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Autore: _Angelica_    06/07/2014    0 recensioni
Credo non sia facile vivere col fiato sul collo ogni momento da quel fatidico giorno. Bea una ragazza di 16 anni ha iniziato a convivere con questa paura quella di una persona che la segue ogni momento,ogni suo spostamento e che cerca di isolarla dal resto del mondo. Spero vi piaccia e leggerete questa storia e che recensiate in molti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Iniziammo a guardarci negli occhi,lui non si decideva a parlare ed io ero stanca di aspettare le sue parole. “Bea,non devi fidarti di nessuno ok? Non hai idea di chi si nasconde dietro a questo anonimo,ed io sono stanco di tenermi dentro questo segreto mentre tu ci stai affogando dentro e non sai come uscirne …
Bea la verità è …”
“Ehi che succede qui?” Ci voltammo di scatto,mentre Luen era in piedi guardandoci confusa dalla rampa di scale.
“E tu che ci fai qui? “ Tornò a replicare mentre con passo sicuro iniziò a scendere i gradini lucidi.
“Bea, scappa!”
In un secondo le luci si spensero,e sentii una mano gelida come quella precedente,ad afferrarmi un braccio e sbattermi con forza su una sedia,mentre dello scotch mi legava ambedue le mani ai braccioli della sedia.
“Non volevo che lo scoprissi così,sai …” Disse Luen sorridendo, mentre le luci si accesero e Jeremy le teneva i fianchi.
“Volevo che lo scoprissi da sola, ti reputavo più intelligente,invece sei una perfetta idiota.”
Continuavo a girarmi a destra e a manca,incerta e confusa mentre Lou era bloccato,come me,su una sedia con dello scotch perfino sulla bocca.
“Quella bocca di trota parla troppo,cosa dovremmo mai farti?” Non fini neanche di parlare che Jeremy sfoderò uno dei suoi migliori pugni sul suo stomaco,mentre lui urlava di dolore e le mie lacrime scendevano.
“Cosa vuoi da me? Cosa ti avrò mai fatto? “ Il sorriso che prima era stampato sul suo voto,divenne un ghigno di rabbia e si avvicinò di scatto accanto a me,prese una sedia e iniziò a fissarmi negli occhi. “Quegli occhi tuoi ingannano,ti ho sempre odiata in realtà lo sai? Ho finito di essere quella persona che ti stava vicino,che viveva nella tua ombra. Quel periodo in cui mi allontanai da te,era solo per progettare altre vendette. Hai spedito un innocente in un manicomio,hai mandato l’unica persona che,forse,ti amava via da te. Sai, io l’ho rivisto e ha deciso insieme a noi di toglierti da mezzo. Jeremy prese ad allontanarsi,aprì la porta e con mio stupore Noah era lui,in piedi vestito completamente di nero. Ogni suo passo scendeva una lacrima,e mi sentii un attimo mancar d’aria.
“Cosa volete farmi?”
“Sarà solo un piccolo incidente … “ Le luci si spensero di nuovo,sentivo rumore di mobilio sbattere,sedie cadere con un tonfo e urla provenienti dal salotto.
“Bea dobbiamo andarcene. “
“Noah salva Lou. “
Riuscimmo a liberarci,iniziammo a correre per il bosco senza una meta ben precisa. Avevo tanta paura,Dio solo sa cosa avessi in quel momento nella mia testa. Riuscimmo a scappare dalla polizia,mentre solo allora mi accorsi del sangue che scorreva dal braccio di Noah. La polizia intervenne,ma in casa non c’era più nessuno. Di Luen e Jeremy nessuna traccia.

UN ANNO DOPO …

Noah ed io,oramai,eravamo più che amici mentre la mia vita era così diversa. Uscivo normalmente con tante persone,e la normalità,il più delle volte, mi spaventava tanto. Per i primi 3 mesi seguii uno psicologo specializzato, il colpo fu tale che quasi non connettevo. Ma ora stavo bene,ero felice e la mia vita non poteva essere migliore. Era Luen ad avere problemi mentali, e la mamma in tutta una vita non ce ne aveva mai fatto presente. Non la rividi più,ma ancora oggi non so di preciso le cause del suo folle gesto. 

 “Bea,ti raggiungo non appena finisco di sistemare il ripostiglio, ho persino trovato oggetti degli anni 50. Ho paura di trovarci topi morti dato che non viene ripulito da allora:-credo-. Compreremo una pizza e andremo al cinema. Noah.”

Mi correggo, non potevo essere più felice. I rapporti con i miei si erano riappacificati,mentre io e Lou eravamo diventati ottimi amici,oltre che studenti abbastanza in gamba. Non appena il telefono prese a squillare,presi a salire di fretta le scale, mentre afferravo la borsa credendo fosse Noah.

“Ciao Bea, ti siamo mancati?”

  
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