Anime & Manga > Saiyuki
Segui la storia  |       
Autore: WillowG    27/08/2008    1 recensioni
Quattro ragazze ricevono l'eredità della nonna,morta assassinata anni prima.Un libro ed una chiave per aprirlo.Così il loro destino si lega a quello di quattro viaggiatori.
Genere: Azione, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
cap2 Ecco qui il secondo capitolo. Spero vi piaccia ...

Capitolo 2
-I misteri portano altri misteri.-

Non era possibile! Ci era riuscita di nuovo! Ma dove accidenti lo teneva il cervello, sempre ammesso che ce l'avesse, sua sorella?! All'incirca erano questi i pensieri che aleggiavano per la testa di Lara, che, esasperata, si stava passando una mano tra i lunghi capelli biondi, gli occhi blu chiaro scintillanti di rabbia mentre aspettava la sorella, che, nonostante le raccomandazioni della sera prima, era in ritardo mostruoso.
Erano le otto in punto quando era arrivata a bordo del fuoristrada guidato da Nika davanti al palazzo dove abitava Gaia, e senza perdere tempo era scesa dalla macchina ed era andata a suonare al citofono. Ma visto che nessuno si degnava di aprirle, aveva suonato altre due, tre, quattro volte. Stava per suonare una quinta volta, quando finalmente una voce impastata dal sonno uscì dal citofono.
-Mh? Sì? ... Chi è?-
-Il mago formaggino! Chi credi che sia?!- Un momento di silenzio. La quiete prima della tempesta.
-NON E' POSSIBILE!!! EPPURE ERO SICURA DI AVER REGOLATO LA SVEGLIA!!! PERCHE' NON HA SUONATO?! PERCHE'!!!- Lara non sapeva perché la sveglia di Gaia non aveva suonato, ma avrebbe messo la mano sul fuoco che era rimasta in uno stato di sordità quasi totale per almeno cinque minuti, dato che non si era praticamente accorta del tir che le era passato vicino. Le urla di panico di Gaia avrebbero fatto entrare in coma le orecchie di chiunque.
Lara stava ancora maledicendo mentalmente la sorella quando questa sbucò stile proiettile dal portone con il borsone a tracolla e il fiatone per aver fatto gli scalini a quattro a quattro rischiando l'osso del collo.
-C... Ciao... sorellina …- Erano le uniche parole che Gaia riuscì a trovare la forza di dire prima di ricevere un sonoro pugno in testa da Lara.
-“Sorellina” un corno! Possibile che tu e la sveglia siate sempre nemici giurati!? Lo sai che oggi abbiamo un impegno!- Gaia aveva quasi le lacrime agli occhi per il dolore.
-Mi hai fatto male ...T_T-
-E questo è niente! Adesso sali in macchina, che dobbiamo ancora passare a prendere Martha!-
Gaia non se lo fece ripetere due volte, e dopo aver messo nel bagagliaio il suo borsone, si sedette nel sedile posteriore.
-Certo che voi due non potete proprio fare a meno di litigare!- Nika era rimasta al posto di guida ed aveva assistito a tutta la scena, che non le era di certo nuova. Incurante dei borbottii contrariati della cuginetta minore, Nika si passò una mano tra i corti capelli color ruggine, e non appena Lara si sedette nel sedile accanto al suo si tolse gli occhiali da sole per fissarla con i propri occhi castani screziati di verde. -Siamo a posto?- Lara annuì allacciandosi la cintura.
-A posto. Andiamo a prendere Martha.-
-Agli ordini!- Rise la rossa facendo rombare il motore.

-----

Si passò più volte le mani sulla gonna di jeans, scrollandosi di dosso le foglie secche che vi si erano attaccate, per poi fermarsi a contemplare soddisfatta la sua opera: aveva tolto tutte le erbacce, annaffiato e potato a dovere le piante di rose, ed aveva anche acceso un cero: sì, così poteva andare... Anzi, no, mancava ancora una piccola cosa... il "tocco finale". Prese da una borsa un fazzoletto e si chinò per pulire il vetro della foto. Si rialzò e con un gesto meccanico si scostò dalla spalla la lunga treccia di capelli castano scuri, e si sistemò gli occhiali da vista sugli occhi color cioccolato dai riflessi ambrati. La tomba di Andrew ora era proprio perfetta... un pò come lo era la loro felicità prima dell'incidente...
-Martha!- La ragazza si voltò verso la ragazzina che le veniva incontro sorridendo, seguita da altre due ragazze.
-Ciao, ragazze! Non che non sia felice di vedervi... ma avevate così tanta fretta da venirmi a prelevare fin qui?-
-Non è esatto... volevamo solo fare una visita alla nonna e alo zio prima di andare, tutto qui.- Rispose Nika tranquilla, mentre fissava la lapide bianca, alla quale aveva lavorato fino ad allora la sorella. -Sei sempre l'unica ad occuparti di lui, vero?- Martha fissò ancora un momento la foto che ritraeva il volto sorridente di un bel ragazzo moro, e annuì.
-I suoi genitori sono anziani ormai, e loro erano gli unici parenti che aveva …-
-Capisco …- Sospirò la sorella sistemandosi gli occhiali dalle lenti nere sul naso. Rimasero tutte e quattro in rispettoso silenzio mentre ognuna pronunciava mentalmente una preghiera.
-Bhe, allora, andiamo?> Chiese Lara muovendo qualche passo verso le tombe a cui dovevano fare visita.
-Sì, subito …- Martha lanciò ancora un'occhiata alle sue spalle, lasciando alla pace di quella mattinata estiva il sonno di una persona che aveva amato moltissimo.

-----

-Nika, sei sicura di aver preso la strada giusta? sono quasi due ore che andiamo!- Nika sbuffò contrariata:
-Guarda Lara che mi hai dato tu l'indirizzo, quindi se fosse sbagliato sarebbe solo colpa tua!-
-Ragazze, dai smettetela! tanto anche se avessimo sbagliato strada, scannarsi a vicenda prima del tempo a cosa servirebbe?-. Erano passate quasi due ore da quando il quartetto si era accomiato dalla tomba della nonna, e durante quasi tutto il tempo Martha aveva cercato di sedare ogni possibile focolaio che avrebbe potuto trasformarsi in una vera e propria rissa, ma stava diventando di minuto in minuto sempre più difficile a causa della tensione di Lara, che stava diventando sempre più intrattabile. Quell'avvocato la faceva innervosire, anzi, l'intera vicenda la faceva innervosire: c'erano troppi misteri, troppe cose strane in quella storia, anzi, non solo in quella, anche nel modo in cui era morto suo padre e la nonna, e poi perchè mai sua nonna avrebbe dovuto consegnare qualcosa ad emerito sconosciuto, non poteva darlo direttamente a loro senza tanti rigiri, senza tanti misteri, senza tante complicazioni? Dopotutto, lei non aveva nulla da nascondere. O forse sì?
La macchina cominciò a sobbalzare, segno che la strada asfaltata era finita lasciando posto a quella sterrata.“Fantastico!” pensò Lara, serrando le mascelle: la sua sopportazione era ormai al limite. Stava quasi per dire a Nika di fare dietro-front, quando la voce di Gaia la interruppe:
-Guardate là! Forse stavolta ci siamo!-
E forse aveva ragione: la casa, una vecchia villa restaurata corrispondeva alla descrizione che l'uomo aveva fatto a Lara: la facciata in pietra in parte coperta da una lussureggiante pianta rampicante, la veranda in legno, e il tetto in legno ricoperto da tegole rosse, tutto il complesso era circondato da un grande giardino ben curato cintato da una recinzione in metallo.
Dopo aver verificato che l'indirizzo fosse proprio quello, le ragazze suonarono alla porta, e dopo pochi istanti un uomo di mezz'età venne ad aprire presentandosi come il custode della casa.
-Prego signorine, entrate. Il signore vi sta aspettando.-
Se dall'esterno la casa appariva maestosa, dall'interno si poteva definire principesca: non c'era parete a cui non fosse appeso un quadro o un prezioso arazzo, e i mobili avevano tutti "tarlature" di vecchia data. Gaia in particolar modo sembrava perdersi nella contemplazione di quelle ricchezze, non perchè le interessassero di per sè, ma perchè le ricordavano molto Misseltwhite Manor, la casa dove si svolgeva la maggior parte de "il giardino segreto". Chissa se dietro a qualche arazzo si nascondeva la camera del capriccioso e malaticcio Colin Craven? Le sue fantasticherie vennero bruscamente interrotte dalla voce del custode che le aveva guidate fino allo studio del "famoso" avvocato.
-Prego, da questa parte. il signore vi raggiungerà tra poco.-
Gaia, Lara, Nika e Martha si guardarono in giro: le pareti della stanza erano ricoperte da carta da parati decorata con motivi floreali, o almeno era così nell'unico muro visibile, su cui si aprivano due luminose finestre. Le pesanti tende di velluto verde tirate da una parte, come da vecchio stile. Le altre tre mura erano nascoste da altrettante librerie in legno massiccio, dove facevano bella mostra di sè decine di libri, alcuni vecchi con una bella rilegatura in finta pelle, altri più nuovi con la copertina in cartoncino colorata. Accanto alle finestre, davanti ad una delle librerie, si trovava una massiccia scrivania in ciliegio di taglio classico. E, davanti ad essa, quattro poltrone, foderate di velluto dello verde delle tende, sembravano aspettare le quattro ragazze.
Non dovettero aspettare molto perchè arrivasse il tanto decantato avvocato. Un uomo sulla settantina, dagli occhi grigi e lo sguardo determinato, con pochi capelli argentei alla base del cranio. Si presentò subito alle ragazze come Bruno Martelli, e dopo aver stretto la mano ad ognuna, decise di passare subito al dunque: Lara pensò che la faccenda dovesse essere parecchio incresciosa per lui se aveva tutta quella fretta: questo sospetto fece rabbuiare ancora di più la biondina, che non si era accorta dello sguardo preoccupato che le lanciava la sorella. Gaia si sentiva divisa in tre: da una parte sua sorella che era così nervosa da sfiorare l'ira, dall'altra Martha col suo fare tranquillo ma sospettoso, e infine Nika che non stava più nella pelle dalla curiosità, senza pensare troppo alle varie incognite della situazione. Gaia non sapeva esattamente come sentirsi: la sua naturale curiosità la spingeva ad essere eccitata come Nika, ma d'altra parte non riusciva a non pensare che quella storia era strana. Uscì dalla complicata rete dei suoi pensieri giusto in tempo per sentire le parole dell'uomo che le aveva convocate tanto urgentemente.
-Immagino che già sappiate per quale motivo vi ho chiamato, vero?- L'avvocato passò in rassegna con lo sguardo i volti delle sue ascoltatrici. -Oppure devo rispiegarmi?-
-Non sarà necessario.- Lara non era ben sicura di quanto stava per dire. -Ma, la prego, se ha qualche informazione su cosa è successo a nostra nonna e mio padre, le sarei grata se me lo dicesse, signor Martelli.-
-Professor Martelli, signorina, professore. Non ho preso la cattedra per niente, io.- Lara strinse i pugni rabbiosamente: se non si fosse trattato di un uomo in età ormai avanzata gli avrebbe già mollato un pugno: nessuno poteva parlarle con quell'aria di superiorità!
-Bene professore.- Calcò molto la parola. -Mi vorrebbe gentilmente dire quello che sa?-
-Quanta fretta! Mi spiace molto, ma temo di non poterla aiutare, in questo frangente.- Le mani di Lara stavano prudendo sempre di più: presto non sarebbe più stata padrona delle sue azioni.
-E perchè, di grazia?-
-Ma perchè non è il mio compito!- Rispose quello, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo. Lara stava per scattare in piedi, ma Martha la trattenne per un braccio e le schioccò un'occhiata di rimprovero. Il vecchio professore continuò il suo discorso: -vedete, non mi è stato dato altro compito, se non quello di consegnarvi questo.- E così dicendo tirò fuori dal cassetto della scrivania un pacco, che posò con cura davanti alle ragazze. -Non sta a me dirvi come e perchè. Il mio compito l'ho svolto. Ora tocca a voi.-
Il professore rimase in silenzio. Nessuno parlava. finchè Nika domandò.
-Tutto qui?- La sua voce aveva un tono deluso, come quello di una bambina che non ha ricevuto il giocattolo che voleva. Martelli ridacchiò, quasi intenerito.
-Tutto qui. Credo proprio che non abbiamo più nulla da dirci.-
Lara si arrese: non avrebbe cavato nulla dal vecchietto, quindi tanto valeva andarsene. Il gruppetto si congedò educatamente dall'uomo, e si avviarono alla macchina con un forte senso di amaro in bocca: il mistero invece di svelarsi si era infittito, e anzi, ne aveva portato di nuovi: Primo fra tutti chi era davvero quell'uomo?

-----

Il professore guardò le sue ospiti allontanarsi dalla villa a bordo del vecchio fuoristrada. Che gli credessero o no poco importava, ma era davvero dispiaciuto di non aver potuto spiegare tutto. Dopotutto erano le sue nipoti... scosse la testa e si voltò per incontrare gli occhi divertiti della figura nascosta nell'ombra a cui aveva dato le spalle fino ad allora.
-Non dovreste trovarvi qui, divina Kanzeon Botatsu-
La figura uscì dall'ombra, gli occhi viola scintillanti, i lunghi capelli corvini raccolti in una coda alta, l'abito semi trasparente che lasciava poco all'immaginazione e un sorrisetto divertito sulle labbra. -Se non erro le leggi del Tenkai vietano alle divinità di venire in questo mondo. Devo pensare che qualcosa sia cambiato nel regno celeste?- Continuò imperterrito Martelli, grattandosi il mento.
-Le regole sono fatte per essere infrante, lo sai.- Ribattè la divinità. -In quanto al regno celeste, non c'è nulla di nuovo. Nulla che non ci fosse stato già detto.- Precisò avvicinandosi alla finestra. L’anziano le lanciò un’occhiata interrogativa.
-Allora posso sapere il motivo per cui siete qui?-
Kanzeon si avvicinò alla finestra dove il professore aveva assistito alla partenza delle quattro ragazze, col solito sorriso sornione sulle labbra.
-Volevo assicurarmi che la predizione dell'ultima veggente fosse esatta.-
-Lo è. Sono quattro. Come aveva detto lei.- Al vecchio balenò in mente una domanda che gli frullava in testa da un po’. -Per quale motivo due giorni fa mi avete avvertito, in sogno, di non rivelare nulla a quelle ragazze? Dopotutto ne hanno diritto!-
Kanzeon non si scompose più di tanto. -Non ti preoccupare, lo verranno a sapere, in un modo o nell'altro.-
-E perchè non adesso?-La divinità ridacchiò, come se il suo interlocutore avesse fatto una battuta divertente. -Così non sarebbe divertente, non credi?-

-fine capitolo 2-
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saiyuki / Vai alla pagina dell'autore: WillowG