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Autore: Yumeha    07/07/2014    6 recensioni
Aspettatemi! Partecipo anche io! (?)
Sì, avete capito bene, la sottoscritta vuole cimentarsi nella NaLu Week. Un viaggio di non ritorno.. (?) No, dai. T_T Sono positiva! Ce la posso fare! eue
Ho già una long in corso, ma non vi preoccupate, non l'ho abbandonata. uwu
Be', fatemi sapere cosa ne pensate. ;)
Day 1: Gifts
Day 2: Vulnerable
Day 3: Ribbon
Day 4: Promise
Day 5: Dare
Day 6: Effulgence
Day 7: Future
Bonus Day 8: High School
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy, Heartphilia, Natsu
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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FUTURE

 
A Fairy Tail numerose coppie si erano già sposate.
La prima coppia fu Erza e Gerard.
La sorpresa fu tale che poco dopo i ragazzi della Gilda, si diedero da fare con anelli e proposte.
La seconda fu Mirajane e Laxus.
Dopo di loro, anche Gray e Gajeel chiesero in sposa le loro ragazze. Ma i loro matrimoni non erano ancora stati celebrati. Il primo tra i due fu il Drago di ferro, il mago del ghiaccio – secondo me – si è dato una mossa per il semplice fatto di non voler essere lasciato indietro. Conoscendoli. Non che non amasse Juvia, eh. Però, finché si ha che fare con dei bambini…
Natsu ed io, invece, eravamo solo fidanzati. Esatto, il ragazzo non mi aveva ancora fatto la proposta…
 
Eravamo alla Gilda, le ragazze stavano parlando degli abiti da sposa, mentre io mi limitavo ad ascoltare con un’inquietante presenza viola intorno alla mia figura. Mira ed Erza stavano ricordando alle future spose i loro abiti, descrivendoli minuziosamente. E stranamente, quella mattina non mi sentivo nemmeno tanto bene, dato che mi ero alzata con la nausea. Colpa della festa del giorno prima, non avrei dovuto mangiare troppo.
Levy e Juvia dovevano ancora comprare il vestito, e sarebbero andate a sceglierlo nella Boutique più costosa dell’intera Magnolia, questo pomeriggio. E io da brava masochista, avevo accettato di accompagnarle.
Non fraintendetemi, ero felicissima per le mie amiche. Ma non potevo non provare una punta di gelosia nei loro riguardi. Dopotutto si stavano per sposare! Il sogno di ogni donna! Mentre io avrei dovuto aspettare che Natsu si svegliasse… Avevo paura.
Dopo un’ora di una conversazione che ruotava intorno agli abiti da sposa, sentii il mio stomaco brontolare. Decisi di approfittarne per svignarmela. «Ragazze, io ho fame. Vado a casa, ciao.» le salutai.
«Ti veniamo a prendere a casa tua?» chiese la voce della maga in armatura.
Mormorai un distratto “sì” e uscii dalla Gilda. Raggiunsi casa mia, attraversai il salottino con grandi falcate ed arrivai in cucina. Aprii il frigo, guardando quello che avrei potuto cucinare. Passai anche alle ante, nel tentativo di trovare qualcosa che mi desse l’ispirazione, ma quando il mio occhio si soffermò su un certo vasetto, non riuscii a non cadere nella tentazione. Non ero nemmeno di buon umore, quindi era perfetto. Afferrai il mio sacro vasetto di Nutella e presi un cucchiaio. Tornai in salotto, mi sedetti per terra a gambe incrociate e accesi la televisione.
 
Sentii il campanello suonare, ma non mossi un muscolo per andare ad aprire. «È aperto.» urlai. La porta si spalancò, sentendo poi muoversi nella stanza parecchie persone.
«Lu-chan?» mi chiamò la voce inconfondibile della mia migliore amica, con tono preoccupato.
Be’, mi sarei preoccupata anche io se avessi visto una persona nelle mie stesse condizioni: ero sdraiata per terra, a pancia in giù, con le braccia e le gambe divaricate, a mo’ di stella marina. In una mano tenevo saldo il mio tesoro: il vasetto di Nutella. Nell’altra impugnavo un cucchiaio, stretto in un pugno, in modo che risultasse verso l’alto, a mo’ di arma. Il viso, invece, totalmente spiaccicato contro il tappeto, tanto da sentirmi il setto nasale dolermi.
«Oh cielo.» mormorò la voce di Mirajane.
Alzai la testa e un po’ il busto, facendo leva sui miei gomiti, per guardarle in faccia. Ero sicura di avere la bocca completamente sporca di quella dolce crema marroncina, dato che mi guardarono come se avessero davanti un alieno. Feci una smorfia, poi mi tirai su a sedere, continuando a pilucchiare quello che era rimasto. Erza mi si avvicinò, cercando di sottrarmi il vasetto di Nutella, ma io feci uno scatto indietro, puntando contro la mia temibile e terribile arma: il cucchiaino.
La rossa inarcò un sopracciglio. «Lucy, dammi quel vasetto.»
Passai la lingua sul labbro superiore, per leccare la cremina rimasta. «Piuttosto la morte.» risposi, continuando a dedicare tutta la mia completa attenzione al vasetto di Nutella.
Juvia si avvicinò, ma sempre mantenendosi a debita distanza. «Ti verrà la cellulite se continui a mangiarla.» commentò la maga dell’acqua, indicando con un cenno del capo il mio unico interesse del momento.
Mi fermai, allarmata. Guardai il vasetto di Nutella, guardai Juvia, guardai il mio fondoschiena. Poi nuovamente il vasetto di Nutella…
Erza sbuffò, approfittando della mia distrazione per sottrarmi la mia ragione di vita. Strillai cercando di afferrare il vasetto, ma feci due passi indietro appena vidi lo scintillio minaccioso dei suoi occhi. Tossicchiai. «Mi dovete un vasetto di Nutella.» sussurrai indispettita.
 
Come immaginavo, Erza mi aveva afferrata per un braccio e trascinata fuori di casa con le maniere cattive.
Quando arrivammo alla Boutique, Levy-chan e Juvia si catapultarono nel negozio. La Scripter aveva già deciso lo stile: un delicato vestito in stile impero. Le piacevano molto gli abiti “pomposi” – come li definiva lei – ma sposando un energumeno come Gajeel, non voleva fare la figura della campana e del campanile.
Juvia si era buttata su un abito con taglio a sirena, dicendo di voler valorizzare la sua sottile siluette. Però pensava anche ad un abito più principesco, dato che si doveva sposare con il suo Gray-sama.
Alla fine, Levy continuava a provare un vestito bianco e uno color avorio. Entrando in camerino per togliere uno, poi rimettere l’altro, in continuazione. Non sapendosi decidere.
Juvia era un caso perso, ero certa che tra poco la povera commessa l’avrebbe mandata a quel paese. Se non volevo esagerare, ero più che sicura che si fosse provata i tre quarti della Boutique.
Mirajane, invece, stava dando anche lei il suo contributo, tra poco l’avrebbero buttata fuori: continuava a scendere nei magazzini per cercare l’abito perfetto, che secondo lei non era esposto sopra.
Erza, invece, era seduta vicino a me, che spostava lo sguardo dalla Scripter, alla maga dell’acqua e poi al Demone albino, con un sopracciglio inarcato. La rossa si voltò verso di me, che in quel momento stavo pensando a tutt’altro. «A cosa pensi, Lucy?» chiese.
Valutai l’opzione se risponderle sinceramente o mormorare un “niente”. Ma in fondo cosa avrebbe potuto farmi? «Stavo pensando se a casa ci fosse un altro vasetto di Nutella.»
La ragazza mi fulminò con lo sguardo. Io, ovviamente, mi allontanai con passo spedito, mettendo più distanza possibile tra me e Titania. Nel fare lo scatto, sentii la testa dolermi, accompagnata da un giramento di testa non proprio ignorabile. Mi avvicinai a Levy, spostando delicatamente la tenda del camerino, per vedere come le stava l’abito. La turchina si voltò, vedendo il mio riflesso allo specchio e sospirò, passando le sue piccole manine sul tessuto liscio e fresco. «Non riesco a decidermi.» sbuffò poi.
La guardai attentamente, alternando lo sguardo dall’abito che indossava a quello appeso color avorio. «Meglio questo.»
La Scripter si voltò, osservando la sua figura sul retro. «Dici?» Annuii con vigore, sorridendole. La mia migliore amica ricambiò. «Va bene, compro questo.» si decise.
«Perfetto.» dissi, allontanandomi dal camerino. Feci appena in tempo a spostarmi per non venir in vestita da Mirajane – o almeno, doveva essere lei – che portava talmente tanti vestiti, che la sua figura era completamente nascosta da tutte quelle tulle bianche. Una persona normale si sarebbe messa ridere, era come vedere una specie di fantasma fatto di seta bianca. Se della stoffa le fosse finita sotto i piedi, sarebbe finita a terra a mo’ di pelle di leone. L’albina sviò – pericolosamente, dato che la vidi quasi scivolare mentre correva – verso l’azzurra, che stava provando l’ennesimo abito. Juvia alla vista di tutti gli abiti tra le mani di Mira, si affrettò a scegliere il prossimo della lista. Inutile dire che li provò tutti.
Quando uscimmo, dire che ero stanca morta, poteva essere tranquillamente preso per un eufemismo. Erza si voltò verso di me, squadrandomi preoccupata. «Lucy, è un po’ che ti vedo strana. Per non parlare del fatto che continui a cambiare umore, è successo qualcosa?» chiese la rossa.
«Il fatto che io sia lunatica non penso sia una novità.» borbottai.
Mirajane annuì. «Lucy ha ragione, è sempre stata così.»
Le lanciai un’occhiataccia, che Mira ignorò.
Mentre tornavamo verso la Gilda, passammo davanti ad una pasticceria ed io non riuscii a trattenermi dall’avvicinarmi. Le ragazze si lanciarono uno sguardo confuso, ma mi seguirono. Stavo valutando cosa scegliere quando sentii il braccio sottile di Levy circondarmi le spalle. «Lu-chan, ma sei sicura di stare bene?»
Inarcai un sopracciglio. «Sì, perché?»
La turchina spostò il braccio, abbassando anche lo sguardo, a disagio. Inarcai anche l’altro sopracciglio, era la prima volta che la vedevo così. «Senti non è che…» iniziò, ma la sua frase venne lasciata cadere nel vuoto.
«Che?» la incitai a proseguire.
Mirajane si fece avanti, sempre con quel suo angelico sorriso. «Lucy, non è che sei incinta?»
La sorpresa fu tale, che la saliva mi andò di traverso. Tossii, mentre cercavo di sostenermi alla vetrina. «Come scusa?!» squittii.
Erza si schiarì la voce. «Be’, questa mattina avevi la nausea, sei incredibilmente lunatica, hai strane voglie – che ti fanno addirittura dimenticare della tua dieta, quindi doveva essere grave la questione.» alzai gli occhi al cielo. «Sei sempre stanca e hai giramenti di testa.» concluse.
In quel momento sentii lo stomaco chiudersi in una morsa, di terrore. Erza aveva appena elencato tutti i sintomi che sentivo da tre settimane e mezzo a questa parte.
E se non fossero banali coincidenze? Cominciai a sudare freddo.
E se in grembo portassi davvero un bimbo? Mi toccai la pancia.
In quel momento sentii le gambe tremare e la vista sfocarsi, ma non pensai a quello che mi stesse succedendo finché non percepii le gambe cedermi e scivolare in avanti. Pensai di sbattere la fronte sul marciapiede duro, ma ancora una volta mi stupii degli straordinari riflessi di Titania, che mi prese al volo.
L’ultima cosa che sentii fu la voce delle mie amiche, che preoccupate, mi chiamarono.
 
Quando mi svegliai sentii una fitta alla testa, la quale mi fece uscire dalle labbra un gemito strozzato. Mi alzai, cercando di ignorare – per quanto possibile fosse – l’emicrania che mi era venuta. Sperai che fosse stato tutto un sogno, quando mi voltai però, trovai sul comodino un foglietto e affianco una scatoletta. Presi il pezzo di carta e lessi velocemente.
 
Ciao Lu, ben svegliata! Ti abbiamo portata a casa e poi abbiamo fatto un salto in farmacia per comprare il test di gravidanza.
Non ti preoccupare, siamo con te.
Facci sapere il risultato!
Con affetto,
Levy-chan e le altre.
 
Il mio cuore cominciò a battere come un forsennato, mentre i miei occhi si posarono sul mio attuale nemico: la scatoletta.
La guardai minacciosa, in attesa di qualcosa che potesse accadere. Sperai vivamente che ora quell’affare potesse prendere vita e attaccarmi. Avrebbe semplificato un sacco di cose.
Sbuffai, alzandomi ed andando in cucina in cerca del mio vero amore: la Nutella.
Arrivata in cucina, aprii l’anta e trovai con sollievo un altro vasetto di quell’ambrosia. Feci per prenderla quando mi ricordai dei vari sintomi, tra cui le voglie. Effettivamente non ero mai stata così golosa in tutta la mia vita. Mi voltai nuovamente verso la scatoletta che c’era sul comodino, guardandola in cagnesco. Sbuffai sonoramente, chiudendo l’anta con forza, sbattendola. Mi avvicinai e presi il test di gravidanza, ignorando il mio cuore che – ero sicura si sarebbe fermato tra un po’ – batteva velocissimo. Entrai in bagno, chiudendomi a chiave con due mandate, non sapendo nemmeno io il perché. Aprii la scatoletta e con un gran sospiro, sperai che il risultato fosse negativo. Non ero ancora pronta ad avere un bimbo. Tantomeno Natsu…
Avevo gli occhi serrati e davanti a me il test. Bastava sollevare le palpebre per capire se dentro di me scorrazzasse un mini Natsu. Ero agitatissima, il petto aveva anche cominciato a dolermi. Aprii un occhio, poi entrambi, senza avere però il coraggio di abbassare lo sguardo.
Forza Lucy!
Inspirai ed espirai.
Ora abbasso lo sguardo, eh.
Inspirai ed espirai, ancora.
Adesso!
Abbassai velocemente lo sguardo e per poco non mi sentii male sulla tazza del water. Cercai di sostenermi a qualcosa che avevo vicino, mentre il test cadeva per terra. Ero letteralmente sbiancata, riportai velocemente lo sguardo sulla faccina sorridente che mi guardava maligna da terra. Mi sentii svenire di nuovo, ma cercai di riprendermi, rimanendo sveglia.
Quando sentii qualcuno bussare insistemente alla porta del bagno e urlare “Yo Lucy!” fu la volta buona che il cuore mi si fermò. Poi ripartì spedito, ancora più veloce di prima.
Mi alzai velocemente, cercando di sistemarmi e con un gesto nervoso buttai il test nel water, tirando lo sciacquone e sperando che si portasse via anche quello che secondo me era un incubo. «Sì, Natsu?» Avevo parlato con una voce talmente alta che ero sicura di aver inventato una nuova nota ed aver appena ottenuto un record. Infatti l’attimo dopo mi sentii la gola farmi male.
«Tutto okay?» chiese perplesso.
Nell’uscire riuscii ad inciampare anche tra i miei stessi piedi, facendomi imprecare sottovoce. «Certo!» risposi, con una voce troppo squillante.
Aprii la porta e cercai di stamparmi in faccia il sorriso più convincente che disponessi in quel momento nel repertorio. E a giudicare dall’espressione terrorizzata del Dragon Slayer, ero sicura di aver fallito miseramente.
«Sei sicura di stare bene?» chiese, inarcando un sopracciglio.
«Mai stata meglio!» ridacchiai nervosa.
Il ragazzo mi guardò perplesso, valutando l’idea se indagare o fare finta di nulla. Pregai che tornasse sorridente e mi distraesse, facendomi tornare il buon umore, ma quella evidentemente non doveva essere la mia giornata. «Sei bianca come un lenzuolo, stai male?» insistette.
Scossi la testa con vigore, allontanandomi dal mio ragazzo, e soprattutto per far allontanare lui dal bagno. Non ero sicura che la faccina malefica fosse andata via o se avesse deciso di albergare nel mio wc.
Natsu assottigliò gli occhi, ma con un’alzata di spalle decise di seguirmi fino al salotto, diventando improvvisamente serio. «Perché quella faccia?» gli chiesi.
Il rosato alzò lo sguardo, ancorando le sue iridi alle mie. «Lucy, quello che sto per chiederti è davvero importante.»
Feci una smorfia, se erano altre cattive notizie non volevo sentirle. Anzi, forse era meglio mettere al corrente Natsu delle mie… ehm, condizioni. «Anche io devo dirti una cosa importantissima.» sospirai e cercai di farmi coraggio.
Natsu mi guardò sorpreso. «Okay, dimmi.»
Scossi la testa, magari non subito. «No, parla prima tu.»
«Va bene.» acconsentì. «Lucy, mi vu-»
«Sono incinta!» lo interruppi, con gli occhi serrati e quasi urlando. Non ce l’avevo fatta, dovevo dirglielo. Cominciavo sul serio a sentirmi male. Però, solo in quel momento il mio cervello realizzò quello che avrebbe dovuto chiedermi il mio fidanzato. Mi diedi della stupida. «No! Stavo scherzando! Cosa dicevi?»
Non ero sicura che Natsu avesse sentito la mia ultima frase. «Sei incinta?!» ripeté con voce stridula. Era talmente sbiancato che il colorito, se messo a confronto con quello di una cadavere, quest’ultimo avrebbe potuto sembrare un vivo appena addormentato.
«S-sì.» sussurrai. «Ma tu cosa volevi dirmi?» cercai di chiedere con una voce che mal celava il nervosismo.
«Diventerò padre?!» squittì lui.
«Già.» ridacchiai nervosa. «Ma tu cosa mi volevi dire?» ripetei, cercando di mantenere il controllo.
«Incinta, incinta, incinta…» continuò a ripetere lui come un disco rotto.
«La cosa è davvero così catastrofica?» sbuffai io, alzando gli occhi al cielo.
Natsu non rispose, continuava ad aprire e chiudere la bocca. In una condizione normale lo avrei trovato buffo, magari lo avrei paragonato a un pesce. Forse a Nemo. Ma stava solo peggiorando la situazione, facendomi agitare ulteriormente, e mi ritrovai a pensare che un bambino potesse essere troppo per lui. Eppure, nonostante fino a poco fa avevo sperato ardentemente, con tutto il cuore, con tutta la forza, che il risultato fosse negativo, ora non potevo che sentirmi delusa. Ora che avevo avuto – più o meno – il tempo per metabolizzare la cosa, l’idea di avere un bimbo, mi faceva sorridere. Mi persi per un attimo a fantasticare su un futuro non troppo lontano dove un mini Natsu trotterellava vicino alla figura mia e di mio marito. Forse però, stavo chiedendo troppo.
Mi lasciai cadere sul letto pesantemente, fissando le mie mani che torturavano la stoffa del vestitino. «Cosa vorresti fare?» chiesi con un filo di voce. «Col bambino dico.» aggiunsi.
Solo in quel momento Natsu sembrò risvegliarsi. Non lo stavo guardando, ma dal suono ero sicura che si fosse appena dato una forte sberla sul viso. Il Dragon Slayer si chinò, prendendomi le mani fra le sue, che al momento mi stavano tremando. Anche prima di rendermene conto, il mio sguardo si era già legato al suo. Ma appena incontrai quelle iridi magnetiche, mi affrettai ad abbassare nuovamente lo sguardo. «Io vorrei una femminuccia uguale a te!» dichiarò.
Alzai nuovamente il viso, per fissarlo incredula. «Quindi lo vuoi?» Non riuscii a non fermare il sorriso che mi si era disegnato sulle labbra.
«Non ho mai detto il contrario.» fece lui, aggrottando le sopracciglia. «Forse ho un pochino esagerato prima.» Inarcai un sopracciglio. «Okay, ho esagerato. Meglio?» ammise infine. Annuii soddisfatta. «Comunque, ci puoi scommettere che voglio un bambino! Lu, desidero che noi diventiamo una famiglia.» disse guardandomi intensamente e toccando delicatamente il mio ventre, includendo il quel noi anche la piccola vita che stava nascendo dentro di me. Sentii gli occhi velarsi di lacrime, mentre mi portavo una mano davanti alla bocca, del tutto sorpresa. «Lu, mi vuoi sposare?» chiese, sorridendomi raggiante.
Annuii, mentre le lacrime avevano iniziato a scorrere sulle mie guance. Natsu mi sorrise intenerito. «Certo, stupido!» dissi, allacciandogli le braccia al collo per riempirlo di baci.
 



Angolo Autrice.
Buonasera a tutti ~
Che ve ne pare di questa shot? A me è piaciuta un sacco, mi sono divertita a scriverla.
Spero che l’abbiate apprezzata. :3 L’intenzione era anche quella di farla un po’ comica, quindi spero di avervi strappato una risata. O almeno, un sorrisetto. °^°
Avrete notato che la persona è passata alla prima, vero? L’ho fatto per due semplici motivi: Uno, ad essere sincera mi ero un po’ stufata della terza. Due e più importante, volevo far trapelare meglio quello che sentiva Lucy. u.u
Be’, fatemi sapere cosa ne pensate. :3
Ringrazio le persone che hanno recensito il prompt precedente: Angel-chan, Ia-chan, Ga-chan e Fede-chan. Che anche in questa occasione mi hanno riempita di bellissimi complimenti. *^* Ragazze, siete meravigliose. Se ho l’occasione di incontrarvi, vi spupazzo. eue (?)
Bene, vi faccio sapere che ho intenzione di partecipare al Bonus Day di domani! Quindi – per vostro sommo orrore – non vi siete ancora sbarazzati di me. *risata malvagia*
A domani con ‘High School’! *^*
Byez ~
Lilith
   
 
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