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Autore: Etiell    07/07/2014    2 recensioni
[Un piccolo tentativo di immaginare la terza stagione.]
Tutt'intorno il buio. Unica fonte di luce una timida e pallida luna piena, intenta ad illuminare gli spigolosi profili degli alti ed imponenti alberi, distinguendo così una foresta in tutta quell'oscurità. Ed all'interno di quel fitto bosco si faceva strada un piccolo sentiero, ricoperto di terra e foglie morte che emanavano odore di decomposizione. I sentieri sono fatti per essere percorsi e lungo quella tenebrosa via camminava Will Graham, alla ricerca di qualcosa, alla ricerca di qualcuno o più semplicemente, alla ricerca di una risposta.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Hannibal Lecter, Jack Crawford, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Will Graham
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2


Erano passati ormai nove mesi da quando Will Graham aveva lasciato l'ospedale tornado così alla sua solita vita, buttandosi però alle spalle la fonte dei suoi ultimi problemi, l'FBI. Tramite i giornali venne a sapere che anche Jack era stato dimesso, precisamente due settimane dopo di lui e, senza esitazione, era tornato sul campo, cosa che di certo non sarebbe risultata facile a Will. Non ebbe più contatti con l'agente Crawford, se non qualche mese dopo in occasione della morte di sua moglie Bella. Will non lo chiamò, limitandosi a spedire un telegramma riportante le sue più sentite condoglianze per l'accaduto. L'ormai ex agente dell'FBI, chiudendosi sempre di più in se stesso, costruì una barriera attorno a sé, sbattendo così  le porte in faccia al mondo. Aveva perciò ricominciato a pescare, piccolo piacere che da tempo si era dovuto negare e, per guadagnarsi da vivere, riparava elettrodomestici su richiesta. Era quasi morto, l'FBI aveva versato un notevole risarcimento a Will, tale che poteva permettersi benissimo un tranquillo e poco redditizio lavoretto momentaneo. Cominciò ad apprezzare di più anche la sua piccola casa, trascorrendo parecchio tempo sotto il portico, in particolar modo la sera, ascoltando lo stridente canto dei grilli accompagnato da qualche stonata raganella di passaggio.
A Will piaceva stare solo, la solitudine e le attenzioni dei suoi cani gli facevano l'essenziale compagnia di cui aveva bisogno. Le poche persone che incontrava gli chiedevano perché se ne stesse sempre solo e lui senza pensarci due volte rispondeva loro "dal momento che perdi tutto, piano piano ti abitui a non avere niente".
Era apparentemente contento della sua nuova vita, considerando anche il fatto che gli incubi erano quasi svaniti, ad eccezione di qualche rara notte in cui rivedeva ancora gli occhi di coloro che aveva perso, occhi desiderosi di aiuto e ricoperti di sangue. Anche quei demoniaci occhi nocciola, brillanti di puntini rossi, gli avevano fatto visita. Ma Will non ci dava peso, data l'ormai loro irregolarità, continuando così il suo nuovo percorso.
Graham si allontanava poco da casa, se non per i bisogni essenziali quali fare la spesa, riportare a qualche cliente il lavoro finito e per andare a trovare Alana ed Abigail. La dottoressa Bloom era stata sepolta nel piccolo e caratteristico cimitero in cui riposava la sua famiglia, proprio accanto ai suoi genitori. La lapide era di marmo quasi argenteo , regolarmente ricoperta dalle rose che Will portava periodicamente. La tomba di Abigail invece, si trovava in un cimitero non molto distante da Wolf Trap. Era solito recarcisi a piedi, evitando di prendere la macchina nonostante ci si impiegasse più o meno mezz'ora per arrivarci. Una volta là si sedeva davanti alla lapide bianca, esaminando sempre quanto poco tempo intercorreva tra la data di nascita e quella di morte. Le portava sempre degli iris, avevano la stessa tonalità azzurra dei suoi occhi.
Will chiacchierava con Abigail, raccontava tutto a quella lastra di marmo, ormai simbolo di una giovane ragazza che sarebbe rimasta tale per sempre. Quel cimitero era diventato la sua nuova chiesa e la lapide il suo confessore. Passava ore parlando al vento, sperando che prima o poi quelle parole giungessero a lei.

Quella mattina di inizio Ottobre, al sole, ormai alto nel cielo, toccò fare i conti con le insistenti nuvole di passaggio che gli impedivano di fare il suo dovere. Tutto sommato non era una giornata tanto fredda, così Will ne approfittò per svolgere il suo lavoro in veranda. Cominciò con la costruzione di qualche nuova esca. era sorprendente la sua abilità nel mettere insieme pezzi così minuscoli, creando senza troppa difficoltà, un inganno letale per gli sfortunati pesci. Usava i più svariati colori, rosso, verde, sfumature di blu e di giallo, ognuno di questi avente la propria funzione, come le veloci pennellate dei quadri impressionisti. Il pomeriggio lo dedicò alla riparazione di qualche elettrodomestico, che avrebbe riconsegnato prima di sera, e dovette fare il bagno a Winston, dato che, per sua sfortuna, era caduto in una pozza di fango nel tentativo di riprendere il bastone di legno che il padrone gli aveva lanciato. Dopo il calare del sole ed una misera cena che consisteva in un insalata di pollo, decise di mettersi tranquillo sulla poltrona che stava davanti al camino, ancora spento, concedendosi il piacere di un libro. Non era il tipo da televisione, preferiva di gran lunga perdersi tra le fantastiche righe di qualche vecchio romanzo. Poi il telefono squillò.
Will si meravigliò di sentire quel suono metallico ed evidentemente arrugginito, tanto da non negare il fatto di esserne stato momentaneamente spaventato dall'improvviso risveglio. Si alzò dalla poltrona chiedendosi chi mai sarebbe potuto essere a quell'ora della sera. Schiacciò il bottone verde e con voce alquanto seccata rispose alla persona sconosciuta.
«Pronto.»
«Buonasera, parlo con in signor Will Graham?» La voce era quella di una giovane donna, subito pensò a qualche insistente e prepotente ragazza dei call center, disposta a sputare sangue per mettere a segno un ordine da qualche malcapitato senza cervello.
«Si, sono io.» Rispose comunque tranquillo, dando l'idea di non partire prevenuto.
«Salve, sono Clarice Starling, tirocinante dell'FBI.»
Will rabbrividì lievemente nell'udire quella sigla.
«Che cosa vuole?» continuò con  apparente fermezza.
«La chiamo perché abbiamo bisogno del suo aiuto, signor Graham. Per… il caso Lecter. Abbiamo avuto promettenti novità riguardo il luogo in cui po…»
«Le ha detto Jack di chiamarmi?»
«Non proprio, l'agente Crawford ha accennato il suo nome, affermando fosse l'unico capace di catturare il dottor Lecter, chiamarla è stata una mia iniziativa. Conosco la sua situaz…»
«Perché sostiene questo? Perche crede che io sia l'unico in grado di catturarlo?»
«Prima di tutto mi lasci finire le frasi, se non le dispiace.»
«Mi scusi.»
«Jack Crawford sostiene che voi due siate uguali, signor Graham. Dice che è entrato così tante volte nella sua mente che potrebbe averne assorbita una parte.»
La telefonata piombò per qualche secondo in un profondo silenzio. Will si rese conto di star tremando. Le parole di quella impavida ragazza avevano portato a galla dolorosi ricordi.
«Signor Graham, è ancora in linea?» Continuò la giovane.
«Sì!... Sì, sono qui.»
«Senta, io non voglio costringerla, le dico solo che con il suo aiuto avremmo maggiori probabilità di catturarlo, o almeno in un tempo più limitato.»
«Catturarlo…» borbottò Will «Lui non si farà catturare, signorina… Come ha detto di chiamarsi?»
«Starling, tirocinante Clarice Starling.»
«Starling. Il nome non mi è nuovo. Era per caso nella mia classe quando tenevo le lezioni a Quantico?»
«Sì, lo ero.»
«Vedo che Jack non ha perso la sua passione per le giovani e promettenti allieve dell'accademia.»
«Ha detto che non si farà catturare…» Will avvertì un tono d'ira nelle parole della ragazza «Perché lo dice?»
«Niente sfugge alla mente di quell'uomo, signorina Starling.»
«Da quanto mi è stato riferito nemmeno alla sua, signor Graham. Senta, se decide di unirsi a noi l'aspetto lunedì mattina alla sede di Quantico, chiederà di me, Clarice Starling»
«E se rifiutassi?»
«Vedremo di cavarcela da soli. Buona notte, signor Graham.» La ragazza dall'altra parte della cornetta riattaccò.
Prima che quel telefono squillasse era una tranquilla giornata di sole, ora sembrava un paesaggio distrutto da un uragano che aveva lasciato macerie ovunque. La fortezza che si era costruito attorno era crollata, esponendolo nuovamente alla dolorosa realtà. Gli aveva ricordato di possedere un dono che era allo stesso tempo la sua condanna.
Will sapeva che era stato Jack a convincere quella giovane tirocinante a telefonargli. Non le parve una bugiarda, solamente troppo acerba per dire menzogne che potessero passare inosservate alla sua esperienza. Spense la lampada del soggiorno dirigendosi nella veranda, immerso in quella troppo fresca notte di ottobre, nel tentativo di trovare una risposta alimentato dal tiepido gelo che gli penetrava la mente.
 



NOTA: Ecco qui il secondo capitolo! Mi sono presa la libertà di aggiungere Clarice a questa mia strana FF, dato che secondo la mia immaginazione, tutte le donzelle sono morte, quindi ci voleva un rimpiazzo femminile adeguato! Spero comunque che questo capitoletto vi possa piacere. E grazie per aver letto! :)
Alla prossima!
  
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