Capitolo 5
Le nuvole si rincorrevano senza sosta: avrei voluto
essere là in alto con loro.
“Allora sei venuta.”
Sobbalzai.
“Avevi dubbi in proposito?” domandai sprezzante.
“No.” confessò Tom e dalla sua voce capii che era rimasto
piacevolmente sorpreso da me.
Del resto mi ero addentrata nella foresta seguendo le
strane indicazioni di un ragazzo che conoscevo appena.
Le fronde degli alberi lasciavano filtrare poca luce che
creava riflessi e chiazze sul terreno.
Il rumore del torrente copriva in parte quello delle
cicale, e le nostre parole coprivano il vuoto creatosi attorno a noi.
“Allora come mai mi hai fatto venire qui?” chiesi
curiosa.
“Guarda.”
Mi prese una mano e mi condusse una decina di metri più
in là, spostò le fronde di un salice piangente e dei rami d'edera.
“Oh...” mi lasciai sfuggire.
Era una sorta di capanna di legno perfettamente nascosta
tra gli alberi.
Tom aprì la porta: subito mi colpì la grande quantità di
libri contenuti in cassette per la frutta, poi notai un tavolino nell'angolo
ricolmo di carte e un pentolone rovesciato nel disordine.
Mi avvicinai al tavolino e presi in mano un foglio: era
ricoperto da una scrittura molto fitta, piena di segni e cancellature, come la
maggior parte degli altri fogli.
“Sorpresa?” mi chiese con tono indecifrabile.
“S..Cioè no. Non sono sorpresa.
Sai, mi aspettavo chissà cosa e invece mi ritrovo in un piccolo laboratorio
pieno di scartoffie.” alzai le spalle e puntai i miei occhi nei suoi.
“Oh...capisco.” mi lancia un sorriso divertito senza
distogliere lo sguardo dal mio.
“Mi piace studiare tutte le forme della magia. Ho
viaggiato molto per questo, sai? Credo che ad Hogwarst
ci sia molta carenza su alcuni fronti.”
Lo guardavo senza capire: “E...quindi? Cosa centro io?”
“Ti ho fatta venire qui perché di ritengo una strega
molto brillante e perché credo che se lavoreremo insieme potremmo andare
lontano.” i suoi occhi luccicavano per l'emozione.
Prese la bacchetta magica, l'agito e riordinò in un
secondo le carte sul tavolino.
Io strabuzzai gli occhi: “Non puoi!! Hai ancora la
traccia, ti espell...” non mi lasciò finire la frase.
“Espelleranno? Me?” scoppiò a ridere “Ho imparato un
incantesimo per truccare la bacchetta in modo che possa fare incantesimi anche
se sono minorenne.” mi squadrò soddisfatto, forse in cerca di complimenti.
“Ah...wow...” riuscii a balbettare.
“Passa.”
“Cosa?”
“La tua bacchetta.”
Glie la diedi poco convinta.
La prese tra le mani e sussurrò qualche parola
incomprensibile, la bacchetta cominciò a vibrare e attorno a lei si creò un
alone di polvere scura, dopodiché tutto si fermò e Tom me la restituì.
“Incredibile.” sussurrai.
“Allora ci stai? Lavoreremo insieme?”
“Ci sto.” e sono sicura che in quel momento il mio
sguardo fosse inquietante quanto il suo.
* * *
Da quel giorno per tutta l'estate ci incontrammo con
regolarità alla capanna di legno.
Più tempo stavo con Tom, più sentivo il bisogno di stare
con lui: mi dava la forza necessaria per sopportare tutto quello che mi
succedeva durante il giorno, perché lui mi prometteva giorni nuovi dove saremmo
stati noi a comandare.
Quelle parole erano droga per le mie orecchie.
* * *
“Lui è Barty Crouch.”
“Piacere.” gli strinsi la mano.
“Da oggi insieme ad altri si unirà a noi. Credo dovremo
allargare il laboratorio Bella.” continuò Tom.
Mi lasciai scappare un mezzo sorriso: aveva usato il mio
soprannome.
“Ottimo. Sappi che non siamo qui per divertirci Barty, qui si lavora seriamente.” mi piaceva l'idea di
spaventare il nuovo arrivato.
“Okay.” rispose soltanto.
Facemmo scoppiare un po' troppe provette quel pomeriggio,
ma alla fine ottenemmo qualcosa di buono: Tom voleva trovare un modo per usare
la magia senza la bacchetta.
Era un' idea folle, ma lui era così sicuro di sé, che non
potevo fare a meno di crederci con tutta me stessa anch'io.
Quando Barty se ne fu andato,
io rimasi con Tom a sistemare le ultime cose.
“Ti piace la mia idea di coinvolgere più persone nella
nostra ricerca?” sembrava gli importasse davvero di conoscere la mia opinione.
“Sì, la trovo un'ottima idea.” dissi finendo di sistemare
una pila di libri.
Non feci in tempo a voltarmi che Tom mi aveva preso per
la vita e fece fare una giravolta per aria.
“Davvero?” rise.
“Sì, davvero.” risi anch'io.
Questa volta fui io a baciarlo, lui rispose al bacio e mi
strinse a sé mentre io gli misi le braccia attorno al collo.
Io ero davvero innamorata di lui, e immaginavo che anche
lui fosse innamorato di me.
Ciao a tutti!! Grazie mille per essere arrivati a leggere
fino a qui. Fatemi sapere cosa ne pensate e se avete delle critiche…così saprei cosa migliorare J
Baci, emily