Hogwarts non è cambiata, è quella di sempre, magica e incantevole, non si smentisce mai. Ad aspettare gli alunni c’è ancora Hagrid, che è solito mangiare ogni venerdì dai Potter d’estate, quando passano le vacanze a Grimmauld Place. Chi c’è già passato guarda con compassione i nuovi arrivati, anche se fin da piccoli sentono parlare di quel posto, nulla è paragonabile al senso di irrealtà che trasmette, è come se li il male non arriva, è come se in quel posto si va per crescere sul serio.
Prima tappa per crescere, lo smistamento delle case.
Il professor Neville Paciock come ogni anno si preoccupò di radunare a sé i nuovi arrivati e di spedire nella Sala Grande tutti gli altri. “Benvenuti a Hogwarts ragazzi e ragazze! In questo momento iniziate un nuovo cammino, spero solo lo possiate fare nelle case che più vi aggradano. Ora vi porterò dentro, ricordate massima serietà per questo momento! Dopo lo smistamento il nostro preside, Minerva McGranitt, vi darà il suo personale saluto. Ora, se siete pronti, seguitemi.”
I ragazzi, sotto lo sguardo divertito di professori e alunni entrarono nella grande sala al centro del quale c’era il Cappello magico che iniziò a intonare il suo canto:


E così lo smistamento ebbe inizio, i soliti boati e schiamazzi quando un nuovo arrivato veniva assegnato, e così via, partirono in tanti e arrivarono in tre. Fu il turno di Hugo “Interessante ragazzo, hai la mente brillante di tua madre noto con piacere e senza sorpresa a Grifondoro ti affido” James e Rose andarono a abbracciare il mal capitato. Fu la volta di una graziosa fanciulla dall’aria viziata e sui suoi lucenti capelli biondi il Cappello appoggiarono: “Qui grandi dubbio non ho, a Serpeverde io ti affiderò.” Eccola. Anche in quello era l’ultima, con aria angustiata si diresse alla sedia, si sedette e il Cappello decise: “ Non credo a ciò che vedo, un altro Potter al mio cospetto..dove mai smistarti potrò..con gli altri è stato più facile però..potresti essere messa in tutte la case, ma ovunque grandi prove dovresti affrontare, ma ho deciso, e nessuno la mia idea cambiar potrà, nel covo delle serpi io ti voglio mandar.” Silenzio, nessun urlo di gioia, incredulità, respiri affannosi, sospiri. Inutile dire che Lily non venne accolta molto bene al tavolo delle serpi. Mangiò sola quel primo giorno, consapevole che la situazione non sarebbe mai cambiata.