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Autore: Dorando    08/07/2014    4 recensioni
Mi chiamo Dora, ho 16 anni e vivo con la mia matrigna e le sue due figlie: Elisabeth e Sylvia, loro hanno 17 e 19 anni.
Mio padre si chiamava Joseph, era un uomo fantastico, mi diceva di lottare sempre, è l' uomo più importante della mia vita, la mamma lo tradì ed io andai a vivere con lui. Vivemmo da soli per due anni, poi si risposò con Pamela che aveva avuto già 2 figli. Mi ricordo ai primi momenti che erano tutte e 3 così dolci e così carine con me, io raccontavo tutto alle mie sorelle e Pamela era una vera e propria mamma per me.
Poi però con la morte di mio padre, misero fine alla loro recita e diventai per loro una SCHIAVA in tutti i sensi [...]
-QUANTE VOLTE TI HO DETTO DI NON CONTRADDIRMI EH? EH?!? ADESSO FILA! IL RAGAZZO DI TUA SORELLA VERRA' A MOMENTI, E LA CENA LA CUCINERAI TU!-
[...]
-Ma perché devi fare tutto tu? Perchè dopo aver cucinato per 4 persone non ti unisci a cena con noi? Perché guardi le tue sorelle e tua madre come se avessi paura?-
MODERN CINDERELLA.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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FRAGILE
DORA’S POV
-Io… credo che dovresti perdonarlo… lo sai che lui tiene a te, e sai anche che si è pentito… ma soprattutto sai che ti ama,  come tu ami lui, perché lasciar correre del tempo per nulla?-
In questo momento sono al telefono con Zayn, e stiamo parlando di cos’è successo con Harry. E’ passata una settimana e ho sempre cercato di evitarlo in ogni modo possibile.
-Come faccio a perdonarlo? Ha alzato le mani su di me, per gelosia! Io non voglio stare con una persona così manesca- Mi difendo io.
-Ha alzato le mani perché ti vuole bene, perché ti ama, sennò non l’avrebbe mai fatto-
-Perché mi ama?- Non capisco cosa c’entra il fatto che mi ami col tirarmi lo schiaffo.
-S-sì… perché ha paura di perderti, l’ha fatto solo ed esclusivamente per amore- Si spiega un po’ titubante.
-Non fai del male alla persona che ami- Dico con un tono spento e deluso.
-Cos’è? Adesso vuoi dirmi che non ti ama? Se lui non ti amasse non ti avrebbe cercata ancora dopo il vostro primo incontro a casa tua, non ti avrebbe invitata in spiaggia e preparato tutta la cena, non ti sarebbe stato dietro quando non volevi nemmeno rivolgergli la parola per colpa delle tue sorelle, non ti avrebbe baciata per la prima volta, non ti sussurrerebbe che ti ama ogni 5 secondi, non ti guarderebbe con quegli occhi, non si sarebbe immischiato in una relazione difficile come questa, NON STAREBBE A CASA A PIANGERE A QUEST’ORA SOTTO LE COPERTE! Io ti ho sempre difesa, ma ora stai esagerando… tutti sbagliano. Sei così cieca, cazzo, e se continui di questo passo, lo perderai!- Rimango senza parole… Zayn non è mai stato così duro con le parole. Ma ho paura…
-Io-io non lo so, okey? Sono confusa e non ci sto più capendo un cazzo! So solo che ho paura...-
-Paura? Paura di cosa?-
-Paura di fidarmi di nuovo di lui…-
Sussurro quasi impercettibilmente.
-Dora, tu lo ami?- Chiede semplicemente.
-Sì- Rispondo senza nemmeno pensarci due volte.
-Amare comprende anche il “fidarsi”-

-T-tu... tu non ti fidi di me- Lo guardo scioccata dalla sua affermazione.
-No! Non è così Harry!-
-E allora perché non me lo vuoi dire?- E' così fottutamente confuso.
-Io mi fido di te, te lo giuro. Ma non posso...- Mi guarda per cinque secondi con la sua espressione stordita e addolorata prima di camminare per andare fuori dallo sgabuzzino.
-No! Harry, mi fido di te, te lo giuro!- Si ferma prima di attraversare la soglia della porta.
-Come può esserci qualcosa se non lo vogliamo entrambi?- Riprende le mie parole del giorno precedente e esce da quella porta.
***
-Ieri ci ha sentito parlare ed ha sentito anche quando ti ho parlato delle mie sorelle, ha preteso che gli raccontassi tutto ma io non posso Niall! Non posso! Lui lascerà Sylvia e lei darà la colpa a me ed io non uscirò più da casa! Ma se non glielo dico il ragazzo che mi piace mi odierà! Niall aiutami perfavore!- Lui fa un sospiro.
-Io penso che dovresti fidarti di lui, se vuoi che qualcosa succeda tra voi due la prima cosa che ci deve essere è la fiducia, se ti dice che non la lascerà e non ti metterà nei guai credigli.-
-Ma io Niall mi fido di lui, ma lui dice il contrario!-
-E allora provaglielo!- 
Ci penso su ed infondo Niall ha ragione, è ovvio che lui pensi che non mi fidi di lui se non glielo provo, ci conosciamo da una settimana!
Mi alzo e abbraccio quell'irlandese che è mio amico da soli 3 giorni ma che mi capisce più di chi mi conosce da una vita.
-Niente ringraziamenti, vai stupida!-


Ripercorro con la mente i fatti del mese scorso, quando Harry scoprì quello che mi facevano le mie sorellastre, assieme alla matrigna.
Ci tenevo così tanto a dimostrargli che mi fidavo di lui, perché adesso non è così? Infondo… Zayn non ha tutti i torti, tutti sbagliano… e dato il comportamento di Harry si può affermare con certezza quanto lui sia dispiaciuto. Infondo è stato solo uno schiaffo, si è fatto semplicemente prendere dalla rabbia. Dobbiamo distruggere tutta la nostra relazione per un gesto simile?
-Ci sei? Sei ancora lì?- Quando ritorno alla realtà mi accorgo che Zayn sta cercando in tutti i modi di richiamarmi.
-Oh, sì ci sono… scusa-
-Allora? Cosa ne pensi di quello che ho detto?-
-Penso che… hai ragione- Mi arrendo al mio orgoglio e alla mia paura.
Si sente una risata felice e vittoriosa dall’altra parte della cornetta che mi fa sorridere.
-Finalmente ci sei arrivata!-
-Ehi!-
Mi fingo offesa.
-Allora? Che aspetti? Corri da lui, no?-
-Ci vado subito-
Sto per cliccare il tasto rosso ma mi ricordo di una cosa importante.
-Ah, e… grazie Zayn- Dico sincera.
-Di niente.
Vai stupida!-
Spengo la cornetta e mi vesto il più velocemente possibile.
Esco una volta vestita, ovviamente senza farmi beccare e corro, corro a più non posso verso la casa di quel semplice ragazzo, ma che per me conta quanto la vita.
Arrivo e suono il campanello in modo frettoloso e causando dolore al mio dito. Il cancello si sblocca, mentre apro e percorro tutto il vialetto che conduce alla sua casa
Apre la porta quel ragazzo che non ho visto e ho evitato per tutta la settimana.
Quel ragazzo di cui mi sono follemente innamorata.
Quel ragazzo per cui darei la vita.
Quel ragazzo che quando sorride fa scomparire il Mondo, ma ora è tutt’alro che sorridente.
Noto con dispiacere che ha gli occhi arrossati e gonfi, i capelli tutti arruffati. E la colpa di chi è? Di quella stupida che se ne sta imbambolata davanti alla soglia della porta, già… la colpa è mia.
-Dora?- Chiede confuso e sorpreso allo stesso tempo.
-Che ci fai qui?-
-Io… io sono qui per dirti che mi manchi terribilmente e che non importa se hai sbagliato, tutti sbagliano e… ti perdono.
Ti prego torniamo insieme-
Confesso tutto col fiatone, ma senza fare nemmeno una pausa.
Lui sempra perdere un paio di respiri per poi ricominciare con la respirazione regolare e sorridere, contento, veramente contento. Glielo si legge negli occhi. A quella vista sorrido anch’io, è così bello, ma quando sorride ancora di più.
Senza alcun preavviso mi abbraccia, mi abbraccia così forte quasi da stritolarmi.
Quel gesto è più di mille baci, più di mille “ti amo”.
-Mi sei mancata… mi sei mancata così tanto- Dice sul colmo della gioia.
Quando ci stacchiamo mi ruba un bacio, un bacio che dura troppo poco per entrambi.
Le nostre lingue danzano assieme mentre assaporiamo più che possiamo questo bacio.
Quanto mi è mancato, quanto mi sento completa ora.
-Ti amo, non dimenticarlo mai, per quanto un giorno possa essere arrabbiata, anche se dovessi distruggere la casa, ti amerò sempre e comunque- Sussurro sulle sue labbra.
-Per quante cazzate io potrò fare in futuro, e fidati che ne farò tante, tu perdonami sempre, perché ricordati che ti amerò sempre e comunque- Confessa anche lui.
Sorrido, sentendo finalmente la mia metà allacciarsi a me.
-Entriamo?- Mi chiede dopo qualche istante di silenzio.
In teoria questa sera dovevo pulire la casa, e devo ancora preparare da mangiare e sicuramente mi cercheranno… ma chissenefrega, qualche colpo lo riceverò, ma ne varrà la pena.
-Ehm… va bene- Abbozzo un sorriso prima di essere condotta dentro casa.
-Allora… che si fa?- Chiedo una volta dentro casa.
-Ti va un film in compagnia di popcorn?- Propone.
-Certo!- Esulto. Mi indica il cassetto dei film mentre lui prepara il cibo.
Hunger Games Storgo il naso alla vista di quel DVD.
Personalmente non mi piacciono questi tipi di film, troppo sanguinosi… poi mi mettono una certa ansia. Decisamente no.
Ritorno Al Futuro Faccio una strana smorfia, non è che non mi piaccia, ma non lo trovo ideale all’evento.
17 again Dio, quel film lo adoro, lo tiro fuori come opzione.
Harry Potter No, no e basta. Non mi ispira e non ho voglia di guardarlo.
Cyberbully No, assolutamente no. Quello è uno dei miei film preferiti però non è carino vedere una persona che tenta il suicidio assieme al tuo ragazzo.
Titanic OMMIODDIO Titanic! Non me ne fotte un cazo se a lui piace o no, noi lo vediamo!
-Haaaarry!- Lo chiamo tutta gasata. Non ho mai visto Titanic, ma ne ho sentito parlare, ne parlano tutti stupendamente, e io non ho intenzione di non vederlo prima di morire!
Corro subito da lui.
-Ho trovato un film perfetto!-
-Vedia… cosa?!? Titanic? Ma non se ne parla!-
-Cosa? Perché? Non l’ho mai visto ma ne parlano tutti così bene…-
-Perchè di no! Non è il mio genere di film!-
Protesta totalmente contrariato!
-Dai, per favore! La prossima volta  guardiamo tutto quello che vuoi tu- Cerco di convincerlo. Lui sembra irremovibile.
-Non se ne parla!- Gli faccio la faccina da cucciolo.
-Non l’ho mai visto, per favore!- Mi guarda per un attimo addolcito.
-Ma come si fa a dirti di no con quel faccino?- Dice scocciato.
Lo sapevo che la mia faccia da cucciolo non avrebbe fallito.
-Sì!- Esulto.
Lui sbuffa arrendendosi.
***
HARRY’S POV
Abbiamo appena finito di guardare Titanic, e sono scosso… ma non sto piangendo, insomma: un vero uomo non piange per queste cose!
Però… è così commovente. Ecco perché non volevo guardarlo, dopo mi viene paura che noi due possiamo separarci.
Sento vari singhiozzi provenire dalla mia sinistra. Ma che cazz…?
Ok, dovevo aspettarmelo però che piangesse… è una donna e non l’ha mai visto… Eh, però ora come cazzo la consolo? Non sono molto bravo in queste cose… l’ho consolata solo una volta, per via di sua madre… ma mi è venuto spontaneo, non ci ho nemmeno pensato.
Cazzo, ecco perché non volevo guardarlo.
-Amore, ma stai piangendo?- Chiedo incredulo e divertito. Mi lancia un’occhiata fulminante per via del divertimento nelle mie parole.
-Tu che dici?- Chiede fredda.
-Oddio, stai veramente piangendo!- Dico prima di scoppiare in una fragorosa risata.
-Smettila!- Dice infastidita.
-Non ti parlo più!- Aggiunge con un sottofondo scherzoso alzandosi per andare a braccia conserte in cucina.
La seguo sempre con una sfumatura di divertimento in faccia.
-Dai amore, vieni qua- Dico aprendo le braccia per un abbraccio.
-No, sei uno stronzo- Dice mentre mi volta le spalle.
-Dai amore, mi dispiace… prometto che non riderò più- Dico serrando le labbra per non ridere. Non risponde.
-Dai, non fare così- Dico cercando di nascondere tutto il divertimento nel mio tono. Insomma, ho capito che è una storia triste ma… avanti!
Si asciuga le lacrime mentre si gira verso di me cercando di mantenere uno sguardo freddo e arrabbiato ma non riuscendoci sorride e finalmente si catapulta tra le mie braccia.
Le sussurro:
-Jack e Rose come coppia mi piacciono, ma preferisco io e te- Lei in tutta risposta ridacchia.
-Hahahaha, e questa da dove l’hai presa?- Mi limito ad alzare le spalle.
Sentiamo delle chiavi inserirsi nella serratura e mi irrigidisco sul posto.
Mi sono dimenticato, cazzo. I miei genitori, e ora come faccio?
Dora nota il mio nervosismo e mi rivolge uno sguardo interrogatorio.
-Tesoro, sei a casa?- Sento i rumorosi tacchi di mia mamma rimbombare per il corridoio assieme alle polacchine di mio padre.
I miei genitori arrivano a fine corridoio e rimangono stupiti vedendo la mia compagna.
-Harry, chi è lei?- Chiede mia mamma.
-Piacere, Dora- Si presenta porgendogli la mano, che viene liquidata con uno sguardo di disgusto. Lo sapevo, lo sapevo che si sarebbero comportati così.
-Harry?- Si gira verso di me a braccia conserte mio padre in cerca di spiegazioni.
-E’… una mia amica… la sorellastra di Sylvia- Devo dirlo. Devo farlo. Perdonami, amore.
-Ah… ma stai ancora insieme a Sylvia, vero?- Chiede mia madre preoccupata.
-Sì, mamma. La amo, ancora non ti è entrato in testa?- Okey, potevo limitarmi ad un “Sì”, ma è per darle più certezza, sennò avrebbe continuato a fare più domande e sarei stato costretto a ferirla ancora di più.
Non volevo nemmeno guardarla in faccia, proprio ora che avevamo fatto pace… perché tutte a me?
-Perfetto… sinceramente non avrei accettato il fatto che avessi come fidanzata lei, al posto di quella ragazza così bella- Ho capito a che gioco sta giocando mia madre, lei non pensa che Dora sia bella, lei pensa che sia bellissima. L’ho notato dallo sguardo che le ha lanciato prima, ma evidentemente preferisce Sylvia, per cose inutili che Dora “non ha”, ad esempio l’eleganza, la perfezione nei passi, il modo particolare di vestirsi… insomma… Dora non è perfettina quanto Sylvia, ma per quanto riguarda la bellezza… Dora batte Sylvia mille e mille volte.
I miei genitori ridono.
Cerco di trattenermi il più possibile dall’esplodere.
-Insomma… Sylvia non è minimamente paragonabile a Dora- Dice mio padre. Evidentemente Dora deve aver fatto una smorfia particolare, io non lo so e non ho intenzione di controllare.
-Ohw, non fare quella faccia, lo sai meglio tu di tutti che non c’è paragone-
Rivolgo un veloce sguardo a Dora e vedo che flebilmente annuisce, per educazione credo.
-Mamma, papà, adesso basta- Dico a denti stretti.
 Ma come fa? Io sarei esploso mezz’ora fa…
-Scusa, Harry… ma io devo tornare a casa, ci si vede a scuola?- Dice con estrema educazione.
-No, aspetta, ti accompagno!- Mi propongo io.
-No, lascia stare, grazie… Uhm… arrivederci- Sforza un sorriso. Ah, ma li saluta anche? Questa è impazzita.
Quando sento la porta chiudersi inizio ad urlare.
-PERCHE’ L’AVETE FATTO?- Sbraito.
-VOLETE ROVINARMI LA VITA?- Do un calcio alla sedia lì vicino.
-Figliolo, stai calmo, noi vogliamo solo il meglio per te- Cerca di spiegarsi mio padre.
-E’ LEI, LEI IL MEGLIO PER ME!- Urlo incazzato prima di uscire a passo svelto da quella casa. Conoscendola bene si sarà fermata da qualche parte, sicuramente non sarà tornata a casa con quelle tre streghe.
La cerco per tutto il quartiere ma non la trovo, quando sto per arrendermi incazzato come non mai, sento dei singhiozzi alla mia destra.
Dora appoggiata ad un muretto con la testa fra le mani, che piange.
Mi avvicino di fretta, correndo.
-Oddio, finalmente ti ho trovata- Dico sollevato. Non risponde.
-Mi dispiace per quello che ho detto, mi dispiace così tanto.
Non avrei mai voluto dire quelle cose, ma ho dovuto. Mi dispiace-
Dico disperandomi.
-Non ti preoccupare, Harry. Sto bene- Dice sforzatamente mentre alza la testa per guardarmi. Occhi rossi, labbra screpolate, capelli in disordine.
-A me non sembra per niente- Dico tristemente.
-Hanno ragione…- Dice guardando dritto a se. Deduco che stia parlando dei miei genitori.
-Io non ti merito, non ti merito per niente…- dice prima di scoppiare di nuovo a piangere. Mi si spezza il cuore a vederla così fragile.
-Questo però no, mi fai imbestialire quando dici queste cose. Preferisco che mi urli contro le peggiori cose, mi rinfacci di essere il peggior fidanzato di questo Mondo, però che tu dica che non mi meriti no, questo no- Abbozza un sorriso.
-Harry, ma tu non sei il peggior fidanzato del Mondo.
Sei il ragazzo che tutte vorrebbero accanto, mi tratti come se fossi una principessa, e-e sei sempre accanto a me nel momento del bisogno. Sono fortunata ad averti trovato. Sono io che sono sbagliata, come dicono i tuoi genitori…-
Dice incupendosi di nuovo.
-Non devi ascoltarli, non ascoltare nessuno, non ascoltare mia madre, mio padre, Elisabeth, Sylvia, Pamela, Martha; ascolta solo me, ascolta solo te, ascolta le voci che senti quando siamo assieme- Rimane sorpresa, ma annuisce lievemente.
Mi alzo porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi che lei accetta. Rimaniamo con le mani attaccate.
-Adesso andiamo a casa tua, e io ti raggiungo dalla finestra- Lei impallidisce immediatamente spaventata.
-Uhm… no, Harry… non-non voglio disturbarti- Sforza un sorriso cercando di mentire.
-Ma non mi disturbi- Sorrido cercando di farla sentire meglio, ma fallisco miseramente. E ora che le prende?
-Meglio di no, Harry- Decido di andare dritto al punto.
-Che hai?- Chiedo preoccupato.
-Niente, perché?- Cerca di mentire esibendo un sorriso fin troppo esagerato.
-Ormai dovresti conoscermi e dovresti sapere che non me la dai a bere- Alza una parte del labbro esibendo un “mezzo sorriso”.
-Allora?- Chiedo ancora una volta. Rimane in silenzio.
-Dora, perfavore. Odio quando mi nascondi le cose- Titubante si fa avanti.
-Non voglio che tu assista a cosa succederà a casa…- Dice a testa bassa guardandosi intorno. Divento preoccupato.
-Perché? Cosa succederà?-
Non risponde nemmeno ora.
-Dora…- La incito di nuovo.
-Mi-mi picchieranno…- Dice quasi impercettibilmente, triste ed imbarazzata.
-COSA? E perché dovrebbero picchiarti?- E questa da dove è uscita fuori?
-Perché… sono uscita di casa di nascosto, e dovevo preparare la cena…- Dice a bassa voce. Rimango interdetto ad assorbire le sue parole.
-E perché sei venuta allora?-
-Il mio intento era quello di venire e poi andarmene subito, giusto per chiarire… ma poi hai chiesto di entrare e non volevo che la tua felicità scomparisse, ed in più mi mancavi e…- Lascia la frase in sospeso.
-Perché non me l’hai detto?- Sempre più al culmine dell’incredulità.
-Perché non volevo deluderti e… volevo stare un po’ di tempo con te-
Sento la rabbia salire, mi giro di scatto e la trascino violentemente verso la macchina. Non sono lucido ora come ora.
-Harry- Mi chiama la ragazza dietro di me, non mi giro né mi fermo.
-Harry!- Urla un po’ di più.
-Harry, fermati!- Dice dura.
-Harry!- Quando la sua voce si fa più disperata mi giro verso di lei e le urlo un –Che c’è!?- Lei sobbalza e capisco di aver esagerato, cerco di calmarmi.
-Scusa- Sussurra guardandomi negli occhi, per la prima volta, come una bambina. Cosa? Lei pensa…?
-No! Ma cos’hai capito? Non sono arrabbiato con te- Dico accarezzandole la guancia una volta calmato.
-Non… non sei arrabbiato?- Sussurra nuovamente.
-Assolutamente no. Perché dovrei esserlo?- Mi guarda stranita.
-Forse perché… mi stavi uccidendo la mano e ti usciva del fumo dalle orecchie?- Faccio una breve risatina e lei alza un sopracciglio.
-Ma sei bipolare?-
-Che? No! Perché?-
-Sei passato dal romantico, all’infuriato, all’addolcito, allo stranito e ora al divertito-
Scuoto la testa come per dire ‘non è possibile’.
-Forza, andiamo- La trascino però questa volta un po’ più dolcemente e prima di salire in macchina le chiedo:
-Quante volte ti hanno toccato questa settimana?-
-Due-

Senza preavviso la bacio di colpo con foga, lei presa alla sprovvista inizialmente non ricambia ma poi si unisce anche lei al bacio.
-Questo era per non esserci stato quando ne avevi bisogno- Sorride alle mie parole prima di entrare in macchina assieme a me.
***
Arriviamo davanti casa sua dopo il viaggio.
Faccio per scendere, però Dora interrompe i miei movimenti.
-No, fermo lì! Ti ringrazio del passaggio ma questa cosa la devo affrontare da sola- Marca le ultime due parole.
-Non se ne parla! Io vengo!- Protesto.
-Invece ora tu metti in moto, torni a casa e lasci questa cosa a me-
-No, io vengo con o senza il tuo consenso- Affermo duro.
Sbuffa.
-Harry, per favore- Scuoto duramente la testa. E’ anche colpa mia, e non intendo lasciarla sola.
-Testardo- Sussurra.
***
Le sue urla strazianti mi stanno facendo diventare sordo.
Mi tappo le orecchie, dato che non riesco più a sopportare questa tortura.
E’ colpa mia, è colpa mia. Cerco di trattenere le lacrime per non farmi vedere così da lei, avrà sicuramente bisogno del mio conforto, ma non riesco.
Ho tanta, tanta, tanta voglia di uscire da quella porta e tirarla fuori da quel casino, coccolarla, confortarla, insultare nei peggiori dei modi quelle tre, ma non posso, non posso! Devo resistere per lei.
Quelle terribili sensazioni al petto si fanno risentire, quelle quando mi sento in colpa, quando so di essere in un guaio irriparabile, quando il mio istinto mi dice che sto facendo qualcosa di sbagliato, o quando, come in questi casi, una persona mia amata è in pericolo, e io non posso fare niente. Premo sempre di più le mani contro le mie orecchie. C’è un momento di silenzio, non si sente più nulla prima di un colpo secco e le urla più forti di prima.
-Smettetela!- Urlo, con la consapevolezza di non essere sentito, ma un gran peso si libera da me. Le urla cessano nuovamente, non so se questa volta permanentemente. Si sente un’ultima minaccia, poi dei passi salire le scale. Capisco che è lei dato che i passi sono lenti e affievoliti. Mi siedo sul letto, amareggiato e scosso aspettando il ritorno della ragazza.
Mi asciugo il più velocemente possibile il viso, pur sapendo di avere ancora gli occhi rossi. Mi metto una mano tra i capelli abbassando la testa e mettendo il gomito sul braccio. Non deve vedermi in questo stato.
Si sente un tonfo secco e prima che me ne accorga Dora è rannicchiata a terra, in ginocchio con le mani davanti alla faccia singhiozzando come non l’ho mai vista fare. Il cuore mi si spezza in mille pezzettini.
Cosa dovrei fare ora? Faccio la cosa che più mi viene istintivo, mi alzo lentamente, ancora un po’ incerto e scosso, dato che non è una scena da tutti i giorni questa, mi avvicino e mi inginocchio per arrivare al suo livello.
Ho paura, se poi mi respinge? Non l’ho mai vista in questo stato. Lei fa come se non ci fossi. Ma se avesse bisogno di stare da sola invece che una persona che la conforti? Al diavolo tutto. La abbraccio come per dirle “io sono qui”. Quella forte sensazione al petto sembra trasformarsi quasi in piacere al contatto con lei.
-Io non ho fatto niente- Dice con voce impastata dalle lacrime.
-Io non ho fatto niente per meritarmi tutto questo- Aggiunge ricominciando a singhiozzare. Quel piacere scompare all’istante.
Non so cosa dire, non so cosa fare, ho paura di essere di troppo, ho paura di non star facendo abbastanza. Non posso dirle niente in questo momento perché ha ragione, la vita per lei è stata ingiusta. Faccio l’unica cosa razionale che in questo momento mi viene da fare. Mi alzo portandola con me in bagno.
-Ce l’avete un… un kit per medicare?- Chiedo non ricordandomi il nome e non avendo voglia di pensare in un momento del genere.
Indica sotto il lavandino.
-Secondo cassetto- Sussurra. La guardo un secondo sentendomi male per poi scuotere la testa e prendere il kit.
Tiro fuori il disinfettante.
-Ehm… dovresti… toglierti la maglietta- Dico imbarazzato.
Lei semplicemente annuisce. Quando la toglie mi si presenta davanti una vista orrida. Tagli, cicatrici, ferite, bruciature… mi manca quasi il respiro.
Dora notando la mia smorfia dice:
-Lo so, ti faccio schifo- Dice guardando a terra.
-Assolutamente no, sei bellissima. Non mi fai schifo tu, mi fanno schifo quelle tre, che in tutti questi anni ti hanno fatto tutto questo, e tu eri da sola, completamente sola. Sei forte, Dora. Sei veramente forte- Inizio a medicare le ferite. C’è una grande ferita non molto profonda che percorre da metà schiena fino all’ombelico. Mi assicuro di mettere la fascia. Oddio, quanto le odio, le odio tutte e tre. Non so se sarò ancora in grado di guardarle in faccia.
-Domani… d-devo svegliarmi alle quattro… quando te ne vai potresti s-svegliarmi?- Chiede innocente.
-Perché ti devi svegliare alle quattro?- Chiedo confuso.
-Devo pulire la casa, è la mia punizione- Dice guardando in basso.
-D’accordo- quando finisco di medicarla le chiedo:
-Ti va di andare a letto?- Annuisce prima che io la prenda a modi sposa e la adagi delicatamente sul letto. Mi sdraio accanto a lei iniziando ad accarezzarle i capelli, è così che facevo con mia sorella Gemma.
-Your hands fits in mine like it’s made just for me.
But bear this in mind, it was meant to be,
and I’m joining up the dots with the freckles on your cheeks,
and it all makes sense to me...-

Canticchio la prima canzone che mi viene in mente prima che lei si addormenti tra le mie braccia.
 
OK, scusatemi, scusatemi, scusatemi per L’IMMENSO ritardo, mi dispiace tanto. Sono andata a dormire da una mia amica una settimana e poi mi è saltata la connessione internet e quando è tornata mio papà non mi dava mai il computer! Mi dispiace!!
So che è anche un po’ corto, ma… più di così non potevo fare…
Vabbè, finite le scuse… Dora e Harry hanno fatto pace, grazie a Zayn, i genitori sono degli stronzi catastrofici, e le tre streghe ritornano all’attacco (?)
Una domanda, ma Dora vi sembra un po’ troppo piagnucolona? Non lo so… mi da questa impressione, e non vorrei che questa storia diventasse noiosa… rispondete nelle recensioni.
Comunque se vi sembra troppo monotona per ora questa storia tra pochissimo le cose si sconvolgeranno, okey, detto questo vi saluto. Ciao ragazze!
  
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