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Autore: GRACE_WHITE    06/07/2014    2 recensioni
[La guerra dei mondi]
Anno 2045.
I protagonisti di questa storia sono Jena e Theo, figli di Rachel Ferrier, la più giovane superstite alla guerra dei mondi avvenuta nel 2005. I due si accorgono cogliendo i segnali collegati all'infanzia della madre, che i Tripodi sono tornati. Dovranno combatterli con le poche persone che saranno in grado di aiutarli, e capiranno che la prima guerra dei mondi non era niente, niente in confronto a quella che sta per scoppiare.
Genere: Azione, Guerra, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Jena
 
Un uomo e una donna con un camice bianco, guanti di plastica e mascherina preparano una siringa che contiene un liquido verde. Sono seduta su una sedia di metallo, mi hanno bloccato le mani ai braccioli con due manette, i piedi me li hanno lasciati liberi: forse mi hanno affidato il 9 % della loro fiducia.

Sono in una stanza grigia, seduta davanti a un tavolo, e nella sedia davanti a me c’è unasignora abbastanza in carne e con i capelli biondi, ha la mandibola serrata e gli occhi vigili. Dietro di lei, incavato nella parete, c’è uno specchio; immagino che dall’altra parte ci siano altre persone che stanno aspettando l’inizio dell’interrogatorio, come nei film. Penso che sono passate due ore da quando mi hanno separato da mio fratello, mi chiedo se lo stanno già interrogando o se gli hanno fatto altro.
La donna appoggia la siringa sopra una vena, ho paura di morire, ho sentito dire che se c’è dell’aria nell’ago potrebbe creare una bolla dove passa il sangue e bloccarmi la circolazione, per questo di solito tutti i medici spruzzano fuori un po’ del liquido. Fortunatamente anche lei lo fa.

-Chiudi gli occhi.- dice.
-Che cosa mi state iniettando?- chiedo.
-Un siero,- risponde in modo pratico, mi inietta il liquido ignorando il la mia reazione- dobbiamo assicurarci che tu risponda sinceramente alle nostre domande, signorina Ferrier. Ora chiudi gli occhi.-
Faccio come dice- Posso sapere perché devo chiuderli?-
-Aiuterà a concentrarti, così risponderai chiaramente quando ci dirai tutto quello che ti avremo chiesto.- spiega, ma questa volta è la voce dell’uomo- Iniziamo.- annuncia.
-Allora, cominciamo.- dice una nuova voce, probabilmente appartiene alla signora grassoccia- Io mi chiamo Rose Kowalski, e il tuo nome è Jena Ferrier, giusto?-

-Si, mia madre da quando è diventata vedova ha deciso di ritornare al cognome da nubile e cambiar anche i nostri, se mio padre fosse ancora vivo il mio nome sarebbe Jena Michael.- faccio un respiro profondo, ero piccola quando papà è morto e non mi ricordo bene, ma mi vengono in mente le sue foto e ogni volta che le guardo sento un peso nello stomaco, un’incudine nella memoria.

-Allora Jena,- continua Rose Kowalski- tu hai detto che i Tripodi sono tornati, ne sei certa?-
-Si.-
-E come fai ad esserne sicura?-
-Ho sentito il loro suono.- spiego- Da piccola ho visto le riprese dell’attacco dei Tripodi del 2005, è lo stesso rumore che hanno diffuso quarant’anni fa, identico.-
-Ma li hai visti, Jena?- incalza Rose.
-No.- rispondo- E non sono neanche tornati.-

Immagino che la signora Kowalski stia spalancando gli occhi, evidentemente non ha capito dove voglio farla arrivare- Ma tu ci hai detto che sono tornati, hai mentito?-
-No, mi sono sbagliata.-
-Tu hai avvertito la vice presidente, e questo vale a dire mettere in guardia gli interi eserciti degli Stati Uniti D’America, solo perché tu ti sei sbagliata, Jena?- il suo tono di voce non è per niente calmo.

-Il punto è che, non c’è stata la tempesta di fulmini, questo vuol dire che i Tripodi non sono tornati…- la sento sbuffare, perciò decido di proseguire con la mia spiegazione prima che qualcuno mi arresti per aver effettuato uno scherzo al governo americano- … loro non se ne sono mai andati.- apro gli occhi e guardo Rose Kowalski.

-Che intendi dire?- chiede cercando di raccogliere più informazioni possibili, come un orso fa con il cibo prima di andare in letargo- Li abbiamo uccisi definitivamente con le armi nucleari, quando stavano morendo.-
-Si, li avete uccisi… ma avete fatto esattamente quello che volevano loro.- punto il dito contro di lei.
-Le cose che stai dicendo non hanno senso, Jena. Non è una teoria questa, è solo un parere, un opinione, noi ci basiamo su dei fatti! Abbiamo bisogno di una spiegazione logica, qui c’è in gioco la sicurezza nazionale!-

-Voi li avete uccisi, è vero, ma secondo me non tutti. E sono sicura che se voi andiate a controllare nella zona dell’università di New York e inizierete a cercare ci scommetto che li troverete li, seguite il mio consiglio.- Rose appoggia i suoi occhiali nel tavolo, scuote la testa e si massaggia le tempie. Mi giro verso lo specchio e fisso il vetro, spero davvero che dall’altra parte ci sia un pubblico governativo a guardare, altrimenti sembrerei pazza a parlare in quella direzione- Fate come pensate che sia giusto per la popolazione, fate come avete fatto voi del governo. Se volete vivere e vedere l’alba ancora una volta fate come vi dico, ma non siete obbligati.-

Mi accorgo che le fascette che tengono le mie mani bloccate sono molto lente, mi basta girare i polsi due o tre volte per liberarmene. Mi alzo e mi dirigo verso la porta, sento lo stridio delle gambe della sedia strisciare contro il pavimento, Rose Kowalski è in piedi- Aspetta, noi non abbiamo finito!-
-Ma io si!- ribatto, esco dalla porta e trovo mio fratello seduto con un soldato e Scarlett ai suoi fianchi, entrambi con un’arma in spalla.

Lui si alza non appena solleva la testa e mi vede, appoggia una mano sopra la mia spalla- Che ti hanno fatto?- sbircia nella stanza dove mi hanno interrogato ma fa appena in tempo a intravedere Rose che la richiudono subito.
-Mi hanno fatto delle domande le quali risposte non sembrano essere piaciute.- spiego- Mi hanno iniettato una specie di siero della verità o roba del genere e me la sono un po’ presa con il pubblico dietro lo specchio.-
Scarlett trasale- Come facevi a saperlo?- mi chiede.

-Nei film di solito è così e, non ne ero certa ma, la conferma me l’hai data tu adesso, soldato Kelly.- rido e mi scanso di lato.
Lei sembra stizzita ma annuisce arricciando le labbra- Brava, sei intelligente.- commenta, ma senza ironia. Prende per un braccio Theo e lo accompagna dentro- Dobbiamo entrare, ora devi fare tu l’interrogatorio.-

-Non ce n’è bisogno.- s’intromette Rose Kowalski, sollevando una mano a mezz’aria, la riabbassa- Jena Ferrier è stata esauriente,- mi guarda con occhi penetranti e assonnati, sembra sia stata obbligata a dire quella cosa- grazie per le tue informazioni, procederemo con il controllo del perimetro della scuola e di New York. Potete andare.- esce dalla stanza e se ne va con una postura dritta e importante.

-Bene, il vostro lavoro è finito qui.- ci comunica Scarlett mentre camminiamo verso l’uscita dell’enorme Quartier Generale. Da fuori sembra un enorme super mercato abbandonato, dentro invece è un architettura ultra moderna che non ha niente a che vedere con l’aspetto che mostra da fuori. Forse lo hanno costruito lì dentro, il QG, per non dare nell’occhio- Devo riportarvi dal vice presidente Ferrier.-

Saliamo nella jeep con l’aquila americana e partiamo- Credi davvero nel ritorno dei Tripodi, Jena?- mi chiede, è seduta nel sedile davanti a fianco del soldato guidatore, si gira verso di me. Per la prima volta la vedo insicura, anche se stringe la sua arma tra le braccia.

-Come ho già detto a Rose Kowalski,- guardo fuori nel punto in cui ci sarebbe dovuto essere un finestrino attaccato allo sportello, ma non c’è, per questo l’aria mi scompiglia i capelli, anche se sono legati in una coda da cavallo- loro non sono tornati, sono sempre stati qui.-
   
 
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