Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: ehikidrauhl    08/07/2014    1 recensioni
-Non ho una tattica sono davvero arrabbiata.- mi costava dirglielo. Mi morse la guancia e mi baciò per tante volte, quante? Non contai i baci, che sfaticata. -Mi devo arrabbiare più spesso.- lo punzecchiai per un pò. -Dai baciami.- accontentò la mia richiesta. Sembrava tutto così normale.
CONTINUO DI "what's gonna make you fall in love?".
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era forse l'ennesima volta che ripetevo il mio curriculum a Los Angeles, ma tutti si focalizzavano sul
-Oh ma lei è la ragazza di Justin Bieber! Mia figlia la segue tanto!- e a me sinceramente poco importava perché nonostante i miliardi che avesse Justin io volevo i miei di soldi, non dovevo sempre fare credito a lui come se fosse la mia banca personale. Mi girai ogni posto possibile ed inimmaginabile finii perfino in un fish and chips a Venice Beach, e io odiavo i fish and chips almeno poco meno del formaggio. Accidentalmente mi scontrai contro una donna che iniziò ad urlare -OH MIO DIO MA TU SEI ARAVIS FLETCHER! OH MIO DIO! OH MIO DIOOO! E QUESTE SONO DELLE MANOLO NUOVISSIME!- sicuramente avrei voluto evitare quel momento, ma mi limitai a sorriderle un pò perplessa. -Okay scusa ma sono giorni che cerco di contattarti e per la prima volta che ti vedo, wow, sei così bella, e...- parlava in modo fin troppo veloce.
-Scusa non ti seguo, potrei sapere chi sei?- -Non importa chi sono io! Ma per cosa ti cerco! Per favore lascia che ti offra un caffè cara ragazza.- ero sicuramente più perplessa di prima, era talmente tanto strana che iniziai a pensare che il cane di una mia amica che aveva i comportamenti da gatto e saltellava nell'erba fosse totalmente normale! Avevo bisogno di una tisana, o meglio di una splendida tisana fatta dal mio ragazzo. Ci sedemmo ad un tavolino poco lontano.
-Okay, perfetto. Bene Aravis, scusa se ci diamo del tu, ma tu sei talmente giovane che non mi viene da darti del lei, quindi, io sono Sarah Faison, presumo tu non abbia la più pallida idea di chi io sia, di cosa io faccia. Ma stai tranquilla non sono una serial killer, nè una rapinatrice, nè una ladra, anche se a dir la verità ti ruberei il guardaroba!- disse con una risata talmente isterica che s'addiceva al suo outfit colorato e ai suoi occhiali...come dire...a mezza luna ecco. Un pò Rita Skeeter. -Ma passando a noi, stavo cercando di rintracciarti da almeno un mese...-
-...Okay okay Sarah, ma tranquilla vai piano, io sono normale non farmi passare come la ragazza di Justin Bieber per l'ennesima volta, ormai sono solo la sua fidanzata, non riesco a trovare un lavoro perché per tutti sono troppo mondana.-
-Per noi no dolcezza. Ecco vedi se tu mi dai il tuo curriculum che vedo spuntare dalla borsa, potrò eccellentemente dirti perché ti cerco.- ci pensai per almeno dieci secondi, guardando quei dieci pezzi di carta con scritta la mia vita lavorativa, e se mi avesse offerto un buon lavoro? Sarei stata felicissima, e in più avrei avuto un lavoro, erano solo dei pezzi di carta, ed io ero adulta e non avevo più nulla da perdere. Presi il curriculum e lo passai nelle sue mani, le sue unghie laccate di rosso fuoco quasi mi abbagliavano insieme ai bracciali e agli anelli d'oro. -Bene bene. Vediamo...Attestati per la cura del corpo, attestati per il make-up, diploma in lingue, laurea in economia, tu sei davvero confusa scommetto che vorresti fare la scrittrice! O la dottoressa, mente confusa, scrittura confusa o no?- scossi la testa.
-Sono abbastanza chiara di mente e di scrittura, e anche se volessi fare la scrittrice non avrei mai successo.-
-Avresti successo se ti proponessi un'intera gamma di prodotti per il trucco, e gioielli e tu saresti la nostra modella principale, la collezione dei gioielli avrebbe il tuo nome, e anche quella per i trucchi, sarebbe tutto firmato dalla tua dolce mano con la tua firma confusa. E faresti palate di soldi, avresti successo per conto tuo, andresti alle sfilate e avresti amiche come Kim Kardaqualcosa, Jennifer Lopez, Beyoncé, insomma saresti amica di mezzo mondo della moda, del make-up. Magari potremmo fare un profumo col tuo nome.- tutto sembrava così fantastico, ma le parole sono parole e basta.
-Questa è solo una gentile chiacchierata, ma io non vedo dove sta il concreto, non hai un capo un qualcosa con la quale io possa parlare magari?-
-Sì, presentati domani a questo indirizzo alle nove. Non mi interessa se Justin Bieber deve andare dal dottore o chiederti di sposarlo, tu vieni e avrai una catena tutta tua. Pensaci Aravis.- scrisse un indirizzo in un foglietto e me lo diede.
-Mi prenderò del tempo.- mi dava l'impressione di essere tutto una grande montatura una grande stupidaggine, non mi era garantito un lavoro, non mi era garantito nulla, il mio curriculum era sul tavolo e Sarah se ne stava andando via. Tornai a casa, e non dissi nulla, dissi solo -Ciao Justin.- -Ciao Tuts.- -Oh questo cosa diavolo è?- dissi vedendo un enorme rettile, mi spaventai alla grande.
-E' finto tranquilla.- disse Justin -E indovina di chi è?-
-Tuo?- chiesi ancora spaventata.
-Oh no è di Jaxon!- mi risposi da sola.
-Oddio dov'è?-
-Sono in giro per Los Angeles, con papà.- mi sentii sollevata per un minuto. Abbracciai Justin, e mi sentii sollevata per un altro pò di tempo. -Che hai? Sembri preoccupata, qualcosa non va?-
-Emh no è tutto okay, sono solo un pò stanca, ti dispiace se mi corico un pò?-
-Ti hanno detto ancora no?-
-...Sì.-
-Oh amore mi dispiace.-
-E' tutto okay.- no non era tutto okay, niente era okay. Per prima cosa tutti mi dicevano no principalmente perché avevo troppa pubblicità per la mia vita sentimentale, seconda cosa mi avevano offerto due linee di prodotti, con il mio nome e la mia faccia, e tutto mi sembrava una grossa truffa, terza cosa era il terzo giorno in cui mi trovavo un bigliettino con scritta tutta "Fall" nella scarpiera e la cosa iniziava ad irritarmi per quanto potesse essere dolce, mi irritava. Arrivai in camera e mi buttai sul letto, ma come se non ci mancasse nulla mi chiamò Caitlin, mi feci forza e risposi.
-Ehi.-
-Ehi straniera, come stai?-
-Sdraiata, distrutta, annoiata e irritata, tu?-
-Per ora bene. Da dove viene la tua instancabile irritazione per tutto?-
-Sono giorni che cerco un lavoro in questo posto e tutti mi dicono di no, perché la mia relazione con Justin potrebbe mettermi in cattiva luce, in quanto lui è un bad boy nell'ultimo periodo, quindi sono irritata, annoiata e distrutta anche per questo.-
-Il resto?-
-E' forse il quarto bigliettino che trovo con il testo di Fall, e non trovo la cosa più dolce.- la sentii ridere.
-Lo sai che vuole fare il dolce ad ogni costo.-
-Caitlin, questi foglietti domineranno il mondo capisci? Li sogno la notte ormai, sogno che mi uccidono. Non vorrei sembrare cattiva ma lo so che mi ama e non c'è bisogno.-
-E' fragile non pretendere troppo da lui.-
-L'altro giorno, mi ha detto "ti amo" io non ho risposto perché era scontato il mio "anche io" e lui si è addirittura fatto dei complessi assurdi chiudendo con un "ho dubitato di te per pochi istanti". Ne uscirò pazza, voglio la cura, è stressato come un pantalone lavato e stirato per dieci anni di seguito.-
-Magari è dietro la porta che origlia. E comunque devi provare a lasciar andare tutto, perché sennò è finita.-
-Finita? Dici che è finita? So dove tiene un anello di fidanzamento, non può finire.-
-OH MADONNA.-
-Ogni tanto quando esce lo cerco nel posto dove lo nasconde, ma ci trovo solo la scatoletta vuota, perché se lo tiene lui.-
-E' ancora così stupido da telefonare con te davanti, credendo che dormi?-
-Sì!- dissi ridendo.
-Non cambierà mai. Oh ti spiace se ti chiamo domani? Ora devo proprio andare.-
-No che non mi spiace, anzi, scusa se ti ho annoiato, ci sentiamo domani dolcezza.- e io il giorno dopo fui abbastanza felice, mi garantirono una linea di prodotti per il make-up con il nome "Aravis" avrei deciso i colori e avrei posato per ogni singolo prodotto, mi avrebbero pagato bene, e se la linea fosse andata in porto, avrei avuto anche la linea di gioielli e borse. Iniziai subito a vedere i colori. Ero aggiornatissima su cosa le adolescenti, le giovani donne e le donne volessero nel loro beauty case. Quasi tutte noi donne vogliamo sempre la stessa cosa, un trucco veloce e leggero. Ovviamente si avvicinava la primavera e decisi per i colori più chiari e sgargianti. Ero così elettrizzata che dimenticai di avere l'ultima generazione Bieber-Malette a casa, e quando tornai super felice, mi ritrovai su un divano a piangere dalla felicità di vedere i tre cuccioli di Bieber che mi correvano incontro (partendo dal più grande Justin, Jazmyn e Jaxon). Ovviamente abbracciai prima i piccolini perché il grande avrebbe aspettato. Eccome se avrebbe aspettato, e aspettò molto. Talmente tanto che lo baciai dopo cena. Ero troppo felice la nuova linea, la mia seconda famiglia in casa, era tutto così bello quel giorno, e per finire in bellezza Justin mi mise un fogliettino con PYD, ero felice perché aveva cambiato la canzone, ma sinceramente ero abbastanza spaventata, quella canzone è abbastanza...impegnativa con le sue espressioni di...kamasutra canterino, e non volevo cogliere il secondo fine del bigliettino. Speravo solo di non dover fare qualche viaggio negli ultimi giorni, non avevamo un tavolino di caffè, ma il resto sì, e il tutto mi preoccupava. Mentre giocava con Jazzy e Jaxon a Twister io giravo l'orologio per dire i colori e le direzioni, Justin si mosse fin troppo in modo terroristico e dalla tasca scivolò giù qualcosa di scintillante, per poco restai imbambolata, poi lui riprese quello che gli era caduto e si sistemò. ERA IL MIO ANELLO. Quando finirono di giocare Justin si sedette vicino a me con una tazzina di ginseng, e tirò fuori il portafoglio, stavamo parlando di carte d'identità e lui non mancò di tirar fuori la sua immacolata carta, solo che io vidi l'anello e mi andò di traverso il ginseng. Lui mi guardò e si sistemò la cuffia
-Tutto okay?- chiese, annuii e continuai a bere estasiata da ciò che avevo appena visto. Era così immacolato. Mi sentii importante e sistemata. Forse mi sentii più tranquilla quando una volta a letto gli dissi del lavoro.
-Justin dobbiamo parlare.- lui annuì e io mi coricai sul suo petto. -Ieri ho incontrato una tipa di un'azienda estetica, insomma una di quelle cose lì. E mi hanno offerto una linea di trucchi, ho accettato, ed ho già deciso nei particolari, perdonami se non ti ho detto nulla.-
-Wow è fantastico, congratulazioni!- disse baciandomi. Presi un respiro profondo -Perché non me l'hai detto subito?-
-Non volevo influissi sul lavoro, mi hanno praticamente detto tutti no, solo perché sei il mio ragazzo. Non volevo farti imbestialire o preoccupare.-
-Oh...beh ormai non mi arrabbio.- disse perplesso -Voglio dire, sono un pò stranito ma...okay. L'altro giorno ti ho sentito parlare con Cait.-
-Umh, dovevo immaginarlo.-
-Almeno solo una parte...-
-Scusami.-
-Scusami tu, vedi sono un peso.-
-No non lo sei! Solo che devo capire come prenderti perché sei fragile come il cristallo e io non voglio perderti per una parola buttata con il peso sbagliato.-
-Non lasciarmi e tutto passerà.- esattamente non capii perché rispose in quel modo. Mi limitai a dargli l'ennesima certezza. Quella che aveva da anni. -Io non ti lascio Justin.-
  
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