Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: my_everything    08/07/2014    3 recensioni
Mentre 'sto tizio tenebroso mi fa entrare, Quinn ci passa davanti sorseggiando um bicchiere di aranciata. Si ferma di colpo, poi fa retromarcia fino a noi.
«Justin?» Sbarro gli occhi, mentre Jhonny Bravo fa un cenno di saluto a mia sorella.
«Tu... Conosci questo tipo?» Gli domando, incredula.
«Certo, é il nostro baby-sitter.»
«Piacere, il mio nome é Justin Bieber, e tu... Dovresti essere Kimberly, giusto?» Oh, cazzo.
In men che non si dica, mi metto ad urlare con le mani sul viso, scandalizzata.
Tutto questo non sta realmente accadendo.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaden Smith, Justin Bieber, Pattie Malette, Ryan Butler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Image and video hosting by TinyPic
9. Monster.


«BOOMBAA!» La prima cosa che sento appena mi sveglio é la voce di Jake. O meglio, mi sveglio perché Jake sta urlando come un normale bambino di sei anni che non ha un cazzo da fare. Poi, un peso enorme sullo stomaco mi fa gemere dal dolore ed aprire gli occhi di scatto.

«Jake!» Urlo, incapace di muovermi.

«'Giorno, sorellona. É mezzogiorno, dobbiamo mangiare!» Mi sorride felice, per poi abbracciarmi in un impeto di tenerezza. Sospiro circondandogli la schiena con le braccia, incapace di reagire in modo sgarbato ad una creatura cosí.

Non si può.

Punto.

É l'unica persona al mondo con cui non mi riesce, accidenti a lui!

«Sí, Jake, anche io ti voglio bene.» Poi, lo spingo via da me dolcemente. «Ma ora dimmi, come ha fatto a passarti per quella testolina bacata di saltarmi sulla pancia?!» Lui ridacchia. «Stavo dormendo!»

«Justin mi ha detto di svegliarti.» Sorride innocentemente, dopodiché scende dal divano. «Il pranzo é pronto!» Corre via com'é venuto, tenendo le mani in aria come un malato di testa.

Ha preso cosí tanto da me. Gli altri miei fratelli sono tutti dei rompicoglioni. Sospiro, fiera.

Oh, no. Un attimo.

Qui c'é decisamente qualquadra che non cosa.

Vado di sopra a cambiarmi dal vestito di ieri sera, oramai tutto spiegazzato, mettendomi un paio di pantaloni attillati ed una felpa, poi mi aggiusto i capelli come mi riesce.

Vale a dire: non spaventatevi quando mi vedete per strada, sono umana.

Corro in cucina, e mi blocco sulla soglia della porta. Sobbalzo, al sentire odore di bacon e uova.

«Tu-» Mi accorgo solo ora che Justin sta cucinando a petto nudo, con delle bermuda addosso ed un grembiule. «Ha-hai cucinato.» Scuoto la testa, e al sentire la mia voce Justin si gira, con le sopracciglia inarcate. «Vestiti, testa di minchia! É una cucina, non uno spogliarello.»

«Sono comodo.» Alza le spalle, poi torna a cucinare indaffarato. E soprattutto, mezzo nudo.

Borbotto, sedendomi a tavola insieme a Philip e Nicole, Jake sta aiutando Justin. Inquietante.

Manca Quinn all'appello, ma lei probabilmente sará ancora a sistemarsi, siccome ogni mattina ci mette un secolo. Grazie al cielo in bagno ci entro sempre io per prima.

Beh, quasi sempre.

Ora c'é il signorino rincoglionito.

Jake apparecchia la tavola, dopodiché mette a tutti il piatto di uova e bacon davanti, insieme a due fette di pane.

Ok, ora ho paura.

Devo mangiarlo o no?

Tutti (inclusi Jake e Justin) si mettono a mangiare questa roba, ma io non riesco a fare altro se non fissare il piatto sospettosa.

Justin si accorge della mia titubanza, quindi mi manda un'occhiata seccata.

«É... » Indico il piatto che ho davanti. «É commestibile?»

«Sí.»

«É avvelenato?»

«No.»

«É talmente piccante che potrei andare a fuoco?»

«No.»

«Ci sono dentro lombrichi?»

«No.»

«Germi?»

«No.»

«Mmh...» Torno a fissare le uova e il bacon.

«Dai, Kim, non fare la stronza.» Philip interviene, sbuffando.

«Lui é diabolico, non c'é da fidarsi.» Mando un'occhiata fugace a Justin. «E non dire parolacce, troione!» Philip mi guarda seccato.

«Certo, chi sará mai stato a riportarti a casa ieri sera allora?» Mi chiede Justin, tenendo un sorriso stronzo in faccia.

«Hai intenzione di rinfacciarmelo a vita?» Sbuffo, afferrando la forchetta.

«Chi lo sa, magari mi servirá per ricattarti.»

«Ricordami di fucilarti la prossima volta che mi accompagni a casa.» Prendo un pezzo di bacon e me lo metto in bocca

«J-Justin?» Sobbalzo talmente tanto al sentire la voce di Quinn dietro di me, che finisco per ingozzarmi con il minuscolo pezzo di bacon che avevo messo in bocca. «Sei a petto nudo!» Tossisco sommessamente, cercando di liberarmi di quel groppo che ho in gola. Nicole, a fianco a me, si mette a darmi schiaffetti (che in teoria dovrebbero non far male) sulla schiena.

Dopo dieci minuti buoni, riesco a mandarlo giú. Mando un'occhiata sollevata a Nicole, che nel frattempo aveva aumentato i colpi. Scommetto che stava aprofittando di questo momento per sfogarsi contro di me.

«Grazie al cielo.»

«Ritardata.» Justin scoppia a ridere, beccandosi un'occhiata di fuoco da parte mia.

«Parla lui.» Ruoto gli occhi, dopodiché torno a mangiare. Questa volta, stando attenta a non rischiare di rifare la figura di merda di poco fa.

Noto Quinn che si siede a tavola tutta rossa in viso, scostandosi un ciuffo dal viso.

«Se te lo stai chiedendo come ha fatto tua sorella, no, non é avvelenato, né troppo piccante, non ci sono né lombrichi né germi... Diciamo che é commestibile.» Quinn alza un sopracciglio davanti alla frase di Justin, poi mi manda uno sguardo stranito.

«Sei sempre la solita.» Sbuffa, impugnando la forchetta.

«Vale a dire la migliore.» Dico, sorridendo. Jake scoppia a ridere con la sua risata da bambino piccolo. Mi adora, lo so.

 

«Ommioddio. Dici sul serio?» Lynn si tuffa sul divano appena le racconto l'accaduto di ieri sera. «Quindi ti sei ubriacata, e poi... E poi...» Si blocca di colpo, poi emette un urletto spaventato, guardando il vuoto davanti a sé.

«E poi non ricordo cosa sia successo, so solo che l'ho portato in pista a ballare e lui mi ha riporta-»

«Ma Mick dove cazzo era?!» Lynn mi interrompe, guardandomi allarmata.

Seguono dei minuti di silenzio, nei quali io sforzo il mio minuscolo cervello di capire dove voglia andare a parare Lynn.

Quando sono entrata nella casa, la prima cosa che ho fatto é stata quella di andare al bar ed ordinare da bere a quel cameriere rincoglionito, poi c'é stato Justin, poi il ballo...

Ma Mick non c'era.

Mick non c'era.

«Fanculo!» Sbraito, appena mi sono resa conto. «Ti prego Lynn, dimmi che l'hai visto in giro...» La supplico, unendo le mani. Lei in risposta scuote la testa, sorpresa. «FANCULO!» Sbuffo sonoramente, battendo i pugni sul divano. «Ora lo chiamo.» Senza aspettare alcun cenno di assenso o dissenso da parte di Lynn, sfilo il cellulare dalla tasca e faccio scorrere la rubrica, fino ad arrivare alla M. Schiaccio il tasto di chiamata, dopodiché attendo.

Attendo.

Attendo.

Attendo.

«Kim?»

«MICK!» Mi rendo conto di essere sembrata decisamente troppo esaltata, quando ho sentito la voce di Mick dall'altra parte del telefono. La sua voce é in un qualche modo strana ed assonnata. «Ehm, ciao.»

«Hei.» Sento un sospiro, durante il quale io mi metto le ciocche di capelli che avevo in faccia , dietro le orecchie. «Come mai mi hai chiamato?»

«Beh, ecco, volevo chiederti se potevi-» Mi fermo, quando vedo Lynn gesticolare davanti a me. «Fare Kung Fu?» Cerco di interpretare i suoi gesti, ma lei scuote il capo indicando il pavimento sotto i nostri piedi. «C'é una bomba sotto casa.» Alla mia risposta, Lynn si tira uno schiaffo in fronte talmente forte che dopo aver tolto il palmo é rimasta la cinquina. Poi, indica il cellulare e ancora il pavimento. «No anzi c'é un cellulare sotto casa.» Lynn sbuffa e batte i piedi a terra. «Vogliamo pestarlo.» Si mette a ringhiare, poi sussurra “fallo venire, testa di minchia!”. «Ooohh!» Ridacchio, tornando a concentrarmi sul telefono.

«Kim, va tutto bene?» Dalla sua voce Mick sembra preoccupato, perció ruoto gli occhi.

«Sí, sí. Ti va di venire a casa mia? C'é anche Lynn qui.»

«Sí, certamente. A che ora?»

«Boh, io direi...» Mi gratto il meno con fare pensoso. «Ora.»

«Ora?»

«Giá, a dopo Mick.» Riattacco il cellulare, e scoppio a ridere guardando Lynn che mi manda occhiate alterate.

«Non capisci mai un cazzo.» Borbotta, sedendosi sul divano. Alla sua affermazione ridacchio, é strano vedere una creaturina bionda, bassa e dagli occhi azzurri irritata. Dopo aver emesso un sospiro per rilassarsi, torna al suo solito sorriso angelico. «E beh?» Mi squadra dall'alto al basso, sorridendo maliziosa. Oh no, ecco che riemerge il suo lato terrificante.

«Che c'é?» Mi metto subito in guardia, spaventata dal suo tono accusatorio.

«Allora, mi hai detto che ieri ti sei ubriacata...» Annuisco, in attesa di sapere dove voglia andare a parare. A volte proprio non riesco a capirla, com'é possibile che una persona riesca a farsi pensieri cosí distorti e complessi? Semplice, non é possibile. Ma per lei sí, perché come dico sempre, lei non é umana. «E Justin ti ha riportata a casa.»

«Giá...» Sorrido imbarazzata e allo stesso tempo stranita. Me lo continuo a chiedere, é inevitabile. Perché lo ha fatto? Forse gli facevo pena. Giá, in effetti é piuttosto logico. Dopo avermi vista in quelle condizioni, di lasciarmi lí da sola sarebbe l'ultima cosa a cui una persona puó pensare. In piú é il mio ‘baby-sitter’, al momento abitiamo nella stessa casa e ha dovuto farlo per dovere.

Uff, pensare cosí tanto mi ha stancata. Sospirando, mi siedo su una poltroncina accanto al divano su cui é seduta Lynn.

«E che avete fatto?» A quella domanda sbianco. É la cosa alla quale, da quando mi sono svegliata, ho fatto il possibile per non pensarci. Inutile dire che fremo ancora il suo tocco sulla mia pelle. Come quando gli ho fatto scivolare le mani accanto al mio addome, o quando mi ha accarezzato il ventre ieri sera per farmi calmare. Non ci é riuscito molto bene, siccome il mio cervello era andato completamente in tilt. Ma la domanda é: ci siamo spinti a qualcos'altro, quando ero ubriaca? Cos'avró fatto? Spero enormemente di non aver fatto qualche cazzata madornale. Se poi quando arriva Mick, mi dice che ieri sera non c'é stato, giuro che potrei prendere una ciabatta e lanciargliela a dietro. Varrebbe a dire che ho fatto tutto questo per niente. Ma chi lo sa, magari c'é stato ed ha assistito a tutto. Ed ora mi vuole lasciare. Speriamo. Quando era con quell'idiota, Mick era l'ultimo dei miei pensieri. Fanculo a lui.

Mi risveglio dai miei pensieri quando Lynn mi passa la mano davanti al viso per svegliarmi.

«Terra chiama Kim. Ci sei?» Lynn sorride divertita, guardandomi in attesa di una risposta.

«Oh, sí, scusa.» Scuoto la testa, tornando al discorso di poco fa. «Giá, in effetti é stato un po' strano...» Mi gratto la testa, confusa. «Non ricordo esattamente cosa avessimo fatto quando io ero ubriaca, ma ricordo che prima, quando ero solo un po' brilla... Mi sono fatta toccare. É strano, ma credo mi sia piaciuto. Insomma dopotutto Jhonny é un bel ragazzo e le sue mani erano cosí calde... Non mi piacciono i tipi con le mani fredde, lo sai, peró- Smettila di guardarmi con quella faccia, mi metti in soggezione!» La riprendo, notando che mi sta guardando come se fossi scesa da Marte. «Non mi sono fatta toccare in quel senso.»

«Scusami tanto!» Alza le mani in aria, in segno di arresa. «Ma non riesco proprio a seguirti. Non lo odiavi?»

«Certo che lo odiavo, e lo odio ancora!» Sbotto, inarcando le sopracciglia.

«Ma allora cos'é questa storia...? Ti é piaciuto essere toccata da lui?» Lynn continua a guardarmi confusa ma allo stesso tempo sospettosa. Inizio a torturarmi un bottone della camicetta, nervosa.

«Giá.» Inarco la sopracciglia, anche io confusa di quello che sto dicendo. Non ci posso neanche credere, mi é davvero piaciuto e lo rifarei volentieri. Sono sicura che Justin abbia messo qualcosa in quelle uova, perché il mio cervello sta completamente andando in pappa.

«Kim, qui bolle qualcosa sotto.» Sospira aggiustandosi una ciocca di capelli. «Stai attenta, ok?» Annuisco, incapace di proferire parola. Per fortuna il campanello inizia a suonare prima che in quella conversazione ci fosse qualche istante di silenzio. Mi alzo di scatto, correndo verso la porta d'ingresso. Quando la apro, mi ritrovo davanti un Mick dalle guance rosse ed i capelli spettinati che forza un sorriso, quando mi vede.

«Hei Mick.» Gli sorrido di rimando, alzandomi sulle punte per dargli un bacio sulle labbra, sentendole bollenti.

«Bene ragazzi, allora io vado.» Anche Lynn si alza dal divano e, dopo avermi salutata con uno dei suoi soliti sorrisi, se ne va, lasciando me e Mick soli. Accidenti a lei.

Riporto lo sguardo su Mick, sui suoi capelli neri non sistemati, sulle sue guancie rosse, e sui suoi occhi molto piú chiari del solito. «Tutto bene?» Gli chiedo, confusa.

«Sí, tranquilla. Ho solo un po' di febbre.» La sua voce risulta molto piú bassa del solito, ma nonostante questo cerca comunque di sorridere. Inutile dire che mi fa davvero tenerezza. Sta male, ma é venuto lo stesso.

Colta da un momento di affetto verso di lui, gli circondo il busto con le braccia e lo abbraccio. O almeno, provo a farlo. Mick é davvero alto, a volta per baciarmi deve chinare la testa. Lui ricambia quell'abbraccio, anche se un po' esitante all'inizio. Non riesco neanche a credere di averlo fatto, volevo farmi lasciare ma tutto questo non aiuta per niente. Eppure, forse per la febbre, il suo corpo é caldo e mi fa sentire bene essere circondata dalle sue braccia. Mi risveglio dal mio stato di trance totale quando Mick inizia a lasciarmi una scia di baci caldi sul collo, rovinando il momento. Ogni volta che mi sento bene, lui deve fare qualcosa per ricordarmi che non provo niente per lui, se non una buona amicizia. In quest'abbraccio non sento le emozioni ed i brividi che si prova quando si é fra le braccia della persona che ci piace, semplicemente mi sento bene per il fatto che lui é un buon amico e mi fa piacere abbracciarlo. Insomma, non che io li abbia mai provati, quei sentimenti, ma queste sono tutte le stronzate che raccontano nei libri, ed in effetti mi chiedo se sia davvero cosí, perché altrimenti vi starei raccontando una cazzata dopo l'altra. Giá, imbarazzante. In piú, oggi é incredibilmente caldo, di solito le punta delle sue dita sono fredde, cosí anche il suo corpo. Non é gelato, peró non é come vorrei.

«Quando avete finito con le vostre ‘effusioni’, avvisatemi.» Una voce a me fin troppo familiare, e la mano di Mick che ha iniziato ad insinuarsi sotto la mia camicia mi risvegliano ancora una volta dai miei pensieri. «Io dovrei entrare.» Ed é questa frase che mi fa capacitare del fatto che siamo ancora sull'uscio di casa. Ma quanto sono deficiente? Parecchio, a quanto pare.

Mi stacco subito da Mick tirandolo per il polso per farlo entrare e lasciar spazio a Jhonny, che intanto ci guarda con aria seccata.

«Ciao Justin.» La solita gentilezza e disponibilitá di Mick che sorride in modo caloroso mi fa sbuffare e ruotare gli occhi. Non capisco, come puó trattarlo cosí gentilmente se vede che la sua espressione é seccata? Che testa di minchia. «Come mai qui?» Strabuzzo gli occhi. Oh, mamma. E ora che m'invento?

Aspetta, com'era quel discorso? Justin é un amico di vecchia data, o qualcosa del genere.

«Oh, lui...» Mi ritrovo in difficoltá, perché entrambi stanno fissando me incuriositi. Mick con un con aria rilassata e calorosa, Justin con un ghigno ed un sopracciglio alzato. «Lui mi-» Mi concedo due secondi per riprendermi dal fatto che stavo fissando le pupille color caramello di Justin. «Lui mi stava visitando. Giá, mi ha chiamato prima che tu venissi dicendomi che vuole venire a vedermi. Sai, come fanno gli amici.» Detto questo, sorrido a Mick, sperando che lui abbia abboccato alla mia scusa inventata al momento. Cavolo peró, Justin non poteva venire un po' piú tardi? No, ovviamente no.

Sbuffando, vado a chiudere la porta. Quinn é uscita con alcuni suoi amici. Philip é agli allenamenti di basket, Nicole é a casa di una sua amica e Jake é ad allenarsi per la partita. Recapitolando, sono in casa da sola. Con due fighi. Fra cui uno é il fidanzato con cui mi voglio lasciare e l'altro é il mio baby-sitter stronzo. Ma che situazione del cavolo é?

«E siccome sono l'ospite qui, tu mi offrirai un bicchiere di Coca Cola da bere.» Fulmino Justin perché si sta palesemente aprofittando della situazione.

«É finita.»

«Cosa? Non é vero!»

«Sí che é vero. O bevi l'acqua o muori di sete.»

«Vaffanculo.» Sorridendogli, vado a prendere una bottiglia d'acqua dal frigo. «Allora Mick, Kim é la tua ragazza, eh?» Per poco non rovescio tutta l'acqua che stavo versando nel bicchiere al sentire le parole di Justin.

«Beh, sí.» L'innocenza di Mick mi sorprende sempre. Non poteva essere un pelino piú stronzo? Finito di versare l'acqua nel bicchiere, mi dirigo verso il salotto.

«Com'é a letto?» Mentre gli porgo l'acqua, inciampo e gliela rovescio tutta sulla canottiera, lui sobbalza al contatto con l'acqua fredda e mi lancia uno sguardo di fuoco.

«Veramente-»

«Non sono affari tuoi.» Sbotto, incavolata. Ho invitato Mick qui per sapere se ieri é venuto alla festa e ora mi ritrovo cosí. Perché cazzo non mi é saltato in testa di chiederglielo al telefono?! Che idiota! «Molto bene Justin, grazie per la visita ma ora puoi anche andartene.» Gli dico, guardandolo truce e spingendolo verso l'uscita.

«Ma-»

«Buona giornata!» Apro la porta e lo spingo fuori, richiudendola subito dopo. Ho buttato fuori di casa il mio baby-sitter. Ma quanto sono mito?

Emetto un sospiro di sollievo e ritorno da Mick, che intanto mi guarda con occhi straniti.

«É strano il tuo amico.» Conclude con un sorrisino. Mi butto sul divano accanto a lui, ed avvicino le ginocchia al petto, girandomi verso di lui.

«Tu dici?» Gli chiedo, retorica. «Mick, non voglio essere scortese, ma forse dovresti andartene anche tu. Fra poco dovrebbe arrivare Quinn e-» Vengo zittita immediatamente nel momento in cui due labbra bollenti si posano sulle mie, dolcemente. Colta di sorpresa, inizialmente non riesco a reagire, ma poi lo spingo piano via da me. «Cos-»

«Sssh.» Mi zittisce ancora una volta tornando con le labbra sulle mie. Mi fa stendere le gambe in modo che lui riesca a sovrastarmi, tenendosi con i gomiti per non pesarmi. Che sta succedendo? Non riesco a pensare a niente se non al calore che il suo corpo mi infonde, la febbre gli sará salita perché le sue labbra ora sono bollenti, piú di quando l'ho baciato per salutarlo poco fa. Tutto questo calore mi sta salendo alla testa, perché mi sto sentendo incredibilmente bene cosí. Forse dovrei dirgli che farebbe meglio a smetterla e andare a casa subito perchéa sua pelle scotta, eppure non riesco a reagire se non muovendo le labbra per ricambiare il suo bacio.

Cosa? Sto ricambiando il suo bacio? La sua lingua é giá dentro la mia bocca, e questo dovrebbe farmi schifo siccome non é fra i migliori baciatori, eppure ancora non riesco a staccarmi da lui. Mi prende un braccio e se lo mette intorno al collo, poi si stacca da me. «Fai l'amore con me.» Mi sussurra, fissando nei miei i suoi occhi nei quali riesco a ritrovare la mia immagine riflessa per quanto sono neri, e soprattutto, nei suoi occhi si legge desiderio, sembrano come bagnati di lussuria pura. Dalla mia bocca non esce niente se non un gemito provocato dal movimento del suo bacino contro il mio. Oramai é inutile tornare indietro, sono in astinenza da mesi e lo deve essere anche lui, ed ora che abbiamo iniziano non riuscirei proprio a fermarmi, per quanto lo volessi. I miei ormoni sono piú forti del cervello.

E di fatti, sono proprio i miei ormoni ad aver sospirato quel “sí” soffocato, che ha fatto sí che Mick tornasse con le sue labbra calde sul mio collo, mentre la sua mano scivola su tutto il mio addome lasciando una scia di fuoco, fino a raggiungere il primo bottone. Ci mette un po' troppo a slacciarlo, di fatti lo aiuto slacciando tutta la fila di bottoni della camicia togliendola del tutto e buttandola da qualche parte nel salotto, per poi tornare con le mani dietro il suo collo. Dopo tutto questo tempo, dopo averlo evitato e aver fatto di tutto perché il nostro contatto fisico si limitasse a qualche bacetto, eccomi qui, guidata dagli ormoni e pronta a far sesso con lui. E pensare che io e Lynn stavamo persino pianificando tattiche su tattiche per far sí che lui mi lasci. Sono un'idiota, lo so. Dopotutto lui é il mio ragazzo ora, no? É normale fare queste cose fra fidanzati. Sí.

Si stacca da me solo per togliersi la T-shirt, poi torna su di me, con la sua pelle bollente a completo contatto sulla mia. Torna sulla mia bocca famelico, mentre con una mano sgancia il bottone dei pantaloni sfilandoli poi del tutto, e con l'altra mi sgancia il reggiseno.

Scende con i baci soffermandosi un po' sul collo, succhiando sempre nello stesso punto e lasciandomi, poi arriva ai seni, torturandone i capezzoli, mordendoli e lasciando si di essi baci umidi. Mi accorgo del fatto che é la sua mano é arrivata dentro la mia intimitá solo quando sento il suo tocco bruciare su di essa, muovendosi e stuzzicandola fino a togliermi il respiro facendomi inarcare la schiena. Lo stringo di piú a me per sentire la sua pelle ardere sulla mia, mentre lui continua a provocarmi piacere. Con un gemito soffocato dal suo bacio vengo, sentendo un lieve sorriso sulle sue labbra. É compiaciuto per avermi provocato piacere? Forse. Quando mi ha chiesto se volessimo far sesso ha usato la parola “amore”? Non lo ricordo piú. Non ci sto capendo piú niente, la mia mente é annebbiata da tutto il calore che lui emana e dai suoi baci infuocati sul mio seno.

Scendo con le mani sul suo addome sentendo qualche lieve rialzo causato dai muscoli, poi gli slaccio i pantaloni e glieli sfilo. Libero la sua erezione, facendolo sospirare dal sollievo.

Entra in me dolcemente, e dopo un po' aumenta le spinte, tornando con le labbra sulle mie, soffocando alcuni dei miei gemiti. Le mie gambe sono ancorate ai suoi fianchi per sentirlo piú in profondo, cosí come le mie braccia alle sue spalle, per sentire il caldo confortante che tutto di lui emana.

Tutto... Tutto questo calore é suo? Probabilmente no, ma momentaneamente non ci penso, perché mi dá un senso di affetto e di sicurezza, quasi come se fosse una stufa umana. Non ho idea come andrá avanti il nostro rapporto e cosa succederá, so solo che non voglio pensare nemmeno a questo, ma solamente al piacere che in questo momento mi stá dando e alle sue labbra che si muovono passionali sulle mie.

Dopo qualche spinta piú profonda vieniamo entrambi, quindi lui esce da me e si accascia su di me con la testa sul mio petto, sfinito e con la fronte lievemente imperlata di sudore. I suoi occhi si chiudono e dopo qualche minuto il suo respiro torna regolare.

Lancio uno sguardo all'orologio: le cinque e dieci. Jake e Philip finiscono gli allenamenti alle sei, Nicole la dobbiamo andare a prendere verso le sei e mezza e Quinn non so quando arriva, me credo il piú tardi possibile.

Torno con lo sguardo al viso rilassato di Mick, che dorme con un sorriso pacifico che riuscirebbe ad infondere serenitá persino all'uomo piú incazzato della Terra. Chissá cosa stará sognando. Chissá se devo svegliarlo.

Oh, mamma. Ma che ho combinato? Sono una stronza. Io ho voluto solo soddisfare una mia voglia, ma probabilmente per lui sará stato molto piú che solo sesso. Con questo non ho fatto altro che infodergli false speranze, quando per tutto questo tempo non ho fatto che scappare da lui e limitare i contatti fisici al meno possibile. Giá, sono un mostro.



Image and video hosting by TinyPic  
*orgasmo*
lol scusate :)

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: my_everything