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Autore: Wild imagination    07/07/2014    8 recensioni
Prendete un liceo qualsiasi a Lima, Ohio. Magari il McKinley.
Adesso trasformatelo in un istituto per ragazzi con... capacità particolari.
Considerate una scuola privata gemellata (perchè no, magari la Dalton) i cui studenti sono cordialmente invitati a trascorrere un anno insieme al nostro Glee Club, che è un po' diverso dal solito.
Aggiungete delle sfide per rendere il tutto più emozionante, una convivenza forzata, e un Kurt che proprio non sopporta Blaine, ricambiato.
Un anno scolastico non vi sarà mai sembrato così interessante.
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La selezione



Una singola goccia di sudore sfuggì dai suoi capelli perfettamente acconciati, e gli scivolò lungo la tempia con lentezza estenuante. Kurt si mosse sulla panca, nervoso. Afferrò la forchetta e iniziò a giocare con le patate arrosto, facendole rotolare da un lato all'altro del piatto. 
Era talmente agitato da non sentire neppure il chiacchiericcio indistinto che riempiva la sala mensa. 
Accanto a lui i suoi compagni conversavano animatamente, elettrizzati dalla prospettiva della serata.
Da un momento all'altro Figgins si sarebbe alzato in piedi e avrebbe estratto a sorte i partecipanti ai "giochi", e il castano aveva lo stomaco sottosopra; quell'attesa lo stava torturando. 
Non si sapeva spiegare quella strana sensazione, ma aveva un brutto presentimento...
Rachel poggiò delicatamente la mano sulla sua, fermando la forchetta che tintinnava costantemente contro il piatto. "Qualcosa non va, Kurt?" chiese apprensiva.
Il ragazzo fece un sorriso tirato, schiarendosi la voce. "Nono, non preoccuparti. Sono solo un po' nervoso, tutto qui..."
L'amica non era convinta, ma dopo un attimo di esitazione ritornò a conversare con Quinn, lanciandogli ogni tanto sguardi di sottecchi
Hummel sospirò, infilzando una patata e portandosela alla bocca senza troppo entusiasmo. 
Doveva darsi una calmata e mangiare qualcosa; tra gli incubi e l'agitazione non era ancora riuscito a consumare un pasto decente. Di questo passo avrebbe rischiato lo svenimento. 

Sai che bella figura? Accasciarsi sul vassoio dei broccoli davanti al preside, ai professori, ai suoi amici, ad Anderson... Un momento! Cosa diavolo c'entrava Anderson?!
Kurt scosse la testa con aria stizzita; il commento del riccioluto riguardo al suo aspetto lo faceva ancora fremere d'indignazione. Non che gli interessasse la sua opinione, certo; era per principio. 
Sbuffò nuovamente, infilzando con eccessiva enfasi una fettina di carota. 
Lo irritava profondamente non riuscire a togliersi quel dannato Warbler dalla testa. 
Sentiva il fantasma di un formicolio corrergli  su e giù lungo collo, come se quegli insopportabili occhi fossero costantemente puntati sulla sua schiena. 
Doveva fare uno sforzo notevole per non girare la testa ogni cinque minuti e guardare il ragazzo seduto due tavoli dietro di lui, sulla terzultima sedia a destra.

Ah, hai controllato bene, eh. Commentò maliziosamente una vocina nella sua testa. 
Ecco, ci mancava solo che iniziassi a sentire le voci! Ora mi possono anche internare... Sospirò, sconsolato, incollando lo sguardo sul piatto.
Un uomo che si schiariva la voce gli fece sollevare la testa di scatto, e il brusco movimento fu accompagnato da un crock alquanto sinistro.
Il preside si era finalmente alzato in piedi, gli occhi puntati su tutta la sala. 
Gli studenti si zittirono di botto, abbandonando le posate sui piatti con un gran baccano. Kurt deglutì rumorosamente, voltandosi verso il tavolo dei professori.
"E' arrivato il momento che tutti stavate aspettando..." esordì Figgins, esibendosi in un gran sorriso. "l'estrazione dei partecipanti!" Tutta la mensa trattenne il fiato, mentre l'uomo affondava le mani nell'ampolla della Dalton, piena per metà. Rovistò per qualche istante, per poi afferrare un foglietto di carta piegato in quattro. Lo aprì lentamente, mantenendo lo sguardo fisso nel vuoto. 
Kurt sbuffò sonoramente: ne aveva ancora per molto?
"Jeff Sterling!"
Il tavolo degli ospiti esplose in un boato, accompagnato da un fragoroso applauso. Un ragazzo alto e biondo si alzò in piedi, piuttosto in imbarazzo, esibendosi in un goffo saluto.
Hummel lo guardò attentamente, convinto di averlo già visto da qualche parte... Ma certo! Era il ragazzo telecinetico che aveva aperto il portone della scuola la prima volta! 
Almeno chiunque di noi verrà scelto conoscerà il potere di uno di loro...
Il preside affondò la mano nell'ampolla per la seconda volta, aprendo il successivo foglietto con la medesima lentezza.
"Nick Duvall!"
Di nuovo ci furono applausi, e questa volta si alzò in piedi un ragazzo moro piuttosto bassino, con un sorriso orgoglioso stampato in volto. L'operazione continuò per alcuni minuti, e vennero chiamati:
"Trent Barnes"
"James Cameron"
"Thad Harwood"
"David Thompson"
"Wesley Leng"
Ma gli ultimi tre sono i rappresentanti d'istituto... Notò Kurt, riconoscendo i tre ragazzi che si erano alzati uno dietro l'altro.
" E ora siamo alle battute finali!" esclamò Figgins, notevolmente emozionato.
"Flint Wilson!"
"Sebastian Smythe!"
Quando il francese si alzò, esibendosi in un sorrisetto di scherno, Kurt fu sicuro di odiarlo con tutte le proprie forze. 
"E l'ultimo è..." Di nuovo, si avvertì distintamente tutta la mensa trattenere il fiato, Hummel compreso. Qualche ragazzo intonò un ooooh vibrante di attesa e aspettativa.
"Blaine Anderson!"
Fu a quel punto che gli educati ragazzi della Dalton persero tutta la propria compostezza, iniziando a sbattere i piedi per terra e a fischiare. Kurt si ritrovò ad applaudire a sua volta, mentre osservava il ragazzo in divisa ridere e alzarsi in piedi, per poi cercare invano di zittire i propri amici. Quando si fu riseduto, il preside tentò di riportare la calma in tutta la sala, con aria abbastanza divertita.
"Complimenti a tutti, ragazzi! E adesso passiamo al Mckinley". Il cuore di Kurt gli balzò in petto, per poi iniziare a battere furiosamente contro il suo sterno. 
Altre gocce di sudore gelido gli scivolarono lungo la fronte.
Dannazione, sono solo delle sfide!
Girò la testa, guardando per un attimo i propri compagni: erano tutti impazienti ed emozionati. I loro occhi luccicavano in maniera piuttosto inquietante. Tentò di respirare profondamente, riportando lo sguardo sul preside, che intanto aveva affondato la mano nella sfera di vetro, piena fino all'orlo di identici rettangoli bianchi. Lo vide pescare una busta di carta dal fondo, mentre nelle orecchie sentiva il proprio cuore rimbombare.
Non c'è niente di cui preoccuparsi, giusto? Ci sono almeno una trentina di buste, lì dentro; è altamente improbabile che estragga proprio la nostra. Cercava di autoconvincersi Hummel.
Allora perchè cavolo provava ancora quella strana sensazione alla bocca dello stomaco?
Figgins aprì la busta, trovando immediatamente le lettere nascoste nella parte interna. Fu a quel punto che tutti i ragazzi del suo tavolo si sporsero in avanti, come trascinati da fili invisibili, le mani arpionate alle panche.
"E gli sfidanti sono... i ragazzi del GC!"
Cazzo.
Kurt impiegò qualche istante per capire cosa fosse appena successo. Si ritrovò stretto in un abbraccio soffocante di Rachel e Mercedes, che avevano iniziato a saltellare sul posto. I ragazzi si scambiarono pacche sulle spalle e pugni amichevoli. Tutta la mensa era esplosa in un boato entusiasta: se c'era un gruppo che poteva battere quelli della Dalton, era di sicuro il GC. 
Non era un caso che Figgins avesse deciso di non estrarre singolarmente i partecipanti del McKinley: probabilmente sperava in un risultato simile.
Persino Schuester, fiero della propria squadra, aveva iniziato a battere orgogliosamente le mani, incurante degli sguardi inquisitori e delle occhiatacce che gli stavano rivolgendo gli altri professori. 
Kurt ripercorse mentalmente le ultime settimane, con aria confusa... Non gli sembrava di essere stato così crudele da meritare di essere scelto per BEN DUE VOLTE per partecipare a qualcosa che avrebbe preferito evitare.
In un attimo di lucidità si chiese il perchè di tutto quell'entusiasmo. Erano stati scelti come partecipanti, non come campioni! Ma in quel momento sembrava che la leggera differenza sfuggisse alla maggior parte di loro...
Quando riuscì a liberarsi dal settimo abbraccio soffocante, scivolò nuovamente sulla panca, sospirando; non si era neanche accorto di essere stato sollevato di peso.
Una strana sensazione di pizzicore alla nuca lo portò a girarsi, incontrando degli occhi che non avrebbero dovuto sembrargli così familiari. Non dopo soli due giorni, almeno.
A quanto pare il suo sesto senso funzionava benissimo.
Anderson lo stava squadrando intensamente dal proprio tavolo, la testa leggermente inclinata sulla spalla. 
Ma che problemi aveva quel ragazzo? Di sicuro non aveva alcun interesse nei suoi confronti: aveva ammesso lui stesso di non trovarlo particolarmente attraente... Ma allora perchè continuava a fissarlo?
Ovviamente Hummel si rifiutò di distogliere lo sguardo, e ciò parve divertire il riccio, perchè si esibì in un mezzo-sorriso criptico. Kurt rimase un attimo interdetto, e aggrottò le sopracciglia: c'era qualcosa, nell'espressione dell'altro, che gli consigliava caldamente di non abbassare la guardia... Probabilmente si stava immaginando tutto, come al solito. Una cosa, però, era certa: Blaine Anderson poteva pure essere un idiota, ma i suoi sorrisi erano mozzafiato.
 Il castano fu riscosso dal tocco di una mano che gli stava scuotendo delicatamente una spalla. Si girò, ritrovandosi davanti il professor Schuester. "Mr Schuester...?" fece con aria interrogativa, senza nascondere la propria sorpresa.
Quello gli rispose con un largo sorriso, accostandosi al suo orecchio per farsi sentire in mezzo a tutto quel frastuono. I suoi compagni del GC adesso si stavano esibendo in una danza di festeggiamento con tanto di trenino...
"Quando avrete finito di festeggiare" disse, accennando ai suoi amici con un'occhiata a metà fra il divertito e l'esasperato "Figgins vorrebbe che lo raggiungessi in presidenza; c'è... ehm... una cosa di cui ti deve parlare..." concluse il discorso con tono leggermente esitante. "Oh, non ti preoccupare, non è niente di grave" aggiunse poi, notando lo sguardo allarmato di Kurt.
Si defilò velocemente, dopo aver dato una pacca amichevole sulla spalla del castano e aver lanciato uno sguardo apprensivo ai suoi compagni. Hummel rimase lì impalato, non sapendo proprio cosa aspettarsi. In quel momento Rachel, che ovviamente aveva origliato la loro conversazione, si piazzò davanti a lui in attesa di spiegazioni. 
"Pensavo che avessi nascosto bene il cadavere" borbottò Kurt con aria cospiratoria.
L'amica ridacchiò, spingendolo con la spalla. 

Un'ora dopo, Kurt si ritrovò a bussare all'ufficio del preside Figgins, leggermente ansioso.
Non aveva la più pallida idea del perchè lo avesse chiamato lì, ma era sicuro che non si trattasse di buone notizie. Una voce lo invitò ad entrare, e il giovane aprì la porta, ritrovandosi in un ufficio di modeste dimensioni, quasi totalmente occupato da una scrivania in mogano ricoperta da scartoffie e fermacarte. Dietro di essa sedeva comodamente Figgins, su una sedia girevole in pelle. Le pareti della stanza erano nascoste da lunghe e disordinate librerie, e sotto la finestra, proprio in fondo all'ufficio, c'era una madia con una lampada e un piccolo mappamondo. Il preside si alzò in piedi, salutando il ragazzo con un sorriso e invitandolo a sedersi con un gesto della mano. Kurt fu sorpreso di veder entrare, qualche istante dopo, anche Mr. Schuester.
Entrambi gli adulti si sistemarono dietro la scrivania, assumendo un' aria seria e composta. Il giovane guardò prima l'uno e poi l'altro, sempre più agitato, inspirando ansiosamente l'odore di pelle sintetica e legno dell'ufficio.
"Probabilmente ti starai chiedendo perchè ti abbia chiamato qui, Kurt." esordì Figgins; il giovane annuì: era ovvio.
"Beh, vedi... C'è stato un piccolo problema tecnico in una delle stanze dei ragazzi della Dalton..."
"E' esplosa una tubatura" intervenne Schuester, con aria pensierosa.
"Quindi i due studenti che alloggiavano lì dentro si sono ritrovati improvvisamente senza un letto" continuò il preside.
Ad Hummel non piaceva per niente la piega che aveva preso la conversazione, ma si limitò ad annuire lentamente, arricciando le labbra.
"Uno di loro è già stato sistemato in un'altra camera, dobbiamo solo avvertirlo, ma l'altro... ecco, non sappiamo proprio dove metterlo" concluse, con aria spicciola. 
"Perciò ci stavamo chiedendo se tu potessi ospitarlo nella tua camera, visto che sei da solo..." 
Gli uomini si limitarono a guardarlo in volto, pieni di aspettativa. Più che una richiesta, sembrava un ordine.
La prima cosa che Kurt pensò fu: MA PROPRIO NO. Questa risposta gli comparve davanti agli occhi a caratteri cubitali, lampeggiando ad intermittenza Non aveva intenzione di rinunciare alla propria privacy perchè uno dei pinguini aveva pensato bene di far esplodere una tubatura. (Sul serio, era più sensato pensare che l'avessero manomessa, piuttosto che un tubo avesse deciso di suicidarsi). Tuttavia non poteva certo tirarsi indietro, per altro rifiutandosi senza un motivo apparente. Ed era abbastanza sicuro che "preferirei che affogassero tutti" non fosse sufficiente come spiegazione. Portò una mano al viso, massaggiandosi la radice del naso. 
Si chiese perchè Figgins avesse convocato anche Schuester... Forse per controllare le sue reazioni? Fatto sta che professore lo stava guardando intensamente, analizzando ogni suo minimo cambiamento di umore.
Il ragazzo si mosse nervosamente sulla sedia, distogliendo lo sguardo: non sopportava di essere letto in quel modo.  
"Va bene" sospirò alla fine, dissimulando la propria stizza; i due uomini sorrisero, soddisfatti. Solo dopo Kurt sbiancò: come avrebbe fatto a spiegare al suo neo-compagno di stanza che almeno tre volte a settimana si risvegliava completamente fradicio per colpa di un incubo?
"Tra poco dovrebbe arrivare anche il tuo nuovo compagno di stanza" lo informò il preside, non notando la sua espressione sconvolta. Oddio, sperava sinceramente che non si trattasse di Sebastian, perchè sennò sarebbe potuto andare a dormire in riva al lago nel giardino della scuola, per quanto lo riguardava. Schuester, accorgendosi del suo turbamento, gli si avvicinò, stringendogli la spalla con fare rassicurante.
Proprio in quel momento si sentirono due colpi secchi alla porta e il preside urlò un "entra pure!"
Hummel udì la porta aprirsi, e inspirò profondamente socchiudendo le palpebre, prima di girarsi e affrontare il ragazzo con cui avrebbe condiviso i dieci metri quadrati della sua camera per il resto dell'anno.
Oh, cavolo. 









-Note dell'autrice-
'Seeeera!
So che questo capitolo è piuttosto corto, ma allungandolo avrei eliminato il tremendo (si fa per dire) cliffhanger finale!
Chi sarà il nuovo compagno di stanza di Kurt? Qualcuno che conosciamo, o un personaggio completamente nuovo?
Vi lascio indovinare fino al prossimo capitolo, in cui inizierà la
convivenza.
Alla prossima! :D

P.S. Come sempre, un grazie enorme a chi legge e recensisce <3 .



 
  
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