La mia vita è
piena di promesse vuote
e sogni infranti
-Eminem
CAP 2
Eric
Quando si è soli, si ha un senso di benessere a volte, ma succede solo nelle prime fasi. Ti senti emozionato perché hai la casa tutta per te ad esempio, puoi fare quello che vuoi, puoi mangiare schifezze, dormire o organizzare feste e serata con amici. In un certo senso ti senti come un re nel suo castello. Ma pian piano il castello comincia a crollare, la servitù scompare, il benessere finisce e ti senti rinchiudere. Ecco finisce sempre così, dopo tanto, forse troppo tempo rinchiuso in quella stanza che ormai la senti neutra di tutto, dove sei stanco anche solo di sederti dopo una lunga giornata, vorresti solo che qualcuno ti venisse ad abbracciare, mandare un messaggio con scritto ‘Ehy’, ti senti già meglio, capisci che qualcuno ti pensa. Ma non succede sempre, dovremmo essere grati di avere quello che abbiamo, un tetto sopra la testa, una mamma che ti cucina e che ti sorride felice quando mangi tutto, un papà che ti porta con te e si vanta con i suoi amici di avere un diavolo in casa, fratelli o sorelle che ti stanno accanto, amici che restano nei momenti bui e belli senza che tu lo chieda. Tutto questo fa parte della vita di moltissime persone, persone che gli sembrano gesti e atti naturali e non ne danno molta importanza. Altri lo sognano, sognano ad occhi aperti che succedono solo per sentirsi amati per qualche minuto o secondo, ed è in quel momento che ti chiedi ‘ Come sto realmente? ‘ è li senti un vuoto, tu cerchi di pensarci, ma non riesci neanche a sentire i tuoi pensieri. E’ l’angoscia, di non voler credere che la vita è vuota, senza nessun sentimento dove le novità succedono di rado, dove ascoltare qualcuno lamentarsi di quello che gli amici ti hanno fatto, tu resti impassibile perché pensi hai degli amici, combinano guai e tu li abbandoni? Non sai cosa significa essere soli. Le parole ti muoiono in gola non volendone parlare, anzi che urlare al mondo come stanno le cose, per molti è imbarazzante e restano nel loro piccolo guscio senza farsi notare. Io tutto questo l’ho passato e ancora oggi ci soffro ma lo lascio a vedere, non importa che le persone, compagni o ‘amici’ lo sappiano perché ti sei rialzato ed è la cosa più bella che possa succedere, ma sai che non ritornerai o diventerai come alcuni ragazzi che ti stanno attorno, perché ti segna nella vita come un taglio, si formerà la crosta e con il tempo resterà lì e ogni volta che lo vedrai, cadrai sempre o anche per poco in quel alone di tristezza che è stato o è la tua vita. ‘ A volte succedono cose che non si è preparati ad affrontare ‘ in questi casi nessuno è pronto, nessuno si potrebbe immaginare che la sua vita fra poco crollerà è il primo sono io… Eric Thompson. Nessun ragazzo vorrebbe vedere la sua vita spezzarsi davanti ai suoi occhi.
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Non avrei mai immaginato che un ragazzo con così tanti problemi, aiutare ragazzi o ragazze che con così tanti problemi o peggiori, ma mi sono dovuto rivedere da quando ho incontrato Luke Rogers, un ragazzo con i capelli biondo cenere tenuti su con del gel, occhi color oceano e un metro e ottanta. Non so come ma l’ho aiutato. Ho conosciuto Luke all’età di 12 anni soffriva di depressione non credeva nell’amore, i suoi genitori lo hanno abbandonato al suo destino all’età di 7 anni, lo hanno abbandonato facendolo sentire un verme. Subito dopo averlo lasciato in un orfanotrofio sono partiti e trasferiti in un'altra città. Come lo so? Perché Luke non voleva crederci, è scappato ed è ritornato a casa. Trovandola vuota dalle persone che amava, il suo cuore si è spezzato e da quel giorno ha vissuto con la sua vicina di casa la signora Martin. Ha sofferto molto, ma grazie a me ha riacquistato la luce nei suoi occhi, il sorriso sulle labbra e il cuore ha ricominciato a battere. Da quel giorno dove ha, anzi abbiamo sconfitto la sua depressione ha cominciato a chiamarmi ‘cupido’ perché l’ho rifatto innamorare della vita e del sorriso. Io invece sono rimasto lo stesso ho sempre avuto quel peso sul cuore e non sono mai riuscito a distruggerlo, ma va bene così preferisco pensare agli altri che a me stesso.
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Camminando tra i corridoi sento delle urla e un gruppo di ragazzi e ragazze che guardano un ragazza, che resta immobile dopo che l’amica le ha urlato in faccia. Vedevo che non si stava sentendo bene, era molto agitata, avevo capito che stava per accadere un attacco di panico. Non potevo guardare una ragazza stare male. Così la presi per le spalle e la portai via, mi chiese chi ero e che nessuno poteva aiutarla, le volevo chiedere dove portarla ma svenne subito dopo. La portai in infermeria e ci trovai la signora Chapman .
“ Signora Chapman, la prego aiuti. E’ svenuta! “ le dissi in preda al panico. Ero molto preoccupato per questa ragazza.
“ Oddio povera cara. Cosa le è successo? Stendila, qui! “ mi disse. La stesi sul lettino e non ebbi il tempo di guardarla, che l’infermiera mi spinse di lato in modo di poter far al meglio il suo lavoro. Non avevo capito che era esattamente quella ragazza, non l’ho guardata bene.
“ Signora, ma si riprenderà? “ le chiesi
“ Certo giovanotto! Siamo alla seconda ora, potresti entrare in classe, è il primo giorno di scuola. “ mi disse. Non volevo lasciarla sola, mi era sembrato così indifesa, avevo capito cosa le stava per accadere, un attacco di panico. Non l’avrei lasciata sola, io l’aiuterò.
“ No, non voglio lasciarla, se vuole lei può andare. Fra un ora la chiamo se ancora non vuole svegliarsi. “ le dissi sperando che ci lasci soli. Mi alzai e mi avvicinai all’infermiera. Quando la vidi ne rimasi incantato. Una bellissima ragazza, dai lunghi capelli ricci e mori e dalle labbra carnose e medie. Avevo un visino veramente carino, quasi angelico, ara molto bella. L’ho vista varie volte ne corridoi della scuola con un ragazza e molte volte nel giardino dietro la scuola, non ci va mai nessuno perché credono ci siano serpenti e cose del genere, ma non ci sono, l’hanno inventato per non farci entrare nessuno, ma a quanto pare questa ragazza non ascolta ed effettivamente neanche io perché ci vado a riflettere. Non riesco a ricordarmi il nome per quante volte lo vista, l’avevo chiesto anche ad Ashton il suo nome la prima volta che la vidi, ne rimasi affascinato il fatto che era li in giardino a guardare le nuvole, ma adesso non ricordo. Mi sistemo su una sedia e comincio a pensare, come una ragazza dall’aspetto tranquillo, puro e innocente, possa avere attacchi di panico e per di più svenire nei corridoi. Deve esserle successo qualcosa di orribile per ritrovarsi in questo stato.
“ Allora, si è svegliata? “ sobbalzo dal sentire la voce dell’ infermiera. Ero molto concentrato, mentre mi giro a guardarla, l’occhio mi cade sull’orario e sgrano gli occhi a vedere che sono le undici e venti.
“ No, ancora no – rispondo - mi scusi potrebbe farle lei un po’ di compagnia per un po’ che vado ad informare la segretaria dell’ accaduto? “ le chiedo cortese
“ Certo, ragazzo. E’ il mio lavoro, io cerco di svegliarla. “ mi risponde la signora sorridendo. Le faccio un cenno con il capo e scappo fuori dalla stanza. Mentre m’incammino verso la segreteria vedo Ashton e mi precipito da lui.
“ Ash, fermati! “ gli grido alle spalle e finalmente si gira.
“ Ehy, ma dove sei stato? “ mi chiede curioso.
“ Ho aiutato una ragazza svenuta. E’ le ho fatto compagnia, anche se lei ancora dorme. Sto informando la segretaria del fatto e che non ritorniamo in classe per oggi. “ gli rispondo, mentre parliamo ci dirigiamo verso la segreteria.
“ Oh, povera ragazza. Ma chi è ? “ chiede apprensivo. Mi si illuminano gli occhi, adesso lui può dire il suo nome.
“ Non ricordo il nome. Tu lo sai, è la ragazza che va in giardino! “
“ Kathrine?! Kathrine Davis! “ mi risponde sgranando gli occhi.
“ Si, proprio lei. “ rispondo. Mi giro verso la segretaria le racconto tutto e le chiedo il permesso. Lei mi ringrazia per l’aiuto e mi da il permesso. Io e Ash ritorniamo in infermeria, c’è la porta aperta e vediamo Kathrine seduta con del ghiaccio sulla testa, ancora non si è accorta di noi.
“ E’ molto bella, Eric. Vuoi trasformarti in cupido, vero? Ti vedo molto assorto e affascinato. “ mi chiede Ash con un sorriso radioso.
“ Si, lo è – rispondo guardandola – e comunque si, voglio aiutarla. “ rispondo fissandola.
“ Bravo il mio cupido. Chissà forse la nostra Kat qui presente, ti farà ribattere il cuore un’altra volta. “ mi guarda malizioso. Lo guardo sorridendo e mi avvicino a loro, con Ash al seguito.
“ Ehy, ti sei svegliata. Come stai? Le chiedo sorridendo. Lei alza la testa e vedo i suoi occhi che mi incantato, rimango scosso sono neri, color carbone, petrolio anzi della notte. Come il giorno e la notte. Sussulto quando una mano mi batte sulla spalla, è la signora Chapman.
“ Sei davvero fortunata ad avere un ragazzo così dolce. Ti ha portato qui in braccio, sembrava stesse avendo un infarto dal quanto era preoccupato, non si è mosso neanche un minuto da qui. “ le dice e io dall’altro conto arrossisco, sia per l’infermiera che per Ash che mi da gomitate. Alzo il capo e vedo che lei sorride radiosa e anche con un po’ di rossore sulle guance.
“ Beh se fosse il mio ragazzo sarei fortunata, ma ahimè non lo è. Grazie per tutto quello che hai fatto. “ mi sorride guardandola il cuore mi sprizza gioia. Sono sicuro voglio aiutarla.
“ Adesso che stai bene, puoi andare. Ma ti consiglio di andare a casa a riposarti. Informo io la segretaria. “ ci dice e si incammina verso la porta.
“ Grazie per l’aiuto Eric! “ mi sorride grata. Ricambio il sorriso ma mi si pone una domanda.
“ Come sai il mio nome? “ le chiedo incuriosito
“ Ehm ti ho visto molte volte nei corridoi e anche quando Samantha ti faceva le avance e ho chiesto di te. “ risponde abbassando la testa, ma ho visto le sue guance colorarsi di rosso.
“ Ciao Kathrine, io sono Ashton . Sono felice che tu stia bene. Adesso devo andare in classe, se hai bisogno di me, chiamami! “ dice Ash a Kathrine stringendole la mano e facendole un occhiolino.
“ Grazie Ash. “ risponde lei sorridendo
“ Allora Kathrine… “ non mi da il tempo di finire la frase che dice
“ Chiamami Kat, se vuoi. E’ lo stesso per me. “ mi dice felice
“ Okay – sorrido – Allora Kat, adesso chiami i tuoi? “ le chiedo
“ Veramente no, i miei non ci sono. Tornano questa sera tardi. Ma non importa sto bene. “ risponde. Lei cerca di alzarsi dal letto ma è ancora debole e cade a terra, ma la prendo di scatto per i fianchi.
“ Non credo proprio signorina. Lei verrà a casa mia, e non accetterò un no come risposta. “ le dico
“ Non credo che c’è lo permetteranno di fare. “ risponde. E’ vero non la lasceranno andare da me, ma io potrei accompagnarla.
“ Tranquilla cara, ci penso io. “ le faccio un occhiolino. Dopo aver raccolta la sua roba, ci incamminiamo verso la segreteria, faccio restare Kat fuori e io entro spiegando tutto alla signore. Per prima mi guarda scettica, ma alla fine acconsente.
“ Possiamo andare “ le dico vittorioso
“ Come hai fatto? “ mi guarda incredula
“ Nessuna può resistere al mio charme. “ le dico fiero
“ Continua a sognare Eric. “ mi risponde ridendo
“ Zitta e cammina. “ la spintono un po’ e insieme ci avviamo verso casa
Angola autrice
Senza pensieri
la tua vita sarà
Chi vorrà vivrà
in libertà
Hakuna matata !!!!