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Autore: Yumeha    06/07/2014    4 recensioni
Aspettatemi! Partecipo anche io! (?)
Sì, avete capito bene, la sottoscritta vuole cimentarsi nella NaLu Week. Un viaggio di non ritorno.. (?) No, dai. T_T Sono positiva! Ce la posso fare! eue
Ho già una long in corso, ma non vi preoccupate, non l'ho abbandonata. uwu
Be', fatemi sapere cosa ne pensate. ;)
Day 1: Gifts
Day 2: Vulnerable
Day 3: Ribbon
Day 4: Promise
Day 5: Dare
Day 6: Effulgence
Day 7: Future
Bonus Day 8: High School
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy, Heartphilia, Natsu
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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EFFULGENCE

 
Lucy era al bancone della Gilda, ignorando completamente le ragazze che spettegolavano. Con entrambe le mani si teneva il viso, gli occhi erano lucidi, i quali fissavano un piccolo buco sulla superficie legnosa. Il polpastrello dell’indice a sfiorare la conchetta, con fare distratto, mentre la mente era da tutt’altra parte, fuorché nella Gilda.
Quando qualcuno appoggiò una mano sulla sua spalla, trasalì. Lucy si voltò, con occhi sbarrati, come se fosse appena stata svegliata da un incubo.
Davanti a lei c’era la figura di una ragazza dai capelli turchini, che la guardava preoccupata. «Lu-chan, stai bene?»
La bionda si stropicciò gli occhi, cercando di non dare a vedere il luccichio delle lacrime. «Sì, certo.» rispose, cercando di mostrare un sorriso. Ma a giudicare dell’espressione anche più preoccupata, la maga era sicura di aver fatto una smorfia.
Levy si sedette vicino a lei, prendendole una mano. «Ne vuoi parlare?» chiese dolce.
Lucy scosse la testa con vigore. «No.» borbottò. Poi si affrettò a rimediare, pensando di essere stata scortese con lei. «Cioè, non c’è nulla di cui parlare.» rispose, con un debole sorriso. Almeno, con qualcosa che gli somigliasse vagamente. Prima che la Scripter potesse attaccare con qualsiasi altra domanda, – non che non l’apprezzasse – Lucy si alzò, salutando frettolosamente l’amica e sgattaiolando fuori dalla Gilda.
Non le andava di parlarne, questa volta voleva solo rimare da sola con i suoi pensieri e ricordi. Mentre passeggiava, cercando di mantenere l’equilibrio, sul bordo del muretto, dei ragazzi  le intimarono a prestare attenzione da una barchetta.
Stava rimuginando su quello che avrebbe dovuto fare, la scelta giusta da prendere, quando mise male un piede, scivolando. Prima che potesse anche solo chiudere gli occhi, qualcuno la sostenne per le spalle, allontanandola dal muretto. La ragazza si voltò, trovandosi davanti il viso del Dragon Slayer del fuoco, che la guardava perplesso. «Lucy?» domandò.
La bionda si allontanò dalla sua stretta, rimettendosi a camminare. «Sto bene.» sospirò. «Ho deciso che andrò a fare un giretto lontano da Magnolia, non mi seguire. Ho bisogno di stare da sola.» disse, senza voltarsi.
Natsu era preoccupato per la sua amica, non voleva che si sentisse così triste. Perché era sicuro che qualcosa non andasse, e che turbasse la sua Lucy.
 
La maga degli Spiriti Stellari aveva fatto un salto a casa per cambiarsi: aveva indossata un delicato vestitino bianco di pizzo di Sangallo, la vita era circondata da un nastro blu, dove dietro era stato legato con un fiocco. Infine, si legò i capelli dorati in una coda alta e uscì di casa, velocemente. Fece un’ultima tappa dal fioraio, per prendere un mazzo di fiori e si avviò in stazione.
 
Lucy alternava il suo sguardo dai fiori colorati al finestrino. Il paesaggio scorreva veloce, mutando sempre più spesso.
Quanti anni erano che nessuno entrava nella sua vecchia villa? Erano passati tre anni dalla morte di suo padre, più i sette di vuoto, erano dieci anni che non tornava a casa. Sì, casa. Perché anche se era scappata, per rincorrere i suoi sogni, non poteva non considerarla tale. Ci era nata, ci aveva vissuto per un la maggior parte dei suoi anni. Aveva deciso di tornare soprattutto perché era l’anniversario di morte della sua mamma.
Mentre pensava non si accorse che alcune lacrime avevano preso a scivolare lentamente sulle sua guance. Quando si accorse di sentirsi osservata, e notò una goccia cadere e infrangersi sulla pelle candida della sua mano, capì il perché di tutta quella curiosità da parte dei passeggeri. Con un gesto veloce si affrettò ad asciugarsi le lacrime, cancellando la scia salata che le aveva rigato il viso.
 
Natsu dovette combattere contro ogni impulso, per cercare di non alzarsi ed andare ad abbracciare la sua maga degli Spiriti Stellari. Continuava a fissarla, dall’inizio del viaggio, talmente intensamente che stava addirittura ignorando il suo malessere per i trasporti. Lui era seduto nello scompartimento a destra del suo, per cui gli bastava alzarsi, fare due passi e stringere la figura bionda tra le braccia, forte. Lo sapeva che se Lucy l’avesse saputo si sarebbe infuriata come non mai, ma non aveva resistito. Gli sembrava così piccola e indifesa in quel momento, una ragazza che aveva bisogna di protezione. Della sua protezione.
Il Dragon Slayer indossava un lungo impermeabile, con cappello e occhiali da sole, non poteva permettere che la ragazza lo riconoscesse. Così, strinse i pugni e si costrinse a rimanere seduto, cercando di guardare anche fuori dal finestrino. Giusto per non sembrare un maniaco.
 
Quando il treno si fermò, Lucy si alzò velocemente e quando mise piede fuori dal treno, tremò. Le sue gambe non riuscivano a muoversi, il cuore le batteva veloce. Era arrivata fino a lì, ma non era sicura di riuscire a proseguire oltre. Non se la sentiva più.
Quando però il suo sguardo ricadde sul mazzo di fiori, sembrò prendere un po’ di coraggio. Voleva portarglieli, non voleva che i suoi genitori pensassero che lei li aveva dimenticati, perché non era vero. Non era facile dover convivere col fatto di aver perso entrambe le sue figure di riferimento. Fece un respiro profondo, cercando di calmarsi, poi riprese a camminare, decisa a raggiungere la ex villa Heartphilia.
Era partita nel pomeriggio, per cui il cielo ormai cominciava a tingersi di arancio. Sveltì il passo, non voleva prendere il treno col sole calato e per di più da sola, doveva sbrigarsi.
Dopo un paio d’ore, riuscì a raggiungere la villa. Non riusciva a credere nemmeno dopo tutti quegli anni che fosse così grande la sua ex proprietà. Prima di andare a salutare mamma e papà, decise di andare a vedere la villa. Quando le fu davanti, le si mozzò il respiro, oltre ad essere impallidita. Era incredibile che nonostante fossero passati solo dieci anni, la casa fosse in condizioni così pessime. Fece ancora un passo in certo, notando le piante che minacciose si arrampicavano sui muri, come se volessero buttare giù la residenza. L’intonaco era completamente crollato, c’era solo la parte che vi si trovava sotto, mostrando i vari mattoni. Alcune finestre non avevano più i vetri e qui si convinse che quella fosse l’opera di qualche ladro che magari pensava di trovarci qualcosa che avesse del valore.
Lucy avrebbe preferito vedere la sua casa venduta a qualche altro nobile che in quelle condizioni. Sembrava tetra, quasi una casa dell’orrore.
Rivolse il suo sguardo al portone, completamente sfondato. Si avvicinò ed entrò, assottigliando gli occhi per cercare di vedere nella penombra. Esplorò le stanze, scoprendo con orrore il disastro che vi era all’interno.
La maggior parte del mobilio era a terra o distrutta, quello che si salvava era coperto da uno spesso strato di polvere. Si accorse che il suo battito era aumentato, mentre le lacrime scorrevano senza sosta sul volto. Vedere casa sua in quello stato, non era semplice. Tra un singhiozzo e l’altro, Lucy continuava la sua esplorazione, sentendo ad ogni passo il petto dolerle sempre di più.
Arrivò allo studio di suo padre. Voleva aprire la porta, ma il suo corpo sembrava divenuto una statua. I suoi occhi velati di lacrime osservavano la maniglia, ma la sua mano non voleva saperne di obbedire al comando. La bionda, spazientita, grugnì e con forza spalancò la porta: le tende erano a terra, rotte e piene di polvere. Dalla grande vetrata entrava l’ultimo raggio di sole della giornata, rendendo la stanza davvero terrificante sotto quel gioco di ombre. Gli infiniti libri erano tutti a terra, qualcuno bruciato, qualcuno con le pagine strappate. Una parte della finestra era rotta, e da quel buco penetrava una leggere brezza che faceva muovere le vecchie pagine e i mucchietti di polvere, per la stanza. La scrivania possedeva uno squarcio che la divideva a metà, mentre dietro c’era la grande poltrona a terra. La scala che portava al ripiano sopra, dove c’erano gli altri libri, era crollata. Uscì subito dopo, non avrebbe potuto reggere ulteriormente quella visione. Passò alla sua camera, pensando di trovarla nelle stesse condizioni del resto della casa, ma scoprì di trovare la porta chiusa. Fece un passo indietro e con un calcio ben assestato, buttò giù la porta. Quello che vide la lasciò di stucco. La sua camera da letto sembrava l’unica ad essere lasciata intatta a quell’uragano. Era la stessa di un tempo, tutto era rimasto come allora. L’unica cosa che non apparteneva ai suoi ricordi, era che c’era anche lì lo spesso strato di polvere. Si avvicinò al grande letto a baldacchino, sfiorando il tessuto fresco e ancora liscio delle coperte. Poi passò alla toilette bianca, dove aprì i cassetti e rinvenne i suoi vecchi trucchi, spazzole, elastici per capelli… Corse all’armadio, spalancandolo, e anche lì tutti i suoi vestiti erano disposti in ordine. Ormai il pianto di Lucy era diventato quasi come quello di una bambina, mentre i singhiozzi non la aiutavano a respirare. Era sicura che il suo viso fosse diventato a chiazze rosse per colpa del pianto. Era incredibile come la sua camera fosse l’unica parte ad essere rimasta com’era.
Era come se lì, l’antico splendore degli Heartphilia avesse combattuto contro tutto quello che la casa aveva subito.
Lucy sorrise, poi voltandosi, cercò di sistemare in qualche modo la porta caduta, chiudendola. Voleva che quella camera rimanesse così. Intoccata. Sembrava un castello di un film dell’orrore, dove una sola stanza sembrava in realtà mantenere fede all’aspetto originario, quasi come se fosse stata protetta. Come se fosse una magia.
Quando la bionda uscì, il sole era calato, donando ancora di più l’aspetto spettrale alla casa. Proseguì fin dove c’era la tomba della sua mamma e del suo papà, cercando di spolverarle e di togliere i vecchi fiori ormai morti. Mise quelli nuovi, e accovacciandosi in ginocchio, iniziò a parlare. A raccontare tutto quello che aveva vissuto fin ad ora, insieme a Fairy Tail, la sua nuova famiglia.
Quando finì, era sicura che fosse tardissimo, ma non poté sorridere alla sensazione del suo cuore più leggero. Salutò i suoi genitori e si voltò, ma quando trovò la figura di un uomo in impermeabile, totalmente sospetto, Lucy cacciò un urlo che per poco non perforò un timpano a quello che era in realtà il Dragon Slayer di fuoco. Ma la bionda non poteva saperlo.
«Apriti porta del Tor-»
«Ferma! Sono Natsu!» gridò interrompendo la formula magica, e levandosi quegli assurdi abiti di dosso.
La ragazza lo guardò sorpresa, poi la sua espressione mutò in una confusa, infine in una infuriata. «Natsu Dragneel! Mi hai seguita?!» sbottò lei.
Il Drago ridacchiò nervoso. «Già.» rispose.
«E di grazia, per quale motivo?» chiese Lucy con una voce che mal celava l’arrabbiatura.
«Be’, perché eri triste.» iniziò il Dragon Slayer. «Non riuscivo a vederti in quel modo. Poi il fatto che tu non ti sia aperta con me, mi ci ha fatto rimanere male. Sai che di me ti puoi fidare, vero? Mi sono preoccupato tantissimo.» aggiunse, offeso.
Le gote della ragazza si accesero di un bel rosso. «S-scusa…»
Il rosato sorrise, avvicinandosi per abbracciarla. «Scuse accettate.» sussurrò lui. Il cuore della maga accelerò per l’ennesima volta in quella giornata. Ricambiò timidamente, appoggiando la guancia sul petto muscoloso del ragazzo. «Però ricordati di non tagliarmi fuori dalla tua vita.» aggiunse.
«Hai ragione, non lo farò più.» fece la maga degli Spiriti Stellari.
Il rosato sorrise, allontanandosi da lei, subito dopo esibì uno dei suoi bellissimi sorrisi e prese per la mano la ragazza. «Andiamo a casa, Lu.» propose con voce dolce.
«Sì.» mormorò la bionda, stringendo forte la mano del Drago.
Lucy rivolse un ultimo sguardo alle tombe, sussurrando un saluto ai suoi genitori. Poi osservò la sua vecchia villa. Aveva perso tutto il suo antico splendore, ma quella casa sarebbe rimasta sempre nei suoi ricordi e nel suo cuore.
 
 


Angolo Autrice
Allora, vi è piaciuta? ç_ç Potete mandarmi a quel paese, se volete. Non so, a me non me piasa più di tanto… Però il prompt era difficile. T.T
Spero che l’abbiate apprezzata almeno un pochino. *^* Non vedo l’ora di iniziare a scrivere l’ultimo prompt. Ho già un’idea graziosa. Euheuheu.
Fatemi sapere cosa ne pensate. *^*
Ringrazio di tutto cuore le persone che hanno recensito il capitolo precedente. Ma soprattutto Ia-chan, Ga-chan, Fede-chan e Angel-chan che mi hanno sempre riempita di complimenti. *^* Vi voglio bene. :3
Per chi non avesse letto le loro raccolte, passi subito a leggere quelle di Gaia21 e Angelyca. *^*
A domani. :3
Lilith
 
   
 
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