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Autore: Niallsdonut    06/07/2014    11 recensioni
"Hei frocetto"
Uno scatto in avanti, un morso letale alla giugulare, il veleno acido che gli sgorgava nel cuore.
Buio.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Heart of Darkness




 

- Metamorphosis


 

Che dolce la dormiveglia, quella in cui ti trovi appena svegliato, ma che ancora non ti permette di formulare pensieri logici, quella che nelle giornate di inverno ti dà quel senso di torpore infinito e che ti trattiene a letto anche delle ore.

Ecco, Cameron era in quello stato. Il problema era che, anche se avesse voluto, non sarebbe riuscito a muoversi in nessun caso. Era come paralizzato, ma percepiva ogni cosa con il tatto della sua pelle. Non riusciva nemmeno ad aprire gli occhi. Sentiva un formicolio che partiva dal fianco del collo, che si irrorava per tutto il corpo perdendo intensità via via che si allontanava dall'epicentro.

Ed inoltre si sentiva bollente, terribilmente bollente. Sembrava che qualcuno gli avesse gettato addosso della benzina e gli avesse dato fuoco, lì, nel suo letto.

Ma, in fin dei conti, si sentiva bene. Non provava dolore, addirittura sembrava che non fosse nemmeno a contatto con il letto, ma di essere in una sorta di levitazione perenne.

Ad un tratto, una minuscola voce nella sua testa gli disse di addormentarsi, e così Cameron si fece trascinare nelle braccia di Morfeo.

I muscoli del corpo si contrassero all'unisono. L'attività cerebrale riprese a funzionare in un lampo.

Cameron era morto ed era risorto.

Si alzò a sedere di scatto e lanciò un urlo che fece far tremare le finestre. Non vedeva bene, la luce era troppo forte. Per quanto tempo aveva dormito? Ricordava a sprazzi quello che era successo, ma sapeva che qualcosa di brutto gli era capitato.

Finalmente inizò a vedere. Si trovava nella sua stanza, sotto le coperte del suo letto. Non sapeva come ci era arrivato, ma era lì.

"Buongiorno, bella addormentata", disse una voce famigliare.

Cameron girò di scatto la testa e vide Nash Grier, seduto sulla sedia girevole della sua scrivania, con un espressione a metà fra il sollievo e la più pura paura.

"Cosa ci fai qui?", chiese Cameron, iniziando a comprirsi il più possibile con le coperte, avendo notato di essere completamente nudo.

"Perché sono nudo? Cos'è successo di preciso?"

"Calma, calma. Ora faremo chiarezza, ma con calma"

Nash sembrava a disagio, preoccupato che qualcosa di punto in bianco potesse andare storto.

Cameron iniziò a ricordare cosa era successo.

"Dov'è Noah? Perché mi avevano accerchiato in quel modo? Cosa mi ha fatto?"

Cameron sputava fuori domande come una macchinetta. Doveva sapere, il suo cervello ne aveva bisogno. Odiava quando si trovava in situazioni che sfuggivano al suo controllo, per questo odiava i bulli.

"Non lo so. A quanto pare eri una preda desiderabile. Non ne ho idea. So solo che ti ho trovato in tempo. Se fossi arrivato anche solo pochi minuti più tardi saresti morto per davvero. Non che adesso tu sia vivo..."

"Cosa vuoi dire, Nash? Come hai fatto a trovarmi?"

"Le tossine tossiche del veleno di Gilinsky erano sparse per tutta la città, trasportate dal vento autunnale. Mi è bastato seguire la scia e vi ho trovati. Ho scacciato Noah e il suo gruppo, poi ti ho caricato sulle spalle e ti ho portato qui. Ho cercato di fermare il sangue che sgorgava dal tuo collo, per quello che ho potuto, anche se non ce n'era più molto che ne potesse uscire. Ma come vedi la ferita si è rimarginata da sola senza troppi problemi"

Cameron si ricordò del morso. Non aveva mai sentito un dolore così forte, soprattutto quando aveva iniziato a succhiare via il sangue. Sembrava che si fosse portato via anche il cuore. Già, il cuore, il cuore ormai fermo di Cameron, che aveva battuto l'ultimo colpo poco prima che si svegliasse.

Si portò una mano al petto.

Silenzio.

Tremante, chiese a Nash:

"Nash, perché il mio cuore non batte più?"

Cameron aveva le lacrime agli occhi e uno sguardo folle. Non capiva cosa stesse succedendo, tutto sembrava incredibilmente impossibile.

Nash, al contrario, ora sembrava tranquillo, ma ad ogni nuova domanda di Cameron si poteva percepire la paura e la preoccupazione che scaturiva dal suo volto.

"Perché sei un vampiro, non ne hai più bisogno"

Cameron rimase un attimo interdetto. Stava ripensando a quello che Nash aveva detto, perché non era sicuro di aver capito bene. Eppure sì, aveva detto proprio vampiro.

"Scusami? Non riesco a starti dietro", disse Cameron, leggermente contrariato dal fatto che Nash lo stesse in qualche modo prendendo in giro.

"Ascoltami, Cameron, so che ti potrebbe sembrare uno scherzo di cattivo gusto, ma è così, purtroppo. Noah Gilinsky è un vampiro, della peggior specie, capo di un piccolo clan diffuso da queste parti. E' sempre stato attratto dai nuovi arrivati, con il loro odore di forestiero. A quanto pare ti teneva d'occhio da giorni. Sta di fatto che ti ha morso, con l'intenzione di prosciugare fino all'ultima goccia il tuo sangue. Ma non gliel'ho permmesso. Così facendo, per mio puro egoismo, ti ho condannato a qualcosa di peggio. Ti ho condannato alla metamorfosi in vampiro. La metamorfosi è qualcosa di traumatizzante per il corpo e per la mente. Non lascia segni evidenti, ma lascia una spossatezza interna che può durare anche per anni. Detto questo, mi dispiace tanto, ma da oggi le cose sono cambiate. Per sempre"

Nash, notò Cameron, appariva maledettamente serio. Da quanto aveva carpito del suo comportamento dopo dieci minuti di chiacchierata con lui, Nash sapeva quando usare i diversi toni della voce, e non scherzava sulle cose importanti.

"Mi stai dicendo", iniziò Cameron, "che sono diventato un vampiro? Un vampiro vero?"

"Si, Cameron. Col tempo lo accettano tutti, non ti preoccupare"

"Anche tu lo sei?"

"Si, Cameron"

Sembrava che il peso del mondo fosse caduto sulle spalle di Cameron. Non poteva essere vero. Dovevano esserci delle telecamere nascoste in giro per la stanza, e da un momento all'altro le persone a lui care sarebbero saltate fuori gridando che era uno scherzo. Ma passavano i secondi, e Cameron dovette accettare la realtà, almeno in minima parte.

"Ora che si fa?", chiese a Nash.

"Beh, puoi fare tante cose. Ma per ora è meglio se ti stacchi dalla tua famiglia, per un po'. Devo portarti al quartier generale del mio clan"

"Il tuo clan?", chiese Cameron.

"Sì. I vampiri di tutto il mondo si dividono per la maggior parte in White Vampires e in Red Vampires, apparte eccezioni rare. I primi, secondo le tradizioni, discendono da Gesù Cristo in persona. I Red Vampires, invece, discendono da Giuda Escariota, il primo vampiro della storia. Sta di fatto che ormai è impossibile risalire alla diretta discendenza di qualsiasi vampiro, perciò ognuno di noi può decidere di unirsi all'uno o all'altro clan. Questi due clan sono in lotta perenne per detenere il titolo di clan dominante, una lotta che va avanti da più di duemila anni"

"A che clan appartieni tu?"

"Ai bianchi, ovviamente. Non potrei mai pensare di mischiarmi con quella feccia dei rossi", rispose Nash disgustato.

Ma, anche dopo tutta la spiegazione di Nash, ancora Cameron non ci credeva. "Andiamo", pensava Cameron, "come diamine può essere vera tutta questa storia?!".

Eppure, Nash non sembrava stesse scherzando, nemmeno un po'.

"Quindi, io ora dovrei essere allergico mortalmente all'argento? Ah no, quelli erano i lupi mannari", disse Cameron, quasi ridendo.

"No, hai ragione. Anche i vampiri devono stare attenti all'argento. E' una delle tante burle del Signore. La bibbia insegna infatti che Giuda tradì Gesù per soli trenta denari d'argento, e da allora questa è la maledizione che accompagna tutti i vampiri"

Cameron ascoltò con una punta di curiosità. Aveva sempre amato questo tipo di leggende. Ma, d'un tratto, gli venne in mente un cosa: sua madre un tempo gli aveva regalato una piccola catenina d'argento, con appesa una targhetta, totalmente composta di argento puro. E quella catenina l'aveva sempre indosso.

Portò la mano destra al collo e si fece girare la targhetta tra le dita.

"Nash, ma se fossi veramente un vampiro, a quest'ora non dovrei essere già morto? Questa catenina, infatti, è fatta d'argento"

"Dio non è mai troppo severo. L'argento è innocuo al tatto. Possiamo anche rivestirci di un'armatura totalmente composta d'argento e non patiremmo il minimo dolore. Ma se un pezzo d'argento ti provocasse una ferita, anche un semplice graffio, in quel caso proveresti un dolore incommensurabile e indescrivibile. Potrei provartelo, ma non penso ne saresti molto felice. Infine, cosa più importante, se anche solo una minuscola parte, anche un atomo, dovesse entrare in contatto con il tuo cuore o con il tuo cervello, moriresti all'istante. In questo caso, non so dirti se farebbe male o meno, nessuno è mai tornato indietro per raccontarlo"

"Oh, grazie dell'informazione", rispose Cameron. Non si sentiva di certo meglio di prima, ora.

Nash tutt'a un tratto era diventato visibilmente a disagio. Provava un'incredibile voglia di abbracciare Cameron per non lasciarlo più. Sapeva di avere un legame con quel ragazzo, se lo sentiva dentro.

Cameron continuava a sedere nel letto, abbandonato alle sue emozioni.

Ma ora, qualcosa si stava facendo strada nel suo corpo, partendo dalla pancia. Era una sensazione molto forte, che poteva essere scambiata tranquillamente con il dolore.

Ma era tutt'altra cosa.

"Nash", disse Cameron, "ho fame"







 

 

-Writer

Ciao a tutti, sono felice che abbiate letto il terzo capitolo di Heart of Darkness c:

Ebbene sì, Cameron è diventato un vampiro. Nash ha iniziato a rivelare un po' di cose a Cameron per quanto riguarda il nuovo mondo in cui dovrà entrare a far parte, e Cameron sembra molto insicuro, per ora. Come sempre, aspetto di arrivare a tot recensioni per continuare la storia, perciò scrivetemi cosa ve ne pare del nuovo capitolo c:

Vi saluto lasciandovi il mio recapito twitter (@calumstattooes), se volete contattarmi per dirmi qualsiasi cosa, anche per insultarmi, io sono qui c:

niallsdonut

  
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