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Autore: AngyHufflepluffLewis    09/07/2014    4 recensioni
Katniss e Peeta stanno andando a casa di Finnick e Annie, nel distretto 4. Lei ha appena partorito e, Finnick vuole condividere con gli innamorati sventurati la felicità del momento. Finnick non è morto(è un modo per autoconvincermi che non è mai successo niente di simile), e vive in una piccola casetta di fronte al mare insieme a Annie e al nascituro. Katniss è afflitta da un problema però, che riguarda proprio i bambini e che la farà riflettere su una decisione importante che potrebbe cambiarla del tutto. Una decisione già stata presa da Katniss, che si ritrova a pensare se sia veramente giusta o no, per lei e soprattutto per Peeta.
Questo é solo l'inizio della storia. Dato che ha avuto abbastanza "profitto" scriverla, ho deciso di non fermarmi solo a pochi capitoli, ma di continuarla.
P.s: Ho dovuto cambiare il rating, ma non é niente di scandaloso :)
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Peeta POV
Ora che ci penso, non so proprio come orientarmi in questi boschi. Ho camminato tantissimo da quando ho deciso di lasciare il treno per andare da Katniss, ma fino ad ora ho visto solo alberi e cespugli. Non ho mai voluto esplorare questo tipo di posto, anzi da piccolo mi faceva una paura tale da desiderare solo che scomparisse. Quando ho saputo che la ragazza che mi piaceva ci andava per dar da mangiare alla sua famiglia, non ho potuto fare a meno di affermare ulteriormente il mio odio. Volevo solo fare qualcosa per lei, ma sapevo anche di essere impotente davanti a quella situazione.                                      
Poi però sono stato estratto, e chiamato per gli Hunger Games. Ho cercato in tutti i modi di imparare su piante ed erbacce varie, invano, perché non ci capivo mai niente. Inoltre, nel vivo dei giochi, ho quasi sempre avuto Katniss al mio fianco. Neanche adesso che gli Hunger Games sono finalmente cessati, ho avuto la voglia di avventurarmi tra quelle chiome alberali.                                                                                                                     
Sto camminando alla cieca da almeno un’ora, e non c’è nessuna traccia di civilizzazione. Credo che il treno si sia fermato esattamente al confine tra il Distretto 11 ed il Distretto 12, il ché è a mio favore in parte. Funghi e cespugli spinosi dappertutto, tanto muschio che con il suo odore acre mi fa girare la testa. Non credo che resisterò ancora per molto, perché oltre ad essere stanco morto, non so dove sto andando. Mi ricordo che mio padre mi aveva detto qualcosa in proposito da piccolo:                                                                            
“Se ci si perde la cosa migliore è camminare sempre dritto. La strada giusta è sempre quella davanti ai tuoi occhi”                                                                                                  
Ora non credo molto alle sue parole, anzi più cammino e più mi sembra di star sbagliando direzione. Cavoli, a questo punto Gale avrá già parlato con Katniss e forse stará passando ad altre maniere...no ma che sto a pensare! Sicuramente non lo avrá fatto passare nemmeno sulla soglia di casa. Ho la strana sensazione di non avere ragione. Lei però si fiderebbe di me, e io devo fare altrettanto.                                                                                 
Sono sicuro che quando arriverò al distretto(semmai succederà) mi fará una ramanzina e si arrabbierà moltissimo con me.                                                                                        
Eppure lo sto facendo per il suo bene...                                                                                                                
È quasi l’alba, e tale velocità nel sorgere del sole mi sorprende. Non mi sono fermato un secondo da quando sono partito e il mio corpo sta cedendo. Sento i muscoli delle gambe ardere come fuochi ardenti, e sento la mia testa girare come una trottola. Nonostante i miei occhi siano completamente appesantiti scorgo uno specchio d’acqua dolce, e vicino ad esso una catapecchia abbastanza malaticcia, che dà l’impressione di crollare da un momento all’altro. “Almeno è qualcosa” penso. Adesso anche il ramo di un albero mi sembrerebbe comodo, inoltre ho la bocca così secca che a stento riesco a muoverla. Il freddo mi ha screpolato le labbra a tal punto da non sentirle più, e se quell’acqua è veramente potabile non posso che considerarla una salvezza.                                                                       
Mi avvicino cauto, trascinandomi lentamente sul suolo scivoloso a causa della neve sciolta. Quando arrivo alla casetta mi pento subito di averla giudicata così male dall’esterno. Nonostante sia un’po’ arrugginita si vede che viene ancora usata, solo che molto raramente. È un bel posto per uno come me, che ho camminato e camminato per tanti chilometri. Ciò che mi stupisce di più è che trovo anche della legna appena per fare del fuoco sul camino, insieme ad una coperta impolverata e piena di buchi. Deduco quindi che qualcuno è già stato qui, e anche recentemente. Non posso fare nulla però, devo riposare e anche se quel qualcuno ritornasse non avrei forze per affrontarlo.                                          
Quasi automaticamente chiudo gli occhi, accasciandomi a terra stremato.                                                                           
Katniss POV
Ho sentito tanto dolore nella mia vita, sia fisicamente che mentalmente, eppure questo è così diverso da non sembrare neanche vero. Le mie urla ora sono così forti da farsi sentire in tutto il distretto, se non in tutta Panem. Forse sto esagerando, forse non è altro che un mal di stomaco. Certo, un mal di stomaco così forte da farmi venire i brividi lungo tutta la schiena, da farmi accelerare il cuore ad un ritmo improponibile e da distruggermi le ossa dall’interno, ma è sempre un mal di stomaco. Cerco di asciugarmi la bocca con la manica della maglietta, in modo da togliermi il vomito dalla bocca. Gattono verso il mio letto, ma dopo un’po’ vengo fermata da un’altra fitta di dolore lancinante.                                   
All’improvviso sento dei passi nel corridoio, e subito dopo sento un tonfo. Delle voci, che spero di non stare immaginando, stanno urlando il mio nome. Delle voci conosciute.                                                                                                       
SBAM! Qualcuno dà un calcio alla porta, tanto da farla spalancare nonostante la chiusura a chiave. Annie. Insieme ad una Effie molto nervosa, con ancora i bigodini colorati in testa.        
-Katniss! Oh cielo cosa ti è successo!- esclama Annie, con ancora la gamba alzata.                 
Mi accorgo di essere in posizione fetale, per terra e di avere sicuramente una faccia corrucciata e ancora piena di bile giallastra. Effie cerca di farmi alzare, accarezzandomi dolcemente la testa in modo da tranquillizzarmi. Annie invece controlla la casa per vedere se c’è qualcuno di sospetto. Il dolore pian piano diventa sempre più lieve per poi sparire completamente, come se fosse stato solo un incubo affievolito dall’ambizione del risveglio.                                                                                                                   
Effie, sempre da madre affettuosa mi aiuta ad arrivare al letto, appoggiando nelle sue gambe la mia testa ancora pulsante di dolore. Le mie gambe e le mie mani tremano come foglie in autunno, e sia i miei muscoli che le mie ossa sono deboli.                                                                                                                      
-Dolcezza vuoi raccontarmi cosa succede?- mi domanda.                                                
No, “Dolcezza” non è una parola che userebbe Effie, l’unico motivo coerente che mi viene in mente è che si è Haymitchimizzata(?).                                                                                              
-Non lo so, stavo per andare a dormire e all’improvviso ho sentito questi dolori alla pancia molto forti. Il vomito ne è stato conseguente- spiego.                                                                    
Annie mi porge un fazzoletto per pulirmi e poi mi guarda in modo fisso e deciso, in modo molto strano per una ragazza così tra le nuvole come lei. Di solito il suo sguardo si perde in cose così futili per il resto di noi, cose che definiscono le cicatrici che la Capitale le ha inflitto. Adesso però è come se l’essere mamma le abbia quasi conferito un qualcosa di acuto e preciso, una specie di istinto in più di strana natura, così preciso da percepire sentimenti a me estranei.                                                                                                                                 
-Annie...tutto bene?- domando. Lei sembra riprendersi da una profonda riflessione, sempre però con lo stesso sguardo accondiscendente. Mi rendo conto che anche Effie mi sta guardando nello stesso identico modo, il ché mi riempie quindi di molta inquietudine.                         
-Mi volete dire cosa avete tanto da guardare voi due?-                                                                                         
Né Annie né Effie sembrano voler rispondere.                                                                                                  
Solo dopo tanti, irritanti ed odiosi minuti...                                                                                                             
-Katniss, tu e Peeta siete già abbastanza intimi giusto?- mi chiede Effie senza troppe cerimonie. Sento che uno spruzzo di rosso mi colora il pallore malato del mio viso. Che razza di domanda imbarazzante è?                                                                                                                         
-Io...io non lo so. Cosa intendi dire con abbastanza intimi?- dico balbettando.                                                   
-Intendo dire...avete già fatto le vostre esperienze, giusto? Non so se mi spiego...-                                                            
-Credo che abbia capito Effie, solo che non vuole rispondere- dice Annie.                                                     
Rimango allibita, con una faccia sicuramente da idiota. Io non ho mai parlato di cose di questo genere con nessuno, sono sempre stata fredda e apatica davanti a questi tipi di sentimenti amorosi. Solo Peeta con la sua estrema dolcezza ed il suo animo buono è riuscito ad ammorbidirmi. Se quindi è solo ed unicamente con PEETA che ho saputo aprire i miei sentimenti, allora è solo con lui che lo farò per il resto dei miei giorni.                                                                                                                                        
Adesso però queste due vogliono sapere ciò che io voglio invece nascondere, ciò che sento come qualcosa di mio e di Peeta, non di altri.                                                                                                                          
“Queste due vogliono solo aiutarti, Katniss. Una di loro è la moglie del tuo migliore amico, mentre l’altra è quasi una madre per te, quindi non devi fare altro che fidarti di loro” mi dice una voce nella mia testa. Tralascio il fatto che sia uguale a quella di Finnick, ormai mi sembra quasi normale immaginare conversazioni con persone al momento non presenti.                                    
-Si Effie, siamo già “intimi”- dico infine. Gli occhi di Effie e quelli di Annie si incontrano in un’uno sguardo di approvazione.                                                                                                          
-Forse è meglio se chiamiamo Johanna, lei ti spiegherà più chiaramente i nostri...diciamo sospetti- dice Annie.                                                                                                                             
Delicatamente Effie mi aiuta a scendere dal letto e mi accompagna in salotto insieme ad Annie, che mi sorride con una strana consapevolezza, un’po’ come a dire “so già cosa ti succederà e non sarà per niente facile”. Tutto questo è terribilmente irritante.                                                 
Arrivate in salotto vado verso il tavolino in cui è posizionato il telefono e consulto il foglietto che contiene tutti i numeri di telefono.                                                                                     
Chiamo.                                                                                                                                           
Non risponde.                                                                                                                                 
Mi incitano a richiamare.                                                                                                            
Richiamo.                                                                                                                                                                        
-Chi è l’idiota che mi chiama alle 6:00 di mattina?-                                                                                                         
*Johanna, sempre molto delicata e disponibile*                                                                                                                 
-Siamo noi Johanna! Sai io, Katniss ed Effie volevamo parlarti- dice Annie urlando un’po’ troppo forte. Effie mi incita a parlare, ed io faccio come dice meccanicamente solo perché non la voglio sentire lamentarsi.                                                                                                                  
-Johanna, ecco...la situazione è un’po’ complicata. Diciamo che ho sentito dei dolori alla pancia poche ore fa ed ho anche vomitato...Effie voleva che mi spiegassi esattamente ciò che nessuna di queste due mi vuole spiegare- dico io sottolineando l’ultima frase con stizza.                                                                                                                                                    
-Quando hai fatto BOOM BOOM con Peeta avevi il preservativo?- mi chiede esplicitamente. Questa è la seconda volta in tutta la giornata in cui mi sento profondamente imbarazzata. Perfino Annie ed Effie(che a quanto pare sono esperte) si sentono fuori luogo. Con poca sicurezza cerco di rispondere:                                                                       
-Nn...no-                                                                                                                                                           
-Allora sei incinta, idiota!- mi dice.                                                                                                                 
  
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