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Autore: Taila    28/08/2008    2 recensioni
Yamato passò uno sguardo preoccupato sui membri che avrebbero fatto parte della missione: Naruto era così furioso per la presenza sfrontata del suo, ormai, ex amico che sembrava sul punto di liberare tutto il potere distruttivo di Kiyuubi; Sasuke aveva l'espressione di chi voleva essere ovunque tranne li e riteneva tutto quello un'immensa scocciatura; Sakura stava impiegando tutte le sue energie per mantenere i suoi propositi di trattare Sasuke come se fosse invisibile; Sai disegnava tranquillamente, ritraendo Naruto, un soggetto che da qualche tempo riteneva interessante. Per un attimo si chiese cosa fosse passato nella mente dell'Hokage quando aveva scelto i membri per quella missione...
Un lampo di preoccupazione sfrecciò nei suoi occhi quando lesse il nome dell'ultimo componente della squadra: era sicuro che avrebbe accettato solo per poterlo uccidere con tranquillità...
Socchiuse gli occhi e pregò Kami che quei cinque non si uccidessero a vicenda!
Genere: Triste, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Non so davvero cosa mi stia succedendo, ma sono riuscita a scrivere il terzo capitolo a pochi giorni di distanza, me tanto contenta *^* Spero tanto che continui così ^.^
Voglio ringraziare: Iry_Kun sono contenta che ti sia piaciuto l’altro capitolo, spero che ti piaccia anche questo, anche se i combattimenti veri e propri inizieranno dal prossimo capitolo in poi ^.^ ; Capitatapercaso ci credi che sono arrossita leggendo quello che hai scritto nel commento? o^.^o Ti ringrazio davvero. Davvero ti è piaciuta la descrizione degli occhi di Miwa?? Grande! Ho tutta l’intenzione di giocare parecchio sui suoi occhi, di usarli come specchi di quello che prova veramente; la previsione di Sasuke è corretta: ho tutta l’intenzione di farlo penare parecchio eheheheheheheheheh *.* ; e Ako delle tenebre che ha messo la fic tra i suoi preferiti: grazie!!!!! ^.^
Ringrazio anche tutti coloro che hanno solo letto i capitoli precedenti e che leggeranno e commenteranno questo.
Non mi resta che augurarvi buona lettura, alla prossima ^.^


2. Incubi.

Il fuoco scoppiettava allegro rischiarando il buio della notte che stava avanzando. Oltre le fronde degli alberi, nel cielo della prima sera le stelle brillavano come capocchie di spilli. I membri del team 7 si erano accampati in quello spiazzo nella foresta, trovato quasi per caso mentre la stavano attraversando quel pomeriggio. Stavano viaggiando da due giorni quasi ininterrottamente, facendo solo piccole pause, costantemente all’erta per possibili attacchi, la fatica e la tensione li avevano sfiniti ed alla fine Yamato era stato costretto a concedergli una notte di riposo. Quella storia non gli piaceva. I ninja delle ‘Dodici Eclissi’ non si erano visti, eppure quel giorno avevano attraversato un campo di grano, un percorso all’aperto privo di nascondigli in cui sarebbero stati dei facili bersagli, come dei topi rinchiusi in un scatola. Perché avevano perso un’occasione così favorevole? Forse volevano logorarli tenendoli in un costante stato d’allerta, oppure volevano indurli ad abbassare la guardia per poi colpirli quando meno se l’avessero aspettato?
- Sono intono a noi, ci hanno seguito passo dopo passo.- la voce di Miwa che si stava sedendo accanto a lui lo sorprese.
- Io non ho percepito nessuna presenza.- obbiettò il capitano.
Un sorriso divertito incurvò le labbra della ragazza mentre spostava su di lui i suoi occhi neri come il cielo sopra le loro teste, eppure non altrettanto sereni.
- Sono molto abili a nascondere le tracce. Camminano sottovento per nascondere rumori ed odori, e si tengono ai margini del nostro campo d’azione, in questo modo non ci mettono d’allarme e possono avanzare indisturbati, possono studiarci tranquillamente e mettere a punto una buona tecnica d'attacco che potrebbe costarci molto, visto che noi non sappiamo praticamente niente di loro.- .
- E tu come hai fatto a vederli se sono così abili?- chiese un po’ perplesso un po’ curioso l’uomo.
- Segreto professionale!- rispose con un sorriso malandrino lei strizzandogli l’occhio.
Poi riportò lo sguardo ad osservare un punto davanti a sé. Yamato sospirò continuando ad osservarla: Miwa era l’incognita di quella missione, era un elemento fuori dal suo controllo, agiva per conto suo senza informare gli altri, scomparendo e ricomparendo a piacimento come uno spiritello dispettoso. Si era autoproclamata battitore della squadra, senza nemmeno prendersi la briga di interpellarlo, e passava la maggior parte del tempo a battere la pista che dovevano seguire per scoprire eventuali pericoli ed avvertirli in tempo. Un lavoro utile quello, certo, ma lasciava la retroguardia al solo Sasuke. Ma la cosa che lo preoccupava di più era la reazione che aveva avuto quando si era ritrovata davanti la causa di tutti i suoi guai. Si era aspettato di tutto: irragionevoli rifiuti, violente esplosioni, agguati improvvisi, aveva ipotizzato anche che lo sgozzasse nottetempo con il favore delle tenebre; ed invece… niente! Non aveva avuto alcuna reazione! Era rimasta impassibile, anche quando li aveva divisi in coppie e l’aveva messa in squadra con lui non aveva fatto una piega, accettando gli ordini ricevuti come un normalissimo sottoposto; eppure Yamato avrebbe quasi potuto giurare di aver visto un lampo di soddisfazione sfrecciarle in quegli occhi senza fondo! Non gli piaceva ammetterlo, ma aveva paura della Miwa che si trovava davanti, perché non riusciva a capire quello che le passava per la testa! Perché qualcosa nella testa le frullava sicuramente, la conosceva abbastanza per poterlo intuire: gli dava l’idea di un cacciatore appostato al riparo di un fitto cespuglio che attendeva pazientemente il momento più adatto per catturare la sua preda; gli metteva i brividi. Da come si comportava si poteva pensare che avesse superato tutto accantonandolo in un angolo della sua testa, ma Miwa non era tipo lasciarsi qualcosa alle spalle, soprattutto se il passato tornava a materializzarsi davanti a lei spietato ed inevitabile. Improvvisamente la sentì ridere sommessamente e, quasi sobbalzò per lo stupore di sentire quelle note cristalline nella sua voce, era raro che Miwa si mettesse a ridere così serenamente, nonostante sorridesse spesso, e, curioso, seguì la direzione del suo sguardo: Sakura aveva bruciato la cena e Naruto si stava lamentando che aveva fame, irritando tanto la ragazza che alla fine gli aveva mollato un pugno per zittirlo, sbalzandolo di alcuni metri e facendolo atterrare di testa contro una corteccia.
- Vado a darle una mano!- disse poi a Yamato mentre si rimetteva in piedi.
Fece appena alcuni passi che si trovò la strada sbarrata da Sai. Gli occhi neri di Miwa si incatenarono a quelli dello stesso colore del ragazzo, fissandosi, così, a lungo, come per studiarsi, sfidandosi quasi, riconoscendosi in quello sguardo, l’aria attorno a loro era immobile per l’attesa; poi Sai sfoderò il suo solito sorriso di facciata.
- Prego, passa pure!- le disse educatamente.
- Grazie!- rispose lei con un piccolo inchino della testa.
Ma quando gli passò accanto si fermò, voltandosi verso di lui.
- Dovresti imparare a fingere meglio, sai?!- gli sussurrò all’orecchio prima di allontanarsi.
Sai risollevò le palpebre voltandosi quel tanto che gli permettesse di osservarla in tralice, negli occhi l’espressione di chi ha avuto la prova che voleva.
La cena fu consumata tranquillamente, Miwa si dimostrò così abile che Naruto, entusiasticamente, la nominò cuoca ufficiale del team 7.
- Ma non puoi proprio farti trasferire nella nostra squadra?- piagnucolò foderando la sua migliore espressione da cucciolo abbandonato.
- Temo proprio di no, Naruto-kun.- rispose lei tranquilla, con una piccola traccia di divertimento nella voce.
- Peccato! Nemmeno all’Ichiraku ho mai mangiato del ramen così buono!- e si buttò indietro con un lungo sospiro rassegnato, ricadendo con la testa sul suo zaino.
- Grazie!- rise Miwa sinceramente lusingata: mentre lo preparava Sakura l’aveva avvertita che il biondino era praticamente innamorato del ramen, quindi se lo diceva lui poteva crederci!
- Bene ragazzi, basta chiacchierare: a dormire! – esclamò Yamato battendo le mani – Domani dovremo alzarci preso ed affrontare un’altra dura giornata di marcia, quindi andate a riposare e cercate di recuperare le forze. Farò io il primo turno di guardia.- .
I ragazzi annuirono contenti di poter dormire un po’, quindi si avvolsero nelle loro coperte, distesi sul terreno contro gli alberi, usando gli zaini come cuscini, e si addormentarono quasi subito. Yamato prese un altro ceppo di legno e lo lanciò sul fuoco che si stava spegnendo, le fiamme sfrigolarono per qualche attimo prima di ravvivarsi; quindi il capitano riportò lo sguardo al cielo, concentrando i suoi sensi su eventuali pericoli.
Era notte fonda e Sakura non riusciva a dormire, socchiuse gli occhi infastidita: distesa accanto a lei, Miwa si agitava nel suo giaciglio e si lamentava, invocava disperatamente dei nomi che non riusciva a comprendere, le sue mani si contraevano contro il suolo stringendo e sradicando ciuffi d’erba come se volesse in qualche modo trattenere le persone che popolavano la sua mente in quel momento… sembrava in preda ad un incubo terribile. Sakura la vide inarcarsi violentemente, fino al punto di spezzarsi la schiena, la mano destra sollevata davanti a sé come per afferrare qualcosa, una serie di ‘No!’ spezzati tra le labbra martoriate dai denti; osservò preoccupata la sua nuova compagna di squadra, sapeva che non si dovevano svegliare le persone che parlavano nel sonno, ma la inquietava vederla così, sembrava che tutti i demoni che aveva tenuto a bada durante il giorno si fossero liberati e la stessero tormentando nella speranza di portala alla pazzia. Anche gli altri si stavano svegliando a causa dei rumori che produceva, ed un Naruto ancora piuttosto assonnato chiese all’amica di farla smettere. Sakura, allora, allungò titubante una mano iniziando a scuoterla nella speranza di riportarla indietro. Miwa resistette a lungo, digrignando i denti, protestando e dimenandosi violentemente, poi accadde l’impensabile: Miwa si arcuò nuovamente, ancora più profondamente di prima, la bocca spalancata in un grido silenzioso e le palpebre aperte su un paio di occhi privi d’iride, completamente bianchi; sotto lo sguardo stupito di tutti a mezz’aria, sopra la sua testa, si formò il contorno di alcune figure, indistinte ed appena abbozzate, come se fossero state costituite da fosforescenti fili perlacei, le figure iniziarono a correre come se stessero inseguendo qualcuno, fermandosi solo quando raggiunsero un’altra figura immobile come se li stesse attendendo al varco, due bellissimi occhi dal taglio felino sostituirono, poi, le figure, fluttuarono per qualche istante, prima che esplodessero in mille scintille argentee. A quel punto le catene del sonno si allentarono liberando la sue mente e Miwa scattò a sedere lanciando contemporaneamente un kunai che aveva sguainato da chissà dove, che fendette l’aria con un sibilo sinistro, prima di andarsi a piantare nel tronco a cui era appoggiato Sasuke, a pochi centimetri dalla sua tempia sinistra, una sottile linea rossa si disegnò sulla guancia del moro prima che un rivoletto di sangue gli scivolasse silenzioso e lento verso il mento; con calma, senza muoversi dalla sua posizione, Sasuke spostò il suo sguardo sulla ragazza che sedeva ancora con il braccio teso in avanti, piegata avanti ed il respiro pesante.
- Tutto bene Miwa?- le chiese Sakura avvicinandosi.
Appena il ninja medico le strinse il braccio ancora sollevato e tremante per la tensione, Miwa scattò come una molla avventandosi su Sakura e facendola cadere distesa sulla schiena, i denti digrignati, che stridevano fra loro, ed un pugno sollevato pronto per essere scagliato. Naruto e Sai scattarono in posizione difensiva, impugnando i kunai, pronti ad immobilizzare Miwa nel caso fosse diventata pericolosa per la loro amica; Yamato si mise in ginocchio, unendo le mani davanti al petto, pronto a scagliarle contro qualcosa di più efficace.
- M… Miwa…?- provò a chiamarla Sakura mentre cercava di sottrarsi dalla presa ferrea e dolorosa sulla sua spalla.
Quando sollevò lo sguardo ad incrociare quello dell’altra, Sakura vide qualcosa a cui non era preparata: il volto di Miwa era distorto dalla rabbia ed i suoi occhi non erano più i placidi laghi neri che aveva osservato in quei giorni, ma vorticavano e ribollivano in preda ad una serie di sentimenti che non riusciva a riconoscere, che si mescolavano e respingevano l’un l’altro, in una lotta contro quel qualcosa che le stava torturando la mente.
Miwa abbassò la testa, lasciando che i capelli le coprissero gli occhi ed il volto tormentato. Dopo lunghi istanti di stasi, Sakura avvertì la presa sulla spalla allentarsi fino ad annullarsi, quando risollevò la testa scoprì che ogni traccia di furia era scomparsa dal volto di Miwa.
- Scusami Sakura io… io non volevo… davvero non so cosa mi abbia preso…- mormorò costernata mentre l’aiutava a rialzarsi.
- Non fa niente!- rispose con un sorriso la ragazza mentre si massaggiava il punto indolenzito.
Certo che Miwa ne aveva di forza, si ritrovò a pensare…
… ma quello che la preoccupava maggiormente era quel miscuglio di sentimenti contrastanti che aveva letto nei suoi occhi…
… le era sembrato straziante!
Miwa si scusò anche con gli altri ragazzi: aveva avuto un incubo così reale che si era ritrovata a viverlo anche quando si era svegliata, quello era tutto, non c’era di che preoccuparsi.
- Faccio io il secondo turno di guardia, vai pure a riposarti Yamato!- disse con il suo solito sorriso calmo.
- Sicura?- chiese il capitano non propriamente tranquillo.
- Certo! Non ho più sonno, non dormirei comunque!- .
- Va bene – concesse dopo un altro attimo di riflessione – ma se ci sono problemi chiamami all’istante!- .
Miwa annuì prima di andare a recuperare il suo kunai ancora infilzato nell’albero. Sasuke non si era mosso in quei minuti, aveva assistito a tutta la scena con la sua proverbiale calma, si era concesso solo di rimuovere il sangue che aveva imbrattato la morbida perfezione della sua guancia d’alabastro. Il ragazzo seguì attentamente ogni suo movimento, rilassato in apparenza, ma in realtà pronto a scattare al minimo segnale d’allarme. Miwa si chinò in avanti fino a portarsi all’altezza del suo volto, quindi allungò il braccio avvolgendo la mano attorno all’impugnatura dell’arma; la lama era piantata così a fondo nel legno che dovette metterci molta forza per estrarla, lasciando, dopo, al suo posto un profondo solco. Poi la ragazza si allontanò andando a prendere il posto che fino a poco prima aveva occupato Yamato e montando, così, la guardia.
Non aveva mai guardato Sasuke, lo aveva deliberatamente ignorato, nonostante il suo corpo avesse urlato indignato per quella vicinanza: la prossima volta, solo questo aveva potuto ripetersi Miwa, quello non era il luogo né il momento adatto, ma prima o poi sarebbe venuto il momento ed allora tutti i suoi fantasmi sarebbero scomparsi.
  
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