che ho pure creduto a tutte le stronzate che mi hai raccontato su di lui!
L: senti…
J: no tu senti me invece! Stai lontano da lei. chiaro?! Devi starle lontano! Non parlarle, non chiamarla non devi nemmeno pensare a lei! se farai anche solo una di queste cose giuro che ti stacco le palle e le attacco alla batteria della macchina!
 
Afferrai la giacca e uscii da quel dannato appartamento. Innamorato?! Innamorato un cazzo! Quello non era innamorato. Credeva di esserlo. Quando si è innamorati di una persona non si corre a rimpiazzarla. Si aspetta e si combatte, e a parere mio lui non l’aveva fatto. Non abbastanza. Nat non meritava tutto questo. uscita di li iniziai a camminare velocemente per il corridoio per poi infilarmi dentro l’ascensore e scendere al piano terra. La neve ormai non aveva importanza. Attraversai la porta e aspettai per un po’ in mezzo alla strada prima di vedere uno di quegli enormi taxi neri che fermai. Diedi l’indirizzo e mi lasciai sprofondare sui sedili in pelle consumata. Il tragitto durò il doppio del normale, o almeno così aveva detto il tassista. Due ore per arrivare si e no a metà strada. Odiavo sempre di più la neve. Iniziai a guardare fuori dal finestrino e quasi mi perdetti nell’osservare gli enormi palazzi di vetro e gli alberi con i rami incurvati dalla neve. Era bella Londra. Avevo sempre pensato che fosse una città noiosa e sterile, ma mi sbagliavo. Certo, non era Parigi con i suoi odori, suoni e tutto il resto, ma era ugualmente meravigliosa. Sospirai e alzai un attimo gli occhi al cielo. Era scuro. Ovviamente lo era. In inverno il sole cala prima, ma sapevo che fosse ugualmente tardi. Fissai per un po’ l’orologio. Segnava le 7:30. Ero stata tutto il pomeriggio con Styles. Solo pensare quel nome mi faceva accapponare la pelle. Non aveva fatto altro che mentirmi su Liam, poi però pensai a tutto il resto. Come poteva uno come lui sentirsi così dannatamente solo come tutte quelle persone intorno? Come poteva dire di non avere nessuno, quando milioni di ragazze sbavavano per lui? istintivamente sospirai e ripensai a quella frase che mi aveva lasciata senza parole.
 
“quando li guardavo, non potevo fare a meno di pensare che non riuscirò mia ad amare qualcuno così tanto come fanno loro. E mi spaventa…”
 
Probabilmente quei due ai suoi occhi erano il ritratto dell’amore. Lo erano stati anche per me. vedere gli occhi di qualcuno illuminarsi immediatamente solo sentendo una voce è una cosa che mi ha sempre affascinata e fatta morire d’invidia, perché io non avrei mai avuto nessuno in grado di farmi quell’effetto. Sospirai e non potei fare a meno di rendermi conto che anche io ero inevitabilmente sola. Esattamente come lui. esattamente come Harry. Dopotutto non eravamo poi così diversi io e lui. testardi, con un umorismo di merda tipico dei cinici, impulsivi e soli. Probabilmente stanchi di cadere a pezzi e poi rialzarci ancora e ancora e fingere un sorriso davanti agli altri,  mentre dentro pensi “ cosa cazzo ho che non va? Perché non posso essere amato anche io?”. restai a rimuginare su tutto quello che era successo e non mi resi nemmeno conto che ormai eravamo arrivati davanti casa di Nat. Lasciai una sostanziosa mancia al tassista che ripartì facendo sprofondare le ruote nella neve ormai grigia e sporca. Salii i pochi gradini che mi dividevano dall’ingresso ed entrai con le chiavi che Nat mi aveva dato appena arrivate. Chiusi il portoncino pesante e appesi la giacca al muro dipinto di arancione.

J: Nat?

Nessuno mi rispose. Continuai a farmi avanti, poi sentii un rumore proveniente dal piano di sopra. Salii in fretta le scale  e rimasi a fissare l’unica stanza con la porta aperta, all’interno della quale c’era Nat che se ne stava seduta sul letto a fissare un meraviglioso abito davanti a lei. bussai appena facendola sussultare.

N:Ehi…
J: Ehi. Che fai?
N:  Stavo solo ammirando questo coso…
 
Passò delicatamente le dita tra la stoffa chiara e leggera dell’abito.

J: È meraviglioso. Penso di non avertelo mai visto addosso.
N: L’ho messo un sola volta…
J: Cioè?
N: Ad un balletto.
J: Balletto? Quando ci venivi con me non mettevi mai niente del genere. Ti vestivi di nero.
N: Quello è stato il primo balletto da quando me ne sono andata da Parigi. Non mi avvicinavo ad un teatro da mesi.
J: Come mai ci sei tornata?
N: Liam… sai credo di avergli accennato solo una volta di amare il balletto e lui, appena ha saputo che stavano allestendo il lago dei cigni in città ha preso i biglietti su due piedi.
J: perché Niall non l’ha fatto?
N: Aveva da fare.
 
La vidi sorridere rassegnata.

J: Quando hai scoperto che aveva da fare?
N: Credo di averlo sempre saputo. Insomma. Spariva alle ore più strane, non rispondeva mai al telefono … ormai l’avevo accettato. Mi bastava solo che tornasse. Non sono riuscita  a spiegarmi una cosa però.
J: Cioè?
N: Come mai i giornali non ne parlassero mai. Parlano anche di quante volte Harry si soffi il naso.
 
La guardai mentre cercava di trovare una risposta che le era sempre stata sotto il naso. Da quello che Harry aveva detto, Liam aveva fatto tutto ciò che era in suo potere per tenere la cosa nascosta. Almeno questo potevo evitare di rinfacciarglielo.
 
J: Perché si è presentato con quel coso?
N: Non mi avrebbe mai fatta uscire con il mio vestitino nero. non quella sera. Diceva che il bianco mi donava di più.
 
Sfiorò ancora una volta il tessuto. Amava davvero quell’abito. Glielo vedevo negli occhi, e insieme ad esso leggevo altro.
 
J: Ti sei annoiata mentre ero via?
N: So che sai che Liam era qui.
J: Come mai così sicura?
N: Può averglielo detto solo Harry e tu eri con lui.
J: Beccata… allora… avete… parlato?
N: Più di quanto avrei voluto… o almeno lui ha parlato. Io non sapevo più che dire…
J: E?
N: lo amo.
J: Posso… posso chiederti una cosa?
N: Da quando mi chiedi il permesso Juls? Certo che puoi…
J: Come… come fai a capire di amare qualcuno?
N: Certe volte basta la mancanza per accorgersi di quello che si prova per qualcuno.
J: Basta mancarsi?
N: Purtroppo si. e più ci si manca più si capisce di amarsi…
J: È triste non trovi?
N: Più che altro fa schifo… poi magari col mancarsi ci si stanca e magari uno dei due va avanti e l’altro resta dov’è, e sai? Ho sempre paura di essere io quella…
 
Mi morsi la lingua per evitare di dire cose di cui poi mi sarei pentita. Se solo avesse saputo di essere già quella. Il sangue iniziò a ribollirmi nelle vene. Fui costretta ad alzarmi con una scusa qualsiasi e a infilarmi in bagno per telefonare a Harry. Composi il numero che mi aveva lasciato durante il tragitto Dover-Londra e aspettai qualche secondo prima di sentire la sua voce roca dall’altro capo del telefono.

H: Pronto?
J: Dovete dirle la verità.
H: Juls hai frainteso.
J: Dovete sistemare le cose Styles. Immediatamente.
H: Juls…
J: Non voglio sentire niente di quello che hai da dire. sei loro amico. Cerca di rimediare a questo casino prima che Nat lo scopra.
N: Prima che io scopra che cosa?

Lasciai cadere il telefono a terra con la voce di Harry che ancora blaterava. Natalie era li che mi guardava con uno sguardo quasi implorante.

N: Scoprire che cosa Julliet?
J: Natalie, ascolta …
N: non essere accondiscendente con me Julliet! Sai che lo odio! dimmi cosa cazzo è successo!
J: lu-lui ha già… ha qualcun altro…
 
gli occhi si ridussero in due fessure e la vidi sparire di nuovo in camera sua. non ebbi nemmeno il coraggio di uscire dal bagno. La vidi pochi secondi dopo con un paio di jeans e una giacca che correva al piano di sotto. Sentii sbattere la porta e in casa piombò il silenzio, rotto soltanto dalla voce isterica di Harry. Raccolsi il cellulare con le mani che mi tremavano.

J: Ha-harry…
H: Cosa?! Juls che è successo?!
J: Lei sa…
H: Co-cosa?
J: Ci ha sentiti…
H:  Dov’è ora?
J: È uscita.
H: Sta andando da lui…
J: Lo so.
H: Non posso fare più niente ormai.
J: Lo so.
H: Mi dispiace. Non volevo andasse a finire così.
J: Non è colpa tua Styles. Anche se odio ammetterlo tu non c’entri.
H: Avrei potuto fermarlo…
J: No. non avresti potuto…
H: E cosa ne sai tu?!
J: So che quando uno fa un passo avanti nella sua vita raramente riesce a tornare indietro.
H: Io sono tornato indietro tante volte.
J: dovresti insegnarmi
H: Basta volerlo.
J: Allora devi insegnarmi a voler tornare indietro Harry
H: Possiamo iniziare subito
J: E come?
H: Tornerai a  Londra?
J: Tu vuoi che torni?
H: Non lo so…
J: Lezione numero uno Styles. Quando sei incerto su una decisione la risposta è sempre si.
H: Voglio che torni.
J: Perché?
H: Credo di sentirmi meno solo con una come te. Siamo simili, anche se tu mi odi e io ti odio.
J: Sarei una specie di antidepressivo?
H: Credo saresti la soluzione
 
Sospirai e mi passai una mano sul braccio ricoperto dalla pelle d’oca. Sarei potuta essere la soluzione di qualcuno. Sarei potuta essere la sua soluzione. E se lui fosse stata la mia? magari in un universo parallelo e remoto avremmo anche potuto essere quello che ci mancava. Pensai un secondo a quello che era successo sull’ascensore. Alla mia testa appoggiata sulla sua spalla e al suo odore. La pelle d’oca tornò di nuovo. Poche ore con un ragazzo e mi ritrovavo in questo stato…
 
J: Non puoi esserne sicuro.
H: Un motivo in più per rivederti.





 
  
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