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Autore: LeightonFlatcher    07/07/2014    1 recensioni
A giudicare dal mio sorriso, svolgo una vita quasi perfetta che non mi comporta il benchè minimo problema, ma la realtà è ben diversa. Mio padre è andato via di casa da un giorno all'altro senza dare spiegazioni, mia madre ha iniziato a concentrarsi sempre più sul suo lavoro. Tutto ciò che mi circonda è in continuo cambiamento, ed io ho paura, paura di non esser in grado di affrontare questa raffica di problemi che mi avvolge sempre più, senza lasciarmi respirare un solo momento. Ma nonostante tutto, continuo ad essere innamorata della vita; Ho sempre paragonato la vita ad una partita di poker, non puoi mai sapere quando sta per capitarti una mano fortunata.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Restai ancora un momento tra le mura del soggiorno di casa mia prima di chiudere definitivamente il portone di ingresso e abbandonarla. In un attimo riaffiorarono nella mia mente ricordi che credevo di aver totalmente dimenticato, eppure rieccoli li, pronti a far nascere un sorriso sul mio volto, ma quest’ultimo venne troncato non appena ripresi coscienza della situazione che mi si presentava davanti, e al posto della solita felicità, prese il sopravvento un nuovo sentimento: La rabbia. La rabbia perché era andato via da un momento all’altro, la rabbia perché nonostante fosse passato un mese non si era fatto sentire, neanche tramite messaggi. Lui, l’uomo della mia vita, aveva preparato la valigia da un momento all’altro e se n’era andato dimenticandosi di me, sua figlia. Non appena finii di assaporare gli ultimi momenti di quella che era sempre stata casa mia, mi asciugai le lacrime, che nonostante la mia volontà erano riuscite a solcare il margine dei miei occhi e scivolare sul mio viso, mi spinsi verso l’uscita e chiusi la porta, lasciando dentro quelle stanze migliaia di ricordi, lacrime e delusioni. Salii in macchina ed indossai il primo paio d’occhiali da sole che mi capitarono sottomano, non volevo che mia madre mi vedesse con gli occhi arrossati, dovevo essere forte per me, per lei e per Shailene.
Mia madre è sempre stata una prima donna, ha sempre voluto comandare e le piaceva stare al centro dell’attenzione ma dopo l’abbandono di mio padre era cambiata totalmente, non tengo neanche più il conto di tutte le volte che l’ho vista piangere per un uomo che non l’ha mai meritata, eppure lei lo considerava l’amore della sua vita. Shailene è mia sorella, all’apparenza non si direbbe, ma siamo gemelle. Ha un carattere molto simile a quello di mia madre, le piace stare al centro dell’attenzione ed odia esser messa in penombra. Ha sempre nutrito rancore nei miei confronti dettato dai nostri coetanei. A scuola si sentiva messa da parte dal resto degli studenti a causa mia. In confronto a lei, avevo ottenuto maggiore popolarità, ma non perché avessi fatto chissà quale impresa galante, semplicemente mi ero guadagnata il titolo di fidanzata ufficiale di Kayden Morgens, quarterback della squadra di football scolastica. La nostra relazione andava avanti da ben quattro anni e ancora adesso, non riesco a capacitarmene. Lui è il tipo di ragazzo che auguro ad ogni donna di trovare, riesce a farmi sentire speciale anche con dei piccoli gesti e riesce a strapparmi una risata anche quando non trovo neanche una ragione valida per accennare un sorriso, grazie a lui ho capito cosa significa amare sul serio una persona, tanto da arrivare a pensare “se lui dovesse andar via dalla mia vita, credo che la mia esistenza non avrebbe più senso”. L’ho sempre reso partecipe delle mie decisioni, perché se c’è una cosa di cui son stata certa fin dal principio, è che lui ci sarebbe sempre stato nel mio futuro.
Nell’ultimo periodo mi è stato più vicino di quanto mi aspettassi, la situazione creatasi in casa mia è stata un fulmine a ciel sereno che mi ha completamente stravolta. A causa del mio carattere molto forte non sono mai riuscita a sfogarmi del tutto con qualcuno, neanche con Kyden, eppure i miei occhi per lui sono come un libro aperto, ha percepito il dolore che trapelava dal mio sguardo e senza che glielo chiedessi mi ha consolata per quel che ha potuto. Non saprei spiegare a parole le sensazioni che mi pervadono in questo periodo della mia vita, mi sento frustrata e avrei bisogno di alcune distrazioni.
Nonostante la mia situazione familiare, sono soddisfatta della mia vita. Ho degli ottimi risultati scolastici, un ragazzo che è un tesoro in tutti i sensi e degli amici che riuscirebbero a portare allegria anche ad un funerale. Se mi chiedessero “chi è il tuo migliore amico?” entrerei abbastanza in confusione, con ognuno dei miei amici ho uno stretto rapporto affettivo e confidenziale, ma tra tutti, c’è lei, Victoire, non so ben spiegare il nostro rapporto, so solo che le nostre vite scorrono in simbiosi, dove sono io, c’è lei. Conobbi Victoire al primo anno del liceo mentre mi trovavo ad assistere ad un allenamento di Kyden, Stavo per sedermi al mio solito posto sulle gradinate per osservare meglio il campo, quando vidi questa bellissima ragazza con dei lunghi capelli biondi conversare col mio ragazzo tramite la rete che divideva il campo da football con le gratinate.
Sentii la gelosia ribollire in ogni punto del corpo tant’è che non risposi più delle mie azioni e scesi dalle gratinate catapultandomi a pochi centimetri dalla ragazza, che in quel breve tragitto avevo soprannominato “stronza Barbie” lanciandole un’occhiataccia. Non appena mi avvicinai, kyden non perse tempo a stamparmi un dolcissimo bacio a timbro, nonostante uscissimo insieme già da un mese e diciotto giorni, ogni qualvolta lo sentivo avvicinarsi alle mie labbra mi sentivo avvolta da un turbine di emozioni, non potevo credere che un ragazzo come lui potesse interessarsi ad una come me. Non appena distaccò le sue labbra dalle mie, fece un cenno con la mano in direzione della bionda, della quale avevo completamente dimenticato la presenza, e disse “ Lei è Victoire, la ragazza di Tom”. Ella mi porse la mano e mi rivolse un sorriso più falso delle banconote da monopoli, mi armai di un sorriso altrettanto falso e le strinsi la mano. Non so grazie a quale atteggiamento, ma kyden si rese conto che tra noi due non scorresse buon sangue, non appena lo vidi schiudere le labbra per pronunciare qualcosa, la sua attenzione venne richiamata dal suo coatch che gli intimò di riprendere l’allenamento. Mi fece un cenno con la mano e riprese la sua corsa. Mi sedetti sul muretto che fungeva da connettore tra gli spalti e il campo, in attesa che kyden finisse e si potesse completamente dedicare a me. Da quando avevo intrapreso questa relazione, non facevo altro che pensare a lui e immaginare situazioni e viaggi insieme, ma il mio fantasticare venne interrotto dalla bionda che si sedette accanto a me, sbuffai involontariamente, ma rivolsi nuovamente il mio sguardo su kyden.
Con la coda dell’occhio, vidi più volte Victoire guardarmi e schiudere le labbra come se stesse per dire qualcosa ma dalle sue corde vocali non uscì nemmeno una parola. La situazione iniziava a darmi sui nervi, non riuscivo a capire il perché del suo comportamento, mi aveva rivolto un sorriso che lasciava trasparire tutto lo sdegno che provava nel conoscermi e pochi minuti dopo me la ritrovavo seduta accanto. Fortunatamente l’allenamento si concluse nell’arco di mezz’ora. Non appena vidi kyden avvicinarsi nella mia direzione, mi alzai di scatto, sistemai la gonna che si era spiegazzata sotto il mio corpo e issai la borsa nera sulla spalla sinistra. Salutai Victoire rivolgendole un misero “ciao” senza neanche voltarmi a guardarla. Continuai a camminare in direzione di kyden e man mano che le nostre distanze diminuivano, i battiti del mio cuore aumentavano. Arrivammo ad una distanza quasi inesistente e sentii il suo braccio intorno alla mia vita e le sue labbra sulle mie, non ne sono del tutto sicura, ma credo che quando le nostre labbra entrarono in contatto arrossii spontaneamente. Udii una voce provenire da dietro kyden: “Leighton Flatcher e Kyden Morgens, chi l’avrebbe mai detto?”, avrei riconosciuto quell’orripilante voce tra mille, Edward Kunigan, migliore amico di Kyden. Sbottai con una risposta che lasciava trasparire tutta l’antipatia che provavo nei confronti di quel verme: "Non perché non sei in grado di costruirti una relazione duratura nel tempo vuol che  non ne siano in grado anche gli altri”. Mi rispose con un’occhiataccia che per un momento mi incuse timore, ma non lasciai trasparire la mia reazione interna. So che la mia reazione può sembrare esagerata, ma giuro che non sopportavo quel tizio, non dopo il comportamento scorretto che aveva avuto nei confronti di mia sorella.L'aveva illusa di esser quel genere di ragazzo paragonabile all'essere un principe azzurro caduto dal cielo, ma non appena Shailene gli concesse un'uscita, non si fece più vivo, dimenticandosi di tutte le promesse fatte. Era convinto di poter cambiare una ragazza al giorno come se stesse cambiando portachiavi. Ne portava una diversa ad ogni festa, ad ogni cerimonia o qualunque altro evento. Ma ciò che mi infastidiva maggiormente era il fatto che le ragazze avrebbero pagato pur di essere “una delle tante”, credevano di poter essere quella giusta, quella con la quale Edward avrebbe messo la testa a posto. Ma se c’è una cosa che non sanno, è proprio che quelli come lui, non metteranno mai la testa a posto. 

 
   
 
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