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Autore: Blue Eich    08/07/2014    1 recensioni
Hello, friends! Mi chiamo Siena Kiku, ho tredici anni e due sogni nel cassetto.
La mia vita cambiò radicalmente quando papà decise d'iscrivermi all'accademia migliore di Ferrugipoli: la Formation Ability Academy. Non perché pensava al mio futuro, ma come punizione. Mi aspettavo un collegio – senza suore – dallo stile di vita meccanico e gli studenti seriosi, invece sbagliavo…
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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- Questa storia fa parte della serie 'Distance: doesn't matter'
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Distance: doesn't matter.

30. Indigestione rosa

 

Era l'ultimo venerdì di aprile. La brezza di primavera trascinava con sé anche i giorni di scuola, rendendoli più brevi del solito.

Moni mi svegliò con una leccatina tiepida e appiccicosa sulla guancia. Aperti gli occhi gli diedi qualche carezza distratta.

Sporsi la testa ingiù. La Vulpix di Leila era sdraiata in fondo al materasso, mentre le coperte erano spostate e spiegazzate all'inizio, segno della sua presenza non molto lontana.

«Dov'è Leila-chan?» le chiesi, con innocenza.

In risposta fissò intensamente la porta. «Vuulp» mi disse, con voce chiara, vellutata e signorile. Mi chiesi se quella volpina avesse mai giocato, oppure se fosse sempre stata responsabile e quieta fin dalla nascita.

Al mio balzo audace il comodino traballò pericolosamente, ma riuscii a non scivolare tenendomi alla sbarra superiore.

 

Scorsi di sfuggita la mia coinquilina: bevve un bicchiere di latte freddo d'un sorso, poi uscì subito dal refettorio. Sempre di fretta…

Naomy il venerdì era più allegra del solito, perché a pranzo c'era il risotto alla marinara: il suo piatto favorito.

«Hai studiato scienze?» mi chiese, con in bocca una fetta di pane bruciacchiato su cui era spalmata delle densa marmellata alla Baccafrago.

«Insomma… Oggi ci spiegherà la riproduzione dei Pokémon» le ricordai, sfoggiando una piccola smorfia.

«Già, vero. Sono proprio curiosa!» Scoppiò a ridere. «Finora è sempre stato un mistero.»

«Beh, pensate che in terza faremo una lezione di… Educazione sessuale!» s'intromise Francesco, accanto a me.

«Oddio.» La mia vicina lo guardò, sconvolta. «Intendi in scienze? O proprio educazione sessuale?»

«Beh…» soggiunse inaspettatamente Nicolas. «Verrà un'ostetrica a spiegarci delle cose…»

«Ossia?»

«N-Non lo so!» si difese agitando le mani, affannato. «Lo scopriremo…»

 

♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪-♪

 

Alla quarta ora c'era arte. Al giovedì teoria, al venerdì disegno.

«Per la tavola nove ho scelto un lavoro soggettivo, molto interessante» spiegò la Ato, con un sorriso concitato. Appoggiò sulla lavagna un foglio: raffigurava le lettere S e C in un'esplosione di acquarelli di tonalità calde.

«L'ha fatto un mio alunno, che ora è in terza» spiegò, gesticolando un po'. «Pensate all'iniziale del vostro nome e a quella del vostro Pokémon, poi decorate il disegno.»

«Per me sarà facile!» decantò Naomy, sarcastica. «Basterà colorare la N tutta nera e smorta con i teschi, mentre la P con attorno un arcobaleno.»

Quando disse la parola arcobaleno ebbi già paura di cosa avrebbe potuto realizzare Achille. Girato l'occhio mi accorsi del vivace topolino che agitava su e giù una riga di metallo, usandola come un'asta da salto.

Il mio lavoro volevo fosse basato sulla sincronia che avevo con il mio Pokémon, nei movimenti e nel carattere. Disegnai in stampatello doppio la S e la M, separate da una riga tremolante all'esatto centro.

«Dai, Derry, non fare così» sentii dire da Miky, con premura. «Se vuoi posso chiedere alla prof di toglierlo…»

«Pff. Sto benissimo, donna, non ho bisogno di un bel niente» affermò il ragazzo, acido, scostando la sua mano gentile: il solito orgoglioso. Di sicuro il disegno in esposizione era di un amico delle sue vecchie classi… Perciò forse non era così insensibile, dopotutto.

Mi sporsi in avanti per sbirciare il lavoro di Elia lo Squartatore. Aveva già pronti i pennarelli dai cappucci rossi, viola, grigi e neri. Slasor, la sua Houndour, stava ferma sotto al suo banco come le statue di creta all'entrata dei palazzi.

«Hai già qualche idea?» gli chiesi, indiscreta.

Mi penetrò con uno sguardo gelido. «Lasciami in pace.»

Deglutii, tuttavia non demorsi. «Come sta Anger?»

«È da marzo che l'ho liberata» mi rispose, senza lasciar trasparire emozioni.

All'inizio ci rimasi male. Pensavo che l'avrebbe tenuta con sé, ma forse aveva un concetto di libertà più intenso del mio.

Assottigliò poi le pupille, come un Persian subdolo pronto a scattare in qualsiasi momento. «Spero per te che tu non ne abbia fatto parola.»

«Non l'ho detto a nessuno!»

«Detto cosa?» s'intromise Elena, che aveva appena chiesto in prestito un temperino a Chiharu, a fianco del tenebroso moro.

«Che, uhm… Ad Elia piace tanto il rosso!» improvvisai, dopo aver lanciato un'occhiata rapida al suo zaino.

 

L'ultima ora avevo preso un foglio e ci avevo riprodotto i tasti bianchi della tastiera, così mi allenavo in fretta e furia. Lo spettacolo era il primo giugno e quella dannata canzone mi stava portando all'esaurimento.

«Prof!» chiamò Nicolas, dopo che l'insegnante di scienze si fu sistemato nell'aula. «Guardi!» esclamò, sventolandogli davanti il suo disegno. La N era marrone con un cappello di lana sopra e delle palle di neve come sfondo, la S azzurra con delle onde dietro.

Il prof strinse gli occhi per metterlo bene a fuoco. «Complimenti, Nicola! È davvero bello!»

«Mi chiamo Nicolas!» pretestò il ragazzino, arrossendo: Nicola era un nome da femmina.

Joseph Hunt amava l'arte. Ci aveva raccontato che da giovane lavorava su una nave come marinaio, ispirandosi all'oceano spumeggiante per le sue tele. Un giorno, però, fu coinvolto in una tempesta terribile nelle Isole Vorticose, che gli danneggiò la vista. Per questo ripose per sempre cavalletti e pennelli, passando all'insegnare scienze… Una storia che, al ripensarci, mi stringeva il cuore.

«Allora, prof!» esordì Federico, dal fondo dell'aula. «Dov'è l'organo riproduttivo dei Pokémon?» chiese, con una mano sul fianco. L'altra teneva Lucifero per la coda, appeso a testa ingiù come un salame crudo al mercato. Il Pokémon lo guardava molto male, sperando che un fulmine lo colpisse.

«Ottima domanda, Enrico: adesso ve lo spiego.»

«Fe-de-ri-co… F come–»

«Sì, sì, lo sappiamo» lo interruppe Cecilia, di fronte a lui.

Il ragazzo s'imbronciò. «Ehi, zucchero, non rovinare le mie mitiche performance!»

 

«Aiuto!» squittì Nicolas, allarmato, interrompendo il prof che elencava le compatibilità dei Pokémon. «Aiuto!»

«Cosa c'è, fratellino?» gli domandò Derrick, sporgendosi verso di lui.

«Smog! Mi sono distratto un attimo e ha ingoiato qualcosa di… Grosso!» Il suo ditino indicò l'alligatore: sembrava avere nello stomaco un pallone da basket che gli impediva di muoversi se non a tentoni, come uno Snorlax.

«Non è che è incinto?» chiese Ryder, sfacciato, beccandosi uno sguardo di puro disappunto da Azuma: non c'era nulla di divertente.

Achille si alzò in piedi, smarrito come un cucciolo di Deerling nel bosco. «Dov'è il mio Marshy? Qualcuno l'ha visto?»

Hunt prese in braccio Totodile, che pesava il doppio di prima, portandolo sulla cattedra per controllare dentro alla sua bocca con una torcia. «Non vorrei allarmarvi, ragazzi, ma mi sembra che ci sia qualcosa di rosa…»

«Oddio» commentò Naomy, sbigottita. «Non può averlo davvero mangiato…»

Strinsi istintivamente Shinx al petto, come per proteggerlo. «L'avrà scambiato per un marshmallow vero…»

«Smog è un cannibale» mormorò Niky con le lacrime agli occhi, trattenendo un singhiozzo.

Micaela pestò un piede a terra, autoritaria. «Ma insomma! Il tuo fratellino piange e non lo consoli? Che razza di fratello maggiore sei? Vergognati!»

Federico si rimise in riga, come se avesse ricevuto una bastonata sulla schiena. «Ehm… Dai, Chicco! Ne compriamo un altro!»

«Lasciami in pace, Derry» mugugnò il piccoletto, girandosi dalla parte opposta.

«Oh, il mio povero Marshy!» si disperava Achille, con due occhioni languidi che avrebbero fatto concorrenza a un Minccino abbandonato in una scatola di cartone sul ciglio della strada.

Il professore interruppe la lezione, chiamando il Centro Medico per Pokémon. Lì forse avevano un bisturi o qualcosa per farglielo sputare fuori.

 

 

 

Angolo Autrice
Hiya!
-4 :')
Dai che Alex ce la farà. Si spera. Comunque, 'sta faccenda di Niky e Aki verrà lasciata in sospeso: nel prossimo capitolo non si saprà niente, perché lo spazio mi serve. Semmai lo scriverò nei prossimi :)
La seconda serie intanto procede, un po' a rilento nel mio pc, ma procede.
Grazie a tutti e bye!
-H.H.-
 
   
 
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