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Autore: Nihal07    06/07/2014    1 recensioni
Dopo continui attacchi a villaggi vicini, il Team Kakashi è costretto ad indagare e soccorrere gli eventuali superstiti. Qui Kakashi incontra una ragazza. Una strana ragazza, tremendamente somigliante a Rin. Che sia lei?
Forse si. Lei conosce la sua storia, le sue emozioni, ma sembra essere tornata per vendicarsi di lui.
In questo momento difficile, il jonin sarà però affiancato dai suoi allievi, in particolare da Sakura...
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo X
 

I giorni passarono veloci a Konoha.
Rin e Kakashi continuavano a passare parte del tempo insieme, mentre Sakura si straniva sempre di più dalle questioni riguardanti il suo maestro e tutto quello che ci girava intorno.
Kakashi non aveva più parlato a Rin di quello che era successo qualche sera prima, ma Rin era una donna. E inevitabilmente, le donne cercano sempre di parlare di quello che gli uomini, d’altro canto, vogliono evitare.
Quella sera, Sakura era uscita e Kakashi si era fermato a parlare con la Nohara.
O meglio, lei aveva costretto lui a fermarsi e chiacchierare un po’.
“Senti Kakashi…” Rin si sedette vicino a lui. “Sono davvero contenta di poter passare del tempo con te, ma voglio sapere una cosa. È da un po’ che ci penso e credo che questo sia il momento giusto per porti qualche domanda.”
“Ho il diritto di non rispondere?”
Rin sorrise. “Siamo tutti e due adulti, e non trovo ci siano problemi a chiarire un po’ le cose… L’altra sera, quel bacio… Tu provi davvero qualcosa per me? O si tratta di semplice affetto?”
L’uomo riflettè un attimo. “Non lo so di preciso… Sento che tu non mi sei indifferente, ma non so quantificare quello che provo quando stiamo insieme.”
La donna sospirò e un campanello di allarme si accese nella testa di Kakashi. “Scusa! Io non volevo che…”
Rin sorrise di nuovo. “Non voglio tu ti senta obbligato a fare o provare qualcosa che in realtà non ti appartiene.”
Il jonin si rilassò sul divano e guardò il soffitto. “Ti chiedo solo un po’ più di tempo…”
“Bè Hatake, io non vado da nessuna parte.”
E questo lo rincuorava moltissimo.
“Ora penso di dover andare. Solo che pensavo che Sakura sarebbe tornata a momenti.”
Rin sbuffò. “Kakashi, guarda che non ho bisogno di una guardia del corpo.”
“Non credo mi importi di quello che pensi tu. In qualsiasi caso, mi fiderò di quello che dici, e della puntualità di Sakura. Vado.”
E detto questo, il jonin si alzò e uscì dalla porta, incamminandosi molto lentamente.
 
Sakura cominciò a correre. Era in ritardo.
Nonostante il dover tornare presto a casa sua per proteggere quella che sarebbe potuta diventare la ragazza del suo maestro, la infastidiva un po’, il senso del dovere non le lasciava scelta.
Salì velocemente le scale ed aprì la porta sperando che Kakashi non fosse lì per ricordarle quanto la puntualità era importante.
Si fermò un attimo, constatando che Kakashi era l’ultimo che poteva rinfacciarle questo dettaglio, ma poco dopo, un urlo la fece tornare in sé e la costrinse a precipitarsi dentro casa sua.
 
Kakashi si fermò a metà strada, tra casa sua e quella di Sakura.
Pensò che forse doveva una spiegazione più dettagliata alla sua ex compagna di team.
Su queste cose, il temporeggiare non serve a molto.
Erano due adulti, non due adolescenti. Se fosse andata male, nessuno dei due sarebbe entrato in una depressione senza precedenti, quindi, perché non provarci?
Stava tornando insietro, era quasi arrivato a casa di Sakura quando sentì un urlo.
Subito iniziò ad accelerare il passo, fino ad arrivare a correre il più veloce possibile.
Trovò la porta aperta, salì le scale ed entrò.
Trovò Rin seduta su una sedia e Sakura intenta a portarle una tazza di the.
Subito le due ragazze si girarono verso di lui e Rin gli sorrise, notando il suo sguardo preoccupato.
“Ciao Kakashi.”
“Che è successo?!”
Rin parlò per prima. “Poco dopo essertene andato, è entrato un uomo. Era armato. All’inizio mi ha colto alla sprovvista, prima che potessi difendermi mi ha attaccata. Però è subito arrivata Sakura. Appena ha sentito qualcuno entrare, è scappato. Però sto bene, non ho nemmeno un graffio grazie a…”
Kakashi la interruppe e guardò Sakura. “L’hai inseguito?”.
La rosa lo guardò interrogativa. “Ovvio che no.”
“Cosa vuol dire “ovvio che no”? A quest’ora avremmo potuto scoprire chi l’aveva mandato.”
“Ho trovato molto più intelligente e sicuro verificare subito le condizioni di Rin. E poi, se fossi fuggita, altri avrebbero potuto approfittarne. Rin sarebbe stata da sola.”
“Quell’uomo è scappato subito Sakura. Se ci fosse stato qualcun altro, si sarebbe come minimo degnato di farsi vedere e seguire, non credi?”
“Scusa se non ho avuto tutto questo tempo per pensarci! Ho pensato da medico. La prima cosa da fare è soffermarsi sulle vittime delle aggressioni, senza lasciarli soli.”
“Lo vedo. Oggi infatti sei addirittura tornata in anticipo.” Kakashi lo disse con tono sarcastico. “Se fossi arrivata in orario, questo non sarebbe successo! Dov’eri andata di così tanto importante per non essere qui quando servi?”
“Ero a pensare un po’ a me stessa! Sai com’è… Sono costretta a restare qui dentro ogni giorno, fino a quando a te non passa per la mente l’idea di venire a trovare Rin. Restaci tu qui, se ti fa tanto piacere. Non posso di certo rendere conto solo a te di quello che faccio, io ho delle persone altrettanto importanti là fuori.”
Kakashi la guardò intensamente e Sakura per un attimo ne fu intimorita, ma non abbassò lo sguardo.
“Si tratta di lavoro.”
“No, si tratta di una tua paranoia. E io sono stanca di assecondarle tutte.”
Rin non sapeva cosa dire. Avrebbe voluto fermarli, dicendo che stava bene, non serviva farne una tragedia.
“Non mancarmi di rispetto, Sakura.”
La rosa distolse lo sguardo e strinse i pugni. Prese le chiavi da sopra il tavolo e uscì, sbattendo la porta.
Il jonin sospirò e guardò Rin, che lo fissava severa.
“Era davvero necessario?”
“Se qualcuno fosse stato con te, allora tutto questo non sarebbe successo.”
“Prevedi il futuro Hatake? Ora vai da quella ragazza e scusati con lei.”
Kakashi la guardò perplesso. “Che diamine stai dicendo Rin?”
“Se non vuoi scusarti, almeno dille che ti dispiace. Quello che ha fatto è giusto.”
“Oh certo, ecco un altro medico che parla.”
“Non si tratta di questo.” Rin lo rimproverò. “Hai così tanta paura che mi possa succedere qualcosa, che enfatizzi ogni avvenimento. Se ad essere attaccato fosse stato qualcun altro come per esempio l’Hokage, probabilmente ti saresti complimentato con Sakura per essere rimasta. Quindi non prendertela con lei, ma con te stesso. Se mi succederà qualcosa non è certo per colpa di Sakura, e non è nemmeno qualcosa che tu puoi controllare.”
L’uomo abbassò lo sguardo e la voce di Rin si addolcì. “Io la capisco. È una ragazza di 20 anni, ha bisogno dei suoi amici, di quella che era la sua vita prima che arrivassi. Non incolparla di questo.”
Kakashi ci pensò un attimo, poi annuì. “Va bene, ci parlerò.”
La donna sorrise. “Così mi piaci.”
 
 
Sakura si sedette su una sponda del fiumiciattolo che attraversava il villaggio.
Si sentiva triste, stanca e demotivata.
L’essere un bravo ninja e un bravo medico per lei era tutto, ma ora non ci stava riuscendo.
In più Kakashi continuava a farla sentire in colpa per cose che a lei sembravano scontate o superficiali.
In più, il vedere che teneva così tanto a Rin, il vedere che si preoccupava per lei più di quanto avrebbe fatto per una qualsiasi altra persona, la faceva stare male.
Non che odiasse Rin. Lei era una bravissima ragazza, gentile, solare, ironica.
Sì, tutto quello che una donna dovrebbe essere.
Ecco, lei non era così. Aveva quasi mandato il suo maestro a quel paese, una delle persone che più contava per lei in quel momento. Diamine.
Sentì dei passi dietro di lei, ma non si voltò.
Poi con la cosa dell’occhio vide qualcuno sedersi di fianco a lei.
Non ci voleva proprio.
“Possiamo parlare?”
“Chi ti dice che io abbia qualcosa da dirti?”
Kakashi sospirò. “Mi starai ad ascoltare, almeno?”
“Forse. Cerca di essere breve.”
“Ecco…” Kakashi si passò una mano dietro la testa. “La verità è che ho davvero molta paura di perdere ancora Rin e… Soffrire molto di più di quanto è successo in passato. Non pretendo tu capisca ma… Questa è la motivazione del perché, a volte, tendo ad essere così paranoico e protettivo, prendendomela con te, che in questo caso, sei la seconda persona più vicina a Rin che sta cercando di proteggerla quando io non posso farlo.”
L’uomo si fermò, sperando che Sakura dicesse qualcosa, ma questo non accadde.
“So che tu hai la tua vita… Ma ti giuro Sakura, che se solo potessi, non ti chiederei tutto quello che finora hai fatto.”
La ragazza lo guardò. “Se hai finito, ora puoi andare.”
Kakashi sospirò, si alzò lentamente ed iniziò a camminare verso casa sua. Sakura, dall’altra parte, si girò e lo seguì con lo sguardo fino a quando la sua figura non scomparve.
Lei non aveva bisogno di spiegazioni. Non era mai stata arrabbiata con lui dentro di sé, e lo capiva fin troppo bene.
Si scusò per essere stata così egoista.
Forse, il giorno dopo, avrebbe avuto l’opportunità di dirglielo.


 
  
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