Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Matt1103    09/07/2014    2 recensioni
Un ragazzo con il desiderio di diventare un scrittore, una leggenda che prende vita sotto i suoi occhi e una grande decisione da prendere che potrebbe cambiare il suo destino. Tutto questo per il raggiungimento di un sogno.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 4
 
 
Frederick se ne stava affacciato dal terrazzo, a guardare giù. Era uno dei suoi passatempi preferiti. Diceva gli permettesse di guardare il mondo da una prospettiva diversa, non sua né di nessun altro. Da lassù riusciva a intuire i pensieri delle persone, si credeva un Dio. Poi guardando verso l’orizzonte, ritornava a sentirsi piccolo, il mondo era troppo grande per lui. Ogni uomo che passava sotto l’occhio attento di Frederick sembrava avere uno scopo nella vita, qualcosa da portare avanti e gli scappò un sorriso perché finalmente qualcosa accomunava lui con qualunque altra persona, finalmente anche lui aveva un obiettivo da raggiungere.
 
Il bussare di qualcuno alla porta interruppe i suoi pensieri, odiava quando questo succedeva. Se gli avessero proposto di vivere nel deserto per evitare le seccature, ci sarebbe andato, consapevole che qualcosa lo avrebbe infastidito comunque. Stavolta, però, lui stesso aveva dato fonte ai suoi problemi.
-Cugino!- esclamò Jeremiah, abbracciando Frederick in una morsa ferrea, che dall’espressione del suo volto s’intuiva chiaramente non gradisse.
-Benvenuto. - mentì, mentre il cugino era intento a fotografare ogni anfratto della casa.
-Vedo, che non hai perso le tue abitudini. - disse Frederick.
-Ovvio che no! Non si può abbandonare una passione. - pronunciò Jeremiah con tono solenne.
-Quindi sei diventato un fotografo?-
-Ovvio che no!- ripeté. -Non vendo la mia arte. È un piacere che solo io posso assaporare. - disse estremamente convinto delle sue parole. Difficile chiamare artista, una persona che fotografa ogni cosa che si muove e non.
-Ma potresti fare un po’ di soldi con quello che ti piace fare. -
-No. Un fotografo per fare soldi non ritrae ciò che piace a lui. - la sua espressione era stranamente seria, ma finalmente il desiderio di non fare parte degli schemi li avvicinava.
-Accomodati. - chiese Frederick, per cercare di fermare il suo impeto da fotografo.
Il cugino si mise a sedere, ma continuò a fotografare anche da lì.
-Allora, come mai mi hai fatto venire qua?- domandò, riprendendo la sua aria seriosa.
-Ho bisogno del tuo aiuto. - disse guardandolo fisso negli occhi, quasi cercando di ipnotizzarlo per ottenere ciò che voleva.
-Beh, spiega. -
-Devo scrivere un libro, parla della “Dama della nebbia"- Frederick raccontò la storia a Jeremiah, senza tralasciare nemmeno un dettaglio.
-Capisco, ma io cosa dovrei fare?- chiese il cugino, ancora -Per scrivere questo libro non mi basta sapere la storia, la devo verificare di persona e ovviamente avrò bisogno di foto e filmati, anche per intervistare gli abitanti del posto. - disse con fermezza Frederick. –Per questo ho bisogno di te- aggiunse.
-Mh…non vedo perché no, potrei scattare delle foto meravigliose- rispose entusiasta Jeremiah. Frederick tirò un sospiro di sollievo e per quanto non considerasse il cugino un’artista, scattando ogni momento della sua vita, aveva affinato la sua tecnica e si, era proprio bravo.
Jeremiah mise un braccio sulle spalle di Frederick e fece una fotografia.
-Che fai?- chiese a disagio.
-Una foto per commemorare il fatto che siamo diventati soci-
-La stai facendo diventare più grande di quanto non è-
Jeremiah si alzò e andò ad affacciarsi sul terrazzo, proprio come prima stava facendo il cugino. Stranamente aveva lasciato la sua Nikon sul tavolo. Frederick la prese e andò a guardare le foto mentre si avvicinava a lui. Si aspettava che il cugino gliela strappasse dalle mani, invece non fu così, rimase lì a guardare le foto attraverso il riflesso dei suoi occhi.
-Frederick…ti volevo dire grazie. - disse con voce malinconica.
-Grazie? Se è per il libro, dovrei dirtelo io grazie-
-Non parlo del libro. - Frederick cominciava a intuire di cosa stesse parlando.
-Grazie perché da piccolo mi sei stato sempre vicino…- Una lacrima gli rigava il viso, ma il cugino essendo dal lato opposto non si accorse di nulla.
-Soprattutto quando è morta… -
-Non ti preoccupare, so quanto è stato difficile per te- disse Frederick guardando il vuoto, per non osservare la tristezza negli occhi di Jeremiah.
-È da allora che ho cominciato a scattare foto, volevo immortalare ogni istante per paura che mi potesse sfuggire dalle mani. Facendo così posso congelare ogni attimo e sono sicuro che potrò rivederlo per una seconda volta. - confessò.
-Non pensavo fosse per questo…- ammise Frederick.
-Già…patetico.- sorrise con freddezza.
-Non è patetico... – Jeremiah lo interruppe con un gesto, voleva la fotocamera, che ebbe senza alcuna resistenza.
-Vieni- disse a Frederick, che adesso poteva osservare la lacrima che scendeva solitaria. I due si misero a tavola. Jeremiah sembrava cercare una foto in particolare, tra la miriade che aveva scattato.
-Ecco- disse porgendo la macchina digitale a Frederick.
La foto che cercava con insistenza raffigurava loro due da piccoli mentre giocavano a pallone.
-Hai ancora questa foto?- disse sorridendo il cugino.
-L’ho messa nella mia Nikon per portarla sempre con me.- spiegò Jeremiah.
Quella era una foto particolare, perché non raffigurava solo un momento di gioia, infatti, lo stesso giorno a distanza di qualche ora la madre di Jeremiah morì. Forse lui non voleva ricordare solo quegli istanti di allegria, ma anche quelli di tristezza, quasi non volesse separarsene.
Frederick si alzò e si avvicinò a un cassetto della cucina. Prese una foto e la porse al cugino. Era la stessa foto.
-Non me lo sarei mai aspettato da te- confessò.
-Beh, nemmeno io…- ammise Frederick.
-Sono felice di poterti aiutare a inseguire il tuo sogno. - disse Jeremiah andando verso la porta. Poi si voltò e andò ad abbracciare il cugino. Quell’incontro era finito così com’era cominciato.

Frederick si trovò in quella stanza di nuovo da solo, gli doleva ammetterlo, ma anche lui aveva un lato tenero, neanche tanto nascosto.

Qualcuno bussò di nuovo alla porta.
-Ancora qui?- disse Frederick a Jeremiah.
-Mi sono ricordato una cosa. Sali in macchina. - rispose entusiasta il cugino.



Frederick non sapeva dove stessero andando, ma non aveva voglia di chiederlo.
Capì solo quando imboccarono un piccolo sentiero, quella strada portava al fiume.
Scendendo dall’automobile Jeremiah stava quasi per inciampare.
-Bene!- esclamò, poi ispezionò il terreno lì tutto intorno. Si fermò accanto ad un albero, assunse una posa da soldato e contò ad alta voce i passi che faceva, svoltando a destra e a sinistra quando lo riteneva opportuno.
-Eccoci- Jeremiah cominciò a scavare con le mani, Frederick in un primo momento non capì, ma poi si unì al cugino.
-Sei sicuro che sia qui sotto?- domandò dubbioso.
-Certo che si! Ricordo la mappa a memoria. - Continuarono a scavare per una trentina di secondi, finché le loro dita non incontrarono qualcosa di duro.
Jeremiah rinvenne una scatoletta di pelle, ormai logora.
La aprirono. Dentro vi trovarono un pallone sgonfio, lo stesso con cui giocavano nella fotografia. Quella scatola era la tomba del loro fedele compagno di giochi.
-Wow, c’è ancora!- esclamò Jeremiah
-Perché avevi paura che qualcuno potesse rubare un pallone rotto?- ironizzò Frederick. Il cugino prese la Nikon puntualmente ancorata al collo e scattò una foto al pallone che poi rimise nella scatola.
-Mi prometti una cosa?- chiese Jeremiah.
-Cosa?-
-Mi devi promettere che quando saremo ormai vecchi ritorneremo qui, a fare visita al nostro amico. -
-Te lo prometto, ma te ne dovrai ricordare tu, perché non credo che avrò una buona memoria a quell’età. - Scoppiarono a ridere, ma non allegramente. Le loro erano risate malinconiche.

Si sedettero in riva al fiume a osservare lo scorrere dell’acqua. Frederick lo paragonava allo scorrere del tempo, tempo che un giorno li avrebbe portati a ritornare in quel luogo, per osservare i cambiamenti apportati all’ambiente e a loro stessi.

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Matt1103